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BMW M3 e46, sei cilindri di goduria

Se c’è una casa automobilistica che negli ultimi anni mi ha fatto sentire abbandonato, sicuramente questa è BMW. Sono cresciuto facendo pensieri impuri su alcuni dei ferri più incredibili mai usciti dagli stabilimenti di Monaco di Baviera e tutt’ora reputo che, nonostante tutto, quando uno sceglie una Serie 3 piuttosto che un’Audi a4 o una Mercedes Classe C, dimostra, quanto meno, di capirci di auto e di avere un po’ di stile. Ho sempre trovato le BMW delle auto con del carattere ecco.

– tanto carattere –

Tuttavia ultimamente mi pare che BMW stessa si sia un po’ bevuta il cervello: vedo i cataloghi della casa tedesca e rimango stranito nel vedere che fra gli accessori si può trovare:

  • Il volante sportivo M
  • la leva del cambio sportiva M
  • kit estetico in plastica simil-carbonio M
  • griglie M
  • pinze freno M
  • le grafiche M
  • dischi M
  • cerchi M
  • sedili sportivi M
  • tappetini M
  • alette parasole M
  • qualunque cosa, chiave compresa, M

Ecco, va bene, siamo tutti d’accordo, il reparto Motorsport di BMW ha sfornato alcuni dei ferri più incredibili della storia ma, a me, pare che qui si stia un po’ esagerando. Invece che far di tutto per far sembrare sportiva un’auto, non conviene fare macchine normali per persone normali e poi sfornare ferri incredibili come la M2 che è una M per davvero? Boh, non ho studiato marketing, forse quelli furbi sono loro e lo scemo io, rimane il fatto che io una 118i M Sport a trazione anteriore non la comprerei nemmeno sotto minaccia.

Quindi, per ricordare a tutti, reparto marketing BMW compreso, cosa vuol dire una VERA AUTO SPORTIVA degna di avere la M che anche se non ce l’avesse andrebbe da dio lo stesso, ho provato per voi una vecchia, gloriosa, straziante, lussuriosa, porno, BMW M3 e46, manuale (con leva del cambio M eh).

Una macchina, la M3, che ho inseguito per lungo tempo e che una volta incontrata non solo non ha deluso assolutamente le mie aspettative ma anzi mi ha lasciato con la mandibola per terra e una strana sensazione nelle mutand nello stomaco, il tutto grazie ad un equilibrio perfetto fra un drammatico motore aspirato famelico di giri, un telaio esagerato, uno sterzo che definire preciso non è abbastanza e un cambio semplicemente perfetto.

Proprio un gran ferro di macchina la vecchia M3, una di quelle che vorrei, oltretutto, per poter vivere uno di quei rari momenti di guida estasiata che nella vita di noi appassionati di auto e di guida ogni tanto capitano. Sono sicuro che un ferro come questo sarebbe la compagna giusta per correre nell’oscurità di una solitaria strada di montagna immerso nella natura e nei miei pensieri, spingendomi in avanti al rauco grido del suo straordinario sei cilindri aspirato.

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Non servono diavolerie elettroniche o schermi touch per fare del cinema, su questa vecchia M3 c’è praticamente tutto quello che serve per sentirsi piloti e godere appieno della meccanica a portata di mano: come la MX-5 ma molto di più che la MX-5, la M3 è un’auto che nella sua semplicità tira fuori la poesia della guida. Vi trasforma in piloti, vi istiga e vi insegna e, al canto del suo lussurioso 6 cilindri in linea, vi conduce – spesso di traverso – verso il piacere di guida estremo.

Telaio

Motore

Cambio e poco cinema

Sette foto per riassumere quello che serve, d’altronde vogliamo solo guidare, vogliamo vedere la strada aprirsi davanti a noi, vogliamo sentire il motore allungare oltre i 4000 giri per scrollarsi di dosso l’inerzia e lanciarsi urlando feroce, meccanico, acuto, lancinante e rabbioso verso gli 8000 giri, via il gas e giù la frizione giusto un’istante prima del limitatore, fuori una marcia dentro un’altra e ricominciare, sono tutte sensazioni analogiche e senza tempo che nessun numero al mondo può spiegare e che nessuna cincaglieria elettronica riuscirà mai ad imitare.

