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Mazda MX-5 Naked Monoposto, vento nei denti, goduria nelle vene

Quando ero ragazzino, prima dell’uscita del mitico Gran Turismo che nel giro di poche ore ma che dico, minuti, avrebbe cambiato per sempre la mia vita di appassionato di motori e macchine, uno dei miei videogiochi preferiti era Porsche Challenge. Pubblicato a inizio 1997, questo gioco vi metteva dietro il volante di una Porsche Boxster fiammante con cui sfidarvi lungo diversi circuiti contro piloti virtuali ognuno con il suo carattere e i suoi comportamenti tipici, cosa non proprio da sottovalutare considerando l’epoca di cui stiamo parlando.

Comunque, per quanto il gioco fosse carino e piacevole – anche se mancava del tutto il senso di progresso, iniziavi con una Boxster e finivi con una Boxster, l’unica sfida era vincere per la gloria eterna – ricordo che su un giornaletto dell’epoca avevo trovato diversi trucchi. Uno di questi veniva presentato in una maniera simile (cerco di sforzarmi): “se hai sempre sognato di costruirti l’auto dei tuoi sogni, con questo semplice codice potrai farlo!”. Ecco, fra trucchi che potevano far saltare le auto e altri che convertivano le voci di tutti gli avversari come se si fossero bevuti un palloncino pieno di elio, questo, per un piccolo direttore già gasato e fantasioso, sembrava la manna dal cielo. 

– ricordo sbloccato –

Inserito il codice però le mie aspettative vennero prontamente demolite: niente “auto dei sogni”, il dannato codice permetteva solo di sbloccare un ulteriore menu con il quale andare a spingere al massimo le caratteristiche (velocità, accelerazione, tenuta di strada) di quelle dannate Porsche Boxster. Insomma, più che l’auto dei miei sogni, avevo l’opportunità di costruirmi la Boxster definitiva, cosa che non mi disse niente all’epoca, non mi dice niente oggi.

Bene, questa storia che profuma tanto di anni ’90, Solletico e copie di Teletutto trafugate in edicola mi concede un assist per allargare il discorso: costruirsi l’auto dei sogni, andare oltre quello che il mercato – seppur variegato – offre, realizzare i propri sogni e metterli sotto forma di automobile credo sia uno dei desideri più forti di qualunque appassionato di auto, reso via via sempre meno realizzabile per via delle regole sull’omologazione (sempre più stringenti) e dei costi, sempre maggiori per fare qualunque cosa, figuriamoci costruire una macchina. Tuttavia, mi piace pensarlo, se oggi abbiamo case costruttrici straordinarie come Ferrari, Lamborghini, Pagani, Lotus, BMW ecc ecc lo dobbiamo proprio a personaggi che in passato – quando ancora si poteva o quantomeno era più semplice – si sono rimboccati le maniche e, semplicemente, “l’hanno fatto”.

Un po’ come i ragazzi di Gorgona Cars che, seduti davanti ad una birra (di che marca? Ovvio, Gorgona) chiacchierando di pelush di auto, hanno deciso che forse valeva la pena provarci, che anche loro, per quanto difficile e ostacolati da un sistema nel quale o sei dentro o sei fuori e da fin troppa gente che scrive scrive scrive scrive e scrive ancora senza saper fare altro se non screditare i lavoro altrui, ci avrebbero provato, anche loro avrebbero costruito la loro auto dei sogni, la loro idea di auto. Un’idea di auto che parte da alcune basi solide anzi, da una base solida, la Mazda MX-5.

Ne abbiamo parlato a lungo, ne possiedo una da anni, inutile stare a ripetere perché questa piccola macchina, tanto quelle vecchie quanto quelle nuove, sia degna di nota: le emozioni che riesce a trasmettere e il modo in cui riesce a trasformare l’asfalto in sorrisi non merita altre parole se non queste ultime due: provatene una (altre tre: capirete al volo).

