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Corazzate Classe IOWA, le ultime grandi navi da battaglia

– Una corazzata su Rollingsteel, ma perché?

– Beh ci sono gli aerei da guerra e allora pensavo il tema fosse sdoganato…

– Pensavi male! A noi ci piacciono gli aerei perché sono veloci, agili, pezzi di importante ingegneria.

Pressapoco è questo il dialogo che pensavo di dover sostenere quando mi è venuto in mente questo articolo. Anche la mia passione motoristica inizia da oggetti di altro tipo, eppure su questa maledetta nave ho letto e visto tutto lo scibile umano e appena ho pensato a quest’articolo mi sono venute in mente almeno cinquanta foto (e ve ne accorgerete) e ho quindi chiesto prima di tutto a me stesso: ma perché ti intrippa così tanto?

Ogni risposta sarebbe soggettiva, rispondo allora con una contro-domanda che, qui su Rollingsteel, rende tutto molto più oggettivo: “Per quanto possa farvi cagare schifo non vi piacerebbe una volta farvi un giro un Hummer H1?”

Pensateci, un oggetto di un’ignoranza abissale, enorme, con consumi da far spaventare un Panzer e con posto per sole quattro persone. Che ci fai con un Hummer? Che domande: SPATRONEGGI! Hai la maledetta consapevolezza che in strada se il più forte, volendo potresti saltare la coda salendoci sopra, non c’è posto dove non puoi andare e in caso di incidente frontale scendi solo a controllare se si è scheggiata la vernice.

Una corazzata è per il mare quello che un Hummer è per la strada: l’ignoranza e il potere assoluto che si incontrano e partoriscono un oggetto che esercita una forma di fascino primordiale.

Giuro faccio tre righe per spiegarvi un attimo di contesto storico poi torniamo sullo spatroneggio e vi parlo della classe Iowa.

Avete visto Master&Commander? No? Malissimo, per me è come Top Gun per il Direttore ma ambientato all’inizio del XIX secolo. Sì? Allora avete presente quelle sorte di galeoni di legno con n-mila cannoni, tendenzialmente di calibro crescente man mano che ci si posta sui ponti inferiori (bilanciamento). Per farla breve ad un certo punto qualcuno ha iniziato a fare queste navi di ferro e imbottirle di cannoni di calibro vario, diciamo qualcosa di simile a questa sotto.

– French Navy, Charles Martel, classico esempio di corazzata pre-Dreadnought –

– la sempre francese Carnot, definita anche “il castello semovente” –

Nell’ottobre 1903 però l’ingegnere navale italiano Vittorio Cuniberti realizza che il futuro sono le navi monocalibro, tanto calibro, da 305mm in su. Quest’opzione consente di avere una migliore direzione di tiro perché ogni colpo che vedi in acqua è sparato dagli stessi cannoni e non fai confusione su chi l’ha sparato, inoltre consente di risparmiare il peso dalla ferraglia piccola imbarcando cannoni ancora più grossi che non solo possono sventrare gli altri da lontanissimo, ma passano più facilmente le corazze più spesse.

Siccome come al solito da noi “Nemo profeta in patria”, soprattutto nella nostra, i primi a dar ascolto a Cuniberti sono stati gli inglesi che tirano fuori il Dreadnought, prima corazzata monocalibro (o quasi) e che segna un prima e un dopo: ci sono navi pre-Dreadnought, tipo Dreadnought (resta l’americana Texas) e post-Dreadnought, come la Missouri. Tutto questo ai primi del ‘900 scatena una terribile corsa agli armamenti mondiale, tutti vogliono una una corazzata tipo Dreadnought.

– prego notare i pezzi monocalibro –

Tagliamo corto e arriviamo al ’39 quando gli USA capiscono che non resteranno tanto a lungo fuori dal casino della Seconda Guerra Mondiale e ordinano una nuova classe di corazzate detta “Iowa” dalla capo-classe, la prima varata. Ne fanno quattro e l’ultima è la Missouri, la più decorata e famosa di tutte, in USA è talmente un simbolo che nell’orrendo orrendo (non ce la faccio a mentire) film “Battleship”, dove figura la nostra beniamina Rihanna, prende a calci in culo le astronavi aliene.

Iniziamo con la ciccia: qual è il livello di spatroneggiamento della classe Iowa?

