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Toyota GR86, l’auto definitiva

Piccola nota iniziale, potete saltarla se vi va e tornare a leggerla dopo: viviamo in un’epoca strana, nella quale in molte, moltissime, persone se sentono insoddisfatte del presente e nostalgiche del passato. Probabilmente i più inclini a questo atteggiamento siamo noi della “Generazione Y”, illusi dagli anni ’80 e ’90 e traditi in modo violento dai 2000. Quando cresci in un’epoca nella quale volano il Concorde e lo Shuttle, ti viene naturale gasarti e chiederti cosa verrà dopo di loro, convinto che di sicuro sarà qualcosa di più figo, più veloce, un qualcosa che ti gaserà ancora di più, un qualcosa di far sembrare il passato… passato.

E invece qualcosa è andato storto e quel futuro che ci avevano promesso non è mai arrivato. I miti della nostra infanzia, siano essi di metallo o di carne ed ossa, sono lentamente spariti senza lasciare eredi o a collezionare inquietanti papere di legno, il tutto lasciandoci un profondo senso di nostalgia e mancanza. 

Non è quindi un caso se negli ultimi anni in più o meno tutti gli ambiti nascono operazioni commerciali volte a sfruttare questa nostra nostalgia. Dai set Lego dedicati a noi “adulti”, alle serie TV Netflix ambientate negli anni ’80, passando per le auto che riprendono le linee di auto più vecchie (Fiat 500) o i famosi restomod, fino ai film di tipo “reboot”, alcuni riusciti meglio, altri veri e proprio secchi dell’umido su pellicola. 

Poi però ci sono alcuni casi speciali ed eccezionali nei quali viene naturale dire “oh cazzo, allora vedi che se vogliono le sanno ancora fare le cose come si deve?”. Uno di questi è Top Gun Maverick, da poco uscito nelle sale e che ogni volta che penso a che diavolo di film hanno fatto mi viene la pelle d’oca, l’altro è la Toyota, che con la GR Yaris e la GR86 che, come state per leggere, ha creato due auto devastanti, due auto moderne in tutto e per tutto ma capaci di regalare emozioni analogiche, vere, intense. Emozioni, purtroppo, da molti dimenticate. Emozioni che però, volendo, sono ancora qui, basterebbe che le case automobilistiche la smettessero di creare solo auto che vogliono accontentare tutti.

Perché, cari miei, non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.

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Bene, ora torniamo a parlare di macchine: ci sono due modi distinti per scrivere questo articolo.

C’è il Modo 1, quello classico:

Partiamo da un presupposto: non conosco la GT86. Ne ho guidata una una sola volta e per pochi kilometri, del tutto insufficienti per capire, sentire, parlare, amoreggiare con la macchina come credo sia giusto prima di poterne scrivere con cognizione di causa. Insomma, per me la GT86 è come una di quelle ragazze che “ah si, me la ricordo, ci sono uscito una volta, dicevi?”. Mi avvicino quindi a questa nuova GR86 senza l’obiettivo di dimostrare che l’auto sia migliore di quella da cui deriva ma comunque conscio di quello che si dice in giro della GT86 e del suo motore che “non va”. Ma sono tranquillo, sui social si leggono una marea di cazzate e specialmente fb sembra diventata “la casa del fenomeno” e in garage ho una MX-5 1.6, so benissimo cosa vuol dire avere una macchina che non va nemmeno a spingerla che devo staccare i moscerini dal lunotto ma che, nonostante questo, comunica, insegna e diverte e ogni volta che la accendo mi giustifica il suo senso d’esistere.

Archiviato l’inevitabile parallelismo con la GT86, devo ammettere che mi avvicino alla GR86 con un po’ di sana curiosità nei confronti di questa nuova creatura firmata GR, la terza arrivata dopo due auto oggettivamente degne di nota, l’ottima Supra

e la leggendaria GR Yaris. Insomma, dopo due macchine così diverse ma entrambe così determinate nel fare il loro lavoro per bene, le aspettative nei confronti di quella che si preannuncia come un’auto votata al puro piacere di guida sono giustamente elevate.

