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In vendita un motore per la vostra Freccia Tricolore

Da anni oramai mi diletto nello spulciare i peggiori meandri di eBay in cerca di roba strana e affascinante inutile. Negli anni ho trovato di tutto, spesso lasciandomi andare ad azioni sconsiderate. Il massimo l’ho toccato una decina di anni fa quando una mia ex fidanzata del tempo scrisse – a mia insaputa – ad un venditore chiedendogli di annullare una mia offerta, indicandomi come un pazzo con le tasche bucate da tenere sotto controllo.

Stavo comprando una macchina a vapore.

 – ora sai perché ci siamo lasciati –

Bene, fra oggetti ingombranti e rumorosi, il mio Alzheimer la mia passione galoppa sfiammando dal naso e già da tempo mi sono messo a tenere d’occhio gli annunci di motori d’aereo, sia mai che me ne serva uno. Sembrerà strano ma queste mie ricerche mi stanno regalando grandissime gioie e, per quanto possa sembrare assurdo, eBay staripa di gente che mette in vendita di tutto, ci si potrebbe tranquillamente costruire un vecchio caccia comprandolo pezzo dopo pezzo manco fosse una di quelle collane che escono in edicola del tipo “costruisci la tua Vespa 50 Special in scala 1:3 in 895 comode uscite spendendo di più che a comprarne una nuova”.

– la prima uscita a 1,99, per le successive prego fornire gruppo sanguigno –

Su posti meravigliosi come l’eBay inglese si trova veramente di tutto: oggetti mistici come QUESTO motore per il vostro Concorde o QUESTO meraviglioso TurboUnion proveniente da un Panavia Tornado possono essere vostri. Bene, fra un Rolls-Royce Merlin e un V10 da oltre 8 litri strappato ad una vecchia Dodge Viper, oggi  sono qua a soddisfare le vostra voglia di essere mandati a dormire nella cuccia del cane (il quale verrà promosso sul vostro ex divano) proponendovi questo poderoso Rolls-Royce Viper, il piccolo – ma dalla voce grossa – turbogetto che equipaggia, fra i vari, anche il mitico Aermacchi MB339, l’aereo delle Frecce Tricolori per intenderci.

Alla modesta cifra di 2.995 sterle (poco più di 3.300€), potete portarvi a casa un vero pezzo di storia dell’aviazione, uno dei motori turbogetto più riusciti di sempre e che, nonostante le dimensioni compatte (è lungo poco più di un metro e mezzo e ha un diametro di circa 65cm, il tutto per poco meno di 250kg), vi permetterà di fare un casino infernale facendo tagliare la corda anche i vicini dei vostri vicini dei vostri vicini. Il Viper infatti, nonostante sia tenero e coccoloso (non ha di certo la presenza scenica di un possente General Electric J79), è capace di fare un casino incredibile, trasformando in rumore e calore buona parte del JP4 che brucia avidamente, in barba agli orsi polari che si sollazzano sotto all’ombrellone lamentandosi del caldo.

Il motivo per cui il Viper, nonostante le dimensioni compatte, faccia così tanto casino è da ricercare nel fatto che sia un turbogetto puro: sviluppato in origine dalla Armstrong Siddeley come versione in miniatura del Sapphire (quest’ultimo utilizzato anche sull’Handley Page Victor), in questo motore tutta l’aria ingerita dal vorace compressore assiale a 8 stadi finisce prima nella camera di combustione anulare dove viene miscelata al carburante e poi nella turbina a due stadi, prima di essere espulsa nell’ugello di scarico spingendo in avanti l’aeroplano. Questa configurazione, per quanto ampiamente superata dal turbofan – meno rumoroso ma più che altro più efficiente -, garantisce la giusta dose di ignoranza oltre a delle dimensioni più contenute. Ottimo motivo per mettersene uno in garage, utile per una moltitudine di attività  dilettevoli che fra poco andremo a vedere.

Una volta che il corriere vi avrà consegnato il vostro Viper, dovrete infatti scegliere come utilizzarlo. Potete fare come i russi, che utilizzano i vecchi Klimov dei Mig-15 come sciogli ghiaccio; potete montarne uno su uno spargifoglie, con cui pelare tutti gli alberi un mezzo ettaro davanti a voi; potete installarlo sulla macchina della nonna, per permetterle di andare a ritirare la pensione anche quando ha fretta. Oppure, molto più semplicemente, potete tenerlo lì e coccolarlo, utilizzandolo come spada di Damocle alla prossima riunione di condominio, minacciando di accenderlo sistemando una volta per tutte il problema del cane del vicino che mannaggia a lui abbaia di continuo, sparandogli nei denti gli oltre 1000 kg di spinta di questo simpatico aggeggio.

– adesso ve lo faccio vedere io “la rata dell’ascensore non la pago tanto abito al primo piano!“, astronzi –

Se invece in garage vi avanza una fusoliera vuota pronta per accogliere questo bel giocattolino, mi spiace, questo è il motore sbagliato. Il venditore infatti ha specificato che il turbogetto non è certificato per il volo ma che, volendo, lo si potrebbe riportare in vita a terra (portando a termine tutto quanto scritto poco sopra).

