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Flash GP – Catalunya, e alla fine Vettel si è incazzato

Eccoci per il riassuntino del Gp Spagnolo. Si corre a Barcellona, Gp di Catalunya, a metà Agosto. In pratica crema solare sopra la tuta e ombrellini in Eternit.

Dopo le qualifiche Luigino Hamilton si trova in prima posizione. E sono 92. Bottas secondo, lasciamo perdere le dichiarazioni. Terzo Verstappen, poi le due “Mercedes color amore” che riabbracciano… no aspetta, salutano a distanza Perez, rientrante dopo il Covid. Ferrari? Leclerc nono, Vettel undicesimo. Harry Potter Binotto non trova più la bacchetta magica ma è molto molto rigido nei movimenti e non si siede da un po’. Eroe di giornata Kimi “con tre medie faccio solo i gargarismi” Raikkonen, che finalmente ottiene di poter montare un vecchio motore Busso sulla sua Alfa e strappa un ottimo 14° posto in griglia. Al box Alfa nascondono il frigo onde evitare festeggiamenti.

Alla partenza Hamilton tiene la testa, mentre Robottas carica il programma “partenza con suocera a bordo” e viene sorpassato da Verstappen e da Stroll (non sto scherzando). Il finlandese viene affiancato anche da “ex-coviddi” Perez con l’altra “Freccia di Prosciutto cotto” che prova a impaurire il finlandese della Mercedes tossendogli contro. Non funziona. Le due Ferrari mantengono la 9 e la 11 posizione, umili. Al 5° giro Bottas tampina Stroll e lo sorpassa senza problemi. Pare che Toto Wolff sia entrato nella radio della Racing Point (radio stranamente simile a quella Mercedes) e abbia chiesto al pilota in rosa di far passare Bottas: “Non fare lo Stroll”. Tutto molto pulito. All’8° giro succede quello che aspettavo con ansia: dal box chiedono ad Hamilton di mettere la mappa 7, quella denominata “pomeriggio all’Esselunga”: curva di potenza decisamente meno aggressiva perché le gomme iniziano a smontarsi . Questo con Verstappen a 1,2sec. Sta a vedere che anche oggi non mi addormento. Dietro Robottas a 3 secondi circa seguito a distanza dalle due Racing Point color sensibilità.

Fino al 13° giro siamo in fase pranzo di nozze: zero sorpassi, nessuno guadagna né perde, tutti belli ordinati col proprio fiocchetto attaccato all’antenna. Da questo punto in poi Hamilton cambia la mappa, mette quella “motore a curvatura” e inizia a guadagnare su Verstappen in modo da costruirsi il tempo per poter cambiare le gomme. Leclerc, tanto per farvi capire il livello prestazionale Ferrari, prende 1.8 sec al giro da Hamilton: in pratica a Maranello hanno fatto un’ottima F2. Al 18° giro inizia il balletto dei pit-stop: viene fermato Albon, che occupava la 5° posizione, per montagli le  gomme dure, capire come si comportano e poi usare i dati raccolti per la strategia di Verstappen. Già che ci sono gli iniettano un vaccino sperimentale per l’influenza aviaria e gli tingono il ciuffo con una nuova tinta per capelli da testare. Al giro 21 Verstappen si ferma: per lui copertura media. Perde la posizione su Robottas ma rientra davanti alle Mercedes Rosa. Le gomme delle Mercedes Nere? Hanno smesso di rovinarsi… sta a vedere che il pisolino me lo sparo. Hamilton si ferma dopo un paio di giri e rientra primo con gomma media, seguito da Robottas: Verstappen recupera la 2° posizione sul finlandese dopo la sosta di quest’ultimo. Emozioni a palate. La cosa più adrenalinica è il meccanico Mercedes che non riesce a chiudere subito il dado della posteriore sinistra di Luigino e deve riavvitare due volte. Mi sposto dal divano alla sedia, così, per non rischiare. Al giro 26 dal box caricano su Robottas il programma “rapido” come una lavatrice qualunque e il finlandese segna il record sul giro recuperando 1,2sec su Verstappen: a sua volta l’olandese della Red Bull è a 4 secondi da un Luigino che guida con le ginocchia. Robottas si lamenta che il colore nero della tuta scalda troppo: Luigino lo sente, lo accusa di razzismo e per punirlo lo obbliga ad accendere il riscaldamento nell’abitacolo.

