Motore centrale.
Due parole che esprimono un concetto definitivo, che non ammettono repliche.
Le auto più fiche della storia sono basate tutte su questo layout, come ci ha già spiegato tempo fa l’ottimo Jean Paul Mendoza a proposito della Lancia Delta S4.
Ma perché il motore centrale è la soluzione definitiva per ottenere le massime prestazioni su ogni tipo di auto sportiva, a prescindere che sia da pista, da rally o magari anche per le dune?
Innanzitutto perché permette di accentrare le masse all’interno del passo, con ottimi effetti anche sul centro di gravità della vettura. Poi perché, se montato in posizione posteriore-centrale, il motore consente anche di spostare la maggior parte del peso sul retrotreno, con ovvi benefici in termini di trazione. Ma questa architettura permette anche di creare automobili compatte e di rinunciare ad alcuni componenti come l’albero di trasmissione.
Naturalmente non va bene per avere versatilità e spazio a bordo, ma se un’auto deve andare forte sul serio non si preoccupa certo di questi aspetti.
Conclusa questa piccola premessa, ecco la notizia che da qualche giorno sta solleticando la fantasia di molti appassionati: al Salone di Tokyo 2025 Toyota ha presentato una Yaris GR a motore centrale.
Fermi, fermi, non iniziate a fibrillare.
Si tratta solo di un prototipo (come si diceva una volta) e non si sa nulla su un suo eventuale futuro produttivo. Quindi rinfoderate il libretto degli assegni oppure accontentatevi della Yaris GR attualmente in vendita (se riuscite a trovarne una) che comunque è un vero ferro del dio, come ha spiegato il Direttore nella sua prova.
Di questa Gr Yaris M Concept, peraltro, non si sa moltissimo perché i jap sono stati avari di informazioni. Quello che sappiamo con certezza è che correrà nella Super Taikyu Series, che è un campionato giapponese per veicoli derivati dalla serie e che nel 2025 si dipanerà su sette tappe nei sei maggiori circuiti del Sol Levante. La gara più prestigiosa sarà la 24 Ore del Fuji e si terrà tra il 31 maggio e il 1 giugno.
Dopo questa botta di cultura con gli occhi a mandorla, torniamo alla nostra Yaris a motore centrale e diamole un’occhiata. Aprendo il portellone si vede un favoloso groviglio di tubi, un insieme disordinato che fa tanto anni Ottanta e che fa immediatamente sorridere. Osservando meglio, alle spalle del turbocompressore e dei necessari bendaggi, si intravede la testata di un motore che ancora non esiste nel ciclo produttivo Toyota.
È 2 litri 4 cilindri in linea nuovo di pacca – nome in codice G20E – che nasce con una potenza “stock” di circa 400 CV, ma che può crescere fino a 600 CV nell’utilizzo racing o decrescere fino a 300 CV per applicazioni più civili nei modelli di serie. Ma non è tutto, perché Hiroki Nakajima – il grande capo della tecnologia in Toyota, Chief Technology Officer se vi piace l’inglese – ha detto che da questo 2 litri potrebbe derivare una famiglia di motori, con cilindrate comprese tra 1,5 e 2 litri, che potranno essere elettrificati ma anche no.
I propulsori modulari non sono certo una novità nel mondo dell’auto. Bmw, per esempio, da tanti anni ormai progetta una sola camera di scoppio da 500 cc e poi la moltiplica per il numero dei cilindri, realizzando i vari 3, 4 e 6 in linea da 1,5, 2 oppure 3 litri. Attendiamo, dunque, di scoprire che cosa farà Toyota e intanto ci godiamo questa Yaris al sapore di Gruppo B, che non sappiamo nemmeno se abbia la trazione posteriore o integrale. Partendo da quello che si vede in fotografia, ipotizziamo sia solo posteriore, anche perché costruire uno schema 4wd inedito per un esemplare unico sarebbe troppo perfino per Toyota, che a oggi è rimasta praticamente l’unica Casa auto a stuzzicare ancora degli appassionati. Pure Hyundai, che per qualche anno si era data da fare seriamente con la divisione N, si è convertita all’elettrico e una macchina favolosa come la i30n presto sarà solo un ricordo.
