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Il Crawler della NASA, due V16 da 175 litri per il mezzo più pesante mai costruito

Crawler della NASA

Qualche tempo fa mi sono comprato un piccolo fornetto economico a legna per la pizza, un coso tutto di alluminio che ha una forma a metà fra un hangar e un lander lunare. Fra l’altro, ho scoperto che l’arte della panificazione è ancora più complicata di un programma spaziale e, da ignobile principiante privo di scrupoli quale sono, me la prendo comoda: stendo la pasta direttamente sulla pala. Oh sì, lo faccio. Infarino, stendo, condisco e poi inforno. Però lo so bene che non fai una pizza sulla pala così come non costruisci un razzo sulla rampa di lancio: i razzi si fanno nell’edificio adibito all’assemblaggio. Dopodiché, prendi il tutto e lo trasporti alla rampa, dove avviene la fragrante e aromatica magia del lancio di un veicolo spaziale.

– Vedo volare del ketchup e condimento di dubbio gusto. Gli astronauti non meritano la pizza – 

Va detto che c’è chi i razzi li trasporta “sdraiati” fino alla rampa e solo una volta arrivati laggiù li issa in verticale, come SpaceX e come hanno sempre fatto i russi. Ma si sa che gli americani devono fare l’americanata: all’inizio degli anni ’60, allo scopo di trasportare l’enorme SATURN V (che qui su RS si scrive così, con il caps lock schiantato a fondo corsa), la NASA ha partorito il Crawler, un gigantesco veicolo cingolato concepito per sollevare l’intero razzo all’interno dell’edificio assemblaggio e trasportarlo in verticale fino alla rampa. O, meglio, alle rampe: le celeberrime 39 A e B del complesso di Cape Canaveral in Florida.

– Il Crawler mentre trasporta un certo Apollo 11. Notare la compensazione del dislivello durante la salita finale sulla rampa –

Gigantesco mulo da soma meccanico, largo come un campo da baseball, il Crawler ha avuto l’onore e l’onere di trasportare tutti i SATURN delle missioni Apollo e tutti gli Space Shuttle. Oggi, è stato modificato per trasportare anche il protagonista delle missioni Artemis, lo Space Launch System, che, essendo ancora più grande e pesante del SATURN, ha richiesto modifiche meccaniche, idrauliche e strutturali, portando il peso a 3106 tonnellate. È un Guinness World Record (23 marzo 2016): il Crawler è ufficialmente il veicolo semovente più pesante del mondo dopo la nuova Lotus Eletre.

Che poi ne parlo al singolare, ma, in realtà, i Crawler sono due: si chiamano “Hans” e “Franz” (Wernher, è un’idea tua?) e all’epoca costarono sui 14 milioni di dollari l’uno, un patrimonio che oggi equivarrebbe a 130 milioni. Il battesimo è avvenuto nel 1965, quando il Crawler ha affrontato per la prima volta il “viottolo” lungo 6,5 km con corsie larghe 12 m, separate da uno spazio di 15 m, sulle quali corrono quattro serie di cingoli alimentati da due motori diesel di derivazione ferroviaria.

– I due Crawler davanti all’Assembly Building a Cape Canaveral. Sono sempre gli stessi, gli originali nati negli anni ’60 e costantemente aggiornati per trasportare anche Shuttle e SLS  –

E sono proprio gli stessi veicoli, non sono mai stati sostituiti! La NASA li ha conservati con un’attenzione davvero maniacale, mica come quelli degli annunci gratuiti: vengono costantemente aggiornati e revisionati e, anche quando sono fermi, in realtà non sono mai completamente spenti, perché un gruppo di 14 persone trasporta fino alla presa un enorme cavo elettrico che alimenta i macchinari di bordo, così da evitare ai motori di partire a freddo.