Per far capire chi comanda. Al 30° giro si fermano le due Ferrari. Chiara la strategia delle Rosse: una sola sosta e tantissime preghiere. Come un vacanziero sulla Salerno-Reggio che cerca di arrivare in tempo per la cena da Zia a Catanzaro senza fermarsi all’Autogrill. Strategia raffinatissima: gomme di frassino, panino in mano: Leclerc sesto, Vettel settimo. Al rientro Leclerc si trova dietro Norris, Albon e Gasly. Parte un balletto tipo villaggio vacanze: il monegasco prova a scartare da ogni parte con le gomme di legno con su ancora il flatting per sorpassare la McLaren. Bello, devo dire. Non fosse che la Rossa motora meno della Punto di mio padre con 280.000km… al giro 37 si inizia a parlare di possibili precipitazioni: inizio a fare la danza della pioggia. Mentre sto ballando con una certa grazia a Carletto si spegne la macchina a metà chicane e si gira. Così, dal nulla.

Binotto, seduto tutto laterale sul suo sgabello, si guarda dietro nervosamente. Leclerc riaccende l’auto e si ferma al box: fermo sulla piazzola, con Carletto dentro, i meccanici provano a ravanare nell’abitacolo. Come se si fosse fermata la Ferrari a causa di un problema ai testicoli del pilota. Si sarà accesa la spia “varicocele” sulla telemetria? Stranamente non riescono a sistemare il problema e Leclerc è costretto al ritiro. Mah. Intanto il Narcomessia è tornato: sempre primissimo. Verstappen invece è in piena crisi di motore e perde sia sul 44 davanti che su Robottas, che inizia a recuperare e sorpassa l’olandese. Prima e seconda le Mercedes nere. Stupore e sonno. Perez tossendo a destra e a manca senza mascherina è risalito fino al 4° posto. Intanto Vettel è 6°, con su le sue belle gomme rosse smangiucchiate. Riuscirà ad arrivare in fondo? Sebastiano è obbligato a parlare con il team, non lo faceva da due settimane: “Oh cicci, quindi che devo fare? Mi fermo?”. Nessuna risposta, troppa la preoccupazione per i testicoli di Leclerc. Vettel di arrabbia e al 49° giro fa il suo giro veloce. Ari-mah. Al 50° di 66 giri Verstappen è di nuovo secondo dopo la sosta di Robottas. Dal muretto Mercedes richiamano anche Luigino per rientrare e montare la morbida: la risposta del pilota è “Tuo madre è morbida”. Forse non gli piace la gomma rossa? Dopo un giro comunque lo convincono a rientrare, cambia la gomma e rientra di nuovo primo. Al 52° giro dal muretto Ferrari si svegliano e chiedono a Sebastian cosa vuole fare, se fermarsi o no. Risposta: “Oh ve l’ho chiesto io qualche giro fa! (e un astronzi ci stava)”. Mah x3. E Vettel decide per tutti: “Andiamo fino in fondo e chi parla si prende schiaffi forti”. Vettel +1000 punti rispetto. Il tedesco continua con gomme morbide finite. Prossima gara al muretto Ferrari nuova divisa: nasi rossi, scarpone giganti e margheritone spara acqua all’occhiello.

Peccato che Stroll, 6°, recupera sul ferrarista e avendo il doppio dei cavalli lo sorpassa facile al 57° giro. Quindi: Lewis, Verstappen, Robottas, Perez, Stroll e Vettel. Purtroppo da dietro recuperano tutti sul tedesco della Ferrari, che oramai ha le gomme non alla frutta, ma all’ammazzacaffè. A sei giri dalla fine anche Sainz svernicia l’unica Ferrari rimasta come se fosse ferma. Davanti intanto Hamilton sta già girando mentre chatta su Tinder, Verstappen tiene la seconda posizione e Robottas veleggia 3°: per lui Toto Wolff ha deciso di fare un aggiornamento software, caricandogli almeno Snake per renderlo più divertente. Quarta e quinte le due “Frecce di Prosciutto cotto”.

Nel contempo, dietro, attimi di vera periferia: Grossjean, il più amato dalle assicurazioni, quasi tampona Raikkonen che lo insulta vi radio. Giovinazzi passa di là, vede tutto e tira una manata al francese urlando “Ou mangiarane ti spacco tuttoooo”. Bellissimo. Davanti per noia le due Mercedes iniziano a giocarsi il giro veloce, così, con gomme smangiucchiate e a due giri dalla fine. Vettel tiene dietro 28 piloti facendo da tappo con le sue gomme devastate: tifo fortissimo per il tedesco, che difende la 7° posizione con i denti. Grossjean intanto schiaccia un bottone a caso ma era il freno a mano: numero da giostraio. Finisce così: Narcomessia, Verstappen, Bottas con il giro veloce, due etti di affettato e Sainz. Vettel 7° eroe di giornata.

Sebastiano, io ti voglio bene.

Meme via

Articolo del 17 Agosto 2020 / a cura di Marco Carito

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