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Nissan 300ZX, un ferro dimenticato

La Nissan 300 ZX è una presenza fissa nella classifica delle “top ten underrated jdm icons”, una particolare classifica che a me piace chiamare “lista delle auto giapponesi vecchie che nessuno si caga e che, giustamente, si trovano al valore che hanno” (anche se recentemente qualcuno ha provato a vendere la sua Celica ST205 con interni Audi S3 a 80mila euro ed è stato perculato da mezzo internet).

Come la Toyota MR2 e la Celica, anche la Nissan Fairlady Z (detta anche Z32 ma anche detta 300ZX) è una di quelle figate degli anni ’90 finita ingiustamente nel dimenticatoio. E dire che è un gran ferro! La prima volta che la vidi, come al solito, fu sul primo Gran Turismo e personalmente fu amore a prima vista; quando avevo quindici anni era nella lista delle auto che avrei voluto avere da grande (assieme alla corvette StingRay).

Poi sono cresciuto e mi sono trovato con una Polo Coupè cl e baciarsi i gomiti che, come mio padre mi ha sempre ricordato: “non sono mica nato ad Arcore”.

Figlia della stessa epoca che ha dato alla luce quei ferri su cui tutti sbavate come le varie Skyline, RX7 e Supra, la Nissan 300ZX è però un carro incredibile che però non considera nessuno. Visto quindi che mi piace un botto, che ne ho sempre desiderata una e che avrei piacere che venisse ricordata per quello che è, voglio provare ad attirare un po’ di attenzione su di lei.

Nissan Fairlady Z, eccheccosè?

A differenza della Skyline, che era una normale vettura media pimpata nelle versioni GT-R (un po’ come la M5 rispetto alla BMW 5er), la Nissan 300ZX faceva parte di una lunga lista di vetture ideate, progettate e costruite come sportive, tutte contraddistinte dalla lettera Z. L’ultima lettera dell’alfabeto infatti ha un ruolo speciale nella storia di Dragon Ball delle auto Nissan ed è sempre stata utilizzata per identificare le sue vetture più sportive.

La prima vettura Z fu l’esageratamente bella 240Z su cui vi fate le pippe

Nissan 240Z

e che se è così bella un motivo c’è: i designer giapponesi dell’epoca presero come spunto le proporzioni e la forma della Ferrari 250 GTO. Tutto questo è fantastico perché in giro si trovano numerosi kit atti a trasformare le vostre povere Datsun in Ferrari 250GTO

O QUASI

Tuttavia nel 1983 la Nissan presentò la prima evoluzione della bella 240Z (alla quale erano susseguite la 260Z e la 280Z per identificare l’aumento di cilindrata da 2400 a 2600 prima e 2800cc dopo), chiamandola 300ZX. Basata sul telaio della 280Z, questa prima versione della 300ZX non se la ricorda nessuno e capiamo presto anche il motivo: è urenda.

Gran Turismo 6

Nel 1989 questa prima versione della 300ZX, la schifeZ-31, venne finalmente aggiornata con il nuovo modello, chiamato – vè che fantasia – Z32. Ed è proprio una Nissan 300ZX Z32 quella che ho incontrato, nel colore più improbabile che io abbia mai visto addosso ad una macchina, una fredda mattina di questo inverno. Nissan 300ZX

Rispetto alla Z31 – a ai container accanto a lei –  le linee sono molto più arrotondate e tese, non ci sono spigoli, la carrozzeria fluisce, quasi scivola, senza alcun intoppo dal muso alla coda, è dolce e aerodinamica anche alla vista. A tutta questa soffice morbidezza è accoppiata una colorazione assurda, non posso dire non mi piaccia ma è veramente fuori dalle righe, lascerò che ognuno tragga la propria conclusione.

Non c’è un angolo da cui la guarderete che lei sarà dello stesso colore:

Nissan 300ZX rear

Dotata di un generoso motore V6 da tre litri biturbo (VG30DETT) da 280CV la 300ZX del 1989 fu la prima auto giapponese ad essere messa in commercio in seguito del famoso “gentleman agreement” che limitava la potenza massima delle auto di produzione giapponese proprio a questa valore. Unita ad un sistema di quattro ruote sterzanti (il SuperHICAS, lo stesso della Skyline), la 300ZX ebbe un gran successo in Giappone dove spesso finiva nelle mani di qualche tuning shop che la metteva nelle condizioni migliori per scassare la Wangan-Sen assieme ai regiz del Mid Night Club.

Esportata in tutto il mondo, la 300ZX trovò però il suo terreno più fertile negli states dove ne vendettero un botto tutte rigorosamente con il T-Top per poter rapire più gnocche possibile

ma non solo: le enormi doti da stradista pura di questo ferro la rendono particolarmente adatta ai grandi spazi ed alle lunghe strade americane. Un po’ come la Mitsubishi 3000GT (detta anche GTO), la Nissan 300ZX infatti non è una supercar dura e pure quanto piuttosto una vera e propria cruiser capace di tenere medie da fuori di testa lasciando i suoi occupanti nel massimo del confort.

