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Lancia Delta S4, la più fica di tutte

Mettiamo subito in chiaro una cosa, oggi parliamo della macchina più fica di tutte. Fica con la “c” perché sono di Roma e la “g” qui non si usa, “di tutte” perché così dicevamo da bambini noi nati negli anni Ottanta – no internet, si Muro di Berlino, presente? – mentre ora i fenomeni del marketing dicono “di sempre”. La macchina più fica di tutte (ma devo proprio specificarlo?) è la Lancia Delta S4. E quale altra sennò? La F40? Quella è la più bella di tutte. Ma la S4 è il vero ferro del dio, come dice il Direttore. È come avere le gambe di Cindy Crawford, il culo i glutei di Beyonce, le tette il torace di Sabrina Salerno e il viso di Angelina Jolie (però in Fuori in 60 secondi con i dreadlocks biondi) tutti insieme nella stessa donna.

La Delta S4 è tutto questo. Il massimo, come Colas di Andrea Pazienza. Ora, se siete d’accordo con me, prendete birra e patatine e godetevi questo pezzo, pronti ad altissime dosi di autocompiacimento. Se non siete d’accordo con me, andate a cacare (sempre con la “C”), perché per voi non c’è speranza. Se infine non avete un’opinione, presto sarete d’accordo con me.

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Iniziamo, con un aneddoto. Parla Giorgio Pianta, pilota e  collaudatore degli anni Ottanta, che al tempo ha seguito le prime fasi di sviluppo “Avevamo un pezzo di strada chiuso in Corsica, vicino Bastia, 3 km da fare avanti e indietro fino allo sfinimento per raccogliere dati.  Con la 124 Spider Abarth si faceva a 65 km/h di media, con la 131 Abarth a 75 km/h e con la Lancia 037 a 85 km/h. Con la Delta S4 lo facevamo a 125 km/h, il navigatore accanto a me non riusciva a leggere le note, le accelerazioni erano troppo forti”.

Avete capito? Se non siete mai stati in Corsica, sappiate che sulle strade di cui parla Pianta, di solito si va a 30 km/h e le curve sono difficili anche a quelle velocità lì. Ma per la Delta S4 le curve sono solo una breve pausa tra una scorpacciata di ossigeno e l’altra. Spiego. Sua Maestà la Delta S4 ha un motore unico – ma non irripetibile, ci hanno provato i crucchi ed è andata male, ma ve lo dico dopo – nella storia dell’universo delle macchine. Un 4 cilindri da 1.759 cc sovralimentato sia con un compressore volumetrico che con un turbocompressore (turbo e compressore, una storia affascinante come poche). Una cosa completamente fuori di testa, anche perché nel 1983 le centraline avevano la stessa potenza di calcolo di un orologio a cucù e i sensori al massimo facevano aprire i primi cancelli automatici. Il motore della S4 ha un giro di tubi, tubicini, tubetti, tubazioni, valvole e by-pass dove ci sono dei giochi di pressione che nemmeno all’inferno nelle viscere della terra.

Però funziona tutto e se avete il coraggio di alzare la pressione, arrivano anche 600 CV. E arrivano molto bene, perché il volumetrico attacca già a 1.500 giri e poi a 4.000 entra il turbo. Convivono fino a 6.000 e poi la mastodontica girante continua impazzita fino al limitatore. Pressione? 2,5 bar. Regime di potenza massima? Quello a cui vi viene voglia di pregare.  E poi tutta questa centrale atomica è dietro le spalle del pilota – come su tutte le auto da gara che si rispettino – ed è collegata alle ruote tramite una trazione integrale a tre differenziali. La ripartizione? 80% dietro se avete lo stesso pelo sullo stomaco di Spugna in Hook – Capitan Uncino, 65% se ne avete un po’ meno. Lo 0-100 km/h? Due secondi e sette (con i rapporti corti eh). Si, ho scritto due e sette. No, non è un errore di battitura. Siete scioccati? Tranquilli, è normale. Il 4 cilindri del diavolo ha il basamento in lega di magnesio e la testa in alluminio con scritto sopra Abarth, con le canne dei cilindri rivestite in materiale ceramico.

