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Honda NSX: meglio la vecchia o la nuova?

Stessa casa costruttrice e stesso nome, venticinque anni a separarle. Sto parlando della NSX, le meraviglia che mamma Honda partorì nel 1991 per far vedere a noi europei come si fanno le supercar e che nel 2016 ha rispolverato presentando una moderna supercar bombata di tutte le tecnologie che potete immaginarvi, ci manca solo che sia invisibile ai radar.

Honda NSX old and new

Ora voglio porvi un quesito: facciamo finta che siete ricchi (poi oh, magari qualcuno di voi lo è davvero), quale scegliereste delle due? La nuova NSX da 200 mila euro con la quale andare in giro a far casino o la vecchia, in vendita a cifre che si aggirano attorno agli 80 mila euro, con la quale assaporare il piacere della guida e, perché no, fare un bell’investimento?

Visto che vi vedo dubbiosi vengo in vostro aiuto; avendole provate entrambe nel giro di una mattinata ho le idee abbastanza chiare. Volete togliervi il dubbio? Leggete qui sotto! Non ve ne frega niente? Leggete lo stesso.

Honda NSX 2016

Honda NSX 2016

Madonna che roba, sono appena sceso dalla nuova Honda NSX e sapete cosa vi dico? Che va veramente a busso. Il motore prende giri con una velocità tale che se fate tanto di pensare di cambiare marcia sbatterete di brutto contro il limitatore. Qui non dovete pensare, dovete agire: 581 cavalli corrono veloci, a volte più del pensiero.

Il cambio, un 9 marce a doppia frizione, è una figata; non è il più veloce della storia ma il modo in cui butta dentro le marce è esagerato, sono nove fucilate. E poi la macchina è semplice, vi mette a vostro agio nel fare casino, nell’andare forte. Non l’avevo mai guidata e già al secondo giro facevo la terzultima curva di Modena in powersliding uscendo da una nuvola di fumo.

Tipo così, però con una Honda NSX del 2016 con le gomme invernali (non ho foto del momento perché, o guidavo o facevo le foto). Perdoname Pirelli por mi vida loca.

Con questa nuova NSX, Honda entra dritta per dritta nel mondo delle moderne supercar, con un motore a sei cilindri a V montato in posizione centrale, VTEC e biturbo e, come se non bastasse, altri tre motori elettrici a spingere, questa macchina è veramente un moderno omogeneizzato di tecnologia. Questa Honda è alla pari di ferri come la Nissan GT-R, la McLaren 570S, l’Audi R8 e insomma avete capito, è un gran ferro che – tra le altre – costa un botto, oltre 200mila eurini.

Honda NSX 2016 rearHonda NSX Track

Ma c’è un ma.

Mi ha divertito? Sì, sgommare è divertente. Mi ha lasciato il segno? No, nessun segno nel cuore e nemmeno nelle mutande. E sapete perché? Perché queste supercar moderne sono tutte tremendamente uguali così come tutte le macchine in generale sono l’una uguale all’altra. Provandone una l’unica cosa che potrete dire è “va fortissimo”. Per me che sono un comune mortale (posso quasi dire un giornalista) e non un pilota (nonostante i trascorsi in kart), raggiungere il limite di queste macchine, quel limite nel quale ognuna di esse tira fuori la propria vera e profonda indole è impossibile. Sono sicuro che se al posto di questa NSX ci fosse stata una Ferrari o una Lambo, le sensazioni non sarebbero cambiate più di tanto. Sarebbe cambiato il rumore ma alla fine, mi spiace, l’unica cosa che avrei potuto dire sarebbe stata: “va fortissimo”.

Se prendete questo ferro su Assetto Corsa (c’è?) o su Forza Motorsport e poi la guidate davvero non noterete grosse differenze. Le uniche cose che cambieranno saranno la spinta possente nella schiena e che se arrivate lunghi in curva non potrete premere “riavvolgi”.

Sinceramente, a me che questa supercar ci metta 2,9 secondi nello zero a cento piuttosto che 3,1, cosa cambia? Al 99% degli acquirenti di queste macchine cosa cambia? NULLA. Queste macchine, le supercar (ma non solo) che una volta le varie case facevano per far vedere al mondo di cosa erano capaci, ora sono diventate delle costose borsette per uomini con le tasche gonfie, che raramente le usano per quello per cui sono state costruite (a parte qualche partenza in launch control davanti agli spotters) e che devono essere facili e gestibili anche da chi non ha la più pallida idea di cosa voglia dire guidare. Quando ero bimbo e guardavo il poster della F40 pensavo “ehi, quella è una macchina da veri uomini”. Mi spiace, ma la moderna NSX (come le sue amichette), non sono auto per veri uomini con il petto villoso.

