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Nuova Toyota Supra: ferro del dio o fregatura?

Recentemente Toyota ha finalmente rivelato a tutti la forma e i numeri della nuova Supra, facendo smarmellare i fan di tutto il mondo. Sarà all’altezza del nome che porta? Riuscirà a convincere anche i fanboy più sfegatati cresciuti a pane e Fast and Furious? Vediamo…

C’è sempre una tensione pazzesca quando viene rilasciato il nuovo modello di una “saga” storica, o che magari ne porta solo il nome. E posso anche capire come mai ci sia tutta questa tensione, questo hype, questa voglia di discuterne a tutto spiano su gruppi Facebook e forum. Perchè, molto spesso, le case automobilistiche scazzano di brutto.

Qualche esempio?

Se non seguite i vari gruppi di auto e affini, non avete idea del putiferio che si è scatenato attorno a questa nuova Supra, che segna il quinto capitolo di un modello diventato ormai un’istituzione per gli appassionati di tutto il mondo.

Ma vediamo un po’ la storia di sto gran ferraccio…

La storia di Toyota con le auto sportive ha radici in un passato non troppo lontano… tutto ebbe inizio dopo il party di chiusura del GP del Giappone nel 1964 quando, dopo qualche bicchiere di troppo, il Sig. Toyota prese sottobraccio il Sig Yamaha e gli disse “facciamo il mazzo alle GT europee?”. Da subito l’idea sembrò brillante e allora lanciarono la palla al megaingegnere galattico Shoichi Saito che la colse senza esitazione e, all’urlo di “fate tutto ciò che è necessario non solo per produrre la 2000GT, ma per renderla una delle migliori auto al mondo!”, partorirono una meraviglia che finì addirittura tra le mani di Sean Connery in  007-Si vive solo due volte.
Questo ferro del dio aveva un cuore 6 in linea da 2 litri da 150CV e capace di lanciare il ferro a 220Km/h. A sentir così non pare tantissimo ma ricordate in che anno ci troviamo.

Gli anni passarono e ci ritroviamo in un batter d’occhio al 1978, ormai ben 41 anni fa, quando Toyota decise di creare una versione lussuosa della Celica, una sorta di mega coupè per giapponesi anzianotti che la usavano per andare al mare con la moglie. Era dotata di un quattro cilindri 2.0 da 125cv e di un 2.5 litri sei cilindri in linea da ben 140 cv, potenze mica da ridere per l’epoca! Lo stile era quello classico delle auto giapponesi anni 70/80, quindi non molto emozionante ma pulito, con soluzioni strane tipo gli specchietti sul cofano e altre robazze.

Scivoliamo negli anni 80 a ritmo di Den Harrow e Sabrina Salerno per trovare la seconda generazione della Supra, lanciata nel 1981 e denominata “Celica XX” per il mercato Giapponese e “Celica Supra” per il resto del mondo. Sotto il cofano troviamo solo motori 6 cilindri in linea di diverse cilindrate, dai 2.0 aspirati  da 125cv ai potenti 5M-GE 2.8 litri con 178 cv, passando per i 2.0 Turbo da 160 cv. Insomma, un’impronta decisamente più sportiva per questa nuova versione, completamente ridisegnata in uno stile più consono agli anni ’80, con gli immancabili paraurtoni in plastica e i fari a scomparsa.

Sin ora però nessuna delle prime due generazioni della Supra si classifica come auto sportiva vera e propria. Sono entrambe auto da 1300-1400 kg (tantissimo per un’era in cui le utilitarie pesavano 700kg appena) e la serie si è ormai delineata come “Super GT”, ovvero vetture comode, a tre porte, coupè, ben accessoriate e con motori potenti ma fluidi e con poche vibrazioni. Cosa che viene confermata dalla terza serie della Supra, lanciata nel 1986.

