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Rally Stories – Mondiale 1983, la grande sfida tra Audi Quattro e Lancia 037

Una grande sfida, una stagione folle e una sfida epocale. Vi raccontiamo di quando una macchina nata già obsoleta ha sconfitto ciò che sarebbe diventato il futuro del rally. Ecco a voi la stagione 1983, Audi contro Lancia.

Le grandi sfide infiammano lo sport, soprattutto quello motoristico. Rainey contro Schwantz, Senna contro Prost, Ferrari contro McLaren. Nel 1983 si consumò una battaglia pazzesca nel mondiale rally, una di quelle veramente memorabili e che non torneranno mai più, la meravigliosa sfida di Audi contro Lancia. Trazione integrale contro posteriore, cinque cilindri contro quattro, turbo contro compressore volumetrico.

ROBE DA CHIODI.

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Ma andiamo con calma, partiamo dal lontano 1981.

Tornando indietro a ben 38 anni fa troviamo al via del mondiale rally, costituito ufficialmente appena due anni prima, una discreta varietà di vetture, quasi tutte con motori a quattro cilindri e trazione posteriore. Qualche Lancia Stratos, Porsche 911 e Trumph TR7 qui e là ma a farla da padrone erano le 131 Abarth, le Escort RS, le Talbot Sunbeam (ne abbiamo provata una QUI) e le Opel Ascona 400.  Tra loro c’era anche una grossa berlina tedesca, con un enorme motore cinque cilindri in linea montato a sbalzo davanti all’asse anteriore, trazione integrale e turbocompressore. L’antitesi delle vetture da rally dell’epoca. Era l’Audi Quattro.

Foto via strongauto.net

Venne affidata a due piloti d’eccezione: Il finlandese Hannu Mikkola, pilota d’esperienza, e la giovane Michèle Mouton. Appena trentenne, era la prima ragazza in assoluto a competere nel campionato del mondo rally e per giunta nella classe regina. C’era parecchio scetticismo attorno alla Quattro: era pesantissima, troppo complicata e troppo goffa per competere con le leggerissime vetture a trazione posteriore che dominavano incontrastate la categoria. La prima gara fu al Monte-Carlo, entrambe le Audi si ritirarono senza arrivare al traguardo e a vincere la gara fu Jean Ragnotti su Renault 5 Turbo. L’inizio della carriera della Quattro fu sicuramente deludente, su questo non c’è dubbio.

Foto via forum-rallye

La gara successiva è sulle nevi Svedesi. Come abbiamo poi scoperto, la trazione integrale è fondamentale su neve e la Quattro coglie un successo strepitoso, con Mikkola che infligge quasi due minuti di distacco ad Ari Vatanen su Escort RS1800, che quell’anno vincerà il campionato del mondo. Ad ogni modo era stato segnato l’inizio di una rivoluzione nel mondo dei rally.

Ari Vatanen su Escort 1800, campione del mondo 1981

Rivoluzione che però tarda ad arrivare, infatti anche nel 1982 a vincere il campionato del mondo piloti è Walther Röhrl su Opel Ascona 400, a trazione posteriore, battendo Michèle Mouton su Audi giusto alla penultima gara. Audi si deve “accontentare” del mondiale costruttori, guadagnato schierando 3 vetture affidate a Mikkola, Blomqvist e alla Mouton. Sempre nel 1982 però avviene un altra rivoluzione, quella che darà inizio alla spietata corsa tecnologica dei mostri del Gruppo B. La Fiat Abarth, ritiratasi ufficialmente nel 1980 dopo la vittoria del mondiale di Röhrl su 131 Abarth, ha cambiato nome convertendosi in Martini Racing Lancia. Quello che esce dalle matite degli ingegneri del reparto corse è qualcosa di incredibile: sulla falsa riga della Stratos, fu creata un’arma definitiva da corsa, in tiratura limitata stradale giusto giusto – e con qualche furbata – per ottenere l’omologazione da corsa. Era la Lancia Rally 037.

Lancia 037 StradaleLancia 037 stradale motore Lancia 037 stradale latoLancia 037 rally

Rega andatevi a vedere l’articolo dedicato a sto ferro qua sopra -> QUI

La “Zero” debutta a metà stagione 1982 in sordina, senza farsi troppo vedere e macinando chilometri su chilometri di test con Markku Alen, Attilio Bettega, Fabrizio Tabaton e Adartico Vudafieri come piloti ufficiali. La 037 perciò si presenta alla stagione 1983 in splendida forma, pronta a spaccare tutto e tutti con la potenza del suo 1995cc da quasi 280 cv scaricati sulle sole ruote posteriori, che sarebbero saliti ad oltre 350 cv nella ultima versione del 1985.

Nel 1983 la macchina è pronta a combattere: la squadra Lancia si compone di Walther Röhrl, neo-acquisto dalla Opel, Markku Alen, Attilio Bettega e Miki Biasion insieme a Adartico Vudafieri come supporti dal Jolly Club. L’Audi dal suo canto si presenta alla stagione 1983 come campione del mondo costruttori in carica, con una squadra perfettamente collaudata e tre piloti velocissimi, sempre con il coltello tra i denti. Opta per il “squadra che vince non si cambia”, schierando il tridente d’attacco Mikkola-Moutòn-Blomqvist.

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Montecarlo, 1983, si parte.

