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TVR Tuscan Speed Six: e sai cosa guidi

Mai avrei creduto di poterne avere una qui, e invece oggi ci facciamo pettinare da uno dei missili di Blackpool più famosi e diffusi. Dimenticata troppo presto, sopravvissuta nella memoria e nei polpastrelli consumati di chi la guidava in Gran Turismo: Signore e signori date il benvenuto alla TVR Tuscan.

In Inghilterra c’è chi dice che per essere un vero appassionato di auto devi aver posseduto almeno una volta nella vita una Alfa Romeo. Ecco, da noi il discorso è ben diverso: le Alfa da noi sono naturalmente più diffuse e spesso, purtroppo, sono poche quelle che non vengono trattate come i cavalli nel Far West. Torniamo per un attimo all’inizio, se dovessi dare un’interpretazione a questa affermazione, oserei dire che per essere un vero appassionato di auto devi apprezzare le TVR, ma possederne una è chiedere un po’ troppo forse.

Let me explain why..

Il mondo delle auto è fatto a volte di sogni nel cassetto che si traducono in pessime realtà, altro che Roberto Carlino; in effetti, non è così facile svegliarsi una mattina e dire: “Sai cosa? Metto su una casa automobilistica”. Se possiedi il vil denaro puoi farlo salvo poi accorgerti che non andrà come avevi immaginato. Ci sono stati diversi casi del genere, dove quattro inglesi annoiati hanno messo su dietro casa una linea di produzione di auto. Di solito il massimo che si riesce ad ottenere è realizzare in piccola serie delle kitcar che sono copie o interpretazioni di modelli con nomi più blasonati o di successo. In realtà già così non è niente male, ANZI: gli esempi sono molteplici quali Lister Bell, MK Indy ecc. Chi non ci metterebbe la firma per mettere il proprio nome su repliche di GT40, Strato’s o Caterham? Io si, a dire il vero ci sono altre case che producono sports car o track day addicted da loro ideate per ravvivare la vita al di fuori del letto di persone alquanto benestanti. Ariel, BAC, Morgan ecc DIO VI BENEDICA. Noi ad esempio abbiamo messo le mani su due pezzi da novanta come  Caterham e Radical.

Vi piace quello che vedete qua sopra? Beccatevi le prove QUI e QUI!

Ebbene, la TVR è forse l’emblema, secondo il mio più modesto parere, di quell’entusiasmo made in UK del farsi un’auto in casa, come succedeva in passato in Italia con le moto, piccoli marchi nati negli scantinati dalla passione in comune di due o più persone. Per farlo però ci vuole tanta passione, ma vera: non di quella che si compra al supermarket dei likes che vi fanno sentire figo se pubblicate foto della vostra bimba con il nome della pagina di Instragram incollata sul vetro. Troppo? Andiamo avanti.

Oltre ad avere radici lontanissime, quasi quanto della Ferrari, (1947 DUH) la TVR ha lasciato un segno inconfondibile, tramutando il concetto inglese di Underdog (termine che indica un individuo o una squadra, dato per sfavorito dai pronostici) nella storia dell’automobilismo soprattutto durante il periodo della gestione di Russ Peter Wheeler.

CHI? LUI

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Dal 1981 al 2004, questo apparentemente innocuo signore dello Yorkshire, ha trasformato la TVR da casa automobilistica di provincia un po’ maledetta dalla sfortuna e innovatrice in un manicomio che produceva anche auto ogni tanto. Scherzi a parte, il marchio inglese con le mosse giuste pian piano ha potuto alzare la testa e sopravvivere nel frattempo alla moria delle case concorrenti, rimanendo infine una delle poche a potersi permettere il lusso di rompere le palle ai marchi di supercars d’oltre manica più celebrati. Specialmente negli anni 90, dai capannoni di Blackpool uscivano dei ferri non indifferenti, e così, grazie anche ai videogiochi e film con John Travolta, il mondo potè accorgersi di quanto fossero fighe le TVR.

Eccovi due buoni motivi per rispararvi Codice: Swordfish.