– casco di Maverick non incluso nel prezzo della vettura –

Bene, partendo da questo presupposto, i ragazzi di Gorgona Cars hanno deciso di unire in una sola auto tutto il meglio che 30 anni e passa di MX-5 hanno da offrire: lo stile della prima NA e il suo telaio che dà confidenza, che diverte e che fa sentire piloti anche mentre si va a fare la spesa e la meccanica dell’ultima ND 2.0 da 184 cv, con il suo motore potente, rotondo e voglioso di giri, con il suo schema sospensivo classico ma efficace, con il nuovo cambio a sei rapporti e, ultimo ma non meno importante, il differenziale autobloccante meccanico di serie, un dettaglio che può letteralmente trasformare l’esperienza di guida di queste auto. Il tutto appoggiato a terra su quattro Enkei RPF1 da 15 pollici (credo che i cerchi piccoli che lasciano lavorare le gomme siano uno dei segreti del piacere di guida) abbracciati da delle strepitose Yokohama Advan A052 semislick da 205/50 R15.

– ve mo che bel copertone –

– alcuni dettagli vanno sistemati, ma a me piace –

Tuttavia sarebbe stato fin troppo facile e scontato unire le due auto – scocca di una e meccanica dell’altra – così come sono, molto più goduriosa – e qui sento i puristi MX-5 fanatici del restauro conservativo che sbattono i pugni sulla tastiera – e scioccante è stata l’idea di trasformare il telaio della vecchia NA tagliando i montanti del parabrezza e dando così vita ad una vettura di tipo barchetta monoposto, per il massimo piacere di guida, per innalzare ancora di più il senso di intimità che si può raggiungere con questa mitica auto. Oltre all’evidente eliminazione del parabrezza, la scocca della vecchia NA è stata oggetto di numerose altre modifiche volte a migliorare la rigidità del telaio (che se conoscete un po’ questa auto sapete che è piuttosto morbidone) in particolare con l’aggiunta di due robusti scatolati di acciaio nei brancardi delle portiere che, fateci caso, su questa NM – Naked Monoposto, il nome perfetto non esist… – sono state tagliate a metà altezza proprio per fare spazio a queste strutture che, una volta stuccate e rifinite a dovere, sembrano da sempre parte del telaio della NA.

Ai nuovi brancardi irrigiditi si aggiungo tutta una serie di rinforzi strutturali che sono disponibili aftermarket per la MX-5 – si chiamano brace struts – e che molti proprietari di questa auto montano proprio per irrobustirne il telaio. L’abitacolo infine è stato svuotato di TUTTO e portato a lamiera, è stato installato un solo sedile per il guidatore e il resto della macchina – proprio come da tradizione per le barchette anni ’60 e ’70 – è stato coperto con un guscio in vetroresina non ancora definitivo. A livello meccanico non fatevi ingannare dal concetto di “swap”, qui non è stato cambiato solo il motore ma tutta la meccanica ND è stata trasferita su questa scocca con la necessità di numerosi lavori di adattamento, specialmente per quanto riguarda l’albero di trasmissione (è stato accorciato) e per il motore, più grosso rispetto ai vecchi B6 e BP che montava la NA e che ha obbligato i tecnici di Gorgona Cars a fare un grosso buco nella parte superiore del parafiamma per poter ospitare il 4 cilindri di Mamma Mazda.

Grazie alla corposa cura dimagrante la vettura adesso ferma l’ago della bilancia a soli 870 kg (che per 184 cv fa un rapporto peso/potenza di 4,8 kg/cv, cosa che porta la MX-5 nel territorio di caccia delle Lotus Elise/Exige ma il dato più esaltante è l’altezza della vettura, appena 105 cm, poco sopra i fatidici 40 pollici della leggendaria GT40). La vettura poi è una pletora di altri dettagli stilistici e tecnici interessantissimi, fra cui il fondo carenato, il piccolo nolder sul bordo più estremo del bagagliaio per migliorare l’aerodinamica della vettura e lo sfogo d’aria presente subito dietro al cofano che sfrutta la portanza generata dalla parte superiore del corpo vettura e la depressione che ne consegue per aspirare aria direttamente dal vano motore e così migliorare il raffreddamento di tutti gli organi meccanici.