(chiaro esempio di vero uomo con il petto villoso)

Il limite di queste auto è troppo alto per poter venire raggiunto ed è troppo in là per far sì che anche una persona normale possa assaporare le piccole sfaccettature che rendono una macchina diversa dall’altra. Sono perfette, ti mettono subito a tuo agio tanto che anche un bambino potrebbe guidarle ed andarci forte (non servono grandi conoscenze di tecnica o meccanica per andare a bomba con questi videogames con le ruote) però poi non ti lasciano niente in bocca. Non sono dure e con tutta l’elettronica attivata non sono nemmeno scorbutiche. Se slegate vanno forte ma non fanno paura. Fanno tutto ma non emozionano come io vorrei emozionarmi con un’auto.

Madonna se sono vecchio.

Voto di RollingSteel.it alla nuova NSX: 7/10 perché ho sempre preferito le lasagne di mia nonna (pace all’anima sua), spesso unte e non perfette, ai piattini da fichetta dei ristorantini alla moda.

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Honda NSX, la vera Honda NSX

Honda NSX prima serie

Quando Honda presentò la NSX nel 1991 l’intera concorrenza sembrò immediatamente più vecchia di dieci anni. Auto come la Ferrari 348, la Lambo Diablo o la Porsche 964 vennero tutte messe in riga da questa Honda che, per la prima volta, racchiudeva nella forma e nelle prestazioni di una supercar la possibilità di venir utilizzata tutti i giorni. A parte l’assenza del servosterzo la dotazione di serie di questo ferraccio è da top di gamma, ha persino la ruota di scorta, robe da chiodi.

Appena sceso dalla nuova, l’impatto con la meravigliosa Honda NSX del 1991 è stato come prendere un cartone nei denti. Nei primi metri mi sembrava di guidare uno Scania. Più pesante, senza servosterzo, con i tre pedali ed il cambio cristosì manuale, con il motore molto più lento, l’impatto è stato fortissimo.

Honda NSX interni

Ma è bastato poco per farla svegliare e per farmi innamorare di lei. È bastato prenderci le misure in un paio di giri e poi le cose sono cambiate. Il volante da pesante e goffo è diventato preciso e comunicativo, mi sembrava di accarezzare l’asfalto con i polpastrelli. Il motore, da lento e pigro, è diventato vivo e parte integrante di una esperienza viscerale, una di quelle che ti passano attraverso la schiena e ti fanno capire cosa vuol dire la parola Meccanica urlandotelo nelle orecchie. Non è un moderno giocattolo con 581CV dopati a botte di generatori elettrici. Questo 6 cilindri prende giri, sale sale sale, allunga fino all’infinito e quando pensate che sia arrivato il momento di cambiare marcia lui invece cambia voce e vi regala altri duemila giri di puro godimento meccanico. Il latrato rauco e metallico vi permette di sentire ogni singolo movimento meccanico quasi come fosse uno di quei meravigliosi orologi automatici con il fondo trasparente che vi fa vedere le prodezze del movimento.

Honda NSX motore

E poi il telaio. Perché amo le auto vecchie? Perché hanno un limite umano, perché sono vive e vere anche a velocità da cristiani, perché permettono anche a me di sentirmi un po’ pilota e un po’ collaudatore anche senza chiamarmi Ayrton. Perché mi permettono di emozionarmi dietro a movimenti, a flessioni e a sensazioni che nel mondo moderno sono riservate a pochi fenomeni al mondo. Perché mi permettono di percepire quello che la macchina mi sussurra all’orecchio, perché anche senza cercare il tempo sul giro mi emozionano e mi fanno capire cosa ha reso l’NSX così speciale da meritarsi un posto nella storia.

Con la NSX nuova giravo come un pazzo scatenato ridendo, con la NSX vecchia giravo leccandomi le labbra e con gli occhi a forma di cuore. Con la nuova divoravo, con la vecchia assaporavo. La purezza di quest’auto, il modo in cui il motore ed il telaio sono un tutt’uno e il modo in cui vi trasmettono ogni pizzico di grip, ogni singola asperità dell’asfalto ha del magico. Non posso dirvi che la NSX vecchia vada dannatamente forte perché vi direi una boiata, una moderna RS3 probabilmente girerebbe più veloce in una pista come Modena (e non solo), ma a noi la velocità pura ha rotto le palle. Noi vogliamo il carattere, vogliamo le emozioni e in questo ferro del dio ci sono quel tipo di emozioni che poche auto al mondo vi sapranno mai dare.

Al giorno d’oggi le supercar sono pesanti, costosi e veloci laboratori di tecnologia mentre una volta le supercar erano il massimo che le case potevano fare per regalare le emozioni e le tecnologie tipiche della pista agli utenti della strada che spesso dovevano avere anche le giuste capacità per poterle adoperare. La vecchia NSX, seguendo in toto questa filosofia, è costruita tutta in leggero alluminio e per la prima volta su un’auto stradale veniva utilizzato il titanio per alcuni elementi del motore (le bielle e la chiave d’accensione) e per metterla a punto era stato scomodato direttamente Ayrton Senna che con i suoi preziosi consigli seppe suggerire ai tecnici Honda dove e come mettere le mani per rendere l’esperienza di questa macchina così perfetta e viscerale.

