Ad ogni rollingsteeler che si rispetti piacciono DI BRUTTO tutti i “Ferri”. Se poi il mezzo in questione rientra nelle specifiche “G.P.P.C.” (grande, pesante, potente e complesso) ed è costruito in solido acciaio Sovietico, l’appassionato o meglio l’allupato di sapere “ferrico” che è in tutti noi non potrà non mordersi il labbro inferiore preparandosi ad assaporare la [strana] storia che segue.
Oggi parleremo del MAZ 7904 “Tselina”, il trasportatore-lanciatore su gomma più grande che l’Unione Sovietica abbia mai concepito, un vero pezzo da novanta.
Ma partiamo dall’inizio: se ai tempi della CCCP, l’Ucraina era il suo più grande produttore di tecnologia aerospaziale, la Bielorussia era la principale fornitrice di mezzi militari su gomma. La punta di diamante di questo settore era la Minskij Avtomobil’nyj Zavod – MAZ (Stabilimento automobilistico di Minsk), la stessa che nel 1944 costruì grazie ai prestiti land-lease americani autocarri militari GMC e Studebaker.
La fabbrica MAZ oggi
Nei primi anni ’80 quando il “Treno fantasma” Barguzin prendeva servizio operativo, la Guerra Fredda sembrava tutt’altro che finita e si viveva senza guardare troppo al futuro, con la tangibile paura di risvegliarsi in un mondo in stile Mad Max.
Fin dagli anni ’60 i sovietici cominciarono a sviluppare un sistema satellitare di osservazione e rilevamento denominato Tselina. Questi satelliti servivano non solo a spiare ciò che era al di la della cortina di ferro, ma anche a far arrivare precisamente sulle capocce del nemico dei simpatici missiloni in caso di guerra termonucleare globale.
Parte di questo progetto (rimasto secretato fino agli anni 2000) comprendeva la progettazione e la realizzazione di un trasportatore-lanciatore su gomma, in grado di veicolare fuoristrada un missile balistico intercontinentale a testata multipla RT-23, gli stessi caricati nei vagoni dei “Nuke Train”.
Come se non bastassero le oltre 100 tonnellate del “suppostone” lungo più di 23 metri, ai piani alti dell’Armata Rossa volevano che un unico mezzo portasse sulla “schiena” una sorta di capannone con l’attrezzatura di lancio, tracciamento e guida, il che avrebbe fermato l’ago della bilancia a 220 tonnellate (missile escluso).
Avuto il placet dal soviet supremo, 100 progettisti con tanto di famiglie a carico furono spediti allo stabilimento di Minsk, con vitto e alloggio gentilmente offerto dal Ministero della Difesa sovietico. A capo del progetto c’era il vecchio (all’epoca quasi ottantenne) progettista della MAZ Boris Lvovich Shaposhnik. In fabbrica aveva addirittura un ascensore personale che lo portava nel suo ufficio, come, se non meglio, dei veri businessman capitalisti.
Pensate che dagli anni ’50 non c’è stata parata dell’Armata Rossa che non abbia avuto protagonisti i mezzi creati da Shaposhninik. Ingegnere dalle grandissime capacità era specializzato nella progettazione di mezzi pesanti e lanciatori. La sua opera era ritenuta così importante che il suo nome rimase segreto militare fin oltre la sua morte nel 1985.
Il MAZ 7904 in tutta la sua larghezza di quasi SETTE METRI
Il MAZ 7904 in tutta la sua lunghezza
Ma veniamo al “ferro” della questione: il MAZ 7904 nasceva su un telaio tutto nuovo. Lungo più di 23 metri, dal peso di 140 tonnellate, era largo quasi quanto tre IVECO Turbostar cioè 6,8 metri, l’altezza da terra più che generosa era di 480mm, il che sulla carta gli avrebbe permesso di superare qualsiasi tipo di ostacolo.
Come tutti i MAZ lanciatori la cabina era sdoppiata e posizionata a sbalzo sull’asse anteriore. Realizzata in fibra di vetro (come la Corvettosky) viaggiava ad un altezza di 3,48 metri. A scaricare a terra l’enorme carico di progetto di ben 360 tonnellate ci pensavano 6 assi suddivisi in 3 carrelli (manco si trattasse di un treno) dotati di sospensioni indipendenti pneumatiche. Le 4 ruote anteriori e le 4 posteriori erano sterzanti grazie a un servosterzo idraulico ad alta pressione, mentre le 4 centrali erano fisse. Grazie alle 8 ruote sterzanti, il MAZ 7904 aveva un umilissimo raggio di sterzata “dimmi se tocco” di circa 50 metri.
Per rendere tutto ciò marciante servivano delle “scarpe” speciali, ovvero 12 pneumatici dal diametro di quasi 3 metri, studiati appositamente per supportare non meno di 30 tonnellate ciascuno.
Sebbene ai tempi l’Unione Sovietica fosse in grado di creare armi capaci di cancellare l’umanità, non era in grado di realizzare pneumatici così grandi e resistenti senza dover sprecare anni in ricerca e investire miliardi di rubli. Come risolvere questo enorme problema? Semplice, chiedere di realizzarli appositamente a uno dei più grandi produttori di pneumatici mondiali (sporco capitalista) con tanto di garanzia. I servizi segreti crearono appositamente una falsa compagnia mineraria, così da non far drizzare le orecchie agli spioni della CIA.