– fotomontaggio fatto alla dick of dog giusto per capire cosa intendo, il blu è la zona di bassa pressione che si genera nella parte superiore di un’ala ed è lo stesso motivo per cui ad alta velocità molte auto (tipo la vecchia TT) tendono ad alzarsi. La forma di un corpo vettura può essere portante. –

Altro non c’è, questa macchina, nel suo vistoso giallo banana e nel suo sguardo che la fa sembrare sempre sorridente (anche se mia mamma ci ha visto un pesce gatto), non ha molto altro da offrire a livello estetico e l’unica cosa che chiede è di essere guidata e assaporata, per mostrare quanto il progetto MX-5 si può spingere in là e portarti in un mondo – spesso riservato ai soli motociclisti – fatto di vento in faccia, testa sballottata dalle turbolenze, di guida allo stato puro, di rumore, velocità, concentrazione e tanta, tanta, goduria.

Mi sono quindi infilato il casco di Maverick – di cui vado molto fiero – e mi sono calato nel piccolo abitacolo della MX-5 NM (non senza aver provocato qualche moccolo a chi mi ha dovuto smontare il sedile per spostarlo nella posizione a me più congeniale), pronto per affrontare una macchina che credevo di conoscere e che invece no, anche questa volta è riuscita a sorprendermi. È infatti bastato ben poco per entrare in un tunnel di velocità e sensazioni simili ma estremamente distanti da quello a cui la mia MX-5 (originale con “assetto” del 2002 e gomme Michelin Pilot Sport 3) mi ha abituato. Tralasciando il motore e la spinta corposa dei suoi 184 cv resi qui ancora più evidenti dal peso ridotto e dai cerchi da 15 (che di fatto accorciano il finale come se l’auto avesse una conica corta), a sconvolgere fin dai primi metri è il profondo senso di raccoglimento e rigidità trasmesso dal telaio irrigidito. Qui a Cervesina – pista che conosco abbastanza bene e su cui ho avuto modo di provare una Porsche 911 GT-3 RS e una Radical Rapture -, nonostante l’asfalto reso umido dalla pioggia che è caduta la sera prima del test, la macchina riesce a bersi con una facilità imbarazzante sia il primo curvone a sinistra destra che le due S sinistra-destra che si trovano a metà giro: l’assetto piatto, le gomme comunicative, uno sterzo sontuoso e un telaio rigido come mai quello di una vecchia MX-5 è stato riescono a trasformare del tutto l’esperienza di guida di questa macchina, allontanandola dalla sportivetta divertente che tutti (o quasi) conosciamo e avvicinandola pericolosamente a oggetti molto più affilati come le Lotus o le Caterham (ma con in più l’iconica affidabilità Mazda, cosa da non sottovalutare).

