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Lamborghini Countach LPI 800-4, sbadabem

Non esiste altro modo per dirvelo, per cui ve lo diciamo e basta: Lamborghini ha fatto una nuova auto e l’ha chiamata Countach. Si chiama LPI 800-4. O, meglio, Lamborghini Countach LPI 800-4.

Già.

Ora che lo sapete, mentre leggerete quanto segue la cosa più importante è mantenere la calma. Ciò che avverrà nel vostro corpo è del tutto normale e può variare dalla rabbia all’eccitazione, a seconda di quanto siete appassionati di Lamborghini. Io, ad esempio, mi sto riprendendo da una temporanea ipomimia (riduzione dell’espressività facciale) e scrivo a fatica, con le dita che scivolano su lacrime che precipitano da un viso deturpato da un letale mix di stupore, desiderio, nostalgia e anche un po’ di rabbia. Perdonerete, pertanto, eventuali refusi.

Ridendo e scherzando, siamo nel 2021 e fanno 50 anni di Lamborghini Countach. Qualcosa doveva accadere per forza. E qualcosa è accaduto: Lambo ha scelto di affidare la gestione dei festeggiamenti ad un modello in edizione limitata a 112 unità. Presentazione ufficiale al The Quail: A Motorsports Gathering del 13 agosto 2021, a Monterey, California.

Costruita attorno ad un telaio in carbonio, materiale utilizzato anche per la carrozzeria, la Countach LPI 800-4 è una ibrida a trazione integrale che pesa (a vuoto) 1595 kg; capace di uno 0-100 km/h in 2.8″ e di una velocità massima di 355 km/h, è spinta dall’ultimo V12 aspirato di 6.5 litri da 780 cv e 720 Nm di coppia, che collabora con un motore elettrico da 48 volt e 34 cv con supercapacitori collegato direttamente al cambio automatico a sette rapporti ISR. Vi suona familiare? Normale: questa LPI 800-4 è un po’ più potente, ma l’architettura è quella pensata per la Siàn, l’altra Lambo in produzione limitata.

– Dalla Siàn, la LPI 800-4 eredita powertrain e… i faretti esagonali –

Qualunque essere umano con un minimo di interesse nelle automobili non può non riconoscere quello sguardo e svariati dettagli delle forme di questo tributo moderno al capolavoro di Marcello Gandini: ci sono riferimenti sia alla LP 500 che alla LP 400, a partire dal design dei fari, con quelli posteriori che all’interno della loro inconfondibile forma ereditano i tre “occhietti” della Siàn; l’idea era quella di omaggiare la Countach, ma evidentemente anche di sottolineare il passaggio fra il vecchio e il nuovo linguaggio stilistico Lambo (ma per quest’ultimo scopo non c’era già la Siàn?).

Se vi avessero chiesto come immaginavate il ritorno della Countach, che cosa avreste risposto? Per quanto mi riguarda, avrei risposto come in altri casi analoghi, cioè che andare a smanettare col passato è molto rischioso e spesso si finisce per fare danni. Ma poi… è tornata davvero? Il CEO Stephan Winkelmann la descrive così: “La Countach LPI 800-4 rende omaggio alla dinastia Lamborghini, ma non è retrospettiva” leggiamo sulla cartella stampa. “E’ un’immagine di come la Countach degli anni ’70 e ’80 potrebbe essersi evoluta in una supersportiva di élite di questo decennio“.

Se vi avessero chiesto come immaginavate il ritorno della Countach, che cosa avreste risposto?

Anche perché, alla prima occhiata, mi vien da dire che se la Aventador e la Countach avessero una figlia probabilmente la chiamerebbero LPI 800-4… proprio quell’aria da Aventador ricarrozzata allo scopo un pochino mi fa storcere il naso. Non vorrei che apparisse come regalare una cornice silver plated alla Regina Elisabetta.

La Countach “era provocativa e polarizzante” dice il responsabile del design Mitja Borkert e il discorso è proprio quello: la Countach, quella vera, che all’epoca era una astronave giunta da chissà quale pianeta di pazzi, si sarebbe davvero evoluta (solo) così? E’ sufficiente come tributo o si poteva osare di più? Nel passato recente di Lamborghini ci sono esercizi di stile come la Miura Concept; Lambo avrebbe dovuto forse partire da qualcosa di simile in chiave Countach, mettendoci magari dentro un po’ di follia alla Egoista?

Ma forse dovremmo semplicemente prendere il tutto meno sul serio. In fondo, parliamo di automobili sportive, di giocattoli, mica di interventi chirurgici a cuore aperto. Forse dovremmoimitarci a ringraziare Lambo per averci fatto un’altra splendida auto.

