**AGGIORNAMENTO del 16/12/2021, ore 19.00:
Rinfoderate le mazze chiodate: tutto come prima. O meglio: “Nulla si innova in merito al transito autorizzato sulla viabilità forestale“ fa sapere il ministero delle politiche agricole e forestali. Insomma, dove il fuoristrada era vietato o consentito prima, resta tale anche ora.
La domanda sorge spontanea: quindi a che pro specificarlo? Ma in effetti è meglio non svegliare il can che dorme, mica che domattina qualcuno si svegli con la voglia di chiuderli su serio i sentieri.
La nebulosa comunicazione ufficiale ribadisce dunque, come abbiamo riportato, che il provvedimento si limita a fornire le linee guida per le Regioni, le quali hanno l’ultima parola, in base alle rispettive realtà territoriali.
SEGUE ARTICOLO ORIGINALE
“Ogni volta che ho visto cambiare questo mondo è sempre stato in peggio.”
V per Vendetta
Panico. Il primo dicembre 2021, in Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato un decreto che potrebbe rivoluzionare il fuoristrada. In negativo, s’intende. In realtà, se capiamo bene, sembrerebbe più che altro ucciderlo definitivamente, salvo ripensamenti dell’ultimo. Ma andiamo con ordine.
Come diversi altri documenti di questo tipo, tale decreto è redatto in “burocratese”, una lingua non ufficiale che, di solito, tende a complicare la vita a chi legge e a parare il c*lo a chi scrive, specie in un Paese come il nostro in cui dichiarare apertamente qualcosa equivale a prendere una posizione che poi si è costretti a mantenere.
Il fuoristrada è un mondo particolare, solo apparentemente libero dai vincoli della circolazione su asfalto ma, in realtà, anche più complicato, a causa della natura di strade e stradine create per raggiungere fondi, transitare in bicicletta o a piedi e, quando gli dei lo consentono, anche a motore.
Tale decreto parrebbe, quindi, voler ridefinire la regolamentazione delle risorse forestali, in modo da mettere ordine, una volta per tutte, nel caos di ciò che è possibile fare o non fare con le gambe o le ruote lungo un sentiero, una strada bianca o una mulattiera. Il che, di per sé, sarebbe anche un bene; ma, come sempre, si fa di tutta l’erba un fascio…
Mentre scriviamo, i polpastrelli degli enduristi stanno prendendo fuoco a furia di imprecazioni su social e commenti a vari articoli di quelle poche testate e siti che si degnano di diffondere la notizia, ma va detto che la circolazione fuori strada, in realtà, è sempre stata vietata; fatta eccezione, come è ovvio, per chi deve percorrere certe strade per lavoro e per quei rari percorsi regolamentati o comunque a pedaggio dove da sempre è consentita la circolazione anche dei mezzi a motore.
Il problema è un altro: da come interpretiamo ciò che è espresso nel decreto, sembrerebbe che da ora ogni veicolo, anche privo di motore, non possa circolare lungo strade/sentieri magari non dichiaratamente vietati ma comunque non soggetti al codice della strada.
Salteremo al sodo e prenderemo un paio di passaggi dell’Art.2:
“[…]i tratti della viabilità forestale e silvo-pastorale permanente e temporanea di cui all’art.3 non interrompono la continuità del bosco e sono assimilati alla definizione di bosco[…].
[…]la viabilità forestale e silvo-pastorale […] sono vietate al transito ordinario[…]“
Attenzione bene alla definizione “traffico ordinario”. Ci si riferisce, fino a prova contraria, a tutti i veicoli: moto, auto e, a questo punto, perfino le biciclette. Questo perché, se ben capiamo, le strade ricavate all’interno di un bosco non sono più considerate come un’interruzione del territorio boschivo, ma come il bosco stesso. E di solito, nel bosco, non si può circolare (ci mancherebbe).