Con la faccia come il culo tosta da “Kompagnosky”, i nostri eroi si recarono in Giappone, più precisamente alla Bridgestone, dove chiesero di realizzare 12 pneumatici su loro specifiche. Come giustificazione della commessa i russi risposero che dovevano equipaggiarci dei nuovi dumper da miniera made in CCCP, perché a loro i Caterpillar facevano schifo e che gli piaceva la roba fatta in casa. “Quando li montiamo sul “ferrosky” vi mandiamo una fotosky” (mai più visti).
Un saluto da Nikolay che ci mostra le enormi dimensioni di uno degli pneumatici
Con i pneumatici montati, a spingere questo enorme vagone gommato c’era un “delicatissimo” motore Zvezda V12 turbodiesel di derivazione marina CHN 18/20 da 42,4 litri. Posizionato centralmente tra le due cabine (configurazione adottata su tutti i MAZ lanciatori) era in grado di sviluppare 1.500 cv. Due trasmissioni idromeccaniche a 4 velocità trasmettevano la coppia rispettivamente ai 3 assi anteriori e ai 3 posteriori.
Il Zvezda V12 in tutta la sua polverosa ignoranza dopo anni di abbandono
Come se non fosse abbastanza, il MAZ 7904 aveva anche un motore Yaroslavl V8 turbodiesel YAMZ-223F da 330 cv, dedicato per le apparecchiature ausiliarie inclusi il compressore dei freni e la pompa idraulica ad alta pressione del servosterzo.
I primi segretissimi test in fabbrica iniziarono a metà del 1983. Furono coordinati dai militari, i quali fornivano informazioni su quando i cieli erano sgombri da satelliti spia americani, U-2 e compagnia cantante.
Se fosse il titolo di un quadro sarebbe “Autarchia sovietica su gomma”
Solitamente il MAZ partiva per i test in piena notte e tornava prima dell’alba. Terminati i test di fabbrica veniva smontato e inviato a pezzi al cosmodromo di Baikonur per testarlo nelle steppe kazake, libero di gironzolare in lungo e in largo senza farsi notare da occhi indiscreti.
Una volta rimontato e per sviare possibili spie capitaliste, i sovietici misero in giro la voce che il MAZ 7904 fosse stato sviluppato per trasportare i grandi booster del missile Energia (quello del Buran) all’Assembly and Test Building e per recuperare i booster esauriti nella steppa. Incredibile ma vero ci son cascati con tutte le scarpe e di questo prototipo si ha pochissima documentazione fotografica e video.
Non sono sovrappeso, ho le ossa grosse…
Non sarò veloce ma al mio passaggio scavo due trincee degne del “fronte occidentale”
Nel Febbraio del 1984 (37 anni fa) iniziò la seconda fase dei test, il MAZ fu caricato come un mulo con pesi di prova e lasciato libero di scorrazzare per la steppa kazaka alla “fantasmagorica” velocità massima di 27 km/h.
“La prossima volta però ci fate testare qualcosa di più veloce”
Dopo 4.000 km di test e fiumi di vodka, furono evidenziate diverse carenze intrinseche alla progettazione del veicolo, una su tutte l’enorme pressione sul terreno (fino a 60 tonnellate per asse) che gli rendeva difficoltoso avanzare sui terreni fuoristrada. Inoltre dopo essere passato su strade asfaltate deformava il manto bituminoso formando buche e cunette che sembrava di girare per Roma.
Lo sterzo era tutto tranne che preciso e lo rendeva difficilmente controllabile, un gran bel problema se si deve trasportare e lanciare un missile balistico intercontinentale a testata multipla con tutta la delicata attrezzatura.
Ultimo e insormontabile problema: la velocità, troppo distante da quella del SETTANTUNO e terribilmente vicina a quella dell’erba che cresce, si insomma in caso di emergenza sarebbe stato utile quanto un battaglione di bradipi Spetsnaz.
Visti i risultati dei test, dal Kazakistan il colosso bielorusso MAZ 7904 conosciuto anche come “Tselina” non fece più ritorno. Nel 1991 quando l’Unione Sovietica si sbriciolò su se stessa, l’immenso mezzo fu parcheggiato in un hangar del cosmodromo di Baikonur.
L’eterno riposo del gigante sovietico
Gli ultimi scatti prima dello smantellamento
Sergey e Misha seguono lo smantellamento del colosso Bielorusso
Immagini non adatte ai Rollingsteeler più sensibili
Anche se tutti i rollingsteeler vorrebbero veder finire questi ignorantissimi e particolarissimi mezzi in un museo a disposizione della conoscenza di tutti, ahimè devo annunciarvi che nel 2010 il 7906 è stato totalmente smantellato.
L’ennesimo “figlio di Ferro” caduto, dimostrazione tangibile di un’epoca dove si sperperavano soldi dei contribuenti ad acquazzone per tenere il “nemico” comunista o capitalista che fosse al di là di uno o l’altro lato del Muro, con l’incombente timore di essere spazzati via come lacrime nella pioggia da una guerra che non avrebbe visto vincitore alcuno.
Ciao Tselina, insegna agli angeli a sprofondare nella steppa del paradiso
Dal suo “sacrificio” nacquero il MAZ 7906 a 8 assi e 16 ruote e il MAZ 7907 a 12 assi e 24 ruote, ma come ci piace ripetere ai nostri appassionati lettori queste sono altre storie.
Potete provare l’emozione di guidare il mastodontico MAZ 7904 grazie a delle mod del videogame per computer e console MUD Runner. Inoltre online mi sono imbattuto in un infuocato che ne ha costruito uno in scala.
Che dite, glielo chiediamo a Italeri se fanno la scatola di questo?