Volete un’idea del pensiero Wheeler? L’Unione Europea e gli USA hanno fissato da diversi anni alcuni rigidi “paletti” che le auto devono rispettare per essere omologate, ma veniamo a noi, nessuna TVR, compresa l’ultima Sagaris ha mai avuto alcuna forma di ABS o almeno di airbag frontali perché Wheeler credeva che tali dispositivi promuovessero l’eccessiva sicurezza e mettessero a rischio la vita di un guidatore in caso di un ribaltamento, dato che a suo parere le TVR erano progettate per resistervi grazie anche all’elasticità della fibra di vetro che veniva usata per le carrozzerie. Controllo di trazione? Controllo di Stabilità? I don’t think so. Per lui erano tutti elementi che limitavano le capacità di guida del conducente. Della serie: “Non vuoi fare incidenti? Non fare errori.”

Alla U.E.  non piace questo elemento.

Venuto a mancare Wheeler, il marchio è stato venduto al giovane miliardario russo Nicolai Smolensky, reo del veloce decadimento della fabbrica, culminato con la chiusura della stessa nel 2005. Dati i rapporti non idilliaci con i britannici, Smolensky provò a spostare la produzione della Sagaris altrove, qualcuno dalle Canarie dice che avesse scelto la Germania, ma alla fine non se ne fece nulla. Ad oggi si sa solo che la nuova Griffith, per dirlo con un eufemismo: “C’è ma non si vede”. Per info, su rimborsi delle caparre o tempi di consegna chiedere a Les Edgar.

Fosse successo in Italia, Staffelli gli sarebbe già corso dietro con un Tapiro bello fiammante.

Sior Edgar come la va?”

Tapiro Tapiro D'Oro Striscia La Notizia Valerio Staffelli Figuraccia Figura Di Merda Brutta Figura GIF - Ridicolo Idiota Cretino GIFs

POV: Sei Les Edgar e hai appena aperto la porta a Staffelli

Tutta questa introduzione per arrivare a oggi, con noi qui con uno degli esempi più noti della filosofia TVR, la Tuscan Speed Six.

Nel 1999 venne presentata in versione definitiva l’erede per il ventunesimo secolo della celebre Tuscan dei favolosi anni sessanta, inedita nel design, e disegnata senza l’ausilio di computer da Damien McTaggert, uno mai sentito prima. Venne resa disponibile alla stampa specializzata solo nel 2000 per poter terminare senza troppe pressioni lo sviluppo della nuova vettura ma soprattutto del 6 in linea da 3,6 litri denominato “Speed Six”, l’altra grande novità della Tuscan. La potenza inizialmente venne fissata a 360 cavalli, presto portato a 4 litri raggiunse i 380 per la versione “entry level” e infine a 400 per la più potente e veloce, la S come la nostra in prova. Quest’ultima oltre ad avere dei freni AP Racing derivati dalle TVR da corsa, aveva un pacchetto aerodinamico maggiormente curato. S stands for Scary.

La seconda serie invece, oltre all’introduzione di una versione Cabrio, determinava il nuovo corso intrapreso da Smolensky, che fino alla chiusura dello stabilimento di Blackpool volle una Tuscan più “accessibile”: più normale insomma, non un’esperienza di mera sopravvivenza come in passato. Vennero rivisti i fari sia anteriori che posteriori, snaturando un po’ l’unicità che contraddistingueva il modello precedente, le potenze calarono leggermente, e venne resa più utilizzabile anche in città affinando lo sterzo e l’assetto. Non solo, anche gli interni furono rivisitati sempre per andare incontro ad un utilizzo più ergonomico e fruibile.

– TVR Tuscan s mk2, con fari “normali” –

Le varianti di potenze, settaggi, colori, versioni erano infinite e complicate, nonostante la caratura di produzione della vettura, perciò chi la comprava all’epoca aveva quasi infinite possibilità di personalizzazione. Non sto qui ad elencarle tutte sennò facciamo notte. Cercate di capire.

Quindi perché quest’auto dovrebbe essere da appassionati veri?

Solitamente di un’auto elenchiamo prima i pregi e poi i difetti, ma dato che questa è una TVR le cose saranno un po’ diverse dal solito. Eccovi qui i punti salienti per scremare i possibili amanti e non di questo ferro e terrorizzare un po’ chi è abituato alla qualità costruttiva di una Porsche. Basti pensare che all’epoca costava quasi come una Boxster, ma aveva maggior potenza.

Siete pronti? Cominciamo!

