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La Romagna, terra di gnocca e motori.

Ah la Romagna! Tutti la amiamo, le sue spiagge, i suoi locali, la sua fauna ma più di tutto la sua riviera. Chi non ha mai passato un’cstate con gli amici in questi posti magici a distruggersi fare il bagno in quel bel brodino chiamato Adriatico?

La Riviera Romagnola, un posto di classe, stile ed ineguagliabile romanticismo!

Ma la riviera è solo la punta dell’iceberg: c’è infatti una Romagna che pochi conoscono (a parte gli sventurati che, troppo giovani per poter decidere, sono stati deportati in gita nelle diobo che noia fantastiche basiliche di Ravenna), quella dell’entroterra, quella verace, lontana dai riflettori ma non per questo meno caratteristica e, ecco che subentriamo noi, meno ignorante. Perchè diciamolo, in una gara di ignoranza, se volete avere qualche scians vi conviene controllare che non ci siano romagnoli nei paraggi. Valà che quando c’è da fare gli asini o semplicemente fare del casino vecchia scuola, loro qua sono i numeri uno (pensate solo al motomondiale, i personaggi più forti e simpatici sono sempre stati romagnoli – anche VR46 che è marchigiano ma si comporta e parla come se fosse a Riccione tutto l’anno), specie se ci son di mezzo dei motori.

Ed è proprio dalla Romagna più inside di tutte che un caro amico, Emilio Bucci (che già ci aveva raccontato di quei fulminati che fanno i tironi e le pinne coi trattori), ci racconta cosa succede, tutti gli anni in questo periodo, nella ridente località conosciuta come Pezzolo.

Ciao Emilio, partiamo dalle basi, dove è sito Pezzolo?

Uè patàca ciao! Pezzolo è un piccolo paesino dentro alla Romagna agricola chiamato Pezzolo di Russi (di Russi un cazzo, Pezzolo è Pezzolo e Russi è Russi va mo là). La sua festa patronale è l’ultima in calendario rispetto alle altre frazioni e tanto basta per far girare i maroni e per far venir voglia di far vedere alle altre frazioni chi è qua attorno che fa più casino.

Per farla breve, nel lontano ’82 i ragazzi di allora convinsero, per rendere la festa patronale un po’ più colorita, il parroco del paesino a estirpare il suo frutteto dal campo della diocesi e lasciare quindi campo libero ad un idea quanto meno singolare e caratteristica.

Un’idea che parte dal fatto che il vero romagnolo in testa ha due cose. Non una di più, non una di meno.

Una è la gnocca, che qua chiamiamo ‘Patacca’ (alcuni eleggono anche la Miss Patacca Vigliacca), l’altra è il motore, il mutòr!

E non lo diciamo mica solo noi altri eh!

Non potendo quindi convincere il prete a fare qualcosa riguardante la Patonza i ragazzi di quel lontano 1982 optarono per la seconda scelta. Partì quindi l’ideuzza di salvare vecchie auto destinate alla demolizione e “correrci” in una piccola pista di terra disegnata nel fango solo per quella domenica.

Sì, fango.

La sagra di Pezzolo cade sempre la quarta Domenica di Ottobre, con la conseguenza che 90 su 100 la terra è spesso resa fradicia dalla pioggia che ad Ottobre segna la fine della bella stagione e presagisce l’arrivo della nebbia, il gelo, il freddo ed il definitivo addio ai bei culetti in spiaggia. Ecco quindi che tra fango e vecchi rottami i ragazzi di Pezzolo, non ancora distratti dagli smartphone e dai social – e men che meno dalla patacca – iniziarono a divertirsi prendendosi a sportellate sapendo che tanto le auto sarebbero comunque state destinate alla pressa.

Qui alcune rare foto dell’epoca che ci riportano con la mente nei ruggenti e rugginosi anni ’90.

Mi sembra una roba molto vecchia scuola, ma ve la fanno fare ancora?

Assolutamente sì! Pensa a Pezzolo un pò come alla contea di Hazzard nel telefilm degli anni 70 con quella patacca di Daisy Duke. Per chi non sapesse di cosa parliamo, vi aiuto io (visto che al giorno d’oggi non si sa mai, vi informo che è quella in mezzo):

Comunque, i ragazzi di campagna erano spesso accusati della bravata di turno così per smarcarsi definitivamente dai fighetti del paese che con la Lacoste andavano al circolo del tennis, si inventarono questa sorta di autocross in modo da non offrire più nessun dubbio su chi fosse il casinista del paese.

Oggi, dopo 35 anni, la tradizione continua: chi la inaugurò allora si dà alle castagne ed alla pizza fritta e al loro posto i “giovani” di Pezzolo mantengono viva la tradizione di questo autocross di ignoranza su terra. Ma la cosa bella è che, anche se potrebbe sembrare, non c’è nulla di pericoloso in questa manifestazione; al massimo si riesce ad inserire la seconda marcia in fondo al rettilineo (che comunque basta per riuscire a ribaltarsi e finire a ruote all’aria).