Parliamo intanto di un ferro, 271×32 metri che disloca 45.000 tonnellate liquidi, armamento ed equipaggio esclusi. Motore ne abbiamo? Circa 212.000 cavalli tirati fuori da quattro motori a turbina General Electric o Westinghouse, simili a quelli dello United States, ma qui in una versione meno avanzata ed efficiente. Le Iowa, nonostante un pescaggio di undici metri caccia fuori circa 33 nodi nominali, tantissima roba in assoluto, tanterrima per un oggetto così pesante. Del resto, se devi andare a fare il culo a qualcuno che come ti vede scappa, devi andare forte altrimenti sei solo un bell’esercizio di stile.

Va detto che il record di classe spetta alla New Jersey, la seconda costruita: nel 1968 la nave è impegnata in Vietnam, esce giusto giusto da una bella revisione generale e il comandante Edward Snyder che già leggeva Rollingsteel ha voglia di vedere quanto fa a tavoletta. Ora abbiamo detto che i cavalli sono 212.000, ma in queste navi sono progettate per spingere all’occorrenza le macchine fino ad 20% in più, quindi questo simpatico signore fa quello che tutti vorremmo fare al suo posto, apre tutto vapore per 6 (SEI, DICO SEI) ore e scopre che dandoci dentro la nave fa i 35,2 nodi (65,2 km/h). Non contento decide di staccare tutto e vedere quanto ci mette a fermarsi ingranando la retro alla massima velocità, viene fuori che servono due miglia (nautiche, quindi circa 4km).

Scusate, ma non posso trattenermi dal pensare all’ammiraglio che gli dice: “Edward Snyder quella nave non è tua, è dei contribuenti!”

Documentandomi un po’ ho scoperto che potenzialmente era possibile spingere le macchine ancora un altro 10% in più (siamo ormai intorno a 270.000 cavalli), ma la cosa era conosciuta come “Forzare le macchine” e aveva alte probabilità di comportare danni irrimediabili, il comandante che lo ordinava era quindi potenzialmente soggetto a corte marziale per capire se effettivamente ne era valsa la peno o meno.

Se qualche lettore adesso si sta chiedendo chi è il migliore come è possibile che un motore possa fare il 130% del valore nominale, considerate questo: in un motore a pistoni la potenza massima coincide con la farfalla al 100%, un motore a vapore invece funziona diversamente, posso aumentare la pressione del gas quasi quanto mi pare, basta alzare il fuoco sotto le caldaie e via, ho vapore e pressione da vendere fintanto che non esplode una condotta, grippa una turbina o peggio.

– Ogni tanto dalli due colpi di mare che facciamo le planatine –

Tornando ad Edward Snyder e alla sorella New Jersey, c’è un altro aneddoto a mio parere memorabile: sempre durante il Vietnam, una notte la nave ricevette un messaggio tramite morse luminoso: “Vascello sconosciuto, identificatevi”.

Dopo avere verificato che si trattava di una piccola cannoniera nordvietnamita, Edward Snyder le fece rispondere col più grande riflettore di bordo: ”OPEN FIRE WHEN READY – FEAR GOD – DREADNOUGHT”, dove Dreadnought riprende sia il nome della corazzata inglese, sia il suo significato originale “Uno che non teme nessuno”. Pare che la piccola, tenera, inerme cannoniera vietnamita, capito il piccolo errore di interpretazione radar sia scappata lasciando dietro di sé odore di sentina.

– OPEN FIRE WHEN READY – FEAR GOD – DREADNOUGHT –

Edward Snyder, se sei sopravvissuto dopo che la Marina USA ha ricevuto il conto del pieno alla nave, dovunque tu sia, spero che ti abbiamo dato un Hummer al merito, sei il mio eroe.

Alla fine le corazzate della classe Iowa saranno le più veloci di sempre nella loro classe (Lamborghini LM002 spostati), ma per spatroneggiare il primo requisito è che qualunque cosa gli altri ti scaglino contro tu fai il gesto di quello che si toglie la polvere e te ne vai.

Senza entrare troppo nei particolari la corazza ha uno spessore variabile secondo quello che deve proteggere, diciamo che gli spessori diventano importanti sul ponte di comando (287mm) sulla cintura esterna (307mm) e sulle torrette dove arriviamo a 439mm, praticamente mezzo metro di acciaio. Lo schema sotto riassume un po’ il giro generale della corazza, l’obiettivo di base è che nessuno faccia saltare in aria il deposito esplosivi, altrimenti si fa la fine della Hood con la Bismarck e dell’italiana Roma (che per inciso non avrebbe sfigurato tra queste).