Nissan 300ZX rear 2

Tuttavia tirare fuori potenze spropositate da questo motore è relativamente facile e come per le 300ZX preparate per le corse clandestine giapponesi, anche in America ne vennero create versioni speciali e potenziate: tra tutte merita una menzione speciale la HKS SR-71 300ZX. Sì, SR-71, come il Blackbird. Sì, SR-71, come l’aereo più veloce del mondo.

CHE TAMARRI

Nel 1990 una piccola azienda texana, la MotorSport International, collaborò con la giapponese HKS per produrre una serie speciale di 7 vetture che, grazie ad una coppia di turbine Garrett più grosse, elettronica HKS ed un bodykit speciale fatto solo per lei, si guadagnarono il titolo di terza vettura di serie più veloce al mondo, dietro alla Ferrari F40 e alla Lamborghini Diablo ma con la bazza che costava solo 65 mila dollari, molto meno dei due mega ferri italiani (e qui, una nostra chicca: nessuno vi verrà mai a dire che il restyling della Lamborghini Diablo aveva i fari della 300ZX  -usati anche sulla Nissan R390 – ma è la grande verità).

PREGO NOTARE LA TARGA MACH Z

Ad ogni modo, tamarrate americane a parte, la Nissan 300ZX è stata inserita per 7 anni consecutivi nella lista delle 10 migliori auto del mondo dalla rivista Car and Driver e se a questo aggiungiamo parecchie vittorie tra cui, la più importante, quella conseguita nel 1995 a Le Mans abbiamo fatto 13, capiamo in fretta che nella Nissan 300ZX c’è molto di più di quel che si vede e che i raduni JDM ci fanno credere.

La Nissan 300ZX non è solo una macchina giapponese, non è solamente una macchina JDM con cui fare i fighi ai raduni, è un vero pezzo di storia dimenticata dell’automobilismo mondiale, una vera auto sportiva con la quale metterne in riga parecchie altre.

Beccatevi anche i modellini di questo gran ferro

Ma, storia a parte, coma va la una 300ZX su strada?

Intanto è gigante, parcheggiata accanto alla mia MX-5 il paragone è impressionante. Anche la 300ZX, come molte macchine giappo di quel tempo è molto grossa (non venitemi a dire che non è vero perché la R34 pare un camion da quanto è grande dai), ma la forma molto slanciata e sinuosa aiutano a digerire meglio le sue dimensioni. Sotto al wrap midnight-qualcosa la macchina è bianca ma il proprietario ha preferito spendere i soldi in un bel rivestimento che in un carrozzaio per sistemare una vernice vecchia di oltre vent’anni che comunque bianca fa un po’ caghèr. Sul colore scelto non mi pronucio,  è esagerato, a volte mi fa impazzire, a volte lo odio, da fotografare è un incubo.

Aperta la portiera ci si trova davanti ad un tripudio di pelle e comodità, le poltrone sono comode come poche altre ho provato in vita mia, la macchina sembra accoglierti come nemmeno Selen il vostro piumone in camera saprebbe fare. Ci si ritrova seduti veramente dentro alla macchina, comodi come una vongola nella sua sabbietta.

Degni di nota i comandi che sono tutti – TUTTI – raccolti attorno al volante, una gran bazza: sulla vostra 300ZX nessuna tipa con il termostato sballato potrà mai andare attorno ai comandi del clima decidendo lei la temperatura giusta dentro la vostra auto. Alla Nissan sono stati severi, ma giusti.

SI SCHERZA EH

Ma noi non siamo qui per parlare di pelle e comodità. Non vi dirò se il bagagliaio è capiente o se si sentono fruscii in velocità. Io vi dirò però che questo ferro raggiunge velocità impressionanti con una facilità assurda. È su macchine come queste che ci si rende conto quale meraviglia sia la cilindrata. Abbiamo i piccoli motori aspirati, tutti giri e urla e bronzine, poi abbiamo i motori turbo (entro i due litri) tutte botte e strappi (e se Subaru, bronzine fumanti) poi ci sono loro: i grossi motori turbo che sembra di essere su un cristo di aeroplano da come accelerano.

