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Sogni infranti: 5 concept cars che ci dispiace siano rimaste tali

Prima che questa pandemia mandasse tutto allegramente a donne di facili costumi c’erano degli appuntamenti fissi nel calendario di ogni appassionato di motori: I SALONI.

Ginevra, Torino, Detroit, Parigi, Francoforte, Tokyo, Motorshow di Bologna… le vetrine che vengono, anzi venivano usate dai costruttori per presentare al grande pubblico i nuovi modelli ma anche le CONCEPT CARS.

Bene, esistono 2 tipi di concept cars: quelle puramente dimostrative che è chiaro fin da subito che non vedranno mai la strada e quelle che ci fanno sognare sperando un giorno di vederle in concessionario. Ecco, questo articolo si focalizzerà sui “sogni infranti” ovvero quelle concept cars che avremmo voluto vedere su strada ma per un motivo o per l’altro sono rimaste sulla carta e nei nostri sogni.

1. Mazda RX-Vision

Dici Mazda e inevitabilmente senti nelle orecchie il dolce suono del motore Wankel, talmente iconico da aver contagiato anche gli animali.

Non ci credete? Ascoltate questo pennuto

Qualcuno dia un patacco© a questo pappagallo


Ma ritorniamo seri. Presentata a Ginevra nel 2015 la RX-Vision non solo anticipava gli stilemi della nuova gamma Mazda ma faceva pensare che prima o poi il Wankel sarebbe tornato su un’auto di serie. A tutt’oggi non si sa ancora niente del ritorno del rotativo. C’è chi dice che tornerà in un powertrain ibrido e chi dice che sarà alimentato a idrogeno. Fatto sta che stiamo ancora aspettando.

PS: Se siete appassionati di Wankel vi conviene non mancare l’appuntamento con il prossimo DI BRUTTO Volume Due, uomo avvisato, mezzo salvato.

2. Lamborghini Estoque


Una Lambo 4 porte? Perché no? Quando la presentarono e la vidi in televisione (rigorosamente a TG2 Motori con Maria Leitner) mi cadde la mandibola.

Poi qualche anno dopo (precisamente nel 2012, anno in cui venne scattata la foto sopra) salii le scale del Museo Lamborghini e me la trovai lì, parcheggiata che mi guardava, in quel vestito Grigio Telesto. E dovetti raccogliere ancora la mandibola.

Non è semplice coniugare le dimensioni di una sedan con la cattiveria e lo stile Lamborghini ma con la Estoque ci sono riusciti alla grandissima. Avrebbe dovuto avere il V10 della Gallardo sotto a quel (lungo) cofano e si vociferava anche di un V8 ibrido più “tranquillo” ed ecologico. Ma la Storia aveva altri piani e adesso a Sant’Agata producono cassoni la Urus che poi, se tanto devi rifare una Q8/Cayenne, avrebbero avuto vita facile anche con la Estoque grazie alla bella Panamera.

3. Audi R8 V12 TDI

Naftone un corno!

C’è stato un tempo in cui Audi vinceva una 24h di Le Mans dietro l’altra con automobili alimentate col meno nobile gasolio dimostrando che si, un’auto sportiva può andare veloce anche se alimentata a volgare nafta.

Per celebrare questo ciclo di vittorie in Audi hanno ben pensato di trapiantare il pluripremiato V12 TDI opportunamente “stradalizzato” sotto al cofano motore della supercar dei quattro anelli: la R8.

Il risultato sulla carta faceva davvero paura: il V12 biturbo-diesel da 3 litri erogava 550 cavalli ma il dato impressionante è la coppia: MILLE NEWTONMETRI costanti da 1750 a 3000 giri. E sembra che abbiano dovuto limitare elettronicamente la coppia per evitare che il motore trasformasse in costosa limatura metallica tutto quello che vi era collegato all’albero. Si vociferava di una produzione in piccola serie di questo mostro a gasolio ma alla fine non se ne fece nulla, probabilmente per questione di costi. Peccato.

4. Lamborghini Miura Concept

So già che qualcuno salterà su a dire “eh ma su 5 posti hai messo 2 Lamborghini gnegne”, però non si può fare finta di nulla di fronte a quest’altra concept made in Sant’Agata. Costruita appositamente nel 2006 per festeggiare il 40esimo anniversario della presentazione della prima Miura, era chiaro fin da subito che non sarebbe stata mai messa in produzione, come dichiarato da Stephan Winklelmann.

Giustamente vi chiederete “ma perchè l’hai messa in classifica?”. Perché alla luce dell’ultima “operazione nostalgia” chiamata Countach potevano fare anche questa e onestamente sarebbe stata molto ma molto meglio.

5. Italdesign Giugiaro Brivido


Quattro posti e due portiere ad ala di gabbiano. Bastano come argomenti per desiderare una Brivido? Lo scopo della Brivido era dimostrare che una vettura GT poteva avere una linea filante degna di una supercar e un’abitabilità degna di una quattro porte di rappresentanza. Obiettivi centrati in pieno dato il design appunto da brividiiii


Il motore doveva essere un V6 ibrido da 300 cv per una velocità massima di 275km/h.

Bonus: ne è stata costruita anche una in livrea Martini Racing con tanto di alettone posteriore ignorante

“eh ma la Brivido…” semicit.

Adesso mi sovviene una cosa: questo concetto di “vettura sportiva ma comoda per 4” è stato portato avanti da un certo Koenigsegg con la sua Gemera. Anch’essa ha 4 posti comodi, tanta potenza e l’ormai mitico sistema di apertura delle porte. Christian, hai per caso preso ispirazione?

Si conclude qui questo piccolo viaggio sul viale dei sogni infranti (coi Green Day in sottofondo) anche se a questo punto vorremmo conoscere la vostra lista di Concept Car preferite.

EDIT del Direttore:

La mia è la Lancia Fulvia Concept del 2003, e mi limiterò a dire questo senza tirare fuori l’astio che provo nella “gestione “Fiat/FCA/Stellantis dei suoi marchi storici.

Comunque, come ho detto all’inizio lo scopo di una concept car è anche dettare la linea futura della Casa automobilistica che lo presenta. Quindi possiamo dire che molte concept non “muoiono” invano ma ne ritroviamo le vestigia nelle auto che guidiamo tutti i giorni.

Sui Saloni invece il rimpianto è totale: inutile girarci intorno, la pandemia è stata la madre di tutte le scuse per togliersi una voce dal budget e abbassare i costi spostando le presentazioni dei nuovi modelli o delle concept al non-mondo dei social media e ancora peggio molte concept degli ultimi tempi sono solo dei rendering.

Chi ci perde? Noi amanti del FERRO che un’auto dobbiamo vederla dal vivo, girarci intorno più e più volte, assaporarla e cercare ogni piccolo particolare (e magari sbirciare sotto la gonna delle standiste che popolavano questi eventi mondani).

Articolo del 15 Settembre 2022 / a cura di Fabio Rusconi

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  • Lele

    Anch’io la fulvia. Era praticamente già fatta, perdio!

  • max

    perchè avete tolto il simbolo del mi piace ?

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