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Ferrari California

Il marketing è importante e se fatto bene può far miracoli, pensate alla Apple e al prezzo a cui riescono a vendere devices che sono sì di qualità ma non così tanto da giustificarne il prezzo o – sopratutto – le orde di poveri (in testa) sfollati fuori dagli store al lancio di ogni nuovo prodotto.

Come molti altri marchi anche la Ferrari – mi vien da dire purtroppo – nel 2008 si piegò alle leggi del marketing e presentando la controversa California (già il nome nostalgico è un programma). Non so voi ma per me California significa solo questo:

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Ricordo che nel periodo della sua presentazione andai in Galleria Ferrari per vederla; all’epoca mi accompagnavo con una ragazza, molto carina ma non poi così esperta di auto. Gironzolando per le sale, fra una Enzo, una 288 GTO ed altri ferri simili, c’era in mostra, per l’appunto, una Ferrari California (presentata da pochi mesi). Vedendola, l’altra metà della mia mela, esclamò: “ma cosa ci fa una Bravo (la Fiat n.d.r.) qui in mezzo?”

Io mi voltai, sguardo del terrore, e chiamai un’ambulanza (per me).

Ad oggi, sopratutto dopo aver passato una giornata con lei (la Ferrari) mi vien da pensare che la mia ex fidanzata non fosse poi questa gran intenditrice di auto.

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Appena ho visto la protagonista di questo servizio ho dovuto deglutire, marketing un cazzo, questo è un gran ferro. Il proprietario mi aveva avvisato del colore particolare ma così è davvero troppo. Di Ferrari California ne avevo già viste (ed ogni volta avevo liquidato la cosa facendo spallucce, forse un po’ come farebbe la famosa volpe con l’irraggiungibile uva) ma questa è veramente incredibile: fra il colore e le ruote, è una delle cose più belle che abbia mai visto. Questa non è assolutamente la Ferrari California che ricordavo (e che avevo criticato). Questo è un ferro incredibile, dovrebbe stare dentro ad una teca, non dovrebbe percorrere le stesse strade che fanno le Dacia Duster Turbo S.

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Ed invece le percorre eccome, e per l’occasione ho deciso che saremmo andati (io, lei e quello che guidava e che, per inciso, l’ha pagata) a calpestare un nastro d’asfalto che dovrebbero far pagare per accedervi. Quella non è una strada, quella è La strada. E’ la strada che hanno percorso – e che tuttora percorrono – i collaudatori Ferrari fin dalla sua nascita nel 1947. Ogni auto di Maranello, prima ancora di sentir parlare di Nordschleife, passa da li.

Questo nastro d’asfalto che si srotola in uno dei paesaggi più belli che l’Appennino possa regalare, ne ha viste tante, tantissime; da qui sono passate le prime 12 cilindri della serie 250, sono passati i mostri di potenza degli anni ’80 ed oggi passiamo noi con una delle auto più criticate della casa di Maranello.

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Effettivamente criticarla è fin troppo facile, è come sparare su uno che caga; fin dalla sua presentazione le intenzioni della Ferrari erano chiare: produrre una macchina da usare tutti i giorni, comoda, confortevole, silenziosa ed economica (!). Per me che sono cresciuto con un poster della F40 in camera queste sono tutte bestemmie. Per non parlare della linea: il frontale è effettivamente molto bello e pulito, richiama le glorie degli anni ’50…ma quel posteriore…

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Sembra una donna col culone, di quelle che sembrano dei birilli. La capotta ripiegabile in metallo è un insulto alla concezione del “duro e puro”. I quattro scarichi sovrapposti finti non meritano nemmeno di venir nominati; da dietro i terminali cromati si vedono gli scarichi veri, molto più piccoli.

Ma se tralasciamo il culone, quello che resta è da sbavo. L’abitacolo sembra un nido di pelle, l’odore, le finiture, fanno andare giù di testa, sento l’odore di quella pelle ancora nel naso, roba da ubriacarsene.

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La vista di tre quarti anteriore è incredibilmente sfuggevole tanto le linee sono pulite. I dettagli sono superbi e perfettamente in sintonia con il resto; prendete la splendida presa d’aria sul cofano ad esempio: è talmente ben amalgamata nel disegno d’insieme che bisogna concentrasi per poter capire che è proprio lei a dare il nome California a questa Ferrari.

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Una volta in movimento, nonostante le dimensioni generose, si fa volere bene, dagli scarichi arrivano decine di note diverse ognuna ad accompagnare una diversa pressione sull’acceleratore. Questo motore sembra parlarti, anche lui, giustamente, vuole la sua parte nel complesso di una delle auto più belle su cui abbia mai messo i miei 60 chili scarsi. E’ una delle esperienze a livello di odori, suoni e sensazioni più coinvolgenti che io abbia vissuto negli ultimi tempi.

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Non ho ben capito se è stato il colore (voluto dal proprietario apposta per lei), se è stata la giornata di sole, so solo che, da qualche giorno, ho un’opinione completamente diversa della Ferrari California. Credo di essermene innamorato, culone compreso.

NOTA: Se mai vi dovesse venire voglia di comprare le ruote che avete visto su questa bellezza potete farvela passare subito. Sono un pezzo unico al mondo: di questi cerchi ne esistono solo ed unicamente quattro in tutto il mondo, tutti per lei.

Articolo del 24 Febbraio 2016 / a cura di Il direttore

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  • Isabella

    Tutta la mia solidarietà alla donna che venne trascianata in un museo.. di macchine.

    • Giovanni

      E pensare che la mia verrà addirittura trascinata al Salone di Ginevra.

      • isabella

        Cosa ci tocca sopportare…… 😉

  • Luis

    Ma…….. quel nastro d’asfalto che dovrebbero far pagare per accedervi, percorso da tutti i collaudatori Ferrari dal 1947… che stracacchio di strada è??? 😀 Mi verrebbe da giocarmici le pelotas che sicuramente è una strada che collega l’Emilia con la Liguria. Forse quella che passa per Bedonia e va a Chiavari? O la SS12 che passa per il Monte Cimone e va a Lucca?

    • Nein, è il tratto di strada che da Modena si arrampica su verso Castelvetro verso Vignola

  • Federico

    la portofino è immensamente meglio come linea

  • Carlo

    La California e’ un modello molto versatile che puo’ essere apprezzato nella guida di tutti i giorni. E’ stata una delle ultime Ferrari disegnate da Pininfarina, ed infatti si sta dimostrando, come da tradizione del genio del design, una Ferrari dalla linea senza tempo, che viene apprezzata sempre di piu’ man mano che passano gli anni. Ha una linea piu’ distinguibile e classica rispetto alla Portofino, bella ma simile ad altre sportive sul mercato attuale. A me piace anche il posteriore, rispetto a quelle piu’ anonime recenti. Gli scarichi verticali sono un’esclusiva non ritrovabile in altre, il che la rende piu’ unica. I due fari singoli posteriori senza inclusioni bianche li trovo piu’ belli di altri, ricordano molto la 599 e altre grandi classiche del passato. Per non parlare del suono meraviglioso del V8 aspirato, comparato con i turbo attuali e’ celestiale.

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