-Iniziamo col dire che non vedrete mai il motore della vostra Tuscan, la quale possiede due cofani, uno più esterno sopra il muso utile per rabboccare i liquidi mentre per “mettere mano” o riparare il motore dovrete invece sbullonare l’altro. Ah ma tranquilli, esistono dei kit per convertirlo in uno più normale. Non si è mai capito realmente perché fu pensato così ma credo che solo questo dia un idea ancor più tangibile del fatto che non sia una sportscar convenzionale.

 

Vi si è scaricata la batteria? Bene, procuratevi un cric. Per avere accesso alla batteria dovrete smontate la ruota lato guida, rigorosamente a destra questo perché le versioni a guida sinistra sono: A tutte convertite successivamente e B se ne contano sulle dita di una mano. Perciò se frequentate l’Autostrada o parcheggi a pagamento procuratevi un Telepass. Ma non credo che lo farete.

Le portiere non hanno maniglie di alcun genere, per essere aperte si deve premere un pulsante nascosto sotto gli specchietti, e  mentre attendete che il meccanismo elettronico faccia la sua magia tirate leggermente la portiera. Una volta all’interno, basta trovare a fianco della radio i pulsanti per poterle riaprire e uscire. Facile no?

Il tetto è di tipo “Targama contemporaneamente si rimuove anche il vetro posteriore, per poterlo riporre si può sfruttare il (devo dire) capiente baule. Ah a proposito, quando aprite il bagagliaio andrete a coprire le gemme con stop e frecce integrate poste sotto il montante posteriore ma dont’ worry, ci sarà un triangolo, posto per obblighi di legge che vi permetterà di segnalare la vostra presenza a lato della strada.

– notare le gemme sopra al lunotto –

– e il famoso triangolo. A questo punto notare il tubo della benzina che dal tappo va verso il serbatoio –

-Per aprire i finestrini, fidatevi che vi servirà saperlo, dovrete roteare dei piccoli pomellini posti sulla massiccia console centrale.

– Lo vedete, lì sotto? –

-Per fare benzina dovrete aprire sempre il baule, come nelle prime Delorean, e premere il loghetto “Tuscan” posto sul sedere.

-I ricambi con un po’ di pazienza si trovano su internet, o rivolgendosi direttamente a qualche restauratore specializzato in UK. Questa macchina fa sembrare una Lotus come se fosse stata costruita da Volkswagen o Mercedes, per certi versi è una Kit Car che ci ha creduto fino in fondo. Come direbbero i recensori di auto più famosi di me, la “qualità percepita” non è eccelsa, ma non c’è nulla però che faccia pensare che questa sia una replica di qualcosa già visto, ed è proprio questo il suo bello, è un pezzo unico. Per poter emergere e farsi notare o si costruisce la stessa auto perfezionandola secoli dopo secoli come è stato fatto con la 911 oppure si produce qualcosa di innovativo e inedito sperando che qualcuno sia così folle da compare questo magnifico fuoco di paglia, ma sopratutto che la mantenga, dato che gli sviluppi vari erano fatti praticamente dai clienti stessi. Nessuno si è mai particolarmente preoccupato di vendere auto al di fuori dell’Inghilterra, sarebbe stato troppo più difficile spiegarle che pensare ad un piano di esportazione. Il management non è mai stato il forte della factory di BlackPool.

– ma quegli scarichi in stile espansione? –

Possiamo finalmente parlare di ciò che conta?

Se cercate un’auto eccentrica nel look, essenziale più nel contenuto che nella forma capace di regalarvi un’esperienza nuova con un auto come se partiste da zero, ecco, avete trovato pane per i vostri denti. Non è la solita sportiva su cui salite e i 3 secondi dello zero a cento vi bastano per capirne le velleità, questa è una lady che per farvi entrare in intimità con lei vi punisce a sberloni se commettete errori. Inoltre con lei sarà difficile sfigurare, sia quando la parcheggerete in un luogo affollato, sia quando vi troverete al semaforo con accanto il galleddo con la sportivetta di turno. Come già detto il prezzo ridotto rispetto alle prestazioni la faceva considerare un affare rispetto ad altre sportive dell’epoca, robe come la Ferrari 360 Modena per intenderci.