Insomma, più che uno stop totale al fuoristrada sembrerebbe trattarsi di una conferma di uno stop totale al fuoristrada. In altre parole, se prima il fuoristrada era una “zona grigia”, adesso la serranda si abbassa su qualunque percorso non asfaltato. Semmai, quelli che davvero ne faranno le spese sono i ciclisti: festeggeranno i noleggiatori di mountain-bike, specie quelli che hanno investito decine di migliaia di euro in e-bike nuove fiammanti e comunque tutti gli esercenti e i commercianti che portano a casa il pane grazie al turismo legato al fuoristrada… Date un’occhiata alla tabella qui sotto: da ora, ogni percorso “naturale” da 1 a 2,5 m di larghezza è vietato a qualunque veicolo.
Vanno comunque sottolineati due aspetti: al momento non sembra essere stato definito alcunché dal punto di vista delle sanzioni, il che significa che violare tali disposizioni non dovrebbe comportare multe (non che dobbiate violare la legge, stiamo solo specificando). Inoltre, questo passaggio sembra delegare alle regioni le disposizioni definitive, come scritto nel decreto:
“Le regioni disciplinano le modalità di utilizzo, gestione e fruizione, tenendo conto delle necessità correlate all’attività di gestione silvo-pastorale e alla tutela ambientale e paesaggistica“
Come ogni regolamento che si rispetti, si scarica la responsabilità sull’ultimo della fila.
Dichiarare fin da subito che le regioni dovranno amministrare anche questo aspetto crea casini: fatto salvo il borghetto di montagna dove la polizia locale già si occupa della cosa senza troppi clamori, sorrido al rimpallo tra vigili, polizia, carabinieri e protezione civile nelle zone più popolose.
Morale della favola: finché non pestate i piedi a qualcuno con diritto di veto, le sterrate son tutta vostre.
Io vieterei tout-court le attività di cui si fa cenno nei boschi, spiagge e in tutte le aree protette. Stop
@DARIO complimenti per la trollata; se così non fosse: diamo il via alla cementificazione di ogni cosa, in risposta a un atteggiamento come il Suo. Se alcune località sono accessibili oggi è grazie alle strade a fondo naturale. La soluzione di chi lavora col turismo in queste località sarà asfaltare aprendo di fatto a tutti i mezzi. Non Le sembra un po’ un AUTOGOL?
Bravo, inizia a dare il buon esempio e vai oltre! Chiuditi in casa e non uscire più così porti a zero il tuo impatto sull’ambiente e sulle nostre palle.
In città la gente usa l’automobile anche per andare in bagno, ma per loro uno che va a farsi un sentiero col Beta è un pazzo criminale. Saranno gli stessi che vogliono bandire pure i petardi a capodanno, che i miei gatti quando li sentono è tanto se si svegliano.
sono un biker (MTB) ed un escursionista (a piedi): nei miei giri ho notato che tanta più fatica fai meno gente trovi. quindi vietare il traffico hai veicoli (quindi anche alle biciclette) lo trovi assurdo. Se proprio vuoi vietare fallo ai soli veicoli a motore (quindi anche elettrici), ma lascia a chi ha voglia di “faticare” la possibilità di pedalare con le proprie forze. Vado spesso per sentieri e piste/mulattiere, ma scalmanati con la e-bike non ne ho mai trovati. rarissime moto (enduro, trial, cross) e procedevano civilmente, se ho incontrato dei fuori strada erano dei proprietari dei fondi, o mezzi da lavoro. Quando trovo il sentiero o la pista rovinata ciò è stato causato dalla pioggia o dall’assenza di manutenzione, non dal transito dei veicoli. Viceversa ho notato che spesso chi rovina i sentieri sono i cavalli o le mucche al pascolo.
Il traffico veicolare non va vietato (soluzione facile e sbrigativa), ma regolamentato.
Sono un trialista e non ho mai, dico mai avuto problemi con nessun escursionista o ciclista in MTB. Il segreto sta nel tenere un basso profilo, andare piano (col trial comunque non si corre) se incontro qualcuno mi metto da parte e spengo per fare passare, saluto sorridendo. Mai avuto problemi appunto e anzi mi da un piacere immenso quando vedo che capiscono e apprezzano.