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Chrysler Crossfire, contro il logorio della vita moderna

Questa è la storia di un tempo lontanissimo. Il tempo delle sportive e delle coupé. Gli antichi appassionati di auto avevano gusto e apprezzavano il piacere di guida. Soltanto una dunona osò sfidare la loro potenza: il Rayton Fissore

– Anno 1985: in Italia nasce il Rayton Fissore, unanimemente riconosciuto come il papà dei moderni suv di lusso –

Ora, due cose:

1 – se avete riconosciuto l’incipit dell’articolo, significa che anche voi in gioventù avete goduto di bellissime mattinate lontano da scuola e in compagnia di Kevin Sorbo e della sua spaziosa fronte;

2 – poi, proseguendo, così come Hercules qui sopra prese a ceffe Giunone e tutte le maledizioni che questa gli mandava in terra quotidianamente (tra cui Menelao, la cui utilità resta dubbia ai più), anche i suv alla fine sono riusciti nella loro conquista del mondo dell’automobile. Sono anche riusciti a diventare delle buone auto, giusto qualche tempo fa abbiamo provato una Cupra Formentor 5 cilindri turbo per scoprire che, per quanto sia alta e pesante, anche una macchina di questo tipo, a modo suo, sa divertire e andare forte (smettetela di fare quelle facce). Ad ogni modo, lungi dal volervi convincere a comprare un suv che anche se vanno bene continuano a starci un po’ sui maroni, oggi voglio tornare con voi in quei tempi antichissimi e remoti, quei tempi nei quali qualunque casa automobilistica degna di rispetto e onore aveva in listino almeno una piccola coupé sportiva di fascia media. Non ne scappava una, ce n’erano per tutti i gusti, dalla Fiat Coupé per lo smanettone che non poteva permettersi un’Alfa alla Lancia K Coupé per l’amante del design e delle auto brutte particolari.

Fu in questo momento storico che la Chrysler – all’epoca di proprietà della Daimler-Benz – tentò di conquistare una piccola fetta di mercato anche di qua dall’Oceano con una triade di vetture dedicate a noi del vecchio continente: nacquero così la berlina 300C e la orrenda curiosa PT Cruiser, due macchine sicuramente particolari ma che, nel loro piccolo riscossero ottimi risultati di vendita, dimostrando che sì, una alleanza tecnologica germano-statunitense poteva ancora funzionare anche quarant’anni dopo i fasti delle missioni spaziali della NASA ripiene fino all’orlo del know-how tedesco in fatto di missili.

Comunque, avanti: ad affiancare una potente e losca berlina e una oscena stramba monovolume che ce l’aveva il papà postino di un mio amico arrivò infine una particolare coupé costruita sulla base della Mercedes SLK, la famigerata Chrysler Crossfire.

La Crossfire – sulla cui linea possiamo stare a discutere per ore senza arrivare a nessuna conclusione e quindi facciamo che se vi piace, bene, se non vi piace, amen – condivide buona parte del pianale e della meccanica con la Mercedes SLK R170 ed è il frutto delle fantasie più perverse di uno dei designer meno conosciuti del mondo dell’automobile, tale Eric Stoddard. Il nostro Eric andò a lavorare per la Daimler-Chrysler nel 1998 a soli 23 anni e disegnò il concept della Crossfire, presentato nel 2001 e subito fonte di interesse da parte del mondo dell’auto.

– devo ammetterlo, non male –

Nonostante il design azzardato il successo fu immediato e alla Chrysler decisero di procedere, affidando sempre al nostro Eric il modello di produzione, presentato ufficialmente nel 2004 e non troppo diverso dalla concept car che soli tre anni prima aveva fatto girare le teste di parecchi appassionati. Una volta in produzione l’auto divise immediatamente la critica tra chi la amava e chi invece la odiava, specialmente nella sua versione coupé (c’era anche la roadster, più “normale”). Oggi, 20 anni dopo, non possiamo fare altro che constatare che i tempi moderni hanno premiato un’auto che, se vent’anni fa era bruttina e goffa rispetto alle avversarie (pensate alla Nissan 350Z o alla Mazda RX-8) oggi invece se la cava piuttosto bene. Insomma, sparare sulla linea della Crossfire è un po’ come sparare su uno che caga, ma io una possibilità voglio dargliela.

