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Volvo C30 Polestar: concept ad occhi aperti

Nel 2010, si esatto sono già passati dieci anni, Volvo presentò una versione MOLTO speciale della Volvo C30, la mitica C30 Polestar, che per motivi a noi sconosciuti non entrò mai in produzione.

Attualmente viviamo in un mondo dove è possibile avere in garage, soldi permettendo ovviamente, qualsiasi auto anche se non è mai stata importata da noi o in Europa. Dico bene Japan Boyz? Bene, anzi, ottimo.

Qui su RollingSteel siamo tra amici, possiamo confidarci. Tutti, almeno una volta nella vita abbiamo desiderato qualcosa di impossibile, vero? Come la più bella della scuola, irraggiungibile eppure così attraente da non permetterti di guardare altrove senza continuare a farti solo delle del male, sapendo che non sarà mai tua. A volte succede anche con i ferri più unici. DICO BENE?!

    Non distraetevi, gli occhi a me per favore. Grazie

OK, ma se ne desiderate una che non mai stata prodotta in serie?

Nel mio caso è proprio quello che è successo con la Volvo C30 Polestar. Un concept creato dal Team con un nome da refrigeratore (scherzo) che corre nel STCC (Campionato Svedese Turismo). In pratica un BTCC con circuiti stranissimi, nomi sui vetri perlopiù impronunciabili, gas a badilate e più bionde come ombrelline. Anche se in realtà è molto di più, ricordate l’articolo del direttore sulla S60 a motore centrale creata appositamente per questo campionato? Non lo avete ancora letto?! FATELO.

Vedete? Non per forza lo spirito svedese è sinonimo di Greta Thunberg. Oddio per carità, la razionalità è sempre stata di casa in Scandinavia, sia Volvo che SAAB sono sempre stati ossessionati dalla sicurezza e dal proporre auto per gente con cervello fine e gusto per la vita. Avete presente i dentisti, commercialisti, architetti, dottori o altri liberi professionisti? Ecco, loro scelgono quelle. Vogliono passare inosservati, e per loro un’auto deve essere come un maglione a collo alto: semplice, confortevole, funzionale, e sicuro. RESPECT.

Quando però dieci anni fa Volvo presentò una versione speciale della C30 (l’erede della 480) denominata Volvo C30 Polestar Perfomance Concept, divenne chiaro immediatamente che quella non era la solita auto per professionisti sulla cinquantina con la guida Michelin nel vano portaoggetti e i Cleenex incollati sul cruscotto (qualcuno mi spieghi perché). Finalmente la casa svedese avrebbe potuto dimostrare che rompere il monopolio delle sportive tedesche era possibile. Tuttavia, come il mondo della stampa specializzata ebbe a ripetere a gran voce, la C30 Polestar fu una delle occasioni più clamorosamente buttate alle ortiche degli ultimi 20 anni. Questo perché venne dichiarato fin da subito che non sarebbe mai stata prodotta in serie.

Questo missile del nord, montava lo stesso cinque cilindri in linea Volvo da 2.500 cc della versione della C30 T5 e della Focus RS, potete leggere qui la super prova di questo ferro.

Ma Polestar (reparto sportivo di Volvo) si era spinta ancora oltre, facendo le cose in grande: i pistoni, le bielle, l’albero a camme dal lato aspirazione e l’intercooler erano stati maggiorati, una cosa mai vista prima. Il pezzo forte di questa “Cura Svedese” era la turbina KKK26 che rendeva il motore in grado di sviluppare 405 cv e 510Nm di coppia.

A voi sembreranno quasi normali, ma 405 cavalli su una compatta all’epoca erano un’immensità. La Focus ad esempio, nella versione RS 500 si fermava a 350 cavalli, la Classe A AMG, che sarebbe uscita un paio d’anni dopo arrivava a circa 325 cv. Solo l’ultimissima, cioè quasi dieci anni dopo, eroga una potenza di 421 cv ed è dotata della trazione integrale 4MATIC. A proposito, la Volvo C30 Polestar aveva un sistema di quattro ruote motrici di tipo Haldex, preso dalla V50, e coadiuvato da due differenziali autobloccanti Quaife. La vettura però rimaneva una 3 porte, perciò più agile e teoricamente più leggera. A quanto pare, per starci dentro coi costi, la casa svedese avrebbe dovuto venderla sui 45.000 euro. Aspetta un attimo, ma quanto costa l’ultima hatchback di AMG? Ah parte da 46.000 euro. ECCO. C’è anche da dire che forse loro se lo possono permettere di chiedere una cifra del genere per una Classe A, Volvo forse no.

che spreco, però..

Altri upgrade erano i freni Brembo, all’ anteriore con dischi da 380mm e pinze da 6 pistonicini, al posteriore da 4 e 330mm. Alle sospensioni ci pensò Ohlins con un nuovo set di ammortizzatori e molle, lo sterzo venne reso più diretto, i cerchi erano dei BBS da 19″ e le gomme Pirelli da 235/35. L’aerodinamica fu rivista con un pacchetto estetico simile a quella della controparte da pista.

Fonti non ufficiali dichiarano una velocità superiore ai 250 km/h (non impossibile) e un 0-100 sui 4 secondi. Peso? Non dichiarato. Solo a Goteborg la sanno fino alla fine la storia, anche perché non hanno permesso a nessuno di fare rivelazioni.

Però guardate che interni!

Finalmente sento di poterlo usare anche io, in modo appropriato:

Ricordatevi di passare dal nostro mega SHOP!

Purtroppo come ho già detto il tutto rimase solo un sogno impossibile, forse anche replicabile se avete una bella somma di denaro con una C30 T5 normale, ma è rimasto appunto un unicorno, renna scusate, senza discendenza. Un sogno proibito e come tale ancora più bello da non far dormire la notte. Sapete quante volte ho sognato di mettere in imbarazzo, con questa sotto il culo, molti clienti dei reparti sportivi tedeschi? Ormai ho smesso, sognare ad occhi aperti fa male. Vi fa diventare ciechi.

Negli States un paio d’anni dopo è stata commercializzata una versione della C30 con “allestimento” Polestar, ma aveva 250 cv e la trazione anteriore. Allora o facciamo le cose per bene sennò è una presa per il culo. Poi ci lamentiamo che la gggente compra sempre quelle macchine. Ok, ma loro almeno le fanno e giustamente vendono. Se mia nonna avesse le ruote sarebbe una Polestar. Scusami.

Articolo del 19 Ottobre 2020 / a cura di Luca Maini

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  • Paolo

    Sempre interessantissimi gli articoli. Questa Volvo proprio non la conoscevo. L’articolo mi ha riportato alla mente una domanda che mi sono fatto spesso senza però trovare una risposta. Perché nei film USA quando i protagonisti fanno parte di una certa cerchia sociale (professionisti, intellettuali, o anche semplici famiglie della piccola media borghesia) gli stessi guidano una Volvo (di solito sw)? Scelta sponsorizzata? Solo simbolo di status? Auto anonima (per gli USA)? Qualche idea?
    Grazie

    • Lorenzo Benvenuti

      Ciao paolo perché in passato, ma in parte anche oggi, il marchio Volvo era associato a persone che ricoprivano un certo ruolo come dottori, architetti o come hai detto te “intellettuali” perché sono auto “premium” ma che incarnano la filosofia scandinava per quanto riguarda il minimalismo nel design, la purezza delle linee, sono inoltre auto orientate più al comfort che alla pura sportività, nonostante esistano modelli sportivi (vedi 850 R, V70 R, modelli T5, S60/V60 Polestar…), c’è quindi questo stereotipo, un po’ come ci ha già raccontato il Direttore per quanto riguarda la Porsche 944 e l’easter ego dello stetoscopio nel baule come riferimento al fatto che sia una “sportiva per dottori”.

      • Lorenzo Benvenuti

        Avere una Volvo é quindi uno status ecco

        • Paolo

          Però è strano che in un mondo come quello del cinema USA dove gli “sponsor” sono ovunque vi sia una associazione libera (?) Status=auto Volvo.
          Grazie della risposta. Almeno non mi sento l’unico che l’ha notato. Buona giornata

  • Qualche anno prima anche la Evolve si era cimentata in un ferro della madonna usando il modello c30 (prima di questa) Era tutta un’altra cosa, di serie era rimasto poco o nulla e aveva degli illegalissimi scarichi che uscivano di altissimi, a fianco dei fari posteriori…era devastante come tutti i mezzi pompati dalla Evolve a quel tempo…ora non so nemmeno più se esiste ancora quell’azienda ma mi pare fossero statunitensi.

  • Attila

    Interessante, forse non l’hanno mai venduta perché era troppo lontana dalle Volvo “normali”: chi vuole una Volvo non prende una tamarromobile, chi vuole una tamarromobile non prende una Volvo.
    Detto questo, cosa aveva/faceva di meglio di una Evo VIII FQ-400 di 5 anni prima?

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