Ora qui parliamo di acciaio e vorrei che vi soffermaste a pensare cosa significano 40 cm di parete, calcolate che quelli sotto sono i 287mm del ponte principale:

 – Occhio alle dita –

Dicevamo che l’obiettivo è evitare che ti saltino gli esplosivi, su questo la prassi navale è che la corazzatura delle torri scenda almeno fino a centro nave e che l’esplosivo sia separato dai proiettili e tenuto in sacchi cilindrici: mentre i proiettili stanno sotto la torre perché sono un attimo scomodi da maneggiare, l’esplosivo sta in un compartimento completamente separato e viene passato attraverso la corazza della torre con un sistema di doppie chiusure. Il tutto è pensato per cui, se sfiga vuole che lo stai passando proprio mentre scendono delle fiamme, queste son bloccate prima di arrivare in santabarbara.

Parliamo dei proiettili, ecco qui la Missouri vince a mani basse sul clacson dell’Hummer, perché i suoi nove Mark7 divisi in tre torri sono lunghi oltre 17 metri e sparano supposte da 16 pollici (406mm…) che pesano circa una tonnellata, dipende dal tipo, ci sono pure quelle nucleari.

Ora non è che li spara a due metri con un rutto, li spara ad una velocità di 760m/s alla bocca da fuoco e raggiungono i 40 km di distanza (QUARANTAAAAA!) mantenendo anche una certa precisione, nel ’44 una salva della Missouri ha sventrato un cacciatorpediniere giapponese a 32,6km di distanza. Per capire la complessità di azionare questi cannoni basta pensare che servivano 79 inservienti per ognuna delle tre torri.

Quando giudicate le dimensioni dei colpi, ricordate che quelli che vedete di solito hanno anche il bossolo che contiene la polvere, in questi c’è solo il proiettile, la parte 1 del disegno sotto.

Da dove arriva tutta questa precisione dei cannoni? E niente, gli amerigani si sono inventati un affare meccanico che tiene conto di quei due parametri tipo distanza del bersaglio, direzione ed intensità del vento, angolo relativo tra le navi, velocità, inclinazione al momento dello sparo e di altre quisquiglie. Tu schiacci il grilletto e nulla, la nave non spara perché questo coso, di fatto un computer ANALOGICO, aspetta che la nave sia perfettamente piatta prima di sparare, allucinante, non me ne faccio una ragione.

Dopo che hai visto le fiamme alla bocca del cannone puoi solo sperare che ti manchi, perché se ti centra ti fa male parecchio, sotto una piastra della corazza della Yamato, principale rivale Jappo, dopo un incontro ravvicinato fatto per test dagli ammerigani nel dopoguerra. La Yamato è una delle due navi dell’omonima classe, la più grande di sempre, ed è proprio la Yamato degli anime giapponesi, ma questa è un’altra storia ed un’altra nave sfigata leggendaria.

Insomma le corazzate sono o non sono fighissime?

Magari ho convinto anche voi, ma la verità è che la storia ha decretato che servono a ben poco, altro punto in comune con l’Hummer stradale. Nei fatti il costo di costruzione era tale che gli stati se le tenevano ben strette, gli scontri tra Hummer corazzate si contano sulle dita delle mani e in genere sono finiti con la fuga di uno dei due. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale le corazzate erano già sorpassate essendo risultate ampiamente esposte al fuoco aereo e facilmente alla portata degli aerei imbarcati sulle portaerei, le nuove regine dei mari.

I Jappi hanno tentato di usare anche i kamikaze, ma il risultato sulla Missouri è stato che le hanno leggermente ammaccato la falchetta, nemmeno si è sentita l’esigenza di riparare il danno.

Alla fine, come sappiamo, gli USA hanno battuto i Jappi, anche se c’avevano lo Zero e la Yamato, quindi a sfregio gli hanno chiesto di venire a firmare la resa incondizionata sulla Missouri, un po’ come quando vai a firmare sanguinante la constatazione sul cofano dell’Hummer dopo il frontale di cui più sopra.

Gli ammerigani, che quando si tratta di sboronagine militare ne sanno tantissimo, come abbiamo visto avevano tenuto le Iowa in servizio almeno fino al Vietnam, alla fine i cannoni facevano ancora abbastanza male ed erano più economici delle bombe dagli aerei.

Dopo il Vietnam è iniziato però il bingo delle cazzate delle conversioni:

-Ci facciamo delle portaerei

-Ci facciamo delle portamissili da crociera

-Ci facciamo delle portamissili intercontinentali

-Ci facciamo i cannoni spara proiettili nucleari (testati e funzionanti)

-Ci facciamo navi di rifornimento per la nafta

-Ci facciamo il McDonald

Il tempo passa e iniziano a marcire nei porti finché arriva Ronald Reagan che decide che il modo migliore per fare collassare l’URSS è alzare l’asticella degli investimenti militari oltremodo (tipo così, così, ma anche così e pure così. Ah, anche così.), mette quindi lì dal 1981 al 1989 1,8 MILIARDI di dollari per riammodernare le quattro navi.

