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Peugeot 205 GTI 1.6 115CV, amore a prima sgasata

È notte, sei uscito di casa che era una serata come tante altre, non ne avevi nemmeno troppa voglia.

È notte, sei uscito di casa che era una serata come tante altre e invece sarà una serata come nessun’altra.

Vi siete incrociati con lo sguardo, niente di speciale, semplicemente vi siete trovati subito. Al bancone di quel bar, ognuno con il proprio bicchiere in mano, avete lasciato spazio alla timidezza di quei primi sguardi per ritrovarvi in una dimensione parallela nella quale il contenuto di quel bicchiere che tenevate stretto in mano, pieno della vostra vita, della vostra storia e della vostra esperienza ha iniziato a piovervi addosso, solo voi due bagnati da gocce di emozioni e sensazioni che vi isolano dal resto del locale, rumoroso sfondo alla magia del colpo di fulmine. Fermi a quel bancone ci siete solo voi due, particelle di poli opposti che l’universo ha fatto incontrare, dando vita ad una magia che la bacchetta della vita genera poche volte. È bastato uno sguardo, prima era una sconosciuta, ora non potete più farne a meno.

Più o meno la stessa cosa che è successa fra me e la Peugeot 205 GTI: la guido da poche centinaia di metri e sono già follemente innamorato di lei. In questi anni ho guidato macchine di tutti i tipi e, voi che mi avete conosciuto potrete confermarlo, questa è la prima volta che ho chiesto al proprietario della macchina di vendermela. Un colpo di fulmine letale, dettato forse dalla targa BO o dalle linee così anni ’80 che guardandola mi immagino di trasmettere il Covid19 a Eather Parisi o, più concretamente, da une delle esperienze di guida più leggere, piacevoli e immediate della mia vita. L’ho appena conosciuta e non posso più fare a meno di lei.

– voi giovani non potete capire –

La vedo da lontano, rossa come la passione che devasta il mio cuore, tondeggiante come Sabrina Salerno, appoggiata leggiadra su quattro cerchi da 14″ a compositore telefonico che mi invogliano all’onanismo più sfrenato… dio è bellissima, quella targa BO F poi mi fa sbavare. La riuscita semplicità di questa linea è devastante, al punto che tutte le piccole Peugeot segmento B che sono venute dopo questa (206 – QUI la prova della RC, 207 e anche l’ultima 208) ne hanno mantenuto il caratteristico montante C che però non è mai stato così azzeccato come sulla 205: il modo in cui si allarga scendendo scaricandosi sulla ruota, sopratutto nella 3 porte, è di una perfezione sublime.

– non vi racconto mica della cazzate eh –

Anche gli accenni di sportività – codolini passaruota allargati e fendi integrati – non la appesantiscono affatto ma la rendono più grintosa e decisa. La Peugeot 205 GTI è vera auto sportiva nata in un’epoca nella quale, grazie a dio l’ho vissuta, non c’era bisogno di scrivere

sport

sportline

sportwagon

rsline

rline

gtline

GS Line

AMG Line

turbo su una macchina elettrica (il mio preferito)

M sport

su una qualunque menghia di auto pur di far sembrare sportivo ciò che sportivo non è, maledetto marketing di massa hai ucciso questo mondo. Forse è per questo che sono finito innamorato perdutamente di questa Peugeot, in lei ho ritrovato una purezza andata perduta, la stessa che puoi ritrovare nello straziante amore fra Robert Kincaid e Francesca Johnson o anzi, meglio, fra il tenente Pete “Maverick” Mitchell e Charlotte “Charlie” Blackwood che pensi wow che figata, poi però esci e alla terza persona che incroci ti rendi conto che era tutto un film, che il mondo fa un po’ schifommerda e che vorresti rifugiarti in un bosco a parlare con gli alberi e gli scoiattoli.

– dio quello sguardo –

L’aspetto leggero e semplice inoltre è la perfetta introduzione per l’esperienza di guida: non cattiva, non particolarmente aggressiva o grintosa ma incredibilmente leggera, agile, naturale e confidente. La 205 GTI mille-e-sei non è uno di quei ferri che alla seconda marcia che allunghi ti fanno pensare “cristo santo che roba” e nemmeno una di quelle che alla prima curva presa un po’ allegra ti fanno sentire Sebastien Loeb, questa semplicemente te la infili come un guanto e ne diventi il cuore, il telaio, le ruote, lo sterzo. Non sei tu a guidare lei e non è lei a farsi guidare da te, piuttosto diventi un tutt’uno con lei, più tutt’uno di qualunque altro tutt’uno, praticamente l’unità totosupergalattica.

Me la sono infilata addosso e mi sono trasformato in lei. Ora scivolo via curva dopo curva, intimamente legato a questi 900kg scarsi, accompagnandomi da un motore, da un volante e da un cambio che ho amato dal primo istante. Proprio il cambio è una sorpresa, capisco ora perché molti quelli che hanno il 1.9 ci montano quello del 1.6. I rapporti corti e incredibilmente ravvicinati (in 3a, 4a e 5a la caduta di giri è minima, si passa da una marcia all’altra facendo beeeee-booooo) riescono a regalare brio ad un motore che in alto ha il fiato forse un po’ corto, ma che si sposa alla perfezione con l’incredibile semplicità e leggerezza dell’auto regalando momenti di estasi cinetica.

Non ho mai guidato la 1.9 e pochi giorni fa ho guidato su questa stessa strada la Citroen AX Sport (QUI il teste). Il 1.3 a carburatony della piccola e spigolosa Citroen mi è parso più cattivo e ruvido (complice una macchina che pesa 175kg in meno) di questo 1.6 che, come detto poche righe sopra, non lascia a bocca aperta per la sua erogazione ma risulta talmente accordato al resto dell’auto da essere semplicemente perfetto.

– bruttino ma fa il suo lavoro –

Anno 1992, la Peugeot 205 GTI che ho provato è una seconda serie, quella con il 4-in-linea XU5JA-B6D, evoluzione del XU5JA da 105CV ma dotato di valvole più grandi (all’aspirazione passano da 38,5 a 40,6 mm mentre allo scarico passano da 31,5 a 33 mm) e un albero a camme dal profilo più spinto, il tutto per ottenere 115 spaventosi CV. Queste modifiche portarono ad una erogazione un pelo più appuntita, con il motore un po’ più vuoto sotto e più allegro in alto ma ad ogni modo non aspettatevi chissà quale missile. Erano gli anni ’80, certe robe come le 16 valvole erano ancora appannaggio di macchine ben più ricche e l’erogazione tipica degli 8 valvole era tutta qui, un po’ piatta e tendente a soffocarsi una volta verso il limitatore, è che non ci siamo più abituati alle 2 valvole per cilindro.

– velocità minima: 133km/h –

Scendendo da una qualunque auto un po’ più allegra e moderna (e 16V) la sensazione è che questo 1.6 sia poco potente ma la verità è che la leggerezza e naturalezza con cui quest’auto si fa condurre fanno dimenticare tutto il resto, ti rendi conto che non stai andando particolarmente veloce ma ti stai divertendo lo stesso, e questo è ciò che conta, non c’è sempre bisogno di esagerare. Il telaio è semplicemente spaziale (ed infatti verrà sfruttato da Citroen e Peugeot per le loro sportive per molti anni), le sospensioni MacPherson all’anteriore e i bracci indipendenti al posteriore regalano emozioni a badilate, la precisione di guida e