Stavolta Toyota mette in proprio il modello, staccandolo dal brand “Celica” e dandole uno stile proprio. La “A70” getta le basi per quello che sarà il modello iconico – la quarta serie che vedremo dopo –  ovvero linea filante, motori turbo a sei cilindri in linea e alte potenze, partendo da un minimo di 160 cv con il 1G-GEU a salire,  anche sfondando il tetto dei 200 cv (numeri considerevoli a metà anni ’80) e sfiorando il limite massimo di quell’epoca con la mostruosa JAZ70, disponibile solo per il mercato nipponico, equipaggiata con il 1JZ-GTE Twin Turbo da 2.5 e 276 cv.

Finalmente arriviamo al 1993 e troviamo la Supra A80, il mostro sputafiamme, la vettura da 320 km/h, il ferro definitivo.

Mh, non proprio… beh ovviamente non la versione che usciva dalla fabbrica di Toyota City. La Supra di quarta generazione venne sviluppata interamente sulla piattaforma della Toyota Soarer, un mega coupè da 1700 e oltre kg che di sportivo non aveva nemmeno un bullone, ma che aveva un buon telaio e delle sospensioni progettate magistralmente. Con qualche ritocchino (soprattutto estetico), sono arrivati alla piattaforma definitiva della Supra A80, più corta della Soarer, più leggera e con baricentro più basso. Stavolta l’avevano fatta grossa i nipponici, la Supra aveva un’impronta più sportiva e anche sotto il cofano non si scherzava per nulla. Le opzioni erano solo due. Anzi, solo una: Il 2JZ. Una piccola combinazione di lettere e numeri che fa impazzire ogni JDMmaro che si rispetti.

Veniva offerto in versione aspirata da 200 cv (2JZ-GE) e in versione Twin Turbo da 280 cv (2JZ-GTE). Al di fuori del paese del Sol Levante si pensò di eludere il “Gentleman’s agreement” che limitava la potenza delle vetture sportive, e gli ingegneri Toyota, con qualche modifica, portarono il 2JZ-GTE a 320 cv per la versione europea e a 326 cv per la versione americana, che spesso veniva equipaggiata con cambio automatico a 4 rapporti… (ammerigani maledetti).

La Supra A80 venne uccisa insieme ad altre icone JDM nel 2002, quando uscì il nuovo regolamento giapponese per le emissioni dei veicoli.

Per ben 17 anni non abbiamo avuto una “Supra” nel listino… E ora?

Beh, che dire, la Supra è tornata! La nuova versione, denominata A90 proprio per dare una continuità, si differenzia dal resto delle Supra per il concetto di fondo. Questa non è più una Super GT comoda e piena di optional, ma una vettura sportiva dura e pura. Beh forse “dura e pura” è, come per le auto sportive degli ultimi anni, un po’ eccessivo ma innegabilmente ha tutte le cose al posto giusto: il motore davanti, le ruote che sgommano sono le posteriori e la seduta è a ridosso del retrotreno come da tradizione. Peccato, ci permettiamo di dire, solo per il cambio automatico senza la possibilità di avere il manuale nemmeno a piangere in giapponese.

La nuova Supra ha tutte le carte in regola per lasciare il segno come ha fatto la versione che tutti ricordiamo dai vari Gran Turismo e Fast and Furious, tuttavia gli appassionati sono scettici riguardo la partnership con BMW. La ricezione di questo prodotto è molto disomogenea, divisa tra i sostenitori di un progetto ormai fuori produzione da 17 anni e chi nella nuova iterazione vede enormi potenzialità.

Vista e considerata la tendenza al rifiuto della novità da parte di tanti amanti del genere, vorrei citare parte di quanto scritto dalla pagina Facebook Seb 走り屋 riguardo questo nuovo prodotto, opinione che ci sentiamo di appoggiare in toto:

“I don’t understand the fanboys that shit on the new Supra, calling it “not a real Supra”. What makes a Supra then?
The design?
The four generations we had of the Toyota A platform had vastly different designs, starting from a hatchback coupé and ending with a more GT like body.
[…]
Fanboys like screaming “muh power” when the engine came out of factory at 280 HP (on a car that was ~1500 kg) and could achieve the power figures everyone brags about only after EXTENSIVE modifications.”