La stagione parte abbomba per le Lancia con Röhrl e Alen che si piazzano davanti al Montecarlo, gara difficilissima per la presenza di neve e ghiaccio, distaccando di oltre 5 minuti la prima Audi, ovvero quella sul terzo gradino del podio, di Blomqvist. Nonostante le condizioni favorevoli alla Quattro, la “Zero” è assolutamente imprendibile sui tratti di asfalto con poca neve. Durante il rally di Montecarlo del 1983 andò anche in scena uno dei trucchetti che permise alla Lancia di vincere: il direttore tecnico Lancia, Cesare Fiorio, ebbe l’idea di organizzare dei pit stop lungo le prove speciali per cambiare le gomme alle sue auto in modo da essere competitivi sia sui tratti secchi sia su quelli parzialmente innevati.

Inoltre Fiorio fece arrivare dall’Italia dei camion carichi di sale (si parla di oltre 300 tonnellate) che fece cospargere lungo le speciali in modo da sciogliere il ghiaccio preventivamente. In questo modo in Lancia, che sapevano del trucchetto, poterono correre con le gomme da asfalto battendo le Audi che invece, non sapendo niente di questa storia, si presentarono al via con le chiodate salvo poi trovarsi a correre delle speciali composte al 90% di asfalto asciutto.

Dopo il Montecarlo toccava alla Svezia. Sale per sciogliere l’intero stato scandinavo non ce n’era e, per non prendere delle gran legnate, la Lancia decise direttamente di non presentarsi. In Portogallo la sfida ricominciò ma la gara venne portata a casa dai tedeschi a causa di alcuni problemi tecnici sofferti dal team Lancia e delle condizioni favorevoli alla berlina tedesca (ghiaia e sterrati a volontà).

audi quattroaudi quattro sweden

Al Safari Rally si impone Vatanen con la Ascona 400, mentre le Lancia racimolano solo qualche punto, ma il bello per le “Zero” deve ancora arrivare. Gli asfalti caldi e asciutti della Corsica sono il pane quotidiano per la Lancia, che VOLA conquistando tutte le prime quattro posizioni. Alen, Röhrl, Vudafieri e Bettega  mettono tutti in riga, con le Audi che nemmeno si classificano per problemi e incidenti. In Grecia, all’Acropoli, sia la Mouton che Mikkola sono costretti al ritiro per problemi al motore, e anche qui la Lancia infila un “uno-due” straordinario con Röhrl e Alen che staccano di quasi 14 minuti Stig Blomqvist. In Nuova Zelanda è un altra disfatta di Audi e un trionfo del team Lancia, con Röhrl primo e Bettega a chiudere il podio in terza posizione. Tre vittorie di fila pazzesche, su terreni ghiaiosi che sulla carta sarebbero stati sfavorevoli ala 037 e la sua trazione posteriore.

Dopo la disfatta però il team Audi riesce a rifarsi in Argentina con Mikkola che vince entrambe le gare con il team al completo che occupa l’intero podio in Argentina, dove le Lancia accusano parecchi problemi. In Finlandia, al rally dei Mille laghi, Walter Röhrl non prende il via perché, a detta sua, non gli piacciono i salti. Quindi se ne rimane a casa in pantofole a leggere “Der Spiegel” con una tazza di caffè in mano. Vincerà Mikkola su Audi quattro seguito da l compagno Blomqvist e da Markku Alén terzo con la sua Lancia 037.

La volata finale

Arrivati al Sanremo, alla Lancia basta un buon piazzamento per vincere il campionato costruttori. La tensione è palpabile, Cesare Fiorio è teso come una corda di violino. La prima speciale è il primo passaggio al Col D’Oggia, sulle alture Sanremesi: Stig Blomqvist è il primo ad andare, subito dietro c’è Röhrl. La prima parte sull’asfalto Ligure viene dominata dalle “Zero”, poi ci si sposta sui polverosi sterrati Toscani dove subito sembra dominare l’Audi di Blomqvist, che vince ben dieci passaggi cronometrati di fila, non riuscendo a recuperare però Röhrl, che aveva preso un vantaggio pazzesco sulle prove asfaltate. Poi passa in vantaggio Markku Alen e la lotta diventa sempre più serrata, talmente serrata da tagliare fuori le Audi. Davanti al proprio pubblico, le 037 volano tra immense nuvole di polvere,  cogliendo un successo assolutamente incredibile nel vero senso della parola. Ben quattro Lancia nelle prime cinque posizioni, con Alen, Röhrl e Bettega che occupano tutto il podio di un rally che avrebbe dovuto essere appannaggio della berlinona tedesca. Con questo mega risultato la Lancia si porta a casa matematicamente il titolo iridato costruttori, con ben due gare d’anticipo.

Un’impresa pazzesca, una vettura a trazione posteriore che batte la trazione integrale nel mondiale rally, cosa che non si è mai più replicata nella storia. Nel frattempo però, Walther Röhrl aveva già capito l’enorme potenziale della Quattro e aveva firmato il contratto con Audi ancora prima che il campionato finisse. Sembrava l’inizio di una nuova era per il costruttore tedesco, ma una piccola utilitaria Francese e una berlina Italiana si misero di mezzo… ma di questo ne parleremo più avanti.

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Articolo del 26 Aprile 2019 / a cura di Mattia Limonta

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  • Marco Gallusi

    Questo articolo è una testimonianza di un’Italia che non c’è più, di un’Italia che sapeva raccogliere le sfide e primeggiare sugli altri pur contando su poche risorse ma ben sfruttate. Il mondiale rally ’83 resta, forse ancora prima dell’epopea ‘Lancia Delta Integrale’, la migliore storia di un paese di persone amate, rispettare e, persino, temute per la proverbiale preparazione ed eccellenza. Altricoli come questo dovrebbero stare nei libri di storia…

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