Quindi, prima di procedere vi riassumo al volo i dati tecnici, tanto voi rollingsteeler li conoscete già:

  • Motore anteriore, 4 cilindri boxer superquadro (alesaggio e corsa 94 x 86mm), 16 valvole e doppio albero a camme in testa, cilindrata 2.387 cc il tutto per 234 cv @7.000 giri/min e 250 Nm di coppia a 3.700 giri/min;
  • Autotelaio in acciaio rinforzato rispetto alla GT86 con apposite fazzolettature per una rigidità torsionale aumentata del 50%;
  • Trazione posteriore, cambio manuale a 6 rapporti (1a 3,626:1; 2a 2,189:1; 3a 1,541:1; 4a 1,213:1; 5a 1:1; 6a 0,767:1, rapporto finale 4,1:1) e differenziale posteriore autobloccante Torsen;
  • Velocità massima 226 km/h, 0-100 n 6,3 secondi;
  • Sospensioni anteriori di tipo MacPherson, posteriori a doppio triangolo sovrapposto;
  • Sterzo a pignone e cremagliera idraulico, 2,5 giri di volante da estremo a estremo, raggio di curva minimo 12,5 metri;
  • Cerchi da 17 con gomme 215/45 R17 (Michelin Premacy, le stesse della Prius) o in opzione da 18″, con Michelin Pilot Sport 4 215/40 R18;
  • Peso di soli 1270 kg, segnale che si possono ancora fare auto moderne con tute le cincaglierie possibili ma mantenendo un peso (e un prezzo) contenuti;
  • Assenza dello Start & Stop.

C’è tutto? Direi di sì anche se magari vi interessa sapere che il sistema di infotainment con schermo touch da 8 pollici permette il collegamento al vostro smartphone (sia Android Auto che Apple CarPlay) e che il nuovo cruscotto digitale prevede diverse schermate con cui titillarsi:

L’auto quindi è un perfezionamento dell’originaria GT86, della quale riprende la ricetta ma la cucina con ingredienti e pentolame migliori, il tutto per creare un’esperienza di guida più pura e goduriosa possibile. Ah, il discorso del miglioramento prosegue anche a livello estetico, con la nuova GR86 che abbandona le linee un po’ fumettistiche e (diciamolo) un po’ tamarre delle vecchia GT86 e si presenta con una linea più sobria ed elegante, più retró, classica e trasversale, per un’auto che adesso non ha più un aspetto da invasati ma da intenditori. È un’auto matura la GR86 ma non per questo noiosa; è cresciuta e migliorata ma, ragazzi fidatevi, non si è né imbolsita né imborghesita. Avrà anche messo l’abito da sera, ma questa ragazza, li sotto, le mutandine non le ha.

La macchina ti seduce su strada, con un motore elastico, pastoso e sempre in tiro, ti conquista senza fatica in pista, con il quattro cilindri che allunga fino all’infinito come un motore da moto tirandosi dietro il telaio più facile, comunicativo e vivo e capace di mettermi a mio agio su cui abbia mai appoggiato il culo. È difficile separare e parlare in maniera distinta delle varie componenti che competono all’esperienza GR86 perché telaio, motore, cambio, sospensioni e sterzo lavorano all’unisono e il risultato è molto migliore della semplice somma delle singole parti.

– incastonato all’interno del telaio, dietro l’asse anteriore e bello in basso, il 4 cilindri boxer, pronto per fare la sua magia –

Tuttavia vale la pena provarci. Il motore è una bestia e nella sua erogazione e allungo ci ricorda quanto diavolo possano essere desiderabili i motori aspirati fatti come si deve. Dal minimo fino al limitatore a 7.500 giri/min il boxer made in Subaru allunga con enfasi, senza buchi di coppia e, anzi, crescendo corposo fino a circa 3.500 giri per poi slegarsi e lanciarsi con foga verso il limitatore. Il motore non lascia spazio a rimpianti, è semplicemente perfetto, per questa auto, per ricordarci le emozioni che può ancora darci un’auto fatta prima di tutto per noi, per essere guidata prima che esibita.