L’esposizione agli elementi è pari quasi a quella di una Seven, ma la sensazione è diversa. Sembra di essere su un motoscafo sportivo stile Miami Vice, sarà lo stile o l’odore di fibra di vetro, ma non ho mai visto un’auto sotto questo punto di vista, aveva ragione il proprietario. Allo sguardo dell’amatore occasionale potrebbe sembrare solo una bella macchina da passeggio, utile a scarrozzare la vostra dama in qualche bella domenica di sole, ma lei sa togliervi ogni dubbio appena affondate il piede destro, giusto per farvi capire che può menare come un fabbro a est del Muro di Berlino se ne avete bisogno. La sensazione di rapidità che intervalla una curva dall’altra è istantanea, sarà il peso ridotto (poco più di mille chili) che gli conferisce una vivacità marcata e un agilità impegnativa da seguire, ma i QUATTROCENTO cavalli si sentono tutti, ma non tanto per la leggerezza o la potenza, è l’insieme dei due fattori.

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Perché essendo un auto completamente analogica, sei tu il somaro a dover far ragionare tutti insieme i 400 puledri che ti portano a spasso. Delle TVR si è sempre detto che fossero auto per uomini duri e crudi, senza macchia e senza paura. Va solo fatta conoscenza di tutte le sue caratteristiche per potere creare un assolo con lei, partendo dallo sterzo servoassistito, impegnativo per i novizi ma sincero: tempi di reazione immediati, la facile tendenza al sovrasterzo e il modo di stare in strada tutto particolare che ha questa Tuscan. Non va vista come un’auto da tempo sul giro, il tutto è focalizzato sull’insieme di sensazioni che regala sia nel guidarla ma anche nell’averla sotto il culo, è fatta veramente per farvi sentire speciali. Generalmente le sports car inglesi non sono velocissime, pensate a cosa si sono ispirati per la MX-5, questa invece è l’anello di congiunzione tra una 2 posti secca e una vettura da corsa. Attenzione però, non è una bara, perché in strada ci sta eccome, frena in modo perentorio e sopratutto non dà la sensazione che stia per ucciderti, anche se questo può essere soggettivo visto le sue caratteristiche, però sicuramente ti cambia la giornata ogni qualvolta la guidi. Letteralmente, dato che la maggior parte delle Tuscan non hanno il clima e le bocchette sono sparse sul cruscotto e dietro al volante, quelle non fanno altro che “buttarti sù” il calore del motore. Portati un cambio con te quando la usi d’estate.

Dunque non è per tutti, chi la compra sa e deve sapere cosa si sta mettendo in garage, ma una volta presa coscienza di tutto ciò non credo se ne pentirà, nient’altro potrà sostituire il brivido che regala questa Tuscan, come molte altre TVR. Ultima nota per i piccoli speculatori di provincia: le quotazioni si stanno alzando, perciò affrettatevi.

Sei ancora vivo? Per caso adesso ne vuoi una anche tu?

P.S. Nel caso in cui la volessi, quella del nostro articolo è in vendita QUI!
Articolo del 2 Dicembre 2020 / a cura di Luca Maini

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  • Vittorii

    Quest’auto è spettacolare! Su gran turismo poi avevo comprato tutte le TVR per avere quei colori cangianti tamarrissimi, in più questa era una bomba per gli eventi delle sportive inglesi, insieme alle Lotus. Poi c’era la cerbera Speed 12 che era DEVASTANTE si sentivano gli 800Cv per 1200/1300kg anche sul gioco

  • Gabriel Reinero

    Ed è subito Clubman Stage Route 5

  • LS

    In inghilterra condieravano le tvr le auto meno affidabili, e non brilla come volonta’ a stare in strada. ma non ne intaccavano il fascino, anzi, almeno per come la vedevo 15-20 anni fa. Ora, nonostante io sia un purista e odio i gadget elettronici soprattutto quelli inutili e che “allontanano” il conducente dalle sensazioni della strada (cosa per nulla sicura quindi capisco cosa intendesse Wheeler), considero le tvr di quel periodo degli accrocchi mal riusciti, mi dispiace per la mancanza di romanticismo in questo caso…

  • Riccardo

    “[…] provò a spostare la produzione della Sagaris altrove, qualcuno dalle Canarie dice che avesse scelto la Germania, […]”

    Grande riferimento! XD

  • Pierantonio

    A me è sempre piaciuta come impostazione e filosofia. Ovviamente mai guidata. Ricordo un bellissimo articolo di Meaden su EVO anni 2000e qualcosa, sulla 12 cilindri Cerbera

  • RICCARDO

    Sembrano le colline del novarese sullo sfondo

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