NOTARE LA PREGIATA FINESTRELLA DI ISPEZIONE SUI FILI DEL GAS

È il motore e la sua risposta al comando del gas il vero protagonista dell’esperienza Nissan 300ZX: si dà gas, non c’è alcun ritardo, il manometro del turbo schizza in alto e il grosso V6 inizia a spingere. Il rumore sale, invade l’abitacolo e intanto la macchina allunga. Cambiate marcia e lei allunga di nuovo, dentro un’altra e lei allunga ancora di più. Allunga senza fine, allunga allungandosi verso l’orizzonte: IMPRESSIONANTE. La trazione posteriore la rende prevedibile e divertente (con tanta coppia e potenza far fumare quelle gomme è piuttosto facile) ma la dolcezza estrema con cui il motore vi porta a spasso non la rende cattiva o desiderosa di uccidervi.

Questa macchina è come la donna ideale; a 19-21 anni tutti vogliamo la più gnocca della scuola ma una volta raggiunti i trenta ci rendiamo conto che, fra il lavoro e le tasse da pagare e i dolori alla cervicale che iniziano ad apparire, forse è meglio quella vostra amica da metà classifica che, quando magari siete ammalati e agonizzanti con 37,1 sul divano, invece che abbandonarvi con un bel “come zei noiozo, io ezco con le mie amiche” invece vi coccola portandovi un bel succo di arancia o preparandovi un bel piatto di tortellini in brodo.

Anche alla guida la macchina conferma la sua bontà, nonostante le generose dimensioni il telaio appare ben controllato attorno a voi, spingendovi a sfruttarlo a dovere. Purtroppo, per come è stata concepita e messa in commercio, nonostante l’incredibile palmarès sportivo di questa Nissan, la versione stradale non nasconde la sua natura da cruiser autostradale (situazione nella quale gli altri vi prenderanno solo al benzinaio) trovandosi molto più a suo agio lungo una larga statale che su un passo montano (nel quale le prenderete dal solito con la Saxò che va di fretta).

Questo è la 300ZX una gran bella macchina, un ferro del dio sotto mentite spoglie, una macchina che, anche se ha l’aspetto un po’ dimesso, quando serve sa tirare fuori le tette e farvi innamorare di lei. Ho 33 anni, sono già grande e ne vorrei ancora una.

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Articolo del 4 Marzo 2019 / a cura di Il direttore

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  • Francesco Tedeschi

    Bell’articolo, ad averne la possibilità ci sarabbe da prenderne una a poco prezzo e risistemarla. Il tettuccio apribile era molto pratico oltretutto.
    Quella delle foto è riverniciata maluccio, in bianco o rosso è comunque splendida 😉

  • Gabriele

    Bell’articolo, non è il primo che leggo fatto da te, ma questo già quando citi: 300zx, Gran Turismo e la Corvette StingRay nello stesso articolo ho perso la testa, ho 33 anni ed anche io son cresciuto con queste cose, questi motivi, questi desideri..
    Potendomela permettere ne porterei a casa una adesso, ma cominciano a girare dei prezzi abbastanza alti, e poi la maggior parte dei veicoli son da rivedere..
    Comunque auto veramente veramente pazzesca ❤️

  • Bell’articolo, finalmente si parla della 300, che è semisconosciuta (in Italia, perché in USA, Giappone e Australia ha folte schiere di appassionati) , magari se invece che in Kill Bill fosse apparsa in Fausto & Furio avrebbe auto più seguito.,,
    Questa sembra abbastanza in ordine, non so che setup abbia su, perché la 300 ha tanto potenziale e una doppia anima: stock è fatta per non ucciderti, essere comoda anche per andare al mare ( o nei viaggi sulle higway) e poter essere guidata anche dalla mamma, senza problemi. Se però sali di stage e decidi di slimitarla scopri che può fare tanto di più e il telaio non vede l’ora di dimostrartelo… 😉

  • Giacomo

    Io me ne innamorai perdutamente a 18 anni in California e passai due anni a cercare di importarne una in Italia dove costava 76.500.000! Poi mi arresi ma mi rimase nel cuore… Ora che sto per compiere 50 anni e costa come una punto ho deciso non solo di prenderne una, ma anche di togliere tutti i limitatori e mettere delle ruote serie e un bell’assetto…e poi ciao ai deltoni da 80.000

  • Ciorcio

    Essendo un po’ più grande, quest’anno ne faccio 41, la prima volta che vidi una 300zx fu su un quattroruote o una di quelle riviste che pubblicavano annunci di auto usate. Le sfogliavo quando accompagnavo il mio vecchio dal barbiere. Nel mondo preinternet conobbi diversi bei mezzi grazie a quel genere di giornali. Ricordo anche una camaro, una bmw 850 che nei miei occhi di ragazzino sembrava cattivissima, e svariate altre.
    Poi venne il primo Need for Speed, 1994, sulla prima play e li esplose definitivamente l’amore per le macchine.

    Ciò detto, si, mi restó impressa, era bellissima. Però sì, la mr2 era decisamente un altro pianeta, piccola e cattiva. (A proposito di kit, esistono anche per la toyotina, atti a trasformarla in qualcosa di simile ad una ferrari 350 ❤️)

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