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Ayrton Senna sempre

Dei miei primi dieci anni di vita non ho grandi ricordi, quasi nessuno, e quei pochi che resistono sono comunque sbiaditi. Ce n’è invece uno, che risale a quando avevo appena 8 anni, che è inciso indelebile nella mia testa. Oggi lo vivo come se fosse successo ieri, ancora oggi mi riesce difficile crederci.

Era il primo Maggio del 1994, una calda domenica di Maggio. Ero al compleanno di un caro amico; uno di quei compleanni che fanno i bambini, nella saletta condominiale con un sacco di invitati e di dolci. Quello stesso giorno c’era il gran premio di Formula 1 ad Imola e quindi, da buoni appassionati, avevamo messo una tv nella saletta del compleanno.

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Fino a quel momento era una domenica qualunque ma da li a poco sarebbe diventata una domenica che ricordo tutt’ora.

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Non scorderò mai quel che vidi pochi giri dopo la partenza, non scorderò mai quella Williams blu scartare violentemente verso la sinistra del teleschermo, non scorderò mai i suoi mille pezzi invadere la pista come se fosse esplosa contro quel maledetto muretto.

Ricordo bene che, negli interminabili secondi appena dopo lo schianto, con la macchina ferma, vidi il casco giallo muoversi. Tirai un sospiro di sollievo, “è vivo” pensai.

Ricordo ancora che, quando tirarono Senna fuori dalla sua macchina e lo sdraiarono alla sua destra vidi, mi pare, che mosse i piedi. L’idea che fosse ancora vivo si fissò nella mia testa.

Probabilmente però quello fu l’ultimo movimento nella vita del più grande uomo e pilota che la formula 1 abbia mai conosciuto. Non scorderò mai Magic Senna.

Una delle poche cose belle di avere trent’anni è questa. Posso dire di aver visto correre, lottare e vincere Ayrton Senna.

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Le foto di questo articolo sono state scattate un paio di anni fa all’autodromo di Imola nel corso di un evento organizzato per i vent’anni passati da quel primo Maggio del 1994 in cui Senna morì, un giorno dopo Roland Ratzenbreger, una curva prima di lui, contro il muro del Tamburello.

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Articolo del 14 Febbraio 2016 / a cura di Il direttore

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  • giovanni

    La penultima fotografia è…definitiva!

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