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La crisi dei chip, fra auto nuove introvabili e usate che valgono sempre più

State acquistando un nuovo smartphone e siete disperati perché vi hanno chiesto di attendere un mese per averlo? Suvvia, fate un bel sorriso e, piuttosto, andate a consolare il vostro amico che ha ordinato la macchina nuova: lui può doverne aspettare anche dodici

Ebbene sì, siamo nel bel mezzo della cosiddetta chip crunch, la crisi dei semiconduttori dovuta alla penuria di materie prime e circuiti. Di chi è la colpa? Fra i responsabili includeremmo il consumismo, le tecnologie sempre più sofisticate e qualche errore di valutazione degli stessi produttori.

Al volo, cosa sono i semiconduttori? In parole molto povere sono materie prime, semimetalli sfruttati per produrre chip, memorie e circuiti integrati che consentono ai dispositivi elettronici che usiamo tutti i giorni di funzionare.

ALTRO CHE LOCKDOWN

Dato che nel mondo in cui viviamo non si fa nemmeno la cacca senza avere in mano un dispositivo che sfrutta un microchip, è pacifico che la domanda di semiconduttori è sempre molto alta. Vi sarete però accorti che all’inizio del 2020 è esplosa anche una pandemia che ad oggi non è stata domata; da qui lo stop temporaneo dell’estrazione e della produzione o comunque un rallentamento degli stessi e la conseguente penuria di semiconduttori.

Un mondo solo apparentemente in pausa, perché la domanda di dispositivi tecnologici in realtà non è mai davvero diminuita (vedi smart working e troppo tempo libero per navigare su feisbuc e compagnia), il che ha ulteriormente peggiorato la crisi.

In particolare, come dicevamo, per l’auto. Ma perché? Beh, un paio di esempi: per aziende come Tsmc di Taiwan, probabilmente il più grande fornitore di chip al mondo, il 90% dei ricavi deriverebbe dal settore tecnologico, mentre quello automobilistico rappresenterebbe appena il 3%; inoltre, l’industria automobilistica in generale assorbirebbe il 15% della produzione di semiconduttori, contro il 50% dell’elettronica.

– Tanto per avere un’idea di quanta elettronica abbiamo a bordo oggi –

Le automobili che guidiamo oggi sfruttano parecchia elettronica – sembra dai 1500 ai 3000 chip di vario genere, a seconda del livello di tecnologia adottato – ma si tratterebbe spesso di tecnologia meno sofisticata di quella dedicata agli smartphone, ai computer e ad altri prodotti, il che significa, di fatto, che l’automobile – chippamente parlando – è meno importante.

SPARITO IL NUOVO, DECOLLA L’USATO

In sostanza, meno chip = meno auto e il mercato delle auto nuove soffre, soffre parecchio. Alla domanda non corrisponde per niente l’offerta: si stima che la crisi possa terminare nel 2023 e, considerando il triennio 2021-2023, si arriverebbe ad una contrazione della produzione di circa 15 milioni di veicoli – per rendere l’idea, si tratta del mercato statunitense di un anno (fonte Ihs Markit).

Protagonisti come Luca De Meo (AD di Renault) hanno già dichiarato che i prezzi delle automobili aumenteranno sempre più a causa del rincaro dei chip, per non parlare di quello della stessa energia e di materie prime come rame e alluminio.

– (Rendering Budget Direct) –

Il che, fra l’altro, porterebbe ad una pericolosa tendenza (per il consumatore): l’attesa di 10-12 mesi per un’auto nuova sembra infatti non sia altrettanto lunga per i modelli più costosi che, quindi, vendono di più, tanto che alcuni costruttori starebbero rivedendo le proprie stime sulla base di un mercato che vede meno auto vendute ma più care.

Che si fa, quindi? Ci si butta sull’usato? Ni, perché il problema coinvolge anche le auto usate: se mancano le nuove, i prezzi dell’usato non possono che salire… Secondo Moody’s, negli USA i prezzi sono aumentati del 34% nel corso del 2020 e di un altro bel 10% all’inizio di quest’anno.

Alcuni produttori stanno mettendoci una pezza: Ford, che ha dovuto fermare la produzione della Fiesta da maggio a luglio, su questo ed altri modelli rinuncia all’installazione di alcuni accessori pur di metterli su strada; così sembra stia facendo anche Mercedes-Benz, con modelli “menomati” prodotti da giugno in avanti (perciò, se vedete una nuova AMG senza i fari a LED, non date del barbone al suo povero, impaziente proprietario… non è colpa sua).

Altri marchi, come Land Rover, devono necessariamente seminare il panico fra concessionarie e clienti, con annunci di tempi di attesa che superano i 12 mesi praticamente per tutti i modelli, compreso il nuovo Defender.

La maggior parte delle case dichiara comunque di essere fiduciosa in un rientro dell’allarme in tempi brevi. Tuttavia, costruttori e interi Paesi si stanno muovendo per risolvere la questione semiconduttori una volta per tutte, limitando la loro dipendenza dai fornitori esterni, che restano i soliti, vedi Tsmc, Smic, SamsungIntel. Una faccenda pericolosa sotto tutti i punti di vista, non solo quello economico: Tsmc, la più importante, ha sede a Taiwan, un territorio al centro di un costante battibecco fra Cina e Stati Uniti; considerata la sete di microchip e il prezioso know-how di Tsmc, la storia potrebbe portare ad un epilogo fin troppo scontato anche per il prossimo thriller sociopolitico da Autogrill…

Articolo del 12 Novembre 2021 / a cura di Davide Saporiti

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  • Giovanni

    Dite quello che volete, ma un’AMG (ma anche una BMW M) con allestimento base duro & crudo mi attizzerebbe abbastanza. Stile Clio RS Cup, senza radio, clima, navi, cerchi da 23″…. 🙂

  • chicco

    E’ da un po’ che desidero guidare di nuovo qualcosa con i carburatori. Magari è la volta buona.

  • Marco+Gallusi

    … e finalmente si torna a guidare la vecchia Uno Turbo

  • Frank

    Io una cosa spero: che i ragazzini che estraggono litio etc. in Africa a un certo punto. al limite della sopportazione, piantino su un casino che a confronto il Sessantotto era una sciocchezza, le industrie abbassino un po’ il tiro e la loro sete di profitto e quelli che sono convinti di liberarsi delle lobby del petrolio senza sapere che finiscono nelle mani di quelle dei metalli rari (e magari sono pure contro il nucleare, l’apoteosi del cretino fino in fondo) scoprano l’amara verità. E allora, che cazzo, con l’automobile torneremo a farci le vacanze (cioè ne faremo l’utilizzo diametralmente opposto a quello possibile con le elettriche) e a lavorare ci andremo in bicicletta, come faceva mio nonno: almeno saremo coerenti con noi stessi. Ogni giorno che passa questo sistema è sempre più azzoppato, l’ambientalismo è diventato una religione dogmatica.

    • DF

      Come spacca la amg con i cerchi di latta, una vera sleeper!

  • Tab Brt

    In questo contesto bisogna ammettere che Tesla si sia mossa meglio di tutti. Hanno adattato il loro software a chip diversi per ovviare allo shortage.

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