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Il bomber del giorno, con l’F40 a Bonneville

I dati di Google Analytics fanno paura!

La notizia positiva è che siamo il sito più visitato dalle casalinghe di Pordenone, quindi dedichiamo questo articolo alla bellissima Annalisa, solare casalinga di Orcenico inferiore, cubista al Papillon di Roveredo e nostra affezionata lettrice ed appassionata di F40 condotte da americani pazzi.

Annalisa ha voluto ricordarci l’inseguimento di cartapesta tra una F40 rossa e una Countach nera, 2 scadenti repliche di cartoncino dall’evidente passo troppo corto e dagli interni di lattice lucido, fondamentali interpreti del film “Caccia Mortale del 1993”.

Prima vi posto il riassunto di 52 secondi studiato per i normodotati, dopo vi racconterò una storia (per i laureati in corso che vanno di fretta basta leggere i caratteri in neretto) :

– Il protagonista è un ex pilota di Nascar che ha abbandonato le competizioni e si guadagna da vivere con l’amico Eddie trasportando auto rubate su un camion attraverso il deserto. I due si imbattono in un posto di blocco della polizia – sparatoria – Eddie muore, Santee viene arrestato ma evade prendendo in ostaggio Rita senza sapere che è un poliziotto. Lei lo aiuta a combattere – rapporto sessuale vedo non vedo al minuto 1:20:19 con gran fondo schiena -, i due si recano al magazzino delle auto di lusso in cui i 48 mafiosi thailandesi li aspettano, ma Santee li uccide tutti risparmiando Jimmy il capomafia thailandese che viene ucciso da Jack Rudisill, collega di Franklin Severance entrambi poliziotti corrotti. – inseguimento – Severance e Rudisill catturano Rita e arrestano Santee , ma alla fine Santee riesce ad uccidere il cattivo. Fine.

Ricordi ed emozioni sbiadite e ridimensionate, come Rete4 al pomeriggio e le tette di Pamela Anderson.

Eppure, in quella terra di sparatorie, Pontiac Fiero e rapporti sessuali protettissimi – gli Stati Uniti d’America – qualcuno guida una vera Ferrari F40, ci corre nel deserto e frena col paracadute – ed è subito ‘93 con il big Burghy menu, borraccia di CocaCola e fucking lire.

Big Jim di oggi è Amir Rosenbaum, il proprietario di una nota azienda americana di filtri aria sportivi per auto, la spectre (www.spectreperformance.com). Il suo accessorio dedicato alla velocità è una Ferrari F40 con la quale intende superare le 224,458 miglia orarie di Ken Carlson su Nissan 300ZX biturbo ( – dettaglio tecnico per gli ingegneri gestionali – 224,458 mph è tre volte la velocità necessaria ad una Delorean per il salto spazio temporale-guardate che all’esame lo chiedo!). 

A noi italiani pizzamandolinorinascimento sembra una boiata, e in effetti lo è, ma negli USA la ricerca del record di velocità è, assieme al marketing e al tacchino ripieno, una delle pochissime tradizioni da rispettare a costo della propria vita e noi oggi la rispetteremo, amen ad esclusione del pomello del cambio in resina con dentro un ragno, dei pomellini della portiera a forma di teschio e del logo del cavallino sul retro, rivisitato da Joe Black in pera di burro di noccioline – (https://www.amazon.it/IDEA-Pomelli-universali-portiera-chiusura/dp/B07NDXLT3T); questi tre elementi no, non li rispetteremo.

Il luogo del sacrificio è il deserto di sale di Bonneville, luogo di record già dal 1911 (quando Enzo Ferrari aveva 13 anni compiuti…). Da allora vi si radunano club motoristici più o meno esclusivi e Alfa Romeo 155, ognuno con le proprie date, i propri regolamenti, record da battere, birra ghiacciata e Bibbia in inglese; il regolamento tecnico rispettato da Amir è quello del club south california timing association (http://www.scta-bni.org/), che sporadicamente pare organizzi tornei di dodgeball.

  • Rule 1: rapporti allungati all’inverosimile teoricamente capaci di far raggiungere alla macchina le 300 miglia orarie (480 km/h) in quinta a 8000 giri, quindi al posto della frizione c’è un elegante furgone a 6 ruote che vi spinge.

  • Rule 2: Pneumatici sottilisottili sviluppati per i record su corse ipersodiche.

  • Rule 3: I freni sono 2 paracadute perché con pneumatici così sottili e cerchi da 15 pollici non c’è spazio per dischi e compagnia cantante.

  • Rule 4: L’ assetto è psicologia secondo Jung: una trilogia composta da esperienza, fortuna e laser per spaventare i piccioni di notte.

Volete sapere se Amir è riuscito nell’impresa? Vi vorrei lasciare senza risposta perché, finché non controllate, il gatto di Schrödinger è sia vivo che morto ma invece vi dico che il nostro supereroe del giorno non riuscì nell’impresa, evidentemente non così banale come molti pensano. Andare forte è una cosa, andare forte sul sale è un’altra e alla fine questa F40, complice un passo troppo corto, una carreggiata troppo larga e una aerodinamica studiata per schiacciarla a terra in pista, non le permisero di superare le 221 mph (la macchina sgommava e sbandava), poco meno delle 225 desiderate, comunque un bell’andare per una F40 praticamente originale. Al secondo tentativo il V8 biturbo di Maranello decise che ne aveva babbastanza di questa storia e si ruppe, vanificando così le velleità del nostro Big Jim di far finire la sua Ferrari sugli almanacchi della velocità.

Ciao Bombe, mi raccomando, seguite Rollingsteel su instagram che fra 10 giorni il direttore partirà per la sua annuale visita sul lago salato di Bonneville!

Foto via Superstreetonline

Articolo del 30 Ottobre 2019 / a cura di Benny Marcel

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  • Marco Bertoli

    PORDENIONE E ORCENICO INFERIORE MENZIONATI!!!!!!!!!!!!!!!!! COMPAESANI!!!!!!!!!

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