– Motore della Lancia Rally 037, parente di quello della S4 –

Il telaio è una struttura di tubi al cromo saldati, a cui venivano incollati dei pannelli in composito. Le sospensioni a parallelogramma potevano sopportare fino a 8g, avevano 25 centimetri di escursione e dietro c’erano le doppie molle. Insomma, una macchina mangia asfalto, mangia terra, mangia neve e fango. Qualsiasi cosa, qualsiasi superficie. Non importa. La S4 andava fortissimo dappertutto. Anche troppo per la sicurezza di quei tempi. Ma qui non parliamo della triste storia del Gruppo B e di tutti i piloti, i navigatori e gli spettatori che si è portato via. Qui parliamo della S4, che anche oggi rimane il più fulgido esempio di ingegneria italiana applicata alle corse, anche più della “Deltona” che l’ha seguita e che ha vinto sei mondiali rally. La S4 non ha fatto in tempo a vincerne nemmeno uno nei 13 mesi della sua vita sportiva, anche se quello del 1986 lo ha sfiorato e perso a vantaggio della Peugeot solo a causa delle decisioni politiche. Quello del 1987 non ha più visto le Gruppo B, perché venne soppresso dalla FIA dopo un’escalation di incidenti mortali culminata con quello di Henri Toivonen e Sergio Cresto.

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Quasi sicuramente la Delta S4 lo avrebbe vinto, perché il suo sviluppo era arrivato non oltre il 70%. Era davvero un mostro e come tutti i mostri andava imparata a domare. Secondo Miki Biasion “Solo Toivonen era riuscito a portarla al limite” e lo stesso Toivonen diceva “Non avevo il coraggio di tener giù per farla scivolare. Poi ho capito che dovevo guidarla come se fosse sui binari“. Potenza e trazione come nessun’altra, dunque, e un aspetto così particolare che si può solo amare. Per questo è lei la più fica di tutte.

P.S.

Dovevo dirvi dei crucchi. Ecco. Nel 2005 è uscito sulla Golf GT il primo 1.4 TSI Twincharged da 170 CV, con un sistema di volumetrico e turbo esattamente uguale a quello della S4. Questo perché nel frattempo il brevetto del motore della S4 è scaduto e non è stato rinnovato dalla Lancia. Il Gruppo Volkswagen lo ha scopiazzato tipo Pierino, sviluppato fino al 2011, con i 185 CV della Audi A1, ma poi ha capito che era meglio lasciare perdere. Perché? Andate a leggere un po’ di forum di proprietari ed ex-proprietari e lo scoprirete…

P.S. 2

Ah, un’altra cosa. Le auto del Gruppo B per essere omologate dovevano essere prodotte in minimo 200 esemplari. La leggenda narra che di Delta S4 ne esistano non più di 130 e che il giorno che i commissari FIA sono andati a contarle nel capannone Lancia-Abarth, gli abbiano fatto il gioco delle tre carte, facendo uscire e rientrare le stesse auto come già avevano fatto con la 037. Nel 1985 una S4 stradale andava via a 100 milioni di lire (5 volte il prezzo della Delta più costosa di quell’anno) mentre oggi vale almeno un milione di euro. Così, per dire.

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Articolo del 1 Luglio 2020 / a cura di Jean Paul Mendoza

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  • Mauro

    Quanta magnificenza, a quei tempi eravamo veramente al passo. Ormai siamo costretti a vivere di ricordi

  • Javier Francisco camargo gaitan

    Sin Duda era un tiempo en El que sin Tanya intervention de computadores se lograban me maquinas excepcionales y Las marcas italianas Eran formidables.

  • Asdrubale

    “La F40? Quella è la più bella di tutte”.

    Ancora con sta storia? Nomi come McLaren F1, Alfa Romeo 33 Stradale, Ferrari Daytona, non vi dicono proprio niente?

    Per il resto, niente da eccepire. E fenomenale il quadro strumenti della S4.

  • manuel

    La più ignorante di tutte

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