Siete nel deserto dell’Arizona ed in lontananza vedete una grossa nube di polvere che si alza ed un rombo indistinto di motori di varia natura.
Uno di questi tuona su tutti come un muratore bergamasco che si tira un mattone su un piede.
Aguzzate la vista ed assistete ad una scena che vi lascia a bocca aperta: Babbo Natale, a bordo di un Optimus Prime cui hanno dato olio e steroidi sin da piccolo, guida un’orda di selvaggi motomaniaci, seminudi, che spruzzano fuoco da qualsivoglia strumento di morte.
Questo potrebbe essere l’inizio di “Transformers: Mad Max Xmas Special.“
Il Babbo Natale in questione è Mike Harrah, un palazzinaro americano di successo, con troppi soldi, troppo tempo libero e troppi motori diesel per le mani.
L’idea di costruire questa giostra con lucine, musica, ricchi premi e cotillons è venuta al nostro allegro amico paffutello e barbuto, quando un conoscente l’ha chiamato dicendogli più o meno così:
“Michè, io ho smontato due V12 Detroit Diesel dal mio yacht di 92 piedi, non è che li vuoi?”
“Fabbrì ma che, scherzi? Daje che te manno Bartolini a prennelli”
E così iniziò un’avventura lunga settemilionididollari. Esatto: sette.
Come si fa a spendere tutti questi soldi per un furgone dei gelati e chiamarlo Thor24?
Sedetevi che vi racconto una storia:
Harrah, tutto entusiasta di aver preso questa decisione così economicamente saggia, prende i due motoroni 2T (sì, 2 tempi come vi raccontiamo se cliccate su questa scritta colorata) e li piazza naso a naso su un banco prova creato appositamente et voilà, un motore V24 che Veyron scansati che ne hai solo 16.
A questo punto è stato necessario capire come sovralimentare questi due bestioni, che vorrai mica lasciarli a corto d’ossigeno, no?
“Ecco, mettiamoci 8 blower, così.”
Per come l’ha fatta semplice Harrah pareva stesse giocando coi lego, in realtà lo sviluppo di tutto questo popò di sistemi di aspirazione ha richiesto un’enorme quantità di lavoro, per capire come portare l’aria dai compressori, montati su un’impalcatura apposita, fino ai collettori d’aspirazione dei due motori; a questo scopo servono i supplementari quattro compressori volumetrici alloggiati tra le bancate dei due motori.
– una rara immagine della raffinata impalcatura –
Torniamo a noi: dicevamo? Ah si, dodici compressori volumetrici.
Sono tanti? Dipende.
Per una persona sana di mente? Sì.
Per Harrah? No.
Perché non metterci anche un impianto di sovralimentazione a protossido d’azoto? Voglio dire, se una Supra che ha un quarto dei cilindri può avere due bombole, perché questo mostro uscito direttamente dal Walhalla non può averne otto?
E niente, ne ha otto.
Tramite un complesso sistema di cinghie, pulegge, leve, trabucchi e fionde tutti i compressori fanno girare le proprie viti, ingurgitando tonnellate d’aria che riversano all’interno dei cilindri del bisonte cromato per fargli prendere vita.
Il ruggito dicono sia la cosa più simile alle trombe dell’apocalisse, la vernice “candy red”, le fiamme, le asce, le spade, i teschi, i neon, le fiamme degli scarichi, le cromature ed i tromboncini dei clacson sono tutti favolosi esempi del sobrio stile americano, una scultura che per un pelo non ha vinto il compasso d’oro.
Ma so che a voi non interessa la delicatezza degli interni e dei 24 indicatori al loro interno, non vi interessa nemmeno dell’impianto audio da 1500 Watt, non vi frega un’emerita fava manco del tv 40 pollici che c’è montato su sto calcinculo a stelle e strisce; forse vi interessa della turbina Hawker da elicottero che alimenta tutti gli orpelli elettronici di Thor24 ma, sicuramente, vi interessano i numeri di questa fortezza diesel:
Mezzo di partenza: Peterbilt 359 del 1979
Cilindri: 2×12 a V
Cilindrata: 27,9 Litri
Alimentazione: Diesel 2T
Potenza: 3.974 Hp
Velocità Massima: 210 orari
Coppia: tremenda (così afferma Harrah in un’intervista)
Consumi:
In conclusione, il nostro buon Mike ha fatto una follia che è risultata una pacchianata superata forse dai mezzi che vi costruivate su Need For Speed Underground; sicuramente, ad oggi, resta la build (street legal) più pazza su cui abbia posato gli occhi.
Non ci poserei mai il culo, ecco.