Comunque, scemenze e viaggi mentali a parte, il Rolls-Royce Viper, anche solo per la sua importanza nella storia dell’aeronautica italiana, meriterebbe un posticino in un qualunque salotto. Nonostante infatti nel corso della sua lunga storia (il progetto risale agli anni ’50) il Viper sia stato installato su una moltitudine di aeroplani, compresi anche i piccoli business jet come il BAe 125 da cui proviene questo motore e che la RAF – sotto il nome di Dominie T1 – utilizzava come addestratore militare per la navigazione, il Viper ha trovato larghissimo utilizzo anche sugli aerei italiani.

– Hawker Siddeley Dominie T1 della RAF, analogo militare del BAe 125 –

Fra questi il più noto è sicuramente il mitico Aermacchi MB339 (sia PAN che non) ma non bisogna dimenticare  il “papà” del 339, ovvero l’Aermacchi MB326, magari non molto affascinante ma sicuramente uno dei migliori prodotti dell’industria aeronautica italiana. Ideato negli anni cinquanta dall’ingegnere italiano Ermanno-Bazzocchi (MB sta proprio per Macchi-Bazzocchi, la stessa Macchi del mitico M.C.72), il treventisei venne progettato proprio attorno al Viper (che verrà costruito in Italia prima dalla Piaggio su licenza RR, poi dalla Fiat Avio) mettendo in cima alla lista delle necessità qualità come l’efficienza aerodinamica, il buon comportamento in volo, la semplicità costruttiva, una elevata robustezza e una facile manutenzione. Seguendo queste direttive, Bazzocchi diede vita ad un aereo dal comportamento molto sincero (e molto istruttivo) che volò per la prima volta nel 1957 e che, per rimarcare quanto il progetto fosse valido, nel 1966  segnò diversi record per aerei della sua categoria, tra cui record di salita in quota, quota massima, autonomia e velocità.

Primo aviogetto militare interamente progettato e costruito in Italia, il 326 è tuttora l’aeroplano italiano maggiormente prodotto dal dopoguerra ad oggi, con oltre 800 esemplari costruiti in 15 anni e entrati in servizio in oltre 12 nazioni. Prodotto in diverse versioni – tra cui l’MB326K da attacco al suolo – e largamente utilizzato in Italia per l’addestramento dei nostri piloti (a Lecce-Galatina, anche oggi se andate in vacanza da quelle parti potrete vedere parecchi 329 grigi e arancioni volare, sono i nuovi piloti he imparano), l’MB326 era ed è un ottimo aeroplano, al punto che  viene ancora utilizzato in California presso la National Test Pilot School per addestrare i futuri piloti collaudatori e il 339 ne condivide praticamente tutta la struttura e veste aerodinamica. Non particolarmente bello, sicuramente meno affascinante di altri aerei più famosi e carismatici, il 326 è un pezzo di storia militare italiana. Un pezzo di storia che un gruppetto di folli appassionati ha voluto riportare al suo antico splendore.

L’aereo arancione che vedete in queste foto appartiene al museo volante “Volafenice” di Reggio Emilia: costruito nel 1961, il velivolo con la matricola 54168 ha servito nell’aeronautica militare per 27 anni, prima di venire radiato il 29 marzo del 1988. Da quel momento l’aeroplano finì esposto all’aria aperta nel museo di San Possidonio (MO) per oltre 15 anni, venendo martoriato e rovinato dalle intemperie. L’aereo però tornò a nuova vita – un po’ come la Lancia Delta di Luana, salvata dalla pressa per menare duro – rinascendo dalle proprie ceneri proprio come una fenice, dopo che nel 2007 venne salvato dal suo stato di abbandono con il fine di restaurarlo fin nel più piccolo dettaglio e di riportarlo in condizioni di volo. Dopo 5 anni di interminabili lavori, questo MB326E (che ora vola con marche civili I-RVEG) è tornato in vita in condizioni eccezionali, collezionando ore di volo senza alcun problema e facendo sbraitare allegro il suo piccolo ma impetuoso Viper.

Quello che hanno fatto i ragazzi di Volafenice rappresenta la bontà non solo di questo aereo ma anche del suo motore, il Viper protagonista di questo articolo: accanto a questo MB326 trovano infatti posto altri due aeroplani spinti dal piccolo turbogetto inglese, un 326K monoposto da combattimento – perfettamente restaurato e anche lui in condizioni di volo – e un (bruttino) Jet Provost.

Lunga vita al Viper!

Ah, nota finale, il venditore che propone in offerta il Viper ha in vendita anche un Rolls-Royce Pegasus ex Harrier. Purtroppo però quest’ultimo è mancante di alcune parti interne, tra cui alcuni stadi del compressore, il che rende il motore del tutto inservibile, sia in aria che a terra. Un bellissimo ma troppo costoso fermaporte.

Potete fare le vostre offerte QUI per il Viper, QUI per il Pegasus. Ciao bombe!

Articolo del 5 Agosto 2020 / a cura di Il direttore

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