Cerchiamo brevemente di riassumere cosa significa la Lotus Elise per il mondo delle auto, moderne e non: la piccola bombetta di Hethel è diventata un’icona e un metro di paragone per molte auto sportive fin dalla sua introduzione, grazie ad un approccio vecchia scuola, fatto di leggerezza, semplicità, problemi, stile ed emozioni, il tutto ad un prezzo e con costi di manutenzioni abbordabili. Grazie ad un corpo vettura piccolo e leggero, ad una meccanica semplice ma efficace e a motori piccoli ma ricchi di carattere e potenti quanto basta, la Lotus Elise è sinonimo stesso di piacere di guida e divertimento al volante nella sua forma più pura.
(recensione del mezzo cliccando sull’immagine)
Così perfetta e ben studiata, alla fine della fiera la Lotus Elise trascende il suo essere una semplice automobile o un banale mezzo di trasporto per diventare un’esperienza a tutto tondo. Un’esperienza di guida sì, ma anche di vita: possedere una Lotus Elise significa vivere la Lotus Elise, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue caratteristiche e le sue peculiarità. Insomma, un’auto da amare alla follia, da cui lasciarsi ammaliare e sconvolgere, per veri appassionati di auto, guida e vita.
Semplice, economica, divertente, sono questi gli aspetti che hanno decretato il successo della Lotus Elise e della sua controparte (ma più affidabile, per carità del Signore) con le ali, il Van’s RV-8, un piccolo aeroplano acrobatico venduto in kit di montaggio e che racchiude in sé tutte le caratteristiche che hanno decretato il successo della piccola due posti inglesi, diventando all’istante un vero punto di riferimento per tutti gli appassionati di aviazione sportiva e di volo.
Piccolo, affilato e aerodinamico con il suo tettuccio a bolla, il Van’s RV-8 è un aeroplano talmente semplice quanto efficace: prodotto in Oregon dalla Van’s Aircraft e venduto in kit di montaggio (potete acquistarlo qui, non rispondiamo di divorzi e litigate furiose), l’RV-8 permette a chiunque ne abbia le capacità – sia per montarlo che per pilotarlo – di assaporare il gusto del volo con un mezzo ad alte prestazioni, capace non solo di sfrecciare velocemente ma di affrontare manovre acrobatiche anche abbastanza impegnative (la cellula del Van’s RV-8 è certificata per +6g/-3g) e di rispondere sulla cloche con il carattere e il temperamento tipiche di un vero purosangue dei cieli, sensazioni amplificate dallo strepitoso tettuccio a goccia che fa tanto P-51 Mustang.
Ovviamente, visto che siamo su rollingsteel, non possiamo limitarci a dire “va forte” o “accelera bene” ma dobbiamo scendere nei dettagli tecnici, fondamentali per sentire dentro le ossa le emozioni e il carattere dei mezzi che ci capitano sotto mano: a far volare il Van’s RV-8 ci pensa un grosso motore Avco Lycoming O-360, un 4 cilindri contrapposti (la O del nome significa proprio “Opposite”) raffreddato ad aria con 2 valvole per cilindro, distribuzione ad aste e bilancieri, e una cilindrata di 5,9 litri, il tutto per potenze che vanno da 145 a 225 cv ad un regime di rotazione di circa 2.700 giri/min. La variante più diffusa – come quella sull’aereo su cui abbiamo volato – è quella da 180 cv, una potenza sufficiente a permettere una velocità di crociera di ca. 160 nodi (ca. 296 km/h), una corsa di decollo e atterraggio ridicole (appena 350 metri) e la possibilità di raggiungere una quota massima di oltre 21.000 piedi, non male per un normale motore aspirato (come ben sapete il segreto per volare in alto è uno, e si chiama turbo). Le prestazioni del motore possono poi essere rese ancora migliori dotando l’aereo (che ognuno può modificare a seconda delle proprioe esigenze) con una bella elica a passo variabile, costosa e complicata da manutenere ma sicuramente capace di dare quel guizzo in più, specialmente a bassa quota.
Con un peso di poco più di 500 kg, una cellula robusta e un’ala ad alte prestazioni, il Van’s RV-8 risponde bene al requisito iniziale di essere la “Lotus Elise dei cieli”: l’aereo infatti si dimostra veloce, agile, altamente manovrabile, sicuro (c’è poca roba, e quel che non c’è non si rompe) ed estremamente gratificante, tanto per un pilota in cerca di un aereo “vero” e reattivo, quanto per quello un po’ più “sgamato” e in cerca di emozioni forti fatte di volo acrobatico e in formazione.
Queste ultime emozioni sono quelle che abbiamo avuto modo di provare sulla nostra pelle, giusto il tempo per scoprire che farsi strapazzare da questi piccole saette – forse – non è così divertente quanto sembra. Vi lasciamo al nostro nuovo video e vi rimandiamo a DI BRUTTO, il magazine di rollingsteel.it, la cui uscita è prevista per settembre; per rimanere aggiornati e non perdervi nessuna notizia circa il lancio iscrivetevi alla newsletter qui -> https://mailchi.mp/fd581a5b48e5/di-brutto
Assomiglia molto al protagonista del cartone animato PLANES, non ho trovato informazioni se è stato ispirazione per il protagonista.
N.B. anche il protagonista del cartone può montare come optional una elica a passo variabile
E se non conosci già questo sito buttaci un occhio…
http://www.imcdb.org/
Ho visto il video con le lacrime. La mia esperienza è sovrapponibile alla tua e anche io a Guidonia sono stato scartato all’ultima visita medica per un difetto all’udito dovuto ai traumi acustici (maledette cuffiette anni 2000 e maledette poste di atterraggio è secolo senza protezioni) . Il giorno più bello della mia vita? Prendere i comandi di un beechcraft Bonanza sopra i cieli del New Jersey guardando NYC da lontano…ora sono un felice veterinario con il pallino degli aerei. Spero un giorno di prendere sto maledetto brevetto. Continuate cosi. Grazie per rollingsteel. Con stima. Leonardo
Il pippone iniziale è meraviglioso… da tanti punti di vista. Anche la mia storia ha molte sovrapposizioni con la tua… non ho nemmeno provato a fare gli esami di ammissione in aeronautica militare, ma ho sempre inseguito il volo e gli aeroplani fin da piccolissimo. Prima l’aeromodellismo (mai smesso) poi l’ultraleggero ha coronato il mio sogno. Adesso non volo più per scelte varie della vita, ma in realtà non ho mai smesso di alimentare il mio sogno.
Ti lascio con la più bella descrizione della malattia che ci accomuna fatta da Santos Dumont nel 1904.
Con tanta stima e simpatia.
Giorgio
Il guaio è che sono affetto da aerite, un germe che ti rende infelice se non sei per aria, l’unico rimedio è volare.
Grazie Giorgio!