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La Lancia 037 come non ve l’hanno mai raccontata

Anno 1980, nel campionato del mondo rally trionfa Walter Röhrl, uno dal piede pesante come pochi e senza paura (mia mamma direbbe “uno a cui puzza la salute”), al volante di una Fiat 131 Abarth. A fine stagione la Fiat si ritira dai rally.

E perché? Perché ritirarsi dal mondo delle corse all’apice del successo? Perché abbandonare una vettura vincente come la 131 Abarth e lasciare un pilota come Röhrl nelle grinfie della Opel (con la quale vincerà nel 1982)?

Semplicemente per creare la perfezione assoluta. La “nuova Stratos”, la vettura da rally a trazione posteriore definitiva, la migliore, la più veloce. In due parole: Lancia Rally 037.

(notare la solita Audi in mezzo alle balle)

Linee squadrate, motore sovralimentato da un compressore volumetrico che in rilascio ti riempie la testa di quel rumore tipico che fanno i sovralimentati cattivi, telaio tubolare, carrozzeria in fibra e motore centrale, per un peso totale di 700kg per 350cv circa.

Quasi come un’Audi S3.

No dai, scherziamo.

Dicevamo; non esiste vettura da rally a trazione posteriore equiparabile, questa è la punta di diamante.

La 037 che abbiamo a disposizione correva nel campionato italiano rally ed è completamente originale in ogni suo dettaglio. Non vede una pista vera dal 1996, è troppo preziosa per correre, per quello ci sono le repliche su base Beta Montecarlo, barboni.

L’abitacolo è stretto, vecchia scuola. Dal parabrezza si vede appena e per quelli alti più di 1.80 si vede più tetto che altro, ma la sensazione di essere su una macchina del genere è assurda, pensare che questa all’epoca era una vettura omologata fa quasi sorridere pensando alle WRC attuali, perché la 037 è stata la prima vettura in assoluto ad essere concepita esclusivamente per i Rally e per sfruttare le regole del neonato Gruppo B.  Sì, Gruppo B, pelle d’oca. 

Gruppo B: vetture spietate, veloci e pericolose come un F104, usate per correre su stradine larghe come la macchina stessa, a volte meno. Auto assassine. Il povero Attilio Bettega ci ha perso la vita su una 037, lottando per la vittoria in Corsica nel 1985.

La zero è parte della storia dell’automobilismo italiano, chi si ricorda della Delta ma non di questa non è degno di parlare di rally (forse non dovrebbe nemmeno parlare di auto e basta), perché se la Delta S4 esiste è anche merito della 037.

L’arrivo della Quattro ha costretto gli ingegneri Lancia a mettere in pensione la trazione posteriore a favore della trazione integrale. Con la 037 scompare un ventennio di rally a trazione posteriore che tanto entusiasmavano il pubblico.

Ci hanno provato a tenerla in vita la 037, con la Mazinga: versione ibrida della 037 creata per prolungare la vita utile del progetto, ma che non ebbe seguito. Era troppo nervosa e complicata per essere portata al debutto in tempi stretti. Però andava forte, talmente forte che lo storico collaudatore Giorgio Pianta la definì un “tornio per le ruote”. Si dice che sgommava anche in quinta a tutto gas, e ci crediamo; su Mazinga aveva infatti fatto capolino un turbocompressore accanto al volumetrico gettando le basi di quella che sarebbe poi diventata la S4.

Non ha vinto tanto, forse non sarà la vettura più bella del mondo ma è sensazionale, un ferro da paura la cui luce però si è spenta un po’ troppo presto.

E forse è meglio che sia andata così per lei, in modo da godersi la sua meritata pensione, nel garage di qualche collezionista oltreoceano.

Ultima chicca, in occasione della Winter Cup di Lonato, abbiamo sgamato nel parcheggio una 037 stradale, roba rara che di più non si può.

Testo di Mattia Limonta, foto del solito Lorenzo Moro

Articolo del 13 Marzo 2017 / a cura di Mattia Limonta

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  • Davideb

    Una delle mie Lancia preferite di sempre. L’ ultima auto a trazione posteriore capace di vincere il mondiale rally e battere, al debutto, l’ audi quattro ruote motrici. Parlando di 131 Abarth invece, è stato un bel colpo commerciale da parte di Fiat, che però per questo, ha pensato bene di mandare in pensione la Stratos, prematuramente, a mio avviso.

  • Un barbone

    Non sapevo di essere un barbone guidando una replica col volumetrico
    Beh…sempre meglio che aver le penne e limitarsi a scrivere anzichè usarle per volare

    Un po’ come la volpe e l uva

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