Lungo queste strade che ho percorso centinaia di volte, la M3 mi mette subito a mio agio e nonostante le sue dimensioni riesco a bucare lo spazio come se fossi su una macchina grande la metà. La sensazione di raccoglimento è totale e il volante, dalla corona un po’ troppo spessa ma piacevolmente piccolo, mi fa sentire parte integrante dell’esperienza di guida: mi sono chiuso la portiera dietro pensando oh bella questa macchina e adesso che la guido mi domando come abbia fatto a vivere tutta la vita senza di lei, ne voglio una.  Un pensiero aiutato e acuito dallo scarico aperto che lascia il 6-in-linea libero di essere sé stesso, libero di inebriare gli astanti con il suo sgangherato rumore metallico a bassi giri che, avvicinandosi all’eden del contagiri si trasforma in un latrato alto acuto e metallico.

Accompagnati da questa sinfonia da MTV Music Awards del 1992 (vi dico solo Van Halen – Eric Clapton – Queen – Guns N’Roses e Metallica) ci si ritrova per le mani un motore tanto pastoso nei transitori quanto rabbioso in alto, il sei-in-linea aspirato ha la curva di coppia spalmata lungo tutto l’arco dei giri, arco che viene percorso senza botte o fuochi d’artificio ma semplicemente con forza e costanza, spingendo l’auto in avanti con decisione per poi diventare rabbioso una volta superati i 5000 giri, limite oltre il quale bisogna essere veramente consci di quello che si sta facendo perché questa è una di quelle auto che, quando sembra andare forte, sta andando forte per davvero. L’erogazione lineare del motore inoltre permette di dar vita (colpa del motore eh!) a sovrasterzi di potenza perfettamente controllabili grazie ad un differenziale autobloccante meccanico (sarà un differenziale sportivo M?) che aiuta e infonde sicurezza, senza mai dare la spiacevole sensazione che il retrotreno stia per diventare l’avantreno e viceversa.

E poi, senza esagerare che poi è troppo, questo ferro è troppo cafone: un po’ come i vostri amici che su Instagram si fanno le foto allo specchio in palestra condendo il tutto da una pioggia di #nopainnogain e #nevergiveup, la M3  mostra spudoratamente i muscoli e fa capire al volo che con lei non si scherza. La carrozzeria sembra un velo metallico che fatica a contenere la potenza meccanica nascosta sotto di essa: i passaruota allargati, la gobba sul cofano per contenere il motore, gli sfiati dell’aria dietro alle ruote anteriori (tristemente finti, shame on you BMW!) e infine il clamoroso estrattore posteriore che incornicia quattro scarichi ravvicinati, sono tutti elementi che contribuiscono al fascino animalesco di questa macchina.

Ancora oggi, dopo tanti anni dalla sua uscita, questa macchina fa venire pensieri sudici anche al più distratto dei non appassionati di auto, è una cattiva ragazza e, se si è un po’ deboli, non si può che innamorarsene perdutamente. La M3 è un’auto capace di regalare emozioni così intense e pure che rimane solo il dubbio su come mai non si facciano più auto così, semplicemente… semplici, con poche M (al posto giusto) ma con tanto carattere. E voi, cosa preferite? I tappetini M o le eMozioni?

– lo sportellino benzina non è chiaramente uno sportellino sportivo M –

Nota finale per i più smanettoni: la M3 che vedete ha subito alcuni upgrade per renderla, laddove possibile, migliore. Uno fra questi è il differenziale autobloccante meccanico al quale è stato aggiunto un disco frizione (da 5 a 6) bloccando così al 40% invece del canonico 25%. Assieme al differenziale è stata cambiata la coppia conica accorciando il rapporto finale, da 3.62 a 3.92 mentre l’assetto è un BC racing completamente regolabile. Per i freni, da sempre tallone d’Achille della M3 e46, sono stati sostituiti i dischi utilizzando l’impianto della M3 e92, con pinze a 6 pompanti all’anteriore e a 4 al posteriore. È infine stata aggiunta una barra di rinforzo a X per il sottotelaio e una barra che collega i duomi posteriori. Tutte modifiche non radicali ma anzi mirate a tirare fuori il massimo da una macchina estremamente prestante, capace veramente di regalare ondate di puro piacere di guida, dote oramai sempre più rara nel moderno mondo dell’elettronica di consumo.

Disclaimer: Questo prova è stata realizzata prima dell’entrata in vigore del dpcm 11/3/2020 e per farla ci ho pure perso un paio di occhiali da sole rubati alla morosa, ziocàn!

Articolo del 24 Marzo 2020 / a cura di Il direttore

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  • Alfonso Zanetti

    La migliore M 3 di sempre come linea e come vettura sportiva nel suo complesso.

  • Totò

    La migliore di sempre!

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