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Mazda RX-7 Type RS, folle rotativa

Basta. Credo di aver incontrato il ferro definitivo. Con questa Mazda RX-7 possiamo chiudere tutto.

Calmo, stai calmo.

Andiamo con ordine che se no faccio casino: oggi parliamo di lei (non il fierro giallo eh):

Non credo assolutamente ci sia bisogno di presentarla ma non si sa mai, in giro c’è tanta ignoranza; direttamente da Tokyo, quella che vedete in foto è una Mazda RX-7 FD3S Type RS del 1999, una delle ultime della serie. La punta di diamante dell’intera serie FD.

Dopo 45 giorni di viaggi, burocrazia e incazzature varie è sbarcata a Livorno in tutta la sua splendida ignoranza. Anche se qua di ignorante c’è ben poco, basta guardarla un istante: il disegno di questa RX-7 ha oltre 20 anni, (e conosco ragazze della stessa età molto meno attraenti e desiderabili di questa auto). Non è per niente esagerata (beh forse quella specie di stendino là dietro un po’ esagerato lo è), è proporzionata, raccolta, compatta ed incredibilmente leggera. Guardate quelle curve, la sinuosità e la fluidità del suo disegno; le gobbe sul tetto per potervi accogliere anche con il casco, non è meravigliosamente sexy con l’assetto picchiato che le fa il culetto alto e sodo?

Ripetete con me:

Alto e sodo

 Ma non è solo bellissima; anche a livello tecnico si fa dar del lei; tutt’ora questa Mazda è riconosciuta come una delle auto col miglior telaio mai costruito, sopratutto in termini di leggerezza, comunicazione e distribuzione dei pesi. Ma fermarsi a parlare del telaio di questa macchina è come guardare un carnaccio senza l’audio. La storia, il carisma, ciò che rende speciale quest’auto è il suo motore; tutta l’esperienza di guida, tutte le emozioni che regala a manate sono date da quella specie di frullatore che se ne sta bello nascosto sotto al cofano.

Talmente nascosto e piccolo che non si vede. Non si vede ma sa farsi rispettare.

Se il motore (nome in codice 13B-REW) infatti gioca a nascondino non può però sfuggire ad un occhio esperto la sua disposizione; sì anteriore ma in posizione praticamente centrale. Questo permette all’auto di avere una ripartizione dei pesi esattamente 50:50. Ma torniamo al protagonista incontrastato della faccenda: il gruppo propulsore. Motore a ciclo Wankel (se non sapete cos’è, dopo esservi vergognanti, cliccate qua), doppia camera, 1,3litri biturbo sequenziale, capace di oltre 300CV a circa 6500giri ma con limitatore ad oltre 9000giri (a seconda della mappatura, pensate che originariamente è limitata 276CV e 180km/h!). Questo fu il primo propulsore di serie del mondo dotato di un sistema biturbo sequenziale in cui due turbine lavorano a diversi regimi in modo da evitare problematiche varie tra cui il famoso turbo-lag. Bastano questi pochi dati a far bollire il sangue a qualunque appassionato. Se poi non bastasse ci penserà il rumore di sto motore, il suo braap braap braap è capace di risvegliare istinti primordiali.

A voi non fa venire strane voglie? Sinceri eh

Che poi, che fosse speciale lo sapevo ancor prima di salutare il mio gattino e di chiudermi dietro la porta di casa. Ma che lo fosse così tanto, no, decisamente no. Di macchine ne ho provate tante e di sicuro – lo spero! – ne proverò tante altre ma questa, proprio questa, è stata una delle esperienze più definitive di sempre.

Non mi ha fatto innamorare perdutamente di lei per la cattiveria, l’accelerazione brutale o la capacità di obbligarmi a cambiare le mutande. No, questa macchina, CON QUESTO SETUP (così evitiamo pensieri – e commenti – del tipo “eh ma miocuggino ne ha una con il motore LS1 della Corvette vediamo se non ti spaventa”) mi ha lasciato senza parole, con il cuore in una mano e il portafogli (vuoto) nell’altra pronto ad urlare shut up and take my money, per la sua capacità di accelerare senza alcuna fatica apparente. Sembra un treno per quanto dolcemente ma inesorabilmente acquista velocità.

Lo penso da quando ci son stato sopra, ora lo scrivo. Questa macchina, questa RX-7, questo ferro incredibile, tira e va come una moto. L’ultima volta che ho provato un tiro simile è stato quando sono stato passeggero di mio fratello sulla sua vecchia CBR 900RR a carburatori. E diciamolo, dire di una macchina che tira come una moto è di gran lunga il più grande complimento che le si possa fare.

E poi gli interni che sembrano costruiti attorno a voi, è esagerata: una volta con le cinture strette la macchina diventa il vostro esoscheletro, un po’ come i robottoni di Pacific Rim si instaura un vero e proprio collegamento neurale tra voi ed il telaio. Come una MX-5… ma molto più di una MX-5.

La potenza e la coppia sono spalmati su tutti i 9000 giri di cui il motore è capace con la stessa cura con cui voi spalmereste il burro su una fetta biscottata. Non ci sono picchi di cattiveria o accelerazioni improvvise. No, il motore tira esattamente uguale, lineare, corposo e possente dal minimo al limitatore. Tiro una marcia, allungo, limitatore, fuori una dentro un’altra, gas. L’allungo ricomincia con forza, limitatore di nuovo, fuori un’altra e dentro quella dopo, gas. Il tiro non cambia mai, non si ammoscia, anzi, da una marcia all’altra sembra quasi averne di più, proprio come una moto. Ripeto, la cosa incredibile di questi 10 quintali di acciaio e alluminio, è la loro capacità di accumulare velocità ed energia cinetica con una semplicità disarmante.

Si rischia di guidarla con sta faccia qua:

Dopo averla provata ci si dimentica all’istante che questa Mazda consuma come una petroliera, ha 20 anni e che il motore wankel va trattato con i guantini di seta. Dopo averla provata e aver sentito il suo rumore, acuto e roco, basso,  cupo e metallico tutto allo stesso momento, non si può far a meno di desiderane una.

L’ultima volta l’ho lasciata così, che meraviglia.

Spero tanto di rivederla presto d’altronde ho saputo che il proprietario di questa Mazda ha un negozio (questa la sua pagina) di importazione di auto direttamente da Yokohama, credo proprio diventeremo amici. Mi servirà una carta di credito raffreddata a liquido.

Articolo del 28 Giugno 2018 / a cura di Il direttore

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  • REsuperG

    …Da ex possessore, non posso che confermare quanto scritto, a leggere questo articolo mi è rivenuta la pelle d’oca. Con qualche modifica in più, questa sensazione di linearità verrà meno…complimenti

  • Emanuele

    Belle le foto. Bello l’articolo. Bravo tu a collezionare queste auto fuori dal comune e sempre speciali. Complimenti.

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