C’è poi da aprire il capitolo sound, del quale potrei scrivere per ore ma cercherò di essere breve lo prometto. Le sonorità del motore Subaru vengono amplificate (attenzione, amplificate, non ricreate a tavolino come certe auto 4 cilindri ibride plug-in che dentro suonano come dei V8) all’interno dell’abitacolo dal sistema audio e, nelle loro tonalità rauche e acute sono una manna per le orecchie. L’urlo che invade l’abitacolo ad ogni aperta è da accecanti sessioni virulente di onanismo selvaggio, con un sound che per certi versi mescola l’urlo meccanico di un 4-in-linea con la ruvidità metallica dei Wankel.

Il motore, potente e reattivo ma mai violento e scorbutico non solo vi attacca al sedile con forza ad ogni aperta ma si accoppia ad un telaio sublime che se su strada vi accompagna rigido e sicuro di sé, in pista prende meravigliosamente vita, chiudendosi attorno a voi e trasformandovi in un proiettile di puro piacere di guida e divertimento. Il telaio e le sospensioni, nei loro movimenti controllati e millimetrici vi seguono e vi assecondano, trasformando il volante in uno strumento di incredibile precisione con cui affrontare a bomba curvoni veloci o danzare sui cordoli di due o più curve successive, con il pieno controllo della situazione e all’interno di una macchina che ti sprona a dargliene di più, a cercare il tuo limite, ad esplorarlo, a tastarlo e a sentirlo, a provare piacere intimo, a farti un regalo da tanto tempo desiderato, da tempo sepolto da anni e anni di marketing e bugie e sciocchi status symbol.

– questa è una macchina vera, garantito al limone –

Percorrendo le curve ad alta velocità si sente il posteriore che allarga leggermente aiutando a tenere la corda e a caricare l’anteriore. Nelle curve più strette e lente, staccando forte e trasferendo carico davanti, il retrotreno tende a scivolare senza mai dare la fastidiosa sensazione di volerti superare mentre in uscita, dio che figata, si riesce a regolare con precisone goniometrica ogni grado di sbandata che si vuole ottenere, sgommando come dei gommisti se si vuole o lasciando scivolare leggermente la coda per aiutarsi nella curva successiva o, siamo nati per questo, per il semplice gusto di fare una piccola sgommatina, che è cosa buona e giusta.

Guidando in pista la GR86 ci si rende conto che voi siete al suo servizio: tu sciocco umano sei solo un collegamento sinaptico tra il differenziale autobloccante e lo sterzo, il cambio manuale e il pedale del gas. Le singole componenti che fanno parte della macchina comunicano fra loro attraverso di te e se il gioco del telefono funziona, il risultato è estasiante, con fra le mani un’auto semplice, che ti parla e si lascia portare al limite senza mai intimidire e che, se proprio stai esagerando, te lo fa capire, concedendoti così il grande lusso di poterti divertire con quel pizzico in più di sicurezza.

Adesso, mentre scrivo e ci penso, mi rendo conto che questa macchina mi ha ricordato la Peugeot 106 Rallye o le vecchie Clio RS. Per la sensazione di leggerezza, per la comunicatività del telaio, per la progressione infinita del motore e per come riesce a mettere il guidatore al centro di tutto allungandogli una mano sulla coscia e ammiccandogli, la GR86 mi ha richiamato alla mente quelle piccole francesi, auto tutto telaio, sospensioni e guida e motori affamati di giri. In comune c’è poi, attenzione se ne avrete mai una, la tendenza della GR86 ad alleggerire dietro quando si leva il gas, cosa che fa senza intimidirti ma che comunque ti ricorda che questa è una macchina vera, non una borsetta con le ruote per gente alla moda.

– per quanto il disegno sia simile, i cerchi non riportano la dicitura BBS Forged che c’è su quelli della Yaris GR –

Chiudono il quadro il cambio, meno porno rispetto a quello della MX-5 (che è un cambio da antologia) ma comunque preciso, affidabile e piacevolmente contrastato e i freni, che anche facendo diversi giri di pista da assassino non hanno MAI dato segno di voler mollare.