Anche perché, se rinunci a fare tanto il pignolo e ti abbandoni al godimento che deriva dall’assaporare le forme di una nuova sportiva, hai solo di che gioire: questa LPI 800-4 è indubbiamente bella e lo stupore che ci regalò la Countach originale (specie la Quattrovalvole) si fa sempre più intenso e commovente mano a mano che colleghi i dettagli ai ricordi, con quel bianco Siderale che contrasta con gli interni in pelle rossa, i passaruota esagonali, la “feritoia” frontale, il design delle ruote, le grandi prese NACA laterali, le “branchie”, i quattro scarichi centrali, il richiamo alla Periscopio e, ovviamente, le portiere a forbice che oggi magari diamo per scontate ma che furono introdotte proprio dalla Countach e, da allora, sono rimaste come fiore all’occhiello delle Lamborghini top di gamma.

Decidete voi. Decidete voi se riprendere il nome “Countach” sia stata una buona idea. Per quanto mi riguarda, sono un inguaribile purista e penso che in ogni caso il passato sia passato e dovrebbe restare lì dove lo abbiamo lasciato, specie oggi che tutto invecchia davvero troppo in fretta. Se una volta tiravi le cinque in discoteca e poi andavi allegramente a farti un cornetto appena sfornato e oggi è già tanto se alle 23.00 respiri ancora, non è colpa di nessuno: è il tempo che passa. Così come nessuno dovrebbe irritarsi se la Countach originale fatica a star dietro ad una Golf R.

– La Countach LP400. La prima. Che ci crediate o meno, era il 1971 –

Già, il passato. Con quello, la Countach ha sempre avuto un rapporto burrascoso. Anzi, non ne aveva alcuno. Ancora oggi sembra un prototipo che attende l’avallo del consiglio di amministrazione. L’occhio di quasi tutti era abituato ad immagini meno crude, meno brutali, forse racconta Gandini, “però questa sensazione è durata per i primi tempi. C’è poi stato un riconoscimento, tutto sommato, da parte di tutti, forse dovuto anche al fatto che successivamente non è successo niente di così eclatante…“. E ha ragione. Chi è più riuscito ad archiviare una Miura a favore di una Countach?

A proposito: dove avevamo lasciato il buon Marcello? Ah sì, al Salone di Torino del 1970, con la Lancia Strato’s HF Zero. Ora, immaginate di essere Gandini e di avere appena rivoluzionato il design Lancia e inaugurato un mondo tutto nuovo per gli appassionati di rally; l’anno seguente, 1971, state completando l’altra creatura che avete scalpellato fuori da quel cuneo miracoloso, questa destinata a rivoluzionare il design Lamborghini e ad inagurare un altro mondo fantastico, questa volta nel cuore di tutto il resto degli appassionati di automobilismo.

Di Gandini mi ha sempre incuriosito lo sguardo, che da severo si fa timido come il sorriso. Nonché l’encomiabile modestia. Mi chiedo come stia digerendo questo omaggio al linguaggio stilistico che ha inventato. Di sicuro, non me lo vedo che si pavoneggia nel suo studio e infatti non mi sorprende quando racconta di come andavano le cose in realtà all’epoca e di come sono nati due dei nomi più famosi del mondo dell’automobile: se “Strato’s” era nato per caso, traendo ispirazione non da chissà quali viaggi nella stratosfera, ma da un modellino di aliante in kit consigliatogli da un collega, così accadde con “Countach“, ma quest’ultimo ha una origine ancora più curiosa.

https://www.youtube.com/watch?v=1PKN2JsJrw8

Per modellare il destino bisogna lavorare sodo, anche di notte; e infatti Gandini di notte lavorava, con tutto il suo staff. Fra i collaboratori, c’era questo enorme piemontese con enormi mani piemontesi che faceva tutti i lavori piccoli, era un profilista che faceva le serrature; soprattutto, parlava solo piemontese, un dialetto che è una lingua vera e propria che assomiglia più al francese che all’italiano.

Sapete dove voglio arrivare, perché è storia nota. Ma Gandini smentisce che quell’esclamazione “contacc!” sia dovuta alla reazione alla celestiale apparizione della nuova Lamborghini. Semplicemente, del Piemonte è una tipica esclamazione, che, fra l’altro, nel corso dei secoli, ha cambiato profondamente accezione: da “contagio” (tanto per rimanere in tema, visto che noi umani amiamo tanto le pandemie) a, appunto, esclamazione di stupore o ammirazione. Un po’ come lo strano ma contagioso “sculasòn” della provincia di Cento.