– Aiuta poi il fatto che la gente di auto capisce poco/niente: mentre facevo questa foto da dietro mi son sentito dire “bella! È una Aston Martin?” Beh, adesso, va bene che è particolare… ma una Aston… –

Oggi come ieri questa macchina non fa nulla per passare inosservata: le proporzioni sono quasi esagerate, con il volume dell’abitacolo tutto raccolto come un bozzolo attorno alle ruote posteriori a far da contrasto ad un frontale lungo, basso e affusolato. A questo poi si aggiungono il particolare – diciamo pure particolarissimo – taglio del retrotreno (rimarrà poi nella storia il servizio di Top Gear, con Clarkson che paragonava il  posteriore della Crossfire ad un cane intento a dire “ehi, questo marciapiede è mio”), con il padiglione che scende in un’unica curva fatta con il compasso verso la coda dell’auto e poi giù giù fino alla fine del paraurti posteriore, un dettaglio estetico e di design tanto bizzarro quanto caratteristico, poi ripreso recentemente dalla Hyundai Veloster, nel cui posteriore si può rivedere qualcosa della Crossfire. Poi c’è il largo cofano, piatto e solcato da 6 graffi la cui utilità ci è ignota e di una profonda nervatura a rilievo centrale che che corre lungo tutta l’auto e addirittura viene ripresa all’interno in mezzo al cruscotto.

– il cruscotto e l’abitacolo in generale alla fine non è male, c’è tutto quel che serve. Peccato solo per i materiali, è tutto molto plasticoso e rigido. Il volante ha un diametro di 38 cm, non pochi –

Insomma, alla Chrysler volevano fare un’auto curiosa, diversa e capace di lasciare il segno, diciamo tranquillamente che ci sono riusciti. Per quanto opinabile, la linea di quest’auto denota un grande coraggio da parte del costruttore americano (e tedesco), che nel 2004 ha messo in commercio una instant classic trasversale, buona e interessante sia fra le mani di un giovane appassionato di auto (magari in versione SRT-6, con il motore sovralimentato) che fra quelle di una donna di classe attenta allo stile e al design: guardate ad esempio qui sotto, quanto è bella la nostra collaboratrice Celine sulla sua Crossfire nuova di pacca, non le sta bene addosso? Non sono bellissime assieme? Mica la preferirete su un suv con il muso lungo e l’aria spocchiosa da “io sono io e voi non siete niente”?

Potrà anche non piacere, ma santo il signore, viva le macchine che fanno sorridere, viva le macchine che portano allegria nel mondo, viva le macchine che fanno girare i bambini, viva il coraggio e il non prendersi troppo sul serio, abbasso la mediocrità!

– La nostra Celine ha partecipato anche alla campagna pubblicitaria di Chrysler denominata “guida e ama”. Celine, passa a prendermi ti prego –

Ora, come abbiamo detto, sotto al cofano della Crossfire pulsa una meccanica di origine Mercedes SLK, ma non quella delle SLK da giovane squattrinato, no, no, qui le cose sono state fatte sul serio: ecco quindi un bel tremilaedue V6 da ben 218 cv, lo stesso M112E32 che equipaggiava le SLK top di gamma e anche altre vetture del gruppo Mercedes. La potenza infine arriva alle ruote posteriori attraverso un differenziale aperto e un cambio manuale a sei rapporti o un’automatico a cinque, sicuramente meno sportivo ma comunque – forse – l’ideale per sorseggiare in souplesse una macchina del genere.