Se quindi in pista la GR86 si esalta e prende vita e ricorda le vecchie glorie francesi nella loro purezza analogica, in strada ci si trova per le mani un’auto che per certi versi mi ha ricordato la Porsche 911. Grazie alla buona cilindrata e ad un abitacolo comodo e spazioso, la GR86 infatti mette in mostra un aplomb e una sicurezza di sé lontani anni luce dall’idea di auto da smanettone che può dare la GT86. Non è solo una questione di aspetto esteriore, è proprio il feeling dato dal motore, dalla costante riserva di spinta e potenza sempre disponibile sotto al pedale, cose che vi danno modo di sibilare silenziosi a 130 salvo poi, se necessario, dare un pestone anche in sesta per ritrovarvi al volo ai 160 e chiudere così anche il più ostico dei sorpassi. L’auto quindi, proprio come una 911, sa avere due diverse identità che convivono e che, quando risvegliate, sanno farsi rispettare: da un lato abbiamo la macchina da pista dedita al puro piacere di guida e alla performance, dall’altro abbiamo la comoda gran turismo macina chilometri capace però, quando serve, se serve, di arrampicarsi su per un passo montano come l’ultima delle sportive purosangue. Il tutto tenendo in considerazione l’ottimo impianto stereo, potente e dal sound pulito, rotondo e coinvolgente, ottimo per godere appieno della propria musica preferita.

– con i 18″ e le Pilot Sport 4, la GR86 è pronto pista –

Insomma, lo avete capito, l’impegno che Akyo Toyoda (attuale presidente di Toyota n.d.r.) sta mettendo nel rendere il brand GR sinonimo stesso di auto sportiva vecchia scuola (aiutato anche da quello che gli altri non fanno), è andato a segno e, dopo la GR Supra e GR Yaris, questa GR86 si unisce con onore al gruppo, chiudendo così un terzetto di auto micidiali, ognuna con la sua identità, ognuna con la sua specialità, ognuna con il suo prezzo. Dalla veloce ma impegnativa Supra passiamo alla micidiale Yaris per chiudere il cerchio con la GR86, la sportiva per eccellenza, divertente, veloce e leggera ma, più di tutto, facile, sincera ed economica.

– tre è il numero perfetto –

A questo punto è lecito domandarsi: ma questa macchina ha dei difetti? Certo, ne ha come tutte: gli interni sono plasticosi e tradiscono il prezzo relativamente contenuto dell’auto (da qualche parte bisognerà pur risparmiare), le schermate del sistema di infotainment (la famosa GUI) hanno una grafica onestamente bruttina, aprendo a metà i finestrini laterali si generano fastidiose turbolenze in stile “elicottero” dentro la macchina e i posti posteriori vanno bene solo per metterci qualcuno che vi sta sulle palle ma, come potrete intuire, questi “difetti” che per molti utenti oggi sembrano essere insormontabili, non pregiudicano affatto l’esperienza di una macchina che, prima di tutto è nata per essere guidata. Oh, se poi voi siete di quelli che giudicano negativamente la Giulia per la risoluzione della telecamera posteriore, mi spiace, non so cosa dirvi.

Resta a questo punto solo il problema di procurasene una: nel momento in cui scrivo, in Italia Toyota ha sospeso le ordinazioni. Ho parlato a lungo con i rappresentanti di Toyota Italia e mi hanno detto che la folle domanda che c’è stata all’apertura degli ordini (300 auto vendute in poco più di 12 ore, roba da DI BRUTTO, segno che, forse, le cose fatte come si deve piacciono e funzionano ancora) ha obbligato la sospensione degli ordini per evitare di mandare in tilt la produzione delle auto. Tuttavia, a dispetto di quello che si sente dire in giro, la GR86 NON è un’auto in tiratura limitata, le auto verranno prodotte ininterrottamente fino a metà 2024 (quando uscirà di produzione per problematiche relative alle nuove normative in tema di crash test) e presto torneranno ordinabili. Il mio consiglio quindi è di andare in una concessionaria Toyota e farvi mettere in lista, pronti per essere contattati non appena gli ordini riapriranno, cosa successa anche con la Yaris GR, di nuovo disponibile e ordinabile.

Cito infine Toyota stessa, che definisce la GR86 “un’auto analogica per l’era digitale”. Definizione perfetta.