Insomma, non so voi ma io ho scelto. Fra le due non sceglierei la vecchia perché poi non la potrei usare tutte le volte che voglio per paura di rovinarla ma per coerenza non prenderei nemmeno la nuova perché avendo 200 mila euro da spendere in un’auto prenderei una TVR Sagaris ed il resto lo spenderei in benzina e gomme. (ma se proprio fossi obbligato prenderei una NSX-R GT e la chiudiamo qui).

Voto di RollingSteel.it alla vecchia Honda NSX: 9/10 perché questa è una dichiarazione d’amore alla guida. E poi trovatemi una macchina del 1991 più bella di lei.

 

Articolo del 13 Maggio 2019 / a cura di Il direttore

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  • Flavio

    LA VECCHIA LA VECCHIAAAAAAAA!!!!mi fa sbavare…sul tubo cè un video del Dio Senna che la guida, facendo il tacco-punta…se non lo guardo una volta al di sto male!!!

  • Igor

    Complimenti per l’articolo, è esattamente il mio parere, al 100%
    La gente crede che le prestazioni dell’auto possano sopperire alle loro limitazioni. In che triste mondo viviamo.

    • Grazie! Più che altro la gente è assuefatta dai numeri dimenticando che le emozioni spesso passano attraverso qualcos’altro. Ma in un mondo come quello in cui viviamo,ne quale a regnare è l’egocentrismo e l’esibizionismo, non ci si potrebbe aspettare altro.

  • Enzo

    L’articolo è ben scritto, scorre ottimamente, le foto…Quella della vecchia NSX ripresa dall’alto è strepitosa. Input per la prossima volta: dal trentenne che sei, Lorenzo Moro, mi aspettavo che scrivessi “sale sale sale e non fa male” con un richiamo ai brani eurodance anni ’90 (perioodo che ricordiamo con lacrime d’affetto e nostalgia positiva, al più).

  • bacco davide

    la vecchia NSX e’ bella anche’ perche’ e’ tutta riciclabile, con tutto quell’alluminio si possono fare un sacco di pentole.

  • Maqu

    La NSX vecchia!!!
    Stiamo parlando di una delle migliori auto sportive stradali mai costruita in giappone (la migliore per me). Sfido chiunque a non innamorarsi del V-Tec dopo un giro di prova. Auto geniale secondo me.

  • Harry

    Vi seguo con piacere e vi reputo dei grandi ma questa volta non sono d’accordo. Senza polemica ma non concepisco come si possa dire che una coupè a motore centrale con 580cv non sia emozionante. Una macchina che fa da 0 a 100 in 3s circa, capace di affrontare le curve senza scomporsi come fosse sui binari, cazzo ma è un sogno! Una roba così estrema non può non lasciare il segno. Non si porterà al limite estremo ma se è per questo non lo si fa neanche con la prima NSX, ma neanche con la solita 106 Rallye o Clio RS perché al di fuori di quello che ci raccontiamo su internet siamo appunto comuni mortali che di cognome non fanno Verstappen. Detto poi amichevolmente perché ripeto per me siete comunque dei grandissimi ma non se ne può più di discorsi “Le macchine da veri uomini – le macchine che cercano di ucciderti.” Per me non sono discorsi da appassionati ma da esaltati. Ben venga il divertimento con un limite di sicurezza alto che mi permetta di stamparsi il sorriso sul volto ma tornare a casa sano e salvo. E se per qualcuno non sarò un vero uomo perché ho su l’elettronica a salvarmi da una sedia a rotelle o una bara interrata pazienza.

    • Caro Enrico, i dati che riporti (580 cv – 0-100 in 3s) sono semplicemente numeri che sono capaci di tirare fuori fin troppe auto al giorno d’oggi, sia con un motore vero che con un ben meno emozionante motore elettrico. Il problema è che in questi numeri a mancare sono il carattere e l’anima. L’NSX va forte? No, va fortissimo ma, esattamente come lei ci sono tantissime altre auto che lo fanno in una maniera quasi identica o, visto che hai citato la questione, per poter tirare fuori le differenze vere e sostanziali di ciascuna di queste auto tutte troppo potenti troppo perfette bisogna avvicinarsi ad un limite troppo elevato e che solo alcune persone in alcuni luoghi possono raggiungere. Per strada, nella vita di tutti i giorni, quel che rimane è un’auto sì veloce anzi velocissima ma asettica nel suo essere veloce anzi velocissima. Bella, veloce e potente: perfetta. Forse troppo perfetta. Abbiamo passato tanti anni a cercare la perfezione salvo poi renderci conto che tutta questa perfezione è un po’ niosetta.

      Discorso molto diverso per l’NSX vecchia che, come molte altre auto della sua epoca, era ancora in un certo modo ingenua e genuina. Ognuna diversa, ognuna con la sua storia e con le sue caratteristiche meccaniche, ognuna più vera e vivida. Magari con dei difetti ma, alla fine, gli stessi difetti che rendevano ogni auto diversa dall’altra e, proprio per questo, unica ed immortale.

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