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XJR-15 LM: the Jap Jag from the Nightclub

Il Giappone è e resterà un punto fisso nei racconti di questo Web Magazine, giacché è ricco di storie assurde, pura passione e mezzi spaziali talmente pazzeschi da sembrare inventati – tipo quando un tuo amico sta raccontando una cosa figa e tu devi pisciare più lungo.

Ecco, il Giappone lo fa e non sporca manco la tavoletta.

Non chiamateci “fanboys”, questa faccenda sarebbe potuta accadere in Madagascar e sarebbe stato lo stesso.
Noi teniamo alta la nostra bandiera, contro il cartello del grigio giornalismo automobilistico qualunque, presente in Italia. Per questo, ogni qualvolta ci capiti sotto gli occhi qualcosa di interessante ve lo riportiamo, come la storia alle spalle della XJR-15 LM.

Credits: Jalopnik

Abbiamo parlato di Giappone e di Jaguar XJR-15, cosa c’entrano ‘sti due nomi agli antipodi della terra piatta? Qual è l’anello mancante tra i due elementi?

La risposta è Salaryman Mashamoto.

Esatto, proprio il nostro ex bosozoku preferito ci ha chiamati per dirci che al TAS 2020, in gennaio, è spuntata dall’ombra una XJR-15 “modificata” allo stand Roberuta, cosa che ci ha lasciati un po’ perplessi come immagino possa lasciare come dei babbazzi pure voi; ergo abbiamo deciso di informarci e far chiarezza sulla faccenda.

Cioè, è modificata ma in realtà è di serie, però non è esattamente come da fabbrica però lo è.

Prendete i vostri orologi Casio e il vostro walkman con una buona scorta di cassettine, che vi si riporta nei tardi anni ’80/ primi ’90.

Alla fine del decennio più cazzuto, pieno di neon e di cocaina del mondo, pure in Giappone non ci andavano leggeri e importavano Ferrari F-40 come fossero completini sexy da Wish perché considerate validi investimenti (che malemale non ci hanno visto questi); tra questi brillanti surfer della bolla delle italiane esotiche c’era tale Katsuji Tachi che decise di comprare oltre una ventina di Countach 25° Anniversario per la stessa ragione degli altri abbienti businessmen che stavano facendo sta manovra delle quattro ruote pizzamandolino.

Tuttavia la bolla è scoppiata e il signor Tachi, tagliato d’oppio com’era, è riuscito a convincere le concessionarie a ricomprarsi le Countach al prezzo di vendita (‘Tachi sua), non era l’ultimo degli scemi.

Tra le varie auto che questo Gordon Gekko dell’Estremo Oriente si è comprato come investimento, negli anni, figurano anche due Jaguar XJR-15 Road Car, cosa che lo ha reso pappa e ciccia coi ragazzi di Tom Walkinshaw; abbastanza pappa e ciccia da invitarli per un weekend, pagare un privè in un nightclub di Tokyo e mettersi a tavolino a discutere di una variante  un po’ più spinta di ste patacche britanniche, tutte carbonio e monodado.

Credits: Jalopnik

Tra figa e bamba musica e champagne i rappresentanti di TWR si fanno convincere a fare una versione sotto steroidi della già strepitosa giaguara di Coventry ma, siccome sanno che stanno parlando con l’uomo che ha diretto tutta l’orchestra del “caso Countach”, si son messi le mutande di latta e gli han risposto “A Katsù, famone tipo cinque, così, per l’esclusività sai no? Na robba da ganzi veri.”.

L’idea iniziale era di prendere il motorone 7.0 V12 della XJR-9 vincitrice di Le Mans in Gruppo C nel 1990 e ficcarlo dietro le spalle del guidatore, che pareva una grande idea. Però in TWR cambiarono idea e incastrarono il 7.4 LM Spec V12  del 1991 utilizzato dalla cugina palestrata XJR-12 accreditato per 750-760 cv – dicono -, in sti cinque telai extra che vennero denominati, appunto, LM.

Immaginatevi di essere al semaforo con la vostra bella macchinina, motore preparato, pistoni stampati, bielle, camme e tante altre cosine gustose e vi affianca questo tizio che pare Charlie Sheen – ma giapponese – con una XJR-15 LM, con il suo V12 60°, due valvole per cilindro, completamente in alluminio, che urla a 7000 giri ad ogni sgasata.

Cosa fate?

Le principali caratteristiche discriminanti, a primo impatto, rispetto alle sorelle più noiose, sono un alettone posteriore maggiorato, i quattro terminali di scarico gemellati, uno spoiler sottoparaurti anteriore grande come la pala di uno spalaneve e uno snorkel sopra al vano motore di dimensioni tali da poter inghiottire anche il cane rompipalle dei vostri vicini, per far respirare i 12 cilindri del mostro sputafuoco che vi sta proprio sotto.

Credits: Jalopnik
Credits: Jalopnik

Queste cinque auto vennero costruite solo ed esclusivamente per il Giappone ed è lì che si trovano tutt’oggi, due verdi, due blu e una bianca, che è il telaio n.01 e, ovviamente, quella di Tachi-San; perché tutti vogliono essere il Power Ranger rosso ma ce ne può essere solo uno.

Questi mezzi sono rimasti dimenticati nell’oscurità per trent’anni per tornare alla luce solo ultimamente, è evidente che il mondo è pronto per riportare alla luce questi unicorni splendidi.

Articolo del 12 Luglio 2021 / a cura di Filippo Roccio

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  • Flavio

    Sul fatto del power rangers rosso alzo le mani….sto ancora piangendo dalle risate!!!

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