Home / / Mi faccio la Escort. Motorsport Tools MkI e II (cosa pensavate)

Mi faccio la Escort. Motorsport Tools MkI e II (cosa pensavate)

(Immagine di copertina: Autocar Magazine)

L’abbiamo già detto che finché c’è benzina c’è speranza? Fidatevi, è così. Finché ci saranno pompe di benzina su questo pianeta, ci sarà qualcuno che non molla, che sa che le auto fatte per Guidare non sono e non saranno la causa dei cataclismi climatici e che bisogna lottare per tenerle in vita. L’unico dispiacere, da italiani, è notare come questo qualcuno sia quasi sempre di origine anglosassone.

Prendete, ad esempio, quelli di Motorsport Tools. Sono del Galles e la loro specialità sono i pezzi di ricambio di un po’ tutto ciò che corre e che vale la pena di conservare in garage: piccole e grandi glorie, giovani e meno giovani, dalla Citroen Saxo alla Porsche 911, passando per Lancia Integrale, Lotus Elise/Exige S1, Sunbeam, Toyota GT86 e tante altre. Poi un giorno si son fatti prendere la mano e hanno sfornato una vera e propria riedizione della Ford Escort degli anni ’70…

 

MST MkII

La Ford Escort è una eroina del motorsport, soprattutto in terra britannica: cinquant’anni fa Roger Clark e Tony Mason riportarono il titolo in patria nel RAC Rally del 1972 con una Escort RS1600. Ma la serie di vittorie fu lunga: 1973, ’74, ’75 con Timo Makinen, 1976 di nuovo con Clark e avanti fino al 1980, quando una Sunbeam le rubò lo scettro (ma la RS1800 di Hannu Mikkola arrivò comunque seconda ad appena 4″).

– 1° posto assoluto al Rally Safari del 1972 con Hannu Mikkola e Gunnar Palm –

Motorsport Tools ha preso la fama e le qualità della Escort, ne ha distillato una pozione magica e l’ha iniettata in una nuova creatura fabbricata da zero. Le manca solo il nome originale: si chiama MST Mk2 perché non possono chiamarla “Ford Escort”, dato che non ne detengono i marchi. Ma in fondo ve ne fregherebbe qualcosa? E poi, ad essere sinceri, è anche corretto: non è un restomod, ma un’auto del tutto nuova, omologata ma pronta per correre.

I fianconi tipo Gruppo 4 della carrozzeria maggiorata abbracciano un telaio molto robusto e configurabile sia a a guida a destra che a sinistra che ospita un quattro cilindri Ford Duratec aspirato di 2.5 litri da oltre 200 cv a 7000 giri (270 Nm di coppia a 4500 giri), modificabile a carter secco come optional. Considerato che il mezzo pesa 960 kg (un centinaio di kg meno di una Mazda MX-5 ND), la potenza è già molto interessante, ma, se volete morire ancora più felici, ci sono motori Diamond della Millington da oltre 360 cv.

Ci sono anche volano alleggerito, frizione maggiorata, cambio manuale (di origine Mazda) a 5 o 6 rapporti ravvicinati, ma, volendo, anche ad innesti frontali; le sospensioni sono Bilstein o Ohlins completamente regolabili; lo sterzo è servoassistito (optional); i freni AP Racing a 4 pistoncini con dischi da 267 mm dietro a splendidi cerchi Minilite da 13 con pneumatici Kumho V70A da 235/45 ma volendo ci sono anche cerchi da 15; in abitacolo, sedili di ogni genere, anche omologati FIA. Insomma, è uno spettacolo.

Chi l’ha guidata parla di un’auto con un grip meccanico mostruoso, molto fisica, dalla frizione pesante e dal cambio esigente in fatto di precisione e dai freni scorbutici. Vibra come un escavatore, è un forno per via del calore generato dal motore e dal tunnel della trasmissione che entrano indisturbati in abitacolo senza il filtro dell’insonorizzazione e dell’isolamento e d’estate potete sopravvivere solo abbassando i finestrini (tranquilli, rispetto al prototipo ora le leve dei vetri non toccano più contro il rollbar). Ma ha anche dei difetti. Tipo che costa, modello base (Stage 1), 90.000 sterline IVA inclusa. E le Stage 2 e Stage 3 costano anche di più: rispettivamente 102.000 e 114.000 sterline.

C’È ANCHE LA MkI

Se poi vi piace di più la linea della prima Ford Escort… pronti! Motorsport Tools vi fa anche quella, con gli stessi contenuti della MkII fra motori, interni ed elettronica. Sottolineiamo che MST non utilizza telai e carrozzerie originali: li fabbrica da zero con tanto di nuovo numero di serie! Come detto, non è un restomod.

(foto di Pistonheads)

– Ci sono anche versioni speciali, come quelle dedicate a Clark e Vatanen! –

E… RULLO DI TAMBURI…

MST ha riscosso notevole successo con le riedizioni delle Escort, tanto da gasarsi al punto di preparare un’arma decisamente più ambiziosa: una nuova Austin Metro 6R4.

Per ora esistono solo queste immagini della mostruosa carrozzeria che a suo tempo stentava a contenere i 400 cv di cui era capace il suo 6 cilindri in posizione centrale (lo stesso che poi ritroveremo sulla Jaguar XJ220, la prova completa su DI BRUTTO Volume Uno. Oh no, ve lo siete persi! Beh, evitate di perdervi il Volume Tre e iscrivetevi alla newsletter). È un progetto ancora più impegnativo e costoso, a partire dalla carrozzeria, fatta di puro carbonio e non di vetroresina… di carbonio saranno fatti anche gran parte degli interni, avvolti da un rollbar completo. Non si conoscono ancora i dettagli tecnici, ma pare che i motori saranno più di uno; resterà la trazione integrale (e ci mancherebbe) e il cambio sarà un sequenziale a sei rapporti.

Vi teniamo aggiornati (gasati).

Articolo del 24 Marzo 2023 / a cura di Davide Saporiti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • chicco

    Ho conosciuto quella generazione di auto: Escort, Festa prima serie, 127, A112. Già la Golf prima serie sembrava un po’ grossa rispetto a loro. Anche nelle versioni base, quelle che ho provato io, erano leggere cattivelle e bellissime da guidare. Avevano 45 cavallie, rapporti corti, niente servosterzo, niente climatizzatore, raramente il contagiri. Oggi sembra la descrizione di qualcosa di triste, Erano poco sicure, certamente. Ma come iniziavano le curve anche per un imbranato come me era subito una gioia.

Altre cose da leggere