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E poi, volendo, c’è il Modo 2, quello rapido: la GR86 è un mezzo della Madonna, procuratevene una ADESSO. Macchine così non ne esisteranno più, questa è la vostra ultima occasione.

EDIT

Mi sono reso conto di aver parlato poco del volante e del feeling dello sterzo, cercherò di essere breve e conciso: pur non facendo gridare al miracolo (al punto che avevo sorvolato su questo particolare), lo sterzo della GR86 è assolutamente buono, da vera sportiva. Certo, è un servocomando elettrico quindi è distante da quello che si può provare guidando ad esempio una vecchia MX-5 come la mia ma, ad ogni modo, lo sterzo della GR86 non fa rimpiangere nessuno sterzo moderno se non, questo va detto, quello della Giulia, forse il migliore attualmente disponibile anche aiutato dalle particolari sospensioni anetriori dell’alfona, con i quadrilateri alti invece che con il classico MacPherson. Ad ogni modo manovrando il volante della GR86 (che ha i MacPherson) non sembra mai di girare un mestolo nella polenta come accade su molte altre auto ma il comando è sempre pesante il giusto senza sembrare artificiale anche se, essendo molto diretto, su strada tende ad essere un po’ nervoso e ho notato che con i cerchi da 18″ la macchina ha la tendenza a seguire le increspature dell’asfalto obbligando a diverse correzioni. Insomma, il volante della GR86 è porno? No. Funziona bene? Assolutamente sì.

Articolo del 31 Maggio 2022 / a cura di Il direttore

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  • Pierpa

    Bellissima recensione, non apprezzo però la voglia che mi è salita e l’impossibilità di poterla ordinare!!! Non potete alimentare la scimmia così!!!

    • Vai in una concessionaria Toyota e fatti mettere in lista per la riapertura

      • Ivan

        Esatto! Io ho fatto così.
        Però me devi dì de più sullo sterzo: lascerò una Giulia 280cv MY21 per lei, sterzo altrettanto porno sta Toy?

        • E hai ragione… ti ho fatto un edit solo per te!

          • Ivan

            TOP! Grazie!!!
            Eh si, allora confermato, avrò rimpianti sullo sterzo…ma almeno scenderò con il sorriso ogni volta che la userò!
            Nonostante la Giulia fosse una rara Q2, è troppo, troppo educata, da guida super pulita…quanno ce vo, ce vo, che la liberassero un po’ sta Giulia!

          • GIACOMO

            Se hai il 2.0 turbo benzina puoi installare il manettino race della quadrifoglio e codificare il tutto.
            Motivo per il quale sto seriamente pensando di passare a una 200CV Q2 abbandonando quindi la versione diesel (anche quella Q2 HAHAHA)….

          • Ivan

            Benza 280 Q2 My21 Verde Visconti!
            Provato: manettino race della Q, TC dongle Squadra Tuning e altre soluzioni…
            Perdi sempre qualcosa, dalle sospensioni al cambio, o mappa pedale.
            Ma soprattutto la garanzia e su un’auto da quasi 70K non esiste!
            Motivo per il quale avevo puntato su una Q… O su questa GR.
            Alla fine:
            1) per costi di gestione
            2) capacità delle officine autorizzate a fare manutenzione (roba assolutamente non acontata)
            3) sorriso sulla faccia garantito
            eccomi in attesa della GR

  • Mauro

    Perché, cari miei, non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.
    Parole sante

    • GIACOMO

      Se hai il 2.0 turbo benzina puoi installare il manettino race della quadrifoglio e codificare il tutto.
      Motivo per il quale sto seriamente pensando di passare a una 200CV Q2 abbandonando quindi la versione diesel (anche quella Q2 HAHAHA)….

  • Roberto

    Boss, tra questa e l’Alpine?

  • Federico

    E’ interessante il fatto che in tutto l’articolo non ci sia riferimento al numero di cavalli, ma solo a come si comporta l’insieme. Ho avuto una Giulia veloce per un po’ di tempo (diesel, mi prenderò parole per questo), e non sapevo avesse la telecamera posteriore.
    Bello l’articolo, mi ha fatto veramente venire voglia… Se non avessi in programma un piccolo mangiasoldi a due zampe, sarei già in Toyota 🙂

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