– E se invece… Naaaaaa. Non siamo mica in un film di Christopher Nolan… –

Fu proprio Gandini, divertito dall’uso frequente di questa parola così particolare – o addirittura un suo giovane collaboratore, non lo ricorda con precisione nemmeno lui – a proporre, tanto per scherzare, ‘perché non la chiamiamo così?’.

E in quel frangente arriva il collaudatore Bob Wallace.

Gandini gli chiede come gli suona nel suo idioma anglosassone. Lui prova a pronunciare contacc in inglese.

Viene fuori che suona un gran bene.

And there it is, ecco la Countach.

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Articolo del 13 Agosto 2021 / a cura di Davide Saporiti

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  • Michele

    Il parallelo con “sculasòn” è perfetto Mah, a me fa rimanere a bocca aperta tanto quanto…..

  • Secondo me Lamborghini non ha fatto bene con la nuova Countach perché oltre che giocare con delle icone del passato è rischioso non è stato fatto bene, mi spiego meglio se andate a cercare su YouTube una qualsiasi recensione della Countach tutte ma proprio tutte parleranno del suo cambio manuale ad H che andava azionato con molta forza mentre si premeva con ancora più forza il durissimo pedale della frizione e Lamborghini avrebbe dovuto invece che aggiungere uno stupido supporto ibrido di cui un V12 da 780 e passa cavalli non ha di certo bisogno metterci un bel cambio manuale a 6 marce che nel VAG hanno eccome non so se Porsche 911 GT3 vi dice nulla al massimo avrebbero dovuto rinforzarlo ma nulla di impossibile o terribilbilmente costoso e poi il design; di profilo penso che nella parte anteriore ricordi bene la Countach ma se vi prendete un’ immagine del muso della Countach e lo osservate attentamente magari con un immagine della Diablo lì vicino noterete che assomiglia di più a quest’ultima che a una Countach mentre il retro è una copia di una Sian uguale come due gocce d’acqua, io non sono un progettista di automobili e non sono tanto meno Marcello Gandini, insomma io non sono nessuno e questo è solo un mio parere personale che può essere condiviso come no.

    • Voi pensate lo stesso o no?

    • Toby88

      So’ andato in apnea pe legge sta robba

    • Raffaele

      Sono d’ accordo, anzi, secondo me non centra nulla con l’ icona, preferisco il lavoro fatto con la miura Concept di qualche anno fa, questa mi lascia deluso!!!

    • gfive

      L’ibrido è ormai una etichetta ecologica che i costruttori di supercar sono costretti a mettere su questo tipo di auto per rientrare nelle normative anti emissioni, quindi è una necessità più che una scelta.
      Secondo me il vero problema di questa nuova Countach è che non sembra una Countach. Soprattutto, quella originale era sconvolgente ed esagerata mentre questa non lo è, anzi lo è meno della Siàn e della stessa Aventador.
      In più, il fatto che sia una tiratura limitata giustifica ancora meno questo approccio “morbido” che avrei invece capito su una vettura di serie.
      In ultimo, questa operazione rende evidente anche come di fatto il design delle Lamborghini VW, e lo stesso Mitja Borkert lo dice, sia da sempre ispirato a Countach e Diablo. Questo non fa altro che rendere questa operazione quasi superflua o scontata.
      Detto questo, le venderanno tutte e 112 e alla fine le nostre sono solo pippe…

      • Roberto

        Operazioni alla Winkelmann…..come per la eb 110..che ha funzionato riprende la cosa in Lamborghini… Fortuna che il resto del mondo non capisce cosa compra…altrimenti le uniche sportive da comprare del gruppo sono solo porsche…

  • LS

    Non vorrei rovinare la poesia ma countach o cüntach in piemontese mai sentita come esclamazione e penso veramente non esista, anche chiesto a amici che il piemontese lo sanno veramente… L’unica parola piemontese che si avvicina è cunta: contadino

    • Alessandro

      In vecchio piemontese lo si usava parecchio. Il mio bisnonno e nonno (entrambi monferrini) lo dicevano spesso.

  • Masca

    A me le Lamborghini sembrano tutte uguali, compresa questa.

  • Roberto

    Beh è in tutto e per tutto una Sian… È per chi non lo sapesse la Sian è stata realizzata in Germania dai tecnici porsche per avere una macchina all’iaa di Francoforte. Purtroppo gli italiani non sono più quelli di una volta ed a Sant’agata un gruppo di arroganti sbarbutelli non fanno altro che assemblare auto tedesche… Ma i dipendenti stanno attenti a dirlo visto che per aver detto che la sian non era stata fatta in sede si è visto licenziato in tronco!!

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