Proprio per questi inconvenienti sulle auto (o quel che ne resta) viene installato un rudimentale rollbar per evitare che qualcuno si possa far male (e per evitare la conseguente onda di indignazione sui social). Oltre a questo le auto vengono opportunamente private di marmitta e, all’esterno, vengono saldati dei tondini di ferro che i fighetti chiamano bullbar. Infine le macchine vengono verniciate alla cazzo di cane meno peggio con le bombolette che a confronto Ed China è un carrozziere di lusso. 

Anche le livree sono il più ignorante possibile.

Dopo la Uno dell’avvuchèt e la A112 della maiala, c’è la macchina giusta per quando non ci vedi più dalla fame:

E poi, come si compete ad un vero rally, non può mancare il Deltone d’ordinanza:

Piccolo inciso su Ed China: col cazzo che prendete un Alfasud dopo 40 anni e svitate alla prima tutti i bulloni. Ve lo metto per iscritto.

Col cazzo.

Fidatevi: erano marce quando circolavano. Da noi a Pezzolo ne sono state immolate diversi esemplari e sono stati nominati almeno 20 santi diversi per svitare ogni semiasse che era diventato corpo unico col suo dado. Ciao che le sviti.

Comunque, una volta che le macchine sono pronte si fanno 5 giri di pista in stile “altrimenti ci arrabbiamo”. Il livello di ignoranza è talmente alto che nessuno – o quasi – arriva al secondo dei cinque giri, solitamente ci si azzuffa alla prima curva creando un tappo impossibile da valicare. Se va bene uno si ribalta e lo si tira fuori a strattoni mentre il pubblico applaude ed incita il destruction derby.

Ok, ignoranza con la pala…ma che macchine usate di solito?

Le più gettonate sono le Uno fire. 

Tipo queste:

Cazzo che motore il fire! Se una zolla di terra finisce sotto la cinghia della distribuzione basta rimetterlo in fase e via mentre gli altri spaccano valvole, pistoni e rosari (specialmente questi).

Poi ci sono un paio di assatanati che per lavoro o per esperienza sono più smaliziati degli altri e ci credono veramente tanto. C’è chi prova ad esempio ammortizzatori e assetti da terra, gomme specifiche per il fango, motori preparati, cambi corti e differenziali saldati.  È successo addirittura che qualcuno ha convertito l’auto a metanolo per avere più cavalli. Oppure chi ha messo un boxer Alfa dentro una 126, un Honda 500 nella Fiat 500 o tutta la meccanica di una Volvo Turbo dentro un altra 126.

Ad esempio questa 127, come l’intercooler suggerisce, ha il motore turbodiesel di uno Scudo (o di un Daily non ricordo)

Oppure questa Fiesta che, come forse i più attenti di voi noteranno, ha le ruote gemellate perché si sa, il grip è come la patacca, non è mai abbastanza.

Anche le Tipo non se la cavano affatto male ma a farla da padrone sono le 112 e 127 con motori Abarth (!!) 58 e 70 cavalli.

O quello con una rarissima (lui stesso ammette che è un po’ una bestemmia) Alfa 33 4×4 berlina (considerate che le 33 4wd vendute erano quasi tutte sportwagon)

Non vi fidate che è una 4×4? tiè

E vogliamo non notare questa – rara anche lei – Y10 4×4?

Insomma, qua con la scusa di far casino, ce n’è veramente abbastanza per far sentir male il moderno collezionista di auto d’epoca.

Ma è uno spettacolo questa sagra!

Spettacolo un cazzo. Si fanno questi numeri “da alta scuola” per fare i patacca. Ecco la verità. Cosi hai una speranza in più che ti guardino e che il giorno dopo ti parlino ecco tutto. La realtà è che siamo rimasti ancora ai medioevo in termine di rapporti con la gnocca perciò dalle giostre coi cavalli alla macchine è cambiato poco.

Siamo semplicemente passati dalla biada alla super. Napoleone approverebbe.

Pensate che negli anni in questa follia di spintoni e ammaccature gratuite sono finite in gloria interi stuoli di 128 coupè, Ritmo Super, Alfette, 33, 75, Lancia Beta e pure un Maserati. Alla facciazza dei moderni collezionisti speculatori che “guarda ti do 300 euro” e poi li ribecchi a qualche fiera che cercano di venderti la ruggine a 30 mila euro “eh ma è un conservato”. 

Guardate questa Ritmo, come è contenta di correre per poi mollare giù il motore!

Ma volete mettere il gusto che c’è nel potersene fregare alla grande di tornare a casa con la macchina ammaccata e coi vetri rotti. Insomma, a Pezzolo più che mai, “spingere è correre!”.

Quindi, il prossimo anno, tra una Piada e l’altra, tutti in Romagna a far del burdèl!

Gnocca & motori, diavoli di Romagnoli!

Se tutto questo vi è piaciuto, a questo canale youtube potrete trovare un po’ di video fatti in pista da questi scatenati!

 

Articolo del 4 Novembre 2017 / a cura di Il direttore

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