Grazie infatti al telaio più rigido e alle eccezionali doti di grip date dalle Advan A052 la macchina permette di portare in curva una quantità di velocità incredibile, una dote che su queste auto è da sempre apprezzabile (basta andare su per un passo montano con una MX-5 per accorgersi che si diventa fastidiosi anche nei confronti di auto molto più potenti proprio perché si può frenare meno e più tardi e si può dare più gas e prima) ma che qui viene proprio esaltata, con la macchina che giro dopo giro ti sprona a dargliene sempre di più comunicando e facendoti sentire bene dov’è il limite, di telaio, sospensioni e gomme. Se infatti la MX-5 è di suo una macchina molto comunicativa, con questa particolare configurazione lo diventa ancora di più, regalando sublimi momenti di guida, semplice e pura. Se da un lato il motore potente e la rapportatura corta (come detto data dalle ruote più piccole) riescono a tirarti fuori dalle curve senza il minimo impaccio con il 4-in-linea sempre pronto a lanciarsi verso il limitatore senza la minima esitazione (dio benedica i motori aspirati), dove il lavoro svolto dai ragazzi di Gorgona su telaio e sospensioni viene fuori è in inserimento, con la MX-5 NM che si caccia dentro le curve famelica, precisa e senza la minima esitazione o inerzia grazie ad un avantreno che sembra collegato direttamente al tuo cervello: basta guardare la corda delle curve per ritrovarcisi a pestarla con la ruota interna, con la pista che diventa solo un semplice anello di asfalto da lasciarsi srotolare sotto le ruote il più velocemente e gustosamente possibile. A colpire infine è la totale neutralità dell’auto: viviamo in un mondo delle auto così strano e disinformato nel quale per molti le auto o sono sottosterzanti (cosa spesso vista come il male assoluto) o sovrasterzanti (vista come una cosa bellissima fino a che le ruote posteriori non ti sorpassano, a quel punto improvvisamente si capisce che con la fisica non si scherza) che ci siamo un po’ dimenticati dell’incredibile gusto che può invece dare una macchina neutra. Esattamente come questa MX-5 NM, mai sottosterzante, mai inutilmente sovrasterzante ma così perfettamente neutra da provocare dipendenza.

– vai vai, falle lavorare quelle gomme –

A questo si aggiunge la totale assenza di qualunque cosa fra i tuoi occhi e la strada, con il risultato che, concentrato sulla guida e purificato da ogni orpello, ti trovi a veleggiare con lo sguardo lungo l’asfalto, quasi come se fossi a bordo della nuvoletta speedy di Goku (e il colore è anche quello) con il tuo corpo saldamente legato al mezzo meccanico che, proprio per l’assenza di filtri, proprio per la presenza delle cinture a quattro punti e proprio perché è molto rigido, si trasforma in un prolungamento del proprio corpo e del proprio cervello. Insomma, sarà anche un prototipo, sarà ancora non definitiva (in veste futura si parla di 225 cv e di un peso ridotto a 830 kg) e numerosi dettagli saranno ancora da sistemare ma se il buongiorno si vede dal mattino, quella che si prospetta per la MX-5 NM non potrà che essere una buona giornata…

… a patto solo di trovare qualcuno che voglia sostenere il progetto dei ragazzi di Gorgona Cars, donando loro la sua MX-5 NA con nel baule oltre 80.000 euro, il tutto per ottenere una MX-5 che non solo potrebbe farsi valere in pista ma potrebbe anche trovare il suo posto all’interno di un museo o di una collezione o che io troverei esaltante da usare su strada, la sola idea di risalire la Futa una bella mattina di primavera, inondato dagli odori e dai colori della natura, immerso completamente assieme alla mia auto nell’ambiente circostante, godendo del vento in faccia, ora freddo nelle zone d’ombra ora più tiepido nei tratti assolati a risvegliarmi dal torpore della vita quotidiana.

Articolo del 20 Ottobre 2022 / a cura di Il direttore

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  • Michele

    Bellissimo articolo, direttore! Sembra di sentirlo, il vento in faccia, e te lo dice un motociclista che ha fatto la Raticosa qualche giorno fa (lato Monterenzio). Sarei veramente curioso di guidare una “macchina/moto” così….
    P.S. Pizzeria Triangolo domenica scorsa, beccato! Non ho voluto disturbarti

  • Tab

    Progetto davvero godurioso.
    Meccanica a parte, è l’ennesima conferma di quanto sia stata azzeccata la linea dell’intramontabile NA.

  • Matteo

    E’ a destra il primo curvone al Tazio Nuvolari, non a sinistra…

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