– notare la distribuzione a catena, utile per risparmiare i cash alla voce “cambio cinghia di distribuzione”, sempre una spina nel fianco all’acquisto di un’auto usata –

Con un alesaggio di 89.9 mm e una corsa di 84 mm, questo motore rientra nella categoria dei superquadri (o a corsa corta), caratteristica che conferisce al propulsore una grande rotondità di funzionamento (cosa che si confà ad una macchina gran turismo come questa o una Mercedes) e permette di raggiungere regimi di rotazione più elevati, allungando così il range di funzionamento e di sfruttabilità del motore, anche questo a tutto vantaggio di una guida rilassata con la strada lunga davanti a sé e una mano sulla coscia (non la vostra, potendo scegliere).

– nonostante la potenza massima venga raggiunta a 5.700 giri, solo 300 giri prima del limitatore, la coppia massima viene espressa a soli 3000 giri al minuto e rimane costante fino quasi al massimo dei giri, in questo modo la Crossfire si sposta con una certa facilità, mettendo in mostra anche un discreto tiro –

Sia la fasatura del motore che il suo carattere infatti regalano alla Crossfire un atteggiamento da gran turismo pura, atteggiamento premiato dal cambio automatico a 5 rapporti, magari un po’ lento e pastoso ma sempre morbido e elegante nel suo funzionamento. L’approccio adottato da Chrysler per mettere a punto la sua personale coupé a due posti secchi creò una specie di muscle car moderna ma idonea al mercato europeo, ottenuta unendo un corpo vettura piccolo e che poteva essere più leggero (la Crossfire ferma la bilancia a circa 1.400 kg) ad un motore di grossa cilindrata ricco di coppia in basso (310 Nm @3.000 giri/min) e capace di muovere la macchina con agilità e poco sforzo. Muovendosi in maniera civile e pacata la Crossfire avanza come un tappeto volante, ben isolati dal terreno dalle generose ruote e coccolati in un abitacolo magari un po’ fuori moda e plasticoso ma con tutte le cose al posto giusto, facilmente raggiungibili e senza tutte quelle cazzatine moderne che mi fanno solo innervosire; pestando però a fondo e con decisione sul gas, l’animo da veloce gran turismo viene fuori, il cambio scala due marce, il motore prende aria con forza gonfiando il petto, la lancetta del contagiri si pianta a 4.000 giri con il latrato rauco e melodioso del motore invade l’abitacolo ricordandovi che siete al volante di un’auto speciale. La macchina a questo punto si siede e, semplicemente ed inesorabilmente, punta verso l’orizzonte con forza e decisione, con il motore che mette in mostra un allungo sensazionale, roba che i moderni motori piccoli e turbo (che magari, anzi sicuramente, vanno più forte) si scordano, santa sia la cilindrata.

Non è un missile terra terra con cui fare il giochino di 10 euro sul cruscotto (lo zero-cento si chiude in circa 6,5 secondi e la velocità massima è di 234 km/h contro i 242 dichiarati dalla casa) ma pestando bene il motore vi attacca al sedile come si deve e, chilometro dopo chilometro, si ha la costante sensazione di avere a che fare con una automobile vera e meccanica, non con uno sciocco elettrodomestico. La vera indole della Crossfire viene poi fuori affrontando le prime curve, nelle quali, nonostante un telaio rigido ed un assetto composto, ci si trova a scontrarsi con un volante troppo grande e non dei più precisi (probabilmente colpa di quei ruotoni, da 18″ davanti, da 19″ dietro) e un cambio che non fa nulla per incentivare la guida sportiva. Ci potete provare, potete anche decidere deliberatamente di andare all’attacco di quel passo montano che tanto vi piace e sicuramente vi divertirete, ma state usando questa macchina in un modo per il quale non è stata pensata (e poi non vi lamentate se il vostro amico con la 106 Rallye arriva su prima). Non vi regalerà momenti di pura estasi guidatoria ma rimane comunque un gran bell’andare, specialmente se la paragonate alle auto che vi ritroverete a fianco nei prossimi 5, che dico, voglio osare, facciamo 6, semafori.

