Prima che filmassimo con gli smartphone, prima che filmassimo con le macchine fotografiche digitali, si filmava sulle cassettine. Potevano essere cose più o meno moralmente e legalmente accettabili, ma vuoi mettere il bello dell’analogico?
Keiichi Tsuchiya, lo avete già sentito, lo avete già visto, in molti conoscono bene la sua storia, è un nome che già risuona parecchio nelle orecchie di tutti.
E Pluspy? Che cazzo è Pluspy?
Pluspy è una cosa che ha fatto squalificare per un anno lo zio Keiichi dal campionato turismo in cui correva ma è la stessa cosa che, contemporaneamente, lo ha consegnato alla leggenda.
Pluspy è un reperto mediatico di un’epoca ormai lontana ma che sopravvive tutt’oggi nei cuori degli appassionati e sulle strade di tutto il mondo.
Pluspy è il primo video amatoriale di Touge Drifting divenuto virale, girato su pellicola, in cui Tsuchiya pesta di traverso sul passo di Usui, con la strada aperta al traffico.
Tanto poco dovrebbe bastare per soddisfarvi e farvi scorrere a fondo pagina a guardare il video.
E invece no, giacchè ne stiamo parlando, facciamolo per bene.
Correva l’anno 1987 e il vero fermento automobilistico che ha pervaso tutto il Giappone stava ancora montando, lontano dall’apice; in pista i piloti correvano e facevano a sportellate senza riserve, tra questi ve ne era uno, un po’ scanzonato e gagliardo che tutti noi conosciamo come Drift King (o Dorikin per i Giapponesi) che correva come un disperato buttando sempre il proprio mezzo di traverso come aveva appreso agli inizi della sua carriera, dal proprio mentore Kunimitsu Takahashi.
Questa sorta di imprinting di stile di guida, con l’evoluzione dei media dai tardi 70’s ai tardi 80’s, ha cominciato ad incuriosire tanti al punto che il buon pilotino con la tuta verde dà un colpo di testa e decide che vuole promuovere le proprie capacità come drifter tramite un video.
Armato di tutto punto, prende la sua Levin, la videocamera con tutte le sue cassettine e va in cima al colle di Usui; sistema tutte le sue cosine, si mette i guantini e via, giù come una palla di cannone, in un ipnotico balletto tra tornanti a destra e a sinistra, curvoni e strettoie, senza che la macchina stia mai dritta.
Prima di poter vedere all’opera il nostro beniamino potremo goderci qualche minuto di riprese dell’epoca in pista, che fanno un pochino un tuffo al cuore, sembra un po’ di guardare Mai Dire Gol.
L’idea piacque tantissimo ad un sacco di gente: rivenditori di componenti per auto, piccole realtà legate al mondo delle corse, officine e riviste nel campo, al punto che si decise di dare una mano a zio Keiichi per produrre in maniera un po’ meno casereccia il video.
Fu subito un fuoco d’artificio, in patria, che ovviamente non passò inosservato all’occhio vigile della Federazione Automobilismo Giapponese (la JAF) che decise di ricompensare il giovane con la sospensione di un anno della licenza da pilota.
Tanti si sarebbero scoraggiati ed avrebbero gettato la spugna per andare a fare i fattorini di tofu, Tsuchiya invece continuò a lavorare dietro le quinte fino a divenire quello che conosciamo oggi, una vera e propria leggenda vivente.
Senza di lui non avremmo il drift come lo conosciamo oggi, non avremmo Initial D, non avremmo Fast and Furious Tokyo Drift, non avremmo i vari NFS Underground e un sacco di altre cose fighe come gli adesivi brillantinati e i dadi da appendere allo specchietto.
Pluspy significò l’inizio di una rivoluzione mondiale per quella che era la percezione delle corse clandestine per tutti noi millennials. La diffusione del video fuori dal Giappone avvenne dapprima in America per poi diramarsi in qualunque direzione come quando fai la pipì contro un muretto rifinito con l’intonaco grezzo: un po’ di Pluspy su pantaloni, scarpe, ovunque (pensa te che ai risvoltinati gli va la Pluspy anche sulle caviglie).
Un popolare videogioco di cui intendo parlarvi a tempo debito, ha proprio il faccione di Tsuchiya stampato sul retro della scatola e indovinate? Esatto, parla di corse illegali.
Il ruolo di quest’uomo è ormai chiaro e palese: è il paladino di tutti noi disadattati che ci sentiamo appartenenti ad un’epoca che non è questa, un’epoca in cui le cose erano più semplici, le auto avevano meno elettronica e c’era puzza di benzina nei gareges, nelle officine e sui nostri giubbotti, un’epoca in cui gli sponsor erano al servizio dello spettacolo e non il contrario, un’epoca in cui una persona poteva ancora fare la differenza per un’intera comunità.
Pluspy è un video del cazzo, è brutto, filmato male e manco pare che lo zio Keiichi vada giù così forte, però ha unito un po’ tutto il mondo degli smanettoni, sotto un’unica bandiera.
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