La cosa si rivela inutile come fare uno swappone col motore di una F1 all’Hummer, ma ci regala alcune immagini fantastiche a colori e la Missouri prenderà ancora parte alla prima Guerra del Golfo distruggendo una spiaggia, qualche bunker e un camion con soli 783 colpi. La butto in vacca, forse non erano 783, ma sicuramente non erano 4 o 5.

Alla fine nei primi anni ‘90 viene fuori ancora una volta che ‘sti baracconi ‘ste fortezze galleggianti costano un’immensità e servono a pochino, finalmente ne fanno un bel museo e oggi la Missouri si trova poco distante dal sacrario dell’Arizona a Pearl Harbour.

Per parte mia ringrazio ogni giorno Reagan per averci regalato a spese dei contribuenti USA immagini come queste.

 – Prego notare il ponte porta-elicotteri e i lanciamissili a centro-nave frutto del riammodernamento “in economia” –

E se anche con questa immagine non vi è salita la benzina al naso… “una Volkswagen Phaeton potete accompagnare solo”

Testo di Paolo Broccolino, il nostro inviato speciale nel mondo dell’ingegneria vintage ed analogica.

Articolo del 16 Ottobre 2020 / a cura di Paolo Broccolino

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  • Marco

    Bellissimo articolo: comunque l’hammer non spadroneggia più se incontra questo…
    https://it.wikipedia.org/wiki/Marauder_%28veicolo%29?wprov=sfla1

    • Marco

      Il link si vede male, parlo del Marauder sud africano

      • Roberto

        non è vero, quando accendono quel pezzo da ferramenta e fanno i freni a mano, mette un duro in corpo che aaahrgh ho voglia di spalare carbone

  • Alessandro

    Quando un articolo sui sottomarini, vero terrore dei sette mari?

    Complimenti per gli articoli!

    • Jacopo

      Bell’articolo. Tra la l’altro tutte e 4 le Iowa sono state preservate molto bene. Su warships1 (vecchio sito) leggevo che la Wisconsin BB64 (anche lei partecipò assieme alla Missouri a Desert Storm) potrebbe – senza modifiche – riprendere il mare in meno di 12 mesi. Ovviamente, si parla di riattivare quanto c’è dopo 30 anni di fermo, come peraltro avvenuto nel 1988 quando fu risvegliata dopo 30 anni di “riserva”. Le altre 3 hanno forse sofferto un po’ di più (la Iowa ha la torretta 2 ancora fuori uso, ma con i ricambi stivati, dopo il tragico incidente del 89), ma anche loro possono tranquillamente riprendere il mare, se si volesse.

      Per finire, se vi piace il Capt. Snyder, amerete anche il Capt. Blesh, suo emulo per coraggio ma enormemente più ignorante. Cosa si può fare di più figo che dare manetta a 33 nodi e poi mettere indietro tutta? Ma certamente “to close the barn’s doors”, cioè far ruotare i due enormi timoni verso di loro in modo che agiscano da freno idrodinamico, fermando quasi subito la nave. Immagino per la gioia di ogni cosa o persona non saldamente legata. Ah, ancora meglio deve essere stato il conto per la riparazione che gli yard pigrons devono aver mandato alla US Navy per il drydock che costò l’impresa.

  • enrico

    complimenti per gli articoli sti yankee, mi sa, che hanno tanto sangue tedesco,

  • Lupo

    Hai dimenticato il video di Cher del 1989, girato sulla USS Missouri; leggendaria performance. https://m.youtube.com/watch?v=5G4O5AMSevc

  • Marco

    Ma stracaxxo, ho letto l articolo d un fiato aspettando il riferimento al mitico Steven ” Codino” Seagal, che sulla Missouri uccide e spara ( scena della preparazione del tiro come da voi descritta) a piu nn posso!

  • Marco Pellei

    Bell’articolo. La cosa più bella sono le onde d’urto prodotte sul pelo dell’acqua dopo il colpo di cannone…. Se vedi quelle da lontano…. ti scansi senza arrivare sotto….

  • Ettore

    Bellissimo articolo e…very very GNURANTE le corazzate! In scala 1/700, quella che uso per non farmi espellere da casa, sono lunghe 40cm e fanno un figurone.

    PS: a me Battleship, il film, piace. Lo so, è triste dirlo, ma è il lato oscuro della Forza che mi fa ciò.

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