Traduzione: “Non capisco i fan che criticano la nuova Supra, chiamandola “una Supra farlocca”.
Che cosa la dovrebbe rendere una Supra, allora?
Il design? Le quattro generazioni della piattaforma Toyota denominata A hanno avuto tutte design profondamente diversi, partendo da una coupè hatchback fino ad arrivare ad una scocca da GT.
[…]
I fan che osannano la potenza del 2JZ considerino che fuori dalla fabbrica la potenza era di 280CV (su una vettura da circa 1500Kg) e che le potenze tanto decantate erano raggiungibili solo tramite IMPORTANTI modifiche.”

Si consideri che, come è accaduto per la GT86, questa vettura creerà un indotto di aftermarket mostruoso, pari a quello che fu nei 90’s per la tanto compianta A80 ed a quello riconfermato dalle ultime versioni della Nissan GT-R.

Quindi concediamo il beneficio del dubbio a questa nuova Supra. Ah e invece di stare sui gruppi Facebook a lamentarvi e litigare, guardate mò il listino 2019 e cosa hanno in mente le case automobilistiche per gli anni a venire. C’è da baciarsi i gomiti che Toyota e BMW abbiano deciso di investire tempo e denaro nel progetto di questa nuova Supra!

p.s. Articolo scritto a quattro mani con Filippo Roccio, Grazie!

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Articolo del 18 Gennaio 2019 / a cura di Mattia Limonta

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  • La criticità di questa A90 è la totale mancanza di carattere, cosa che la A80 aveva, eccome. È a tutti gli effetti una bmw z4 ricarrozzata. Che per carità, avercene, ma perché dovrei girare con una bmw ricarrozzata e non prendere l’originale? Perché devo guidare una Supra e sentire il sound di una z4?

    Lo sapete meglio di me, queste auto sono espressione, queste auto sono religione. E questa non parla in nome di nessun Dio.

  • Lorenzo Benvenuti

    Per tutti quelli che si lamentano del fatto che la nuova Supra monti solo motori di derivazione BMW, vorrei dire che la Toyota ha confermato la compatibilità con il 2JZ, quindi con uno swap da quanto detto da Toyota sarebbe possibile montarlo, nonostante questo però bisogna essere obiettivi: il 2JZ è uno dei migliori motori mai fatti, ma per gli standard sulle emissioni e i consumi di oggi in Europa non è adatto.

    Ps. Il 2JZ era disponibile in 3 versioni:
    -Aspirata (NA) da 230cv per il mercato globale
    -Single Turbo da 276cv per il mercato giaponese
    -Twin Turbo da 320cv per i soli mercati americano e europeo

  • Lorenzo Benvenuti

    Twin Turbo da 276cv per il mercato giapponese*

  • Andrea

    Direi che basta vedere la storia della Supra per smetterla di rompere le bielle con la generazione precedente. Impossibile non concordare conchi ha scritto questo articolz insomma 😉

  • Omer

    A me piace. Ma c’è un però. Telaio, cambio e motore “presi in prestito” da un sportiva di casato concorrente si fa certo, però non capisco perché lo ha fatto un costruttore come Toyota. Che diamine le sanno fare e bene le auto sportive questi qua!!! Nulla da dire sul prodotto in sé ma sono convinto che sia sopratutto un’occasione mancata, per il marchio, non averla ingenierizzata in casa.
    Soprassedo sul fanatismo appellativo, non l’ho mai capito. Sono solo lettere una infilata dietro l’altra: qualsiasi combinazione si scelga il ferro non cambia, il resto è marketing e sinceramente io col marketing…

  • Attila

    Il 2JZ non passerebbe mai le omologhe anti-inquinamento, quindi possiamo mettercela via.
    Quello che forse manca a questa Supra, è la possibilità di modificarla a proprio gusto con una spesa relativa e un motore sovradimensionato a prova di bomba, i punti di forza delle sportive giapponesi anni 90. Questa è una sportiva tedesca moderna: veloce, facile, col cambio automatico, pesante. Probabilmente è fatta molto bene, ma non è quello che piace ai jdemmari, è un altro tipo di macchina, con il nome di un mito.
    Se non ti piace il pesce, non vai al ristorante di pesce, anche se ha 2 stelle michelin.

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