Probabilmente il più bell’esempio di “lupo travestito da pecora” di sempre, ottenuto partendo da un mezzo totalmente insospettabile e con scopi più tecnici e di sviluppo che di puro intrattenimento. Vediamo cos’ha in comune un Ford Transit con una XJ220!
Conosciamo tutti bene il concetto di sleeper no? Potremmo pensare che questa filosofia di personalizzazione sia applicata alle sole auto, di solito con il chiaro scopo di impressionare i fighetti ai semafori o per correre con stile qualche gara più o meno seria. No?
Ma se invece realizzare un mezzo con queste prerogative fosse una necessità?
Un piccolo accenno di storia prima, please. Alla fine degli anni ottanta il periodo è economicamente molto frizzante, e a Coventry la Jaguar XJ220 nasce quasi per scherzo durante le giornate dedicate ai progetti non ufficiali, il sabato. Che poi, se andate indietro nella storia molte auto sono nate o state progettate durante i ritagli di tempo o all’insaputa della direzione. Audi Quattro, Golf GTI, F40, Miura, vi bastano?
Bene, l’intenzione era quella di creare una erede stradale della leggendaria XJR-13: doveva quindi essere una veloce e leggera vettura a due posti con un potente motore V12. Visto però che erano gli anni ’80 e bisognava essere sburoni fino al midollo, in Jaguar decisero che l’auto doveva avere la trazione integrale, portiere a forbici (tiè Lamborghini), e, cosa più importante, che doveva essere tassativamente più veloce sia della F40 che della Porsche 959. Doveva essere la migliore. La presentazione del concept avvenne nel 1988, e gli ordini non tardarono ad arrivare, anche se per averla si sarebbe dovuto attendere fino al 1992.
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Le cose però non andarono come previsto, ed infatti nel 1991 la versione definitiva aveva subito dei radicali ridimensionamenti, sopratutto sotto pelle: tanto per cominciare il V12 era stato sassato dalla finestra a causa dei costi elevati, sia di produzione che di omogolazione alle sempre più stringenti norme antinquinamento. Anche le quattro ruote motrici vennero scartate in favore delle tradizionali due, così come le portiere a forbice. Alcuni clienti ovviamente non presero bene queste scelte e vendere la XJ220 non fu proprio una passeggiata, anche perché nel frattempo la scena economica non era più così vivace come nel ’88.
Le lamentele maggiori erano indirizzate al propulsore, un 6 cilindri a V di 90° turbocompresso che generava sì 550 cv ma con un “rumore” non proprio da “supercar” per le orecchie farcite di denaro dei criticoni, al punto che qualcuno ritirò l’intenzione di comprarla. Ok, magari il rumore non era chissà cosa, ma questo motore faceva della Jaguar XJ220 la più veloce auto del mondo giocandosi il titolo con la Bugatti EB110 per un paio di anni, fino all’arrivo della McLaren F1. Anche se non raggiungeva le 220 miglia orarie, sull’anello di Nardò si fermò a “soli” 212,3 mph cioè 341 km/h. Inoltre il V6 forniva la stessa potenza del V12 nella metà del peso (santo turbo).
Bene, andiamo avanti: la Jaguar XJ220 venne sviluppata in collaborazione con quei mattacchioni della Tom Walkinshaw Racing (TWR), quelli che di solito preparavo le auto da corsa per la casa inglese e che qualche tempo prima avevano messo assieme quell’aggeggio infernale della XJR-15 (di cui parliamo QUI).
Bene, quando il V12 venne scartato, alla TWR ripiegarono su uno stock di V6 ex Rover Metro 6R4 Gruppo B che avevano in “casa”. Preso quindi il V6 – che altro non era che un vecchio Buick/Rover V8 con due cilindri di meno – i ragaz della TWR gli piazzarono accanto due turbocompressori Garrett T3, aumentarono la cilindrata di mezzo litro e lo resero capace di di sviluppare 550 CV.
Dunque veniamo a noi: per testare su strada l’affidabilità di questo nuovo motore mentre la XJ220 non era ancora pronta, quelli della TWR decisero di utilizzare un normalissimo Ford Transit. Lasciate Perdere i Ford Transit SuperVan per un attimo perché questo è un ferro del dio unico.
Vediamo se ho capito, esiste un vecchio Ford Transit MK3 con un motore da Gruppo B elaborato e omologato per la strada?
Esattamente, questo furgone venne allestito con il gruppo motopropulsore della futura Jaguar XJ220, montato ovviamente nel posteriore, dove normalmente si caricherebbe il materiale. Perciò aprire il cofano anteriore e non trovare praticamente nulla può risultare strano, quasi come vedere montate le ruote del modello di punta della Jaguar.
– fate caso alle ruote posteriori, larghine? –
Sembra quasi uno scherzo, ma questo Ford Transit apparentemente simile a quello per il mercato in piazza, aveva circa 540 cavalli e una velocità massima di circa 170 miglia orarie (270 km/h), perciò c’è poco da ridere. E interessante notare come, con la stessa potenza, il Transit raggiunge una velocità di circa 80 km/h inferiore rispetto alla XJ220, chiaro esempio pratico del concetto di resistenza aerodinamica. La storia di questo incredibile mezzo però non finisce qui, perché venne successivamente usato dal team Benetton per la “fornitura veloce” dei ricambi per le monoposto di F1.
La storia recente parla di nuovo proprietario, un certo Justin Law, proprietario della Don Law Racing. Questo signore negli anni è diventato uno dei massimi esperti di Jaguar XJ220, acquistandone diversi esemplari, sia stradali che da corsa. Grazie a questo, l’officina di Don Law è uno dei pochi posti al mondo, se non l’unico, ad avere la possibilità di restaurare e preparare questo modello così speciale. Ciò è reso possibile dall’officina interna che è in grado di riprodurre ricambi o particolari non più disponibili, grazie all’immenso background acquisito negli anni. Infatti il Transit, che risulta oltretutto ancora regolarmente circolante, ha subito degli upgrade da parte di Justin stesso, migliorando l’handling e portando la potenza, secondo alcune fonti, fino a 640 cavalli.
Per raffigurare ancora di più lo spirito delle Sleeper e renderlo ancora più “comune” ha installato degli accessori tipici dei mezzi commerciali, come portapacchi o un lampeggiante. Oppure ha aggiunto semplici oggetti di uso quotidiano come giornali e cartacce sul cruscotto. Geniale a dir poco. Nel 2010 partecipò anche al Goodwood Festival of Speed terminando decimo. Incredibile.
Ora sarete sicuramente curiosi di vedere di cosa sia capace questo mezzo no? L’episodio da cui è tratto questo breve estratto rimane tra i più belli di sempre di Top Gear, sopratutto per l’effetto sorpresa creato alla perfezione.
“..e poi Jeremy si ricordò che un suo amico aveva un Transit..”
Buona visione.