La mamma dei Crawler è la Marion Power Shovel Company, storica azienda dedita alla progettazione e costruzione di macchinari per il movimento terra. Oggi non esiste più, è stata acquisita alla fine degli anni ’90, ma ha fatto la storia degli escavatori, come il Mountaineer degli anni ’50, alto sedici piani e capace di spostare 90 tonnellate di materiale; o il Marion 6360, un bestione pesante 13600 tonnellate, nonché una delle macchine più grandi mai costruite dall’uomo. Perciò, chi più esperto di MPSC per realizzare un porta-razzi per la NASA?

– La Marion 6360 della Marion Power Shovel Company. Notate per caso qualche somiglianza? –

Le quattro serie di cingoli da escavatore sono composte da 57 maglie pesanti quasi 1 tonnellata ciascuna e si muovono su 88 cuscinetti che all’ultima revisione hanno richiesto qualche anno di lavoro, tanto estremo è il mestiere che devono fare. I due motori diesel V16 Alco 251C da – OCIO – 175 litri di cilindrata muovono 16 elementi di trasmissione (4 per lato) erogando un totale di 2750 cv e sfoggiano ignorantissimi scarichi a fetta di salame ai quali mancherebbe giusto il logo ANSA (fra l’altro ho realizzato ora che potrebbe essere un anagramma di NASA… Coincidenze? Io non credo). Ma ci sono anche i generatori Cummins AC da 750 kW che alimentano le pompe idrauliche e le ventole per il ricircolo dell’aria all’interno dei locali macchine.

– Il Crawler trasporta un certo Columbia fino alla rampa per il volo inaugurare dello Shuttle. Siamo nel 1980 e piango –

Tornando al nostro bel filone spaziale, una volta che è cotto e fragrante all’interno dell’edificio assemblaggio, il Crawler arriva, ci si infila dentro e si posiziona sotto il razzo; dopodiché, interviene il sistema JEL (Jacking Equalization Level), dotato di quattro abnormi pistoni idraulici che sollevano il tutto e, da qui in avanti, il Crawler e la sua squadra avranno la responsabilità del veicolo fino alla rampa a sei chilometri e mezzo di distanza laggiù in direzione dell’oceano.

– Il percorso del Crawler: in basso, l’Assembly Building, dove vengono costruiti i razzi. In alto a dx, la rampa 39A, a sx la B –

Sono una trentina di persone, tutti ingegneri. Chi addetto alle verifiche preliminari, chi alla guida, chi ai macchinari di bordo, chi ai motori. Ma tutti si fanno il giro di ispezione prima della partenza. Il senso di responsabilità è un filino ingestibile; stai giusto trasportando in verticale decine (centinaia) di metri di veicolo spaziale che rappresentano anni di sudore e sangue e miliardi di dollari dei contribuenti. Il progresso scientifico è temporaneamente nelle tue mani, mentre ti immagini il razzo inclinarsi quasi impercettibilmente, fino ad assumere un assetto indiscutibilmente instabile che preannuncia il cataclismico schianto di migliaia di tonnellate magari spiaccicando alcuni colleghi come formiche. Deve essere un po’ come trasportare in equilibrio sulla testa un vassoio di boccali di nitroglicerina camminando su una corda tesa fra due ogive di testate termonucleari sospesa su un letto di granate al fosforo e benzina ad alto numero di ottani.

– La crew della NASA addeta alla gestione e alla movimentazione del Crawler riceve la certificazione Guinness per il più pesante veicolo semovente del mondo. Notare gli scarichi arroganti –

Con la mente serena, insomma, ti metti alla guida di questo bestione all’interno di una banale cabina da escavatore, dove, al centro di una sorprendentemente ridotta strumentazione, campeggia un volantino di dimensioni lillipuziane.

– potrei fare diverse battute, ma tempo fa ci hanno detto che RollingSteel non è inclusivo quindi mi limiterò a pensarle –

La rampa è laggiù, la puoi già vedere. Ma bisogna andare piano, molto piano, sennò vien giù tutto; e alla paurosa velocità di 0.8/0.9 mph (poco meno di 1,5 km/h) ci vogliono interminabili 7/7,5 h per raggiungerla, più i vari preparativi prima della partenza e le operazioni a destinazione. In totale, sono 12 h circa di tensione distribuita su tre decine di persone che effettuano una turnazione costante ogni mezz’ora circa, onde evitare qualsivoglia distrazione; si scambiano il posto i piloti, ma anche gli addetti alla sala controllo, alle pompe, ai motori, oltre agli osservatori esterni che camminano ai quattro angoli del bestione.