Pensa che bello, dopo una lunga, noiosa e sfittica giornata di lavoro in mezzo a quei dannati colleghi, uscire nel parcheggio e trovarti questa che ti aspetta, così, con il ghigno piantato in faccia a pronta a ricordarti chi sei e quanto sia bello vivere, correre, sfrecciare, sgasare.

– guardate qui che ruote, sono giganti –

A questo punto voglio fare un ragionamento: negli anni su questa macchina se ne sono lette e sentite di tutti i colori, a volte anche calcando la mano su un progetto che, specialmente per noi europei rompicaz sommelier delle auto sportive che pratichiamo atti di onanismo sui tempi del ‘ring come se fossero replicabili da noi comuni mortali, era ed è di difficile comprensione. Tuttavia credo che il problema – un po’ come i tedeschi che utilizzarono un intercettore puro come l’F-104 come bombardiere scoprendo poi che non era proprio il caso – sia che ci si debba avvicinare alla Crossfire con un po’ di tatto. Non potete pretendere di utilizzare un pelapatate per fare un buco in terra, un pelapatate non sarà mai una buona vanga. Allo stesso modo la Crossfire non va guidata con il coltello fra i denti pensando di aver fra le mani l’ultimo ritrovato della sportività ma invece va guidata in maniera veloce, fluida e comoda, facendosi cullare dal suo motore ricco di coppia, da un abitacolo accogliente e insospettabilmente spazioso e da una dinamica di guida, magari non la più precisa del mondo ma comunque apprezzabile e appagante.

– bello l’alettoncino che esce in velocità o utilizzando l’apposito pulsantino sul cruscotto, meno belli gli sfoghi d’aria laterali… finte –

Non è certamente una sportiva con cui andare all’attacco del passo montano ma non è nemmeno un triste elettrodomestico con cui andare, nel massimo della noia e comodità e anonimato, dal punto A al punto B con addosso solo la voglia di arrivare o di far vedere al mondo quanto grosso ce l’avete (il leasing). No, la Crossfire è una piacevole vettura – comoda e veloce – con cui assaporare ogni singolo metro che separa i suddetti punti A e B a bordo di un’auto che, è qui il succo del discorso e quello che cerchiamo noi di RS da QUALUNQUE auto, un’esperienza. Mai noiosa, mai insulsa, mai triste e scialba. Perché, alla fine, sì, la Crossfire è un’auto da guidare, vivere e a cui voler bene.

P.S. Se vi piace, questa Crossfire è in vendita ad un prezzo ri-di-co-lo, la trovate QUI.

– che poi, dal punto A al punto B ci potete anche andare, il baule è ben capiente nonostante la porta strana e stretta –

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Articolo del 6 Agosto 2021 / a cura di Il direttore

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  • LS

    “…è un po’ come sparare su uno che caga,…”
    splendida

    • Flavio

      Io sapevo “sparare sulla croce rossa”, ma su uno che caga é il top!

    • guglielmino binati

      direttore, ottimo resoconto sulla crosfire che condividopienamente . ho la roadster nera con interni rossi tenuta in perfetta salute dopo anni di AR duetto osso di seppia mi sono fatto conquistare da questa vettura tra sei mesi compie 20 anni ed emoziona ancora la sua guida in assenza di orpelli inutili .. problemi ? alettone che non funzionava soluzione ,ho sostituito il microinteruttore da tre euro e tutto a posto ,capote non saliva , perdita olio da un cilindro me losono smontato 90 euro per la revisione , rimontato e tutto ok. quando la crosfire roadster compira 20 anni io ne avro 82 nel 2024 . auguro a lei ed a tui gli appassionati di auto tante belle cose e buona salute atutti

  • Michele

    Sempre ben scritto, Direttore! Hai reso l’idea ✌️

  • Dario

    Ma non era Iolao?

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