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Bombe nucleari, paura e sirene motorizzate V8 da 180 cv

Durante la guerra fredda sono state fatte robe esagerate. Bombe nucleari da 50 Megatoni, sistemi di controllo per i missili da miliardi di dollari, treni un po’ loschi, aerei che volavano a velocità mai più viste e sirene motorizzate V8 HEMI. Non ci credete? Continuate a scorrere e abbiate fede nel vostro rollingsteel quotidiano.

Piccola nota introduttiva: cosa c’è di più americano di un motore ad otto cilindri disposti “a V”? Dalla piccola berlina al mega-truck, dalla muscle car al motorino d’avviamento per l’SR-71, dai dragster che fanno i 400 metri in adesso alla sirena ad aria per allarmi nucleari, il V8 ammerigano si presta veramente a tutto.

E sì, avete letto bene, sirene motorizzate V8 per dare l’allarme in caso di attacco nucleare.

Come molte delle esagerazioni tante care a noi rollingsteeler, anche quella delle sirene V8 nasce in tempo di guerra e dalle urgenze che ne derivano: siamo quindi negli anni ’40 quando l’Ufficio della Protezione Civile contatta la Chrysler e la Bell Labs chiedendo loro di creare un dispositivo di allarme in grado di allertare intere città in caso di un eventuale attacco giapponese o tedesco (che in USA non ci sono mai arrivati anche se ci hanno provato). Certo, si sarebbero potute utilizzare moltissime sirene elettriche convenzionali ma, siccome sia la parola convenzionale che l’elettrico hanno rotto le balle l’OCD (Office of Civilian Defence, la protezione civile insomma) voleva ridurre al minimo il numero di sirene per allertare il maggior numero possibile di persone, nacque l’idea di creare un oggetto potentissimo dalle capacità mai viste prima.

Il risultato, inizialmente noto come Chrysler-Bell Victory Siren, abbinava un motore a benzina a otto cilindri in linea Chrysler da 140 CV ad un compressore d’aria a due stadi e un chopper rotativo: quest’ultimo era un disco scanalato rotante che tagliava l’aria in impulsi per creare il suono, diretto attraverso sei tromboni per diffondere il suono. Questo meraviglioso accrocchio riusciva a generare ben 137dB a 100 piedi di distanza, più di un dragster Top Fuel. Per diffondere al meglio il suono e raggiungere quanta più popolazione possibile, la sirena ruotava attorno al suo asse attraverso un riduttore che prendeva l’energia dall’albero motore e, alla velocità operativa di circa 3.200 giri/min, la sirena ruotava a 2 giri/min. Uomo avvisato, mezzo salvato. Come dici? Non mi senti?

Per quanto non venne mai utilizzata per i motivi per cui venne pensata, la sirena Chrysler era così potente che nel corso della Seconda Guerra Mondiale la Marina degli Stati Uniti la utilizzò per disperdere la nebbia. All’epoca la nebbia era un serio pericolo per gli aeroplani (non c’erano i sofisticati sistemi di navigazione odierni e i piloti volavano per lo più a vista) e sia la US Navy che gli ingegneri della RAF sperimentarono diverse tecniche per disperderla: gli inglesi alla fine usarono appositi incendi appiccati appositamente per far evaporare la nebbia mentre in America utilizzarono una lunga serie di sirene antiaeree Chrysler installate a circa 100 piedi di distanza l’una dall’altra lungo il percorso di avvicinamento alla pista di atterraggio. Le poderose onde sonore prodotte da queste grandi sirene facevano “fondere” fra di loro le particelle di nebbia sospese che poi precipitavano sotto forma di pioggia.

Ovviamente non erano tutte rose e fuori, anzi: utilizzare le più potenti sirene del mondo per disperdere la nebbia aveva la brutta tendenza a lasciare le persone a terra stordite e nauseati. Il personale dell’aeroporto si proteggeva le orecchie con del cotone ricoperto di gomma spugnosa, soluzione che comunque non bastava a proteggerli del tutto dalle tremende onde di pressione prodotte dalla sirena che, visto che esistono anche loro, era particolarmente dannoso anche per gli animali, sia a terra che quelli con le ali.

Poi arrivò la guerra fredda, e l’ansia verso il comunismo e i missili balistici termonucleari fecero il resto. C’era bisogno di una sirena ancora più potente.

Per fare finta di salvare la popolazione nel caso in cui 13 missili balistici intercontinentali sovietici si stessero dirigendo verso la tua piccola cittadina, c’era bisogno di una rete di bunker antiatomici e di allarmi, necessari per avvertire la popolazione non appena il NORAD – o qualche aereo spia – avessero rilevato un lancio da parte dell’Unione Sovietica. No, non siamo su Fallout, era la vita vera.

Per i bunker basta un piccone, cemento e tante gente volenterosa, ma per le sirene serve della roba potente, l’abbiamo già detto prima, mica vorrai affidarti a un motore elettrico, no?

BOOM. Ecco le “Chrysler Air Raid Siren”, diretta evoluzione della “modesta” sirena con motore otto-in-linea sviluppata durante la seconda guerra mondiale. A motorizzare queste enormi sirene ad aria, udibili ad oltre QUARANTA CHILOMETRI di distanza, c’erano dei motori V8 Chrysler HEMI da 180 cv e 5.500 cc, tutti alimentati a gas propano e odio verso il comunismo.

Montate su delle ralle in cima ad alti edifici, erano capaci di ruotare attorno al proprio asse per diffondere il suono ad una più grande platea possibile di cittadini indifesi. Rispetto alle prime sirene degli anni ’40, queste erano in grado di produrre 138 db a 100 piedi di distanza (ca. 30 metri) e di coprire una superficie abitata di circa 16 miglia quadrate: sono semplicemente le sirene più potenti mai costruite dall’uomo.

Una volta accese e ingranata la turbina che convoglia l’aria verso le trombe, il suono del V8 viene immediatamente azzerato dalle trombe assordanti, roba da devastare i timpani in 1 minuto netto. Beccatevi sti pazzi (uno dei due è Don Garlits, un mito) che ne accendono una in un garage.

Ne vennero costruite circa 350 e a volte capita di beccarne qualcuno in vendita quindi, state in occhio e al prossimo raduno o cars and coffee lasciate a casa la Mazda RX-7 LS Swap e presentatevi con due Daily con sopra una Chrysler Air Raid Siren e un Bobcat swappato V8. Sarete i mega eroi del raduno e darete una lezione ai fighetti di turno. Qualcuno ha detto limitazioni al rumore durante i trackday?

Articolo del 4 Giugno 2021 / a cura di Mattia Limonta

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