– La cabina del Crawler, il microvolantino graduato e quei due o tre strumenti. Vietato inchiodare sul pedale del freno! –

Solo per guidare il Crawler, devi essere laureato in ingegneria ed effettuare un addestramento di un anno e mezzo o due. L’estrema lentezza del Crawler non semplifica le cose: bisogna anticipare con accortezza, per non ritrovarsi fuori traiettoria e per facilitare il lavoro del JEL, che sarà anche un sistema automatico ma deve affrontare, ad un certo punto, una leggera salita che lo porta a uno scompenso di 1,5 m fra pistoni anteriori e posteriori che arrivano praticamente a fondocorsa. Poi la NASA, per complicarsi una vita che era troppo semplice, ha ben pensato di rinunciare a un bel rettilineo in favore di un tracciato con un paio di curve che – vedi quella che porta al pad 39 A – arrivano anche a 90°. Considerato che il Crawler può sterzare solo fino a 6°, ecco che bisogna riflettere bene su dove mettere i cingoli onde evitare di dover fare una luuuuuuuuunga e rischiosa inversione di marcia.

– La curva più lenta della storia fa sudare più delle Arrabbiate del Mugello –

E qui entra in gioco la pavimentazione. Nel concepire il Crawler, la NASA si è posta il problema di come gestire l’inconcepibile peso del complesso Crawler-razzo: una semplice pavimentazione in cemento o, peggio, asfalto non avrebbe mai potuto reggere – l’asfalto, in particolare, sarebbe stato troppo “appiccicoso” e avrebbe impedito ai megacingoli di sterzare correttamente, sfasciando i cuscinetti in breve tempo.

– Un camion squirta centinaia di migliaia di litri d’acqua sul percorso per abbattere la polvere causata dalla frantumazione –

Che cosa usare allora? I cervelloni si sono scervellati e alla fine hanno optato per i sassi del fiume Tennessee: si tratta di ciottoli composti prevalentemente da quarzo, di dimensioni e forma perfette per stendere uno strato di 10 cm sui rettilinei e 20 lungo le curve, sotto i quali è posto un ulteriore strato roccioso: la frantumazione dei ciottoli sotto il peso del veicolo facilita la sterzata e oltretutto garantisce un minimo effetto ammortizzante che sopperisce all’assenza di sospensioni del Crawler. Il problema è che ogni 10 anni la superficie va ripristinata, perché la ghiaia si frantuma in elementi sempre più piccoli che finirebbero per trattenere grandi quantità d’acqua. Di acqua, tuttavia, ne viene usata, ma per un buon motivo: davanti al mezzo, procede a passo d’uomo un camion che spara 100.000 litri sul tracciato, onde abbattere la polvere che verrebbe a crearsi e che finirebbe per essere risucchiata dalle ventolone del sistema di aerazione e raffreddamento.

– Che dite, se lo sono guadagnato lo stipendio i nostri Crawler in questi 70 anni? –

Dopo 7 estenuanti ore, con un paesaggio che nel frattempo non è cambiato granché, siamo arrivati al pad di lancio. Il Crawler si posiziona in modo tale da depositare delicatamente il prezioso carico e completa il suo lavoro. Non gli resta che rientrare, farsi revisionare e collegarsi alla presa in attesa di un nuovo viaggio.

Quanti km hanno fatto finora Hans e Franz? Beh, dal 1965 ad oggi, siamo sui 4000 km. Praticamente nuovi…

Articolo del 25 Maggio 2023 / a cura di Davide Saporiti

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  • Michele

    ANSA….❤️

  • Davide

    Fosse italiano, “ANSiA” ci starebbe troppo 😀

  • Gianluca

    Ma come fanno a caricare il razzo sul crawler? E poi a scaricarlo sul pad di lancio?

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