Un paio di settimane fa abbiamo dato il via ad una rubrica particolare: le più toste Formula 1 costruite in Lego. Abbiamo iniziato dalla curiosa Brabham BT46B e oggi, essendo il 1° maggio, dedichiamo con affetto e nostalgia questa puntata ad Ayrton Senna e alla McLaren MP4/4 con cui dominò il campionato del mondo di formula 1 nel 1988 vincendo il primo dei suoi tre titoli mondiali.
Appena ho iniziato a scrivere l’articolo mi è immediatamente venuto in mente James May. Chi di voi ricorda il suo documentario James May’s Toy Stories? Era una serie inglese divisa in sei puntate prodotta dalla BBC, il cui scopo era quello di far rivivere il mito di alcuni giochi del passato e farli conoscere ai giovani. Nella quinta puntata James parla di Lego e nel dubbio costruisce una intera casa nel Surrey composta da oltre 3 milioni di mattoncini.
Un’impresa epocale, riuscita anche grazie all’aiuto di ingegneri, architetti e centinaia di volontari sul posto.
Il nostro, di ingegnere, invece, usa meno pezzi di quelli necessari a costruire una casa e, con il solo aiuto del suo CAD 3D, progetta formulini a raffica con una precisione maniacale, perfettamente in scala e esageratamente realistici. Se lo scoprissero in Tatuus lo assumerebbero come responsabile ricerca e sviluppo.
[adinserter block=”1″]
Preparate il portafogli
Anche questa volta Rosco (il nome in codice del nostro folle ingegnere) ci sorprende con i dettagli: sterzo e sospensioni realmente funzionanti, motore V6 e relative turbine, fondo piatto, estrattore posteriore, giunti omocinetici, meravigliose prese d’aria laterali sulle fiancate, fanalino di coda e, da non sottovalutare, la livrea perfetta replica dell’originale.
Il telaio è nero come il carbonio e la carrozzeria si rimuove come nella vera McLaren, mostrando 4 radiatori in scala anch’essi costruiti in Lego!
Sono necessari ben 1592 pezzi per costruirne una, le istruzioni sono online anche se per comprarvi tutti i pezzi necessari vi serviranno ALMENO 600 eurini. Quindi, prima di andare a prelevare del contante di notte al bancomat sotto casa per costruire questo modellino, andiamo a riscoprire come, negli anni 80, la McLaren ha progettato quella vera con cui bastonò tutti.
[adinserter block=”1″]
McLaren MP4/4: in RollingSteel amiamo i ferri, ma questa era tutta di carbonio.
Piccola premessa: questa McLaren è stata una Formula 1 nata con la camicia, come si suol dire, perché insomma, provate a mettervi nei panni di quest’auto: siete nel 1988, nascete in Inghilterra in McLaren, avete un telaio monoscocca in fibra di carbonio, un propulsore Honda V6 biturbo da 650 cavalli, un papà di nome Murray (si lo so, lo stesso della Brabham di due settimane fa) e vi guida Senna o, mal che vada Prost, mica Pippo Franco. Siete proprio delle piccole macchinine fortunelle, i vostri compagni di scuola sono invidiosi e vogliono tutti essere invitati alla festa del vostro compleanno.
Torniamo quindi indietro di più di 30 anni e scopriamo assieme cosa riuscì a fare quest’auto in una sola stagione di Formula 1.
Data astrale 1987, Woking, Inghilterra.
Il buon Ron Dennis ha ancora (quasi) tutti i capelli e, più di ogni cosa, brama il titolo mondiale F1. Per farlo ha bisogno di poche, ma ottime cose: dei piloti di razza, dei progettisti con le palle quadre e un’auto superba.
Fu così che chiamò il buon Gordon Murray e, minacciandolo di succhiare il suo sangue, lo convinse ad abbandonare la Brabham per andare in McLaren. Giunto a Woking, Murray iniziò a progettare una macchina con molto carbonio e – un po’ come aveva già fatto con la Brabham BT55 “Sogliola” – il più bassa possibile (grazie anche ad un propulsore a V di 80°, più aperto e più basso dei precedenti) per fendere meglio l’aria e per avere il baricentro più favorevole, un po’ come i suv. L’unica cosa che mancava era la coppa dell’olio disegnata dal vento, ma questa è un’altra storia.
Anche la Honda venne convinta ad abbandonare la Williams campione del mondo per vendere i motori alla McLaren mentre, parallelamente, Ron affiancava ad un deluso Alain Prost un giovane e arrembante Ayrton Senna.
Tutta la meccanica si stava oliando, lubrificando, ingrassando, per iniziare a girare perfettamente, armoniosamente. Tuttavia a solo due settimane dall’inizio del campionato la nuova McLaren MP4/4 non era ancora pronta. Un inizio stagione davvero preoccupante ed al limite dei tempi, ma appena uscita dai box per i primi test, la MP4/4 fece capire che aveva qualcosa di magico, di particolare. In McLaren capirono in fretta di avere tra le mani una fortuna che fece diventare la scuderia di Ron Dennis una delle più prestigiose della storia della F1.
Durante la stagione, infatti, Senna e Prost collezioneranno 15 vittorie su 16 gare, 25 piazzamenti a podio, 15 pole position. Vincerà il titolo piloti Ayrton Senna ed il titolo costruttori andò alla McLaren con 199 punti distaccando Ferrari (al secondo posto) di ben 134 punti. Da segnalare che l’unica gara non vinta quell’anno da questo ferro fu quella di Monza a causa di un incidente che coinvolse Senna e il doppiato Schlesser: con il brasiliano fuori dai giochi passò per primo sul traguardo Gherard Berger con la sua Ferrari.
Ad ogni modo, il campionato del 1988 non venne solo vinto, venne letteralmente dominato. Un dominio che, cosa più importante, costituì la base per i campionati a seguire: la McLaren infatti, con Ayrton e Prost, vincerà ininterrottamente per 4 anni di fila fino al 1991 compreso.
Vorrei chiudere questa storia con un pensiero personale. Ogni volta che vedo Senna mi viene in mente questa McLaren MP4/4, ed ogni volta che penso a quest’auto, la associo immediatamente ad Ayrton. È evidente che erano fatti l’uno per l’altra.
Testo di Luca Cortese.