(Ovviamente quando facciamo questo discorso partiamo dal presupposto che le supercar se le possono permettere in pochi, perché, se potessimo, noi tutti avremmo un garage colmo di Aston Martin, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Porsche e via dicendo).
Il bello di questa Yaris GR a motore centrale sta anche nei giganteschi passaruota posteriore sotto i quali sbucano due enormi pneumatici slick, senza contare il bombolone orizzontale del silenziatore che fa tanto Delta S4 (si, ancora lei, sono fissato, abbiate pazienza). A confermare che sia un progetto completamente artigianale c’è anche la foto del cofano anteriore, dove è rimasto un grande vuoto fatto di cavi, tubi e tubicini dopo la rimozione del 3 cilindri.
Da quanto tempo era che non vedevamo una concept car così estrema e ignorante?
Quindi mi sento di ringraziare Toyota, anche a nome di tutti voi, per averci dato un po’ di ossigeno e per avere riportato in auge una tipologia di vettura nata negli anni Ottanta con le mitiche Peugeot 205 T16 e Renault 5 Turbo, senza dimenticare la povera Metro 6R4 (la S4 non la cito di nuovo per non diventare ossessivo).
Sul fatto che abbia un futuro produttivo o meno, purtroppo mi sento di essere pessimista. Essendoci già una Yaris GR con motore anteriore, trazione integrale e tre differenziali, non avrebbe senso a livello industriale. A meno che in Toyota non vogliano prendere ispirazione da quelli della Renault che ficcarono un V6 in una Clio rimuovendo i sedili posteriori e creando una delle auto più divertenti e terrificanti della storia. In ogni caso, anche se la facessero sul serio, difficilmente arriverebbe in Europa dove ormai la CO2 regna sovrana e miete sempre più vittime (La MX-5 2 litri e la GR86, per dirne due a caso).
Fanta-automotivve a parte, intanto andate a rileggervi la prova del Direttore, che dopo quel giorno iniziò a vedere comparire i primi capelli bianchi.
Ritornando al presente, al Salone di Tokyo quelli di Gazoo Racing hanno tirato fuori altre due Yaris GR prototipali: la Nur 24h e la Aero Package. La prima preannuncia l’auto che correrà la 24 Ore del Nürburgring e altre gare della Nürburgring Langstrecken-Serie, oltre al solito Super Taikyu. Per portarla in gara verranno selezionati dei giovani piloti per il team Toyota Gazoo Rookie Racing (TGRR) ma ci sarà anche il mitico Morizo, al secolo Akio Toyoda, nipote del fondatore e fino al 2023 grande capo del Gruppo giapponese.
L’Aero Package, infine, è un kit aerodinamico in fase finale di sviluppo per la Yaris GR stradale. È stato progettato ascoltando i feedback dei clienti e di diversi piloti professionisti. Sono previsti sei diversi elementi: un paraurti anteriore ridisegnato nelle prese d’aria laterali, un piccolo splitter sotto di esso, prese d’aria aggiuntive dietro i passaruota anteriori, una presa d’aria orizzontale sul cofano, uno spolier posteriore fisso più grande ma con l’ala regolabile e un paraurti posteriore con nuove prese d’aria.
Dulcis in fundo questo pacchetto prevede anche il freno a mano verticale.
In effetti noi tutti ne vorremmo uno.
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Tutto estremamente affascinante, ma motore nuovo dopo motore nuovo, sui turbo, continuo sempre di più a vedere il collettore di scarico fatto in fusione… Comprendo che a livello produttivo costa di meno, ma a livello di prestazioni sicuramente è meno facile da lavorare e su motori nati per andare in pista non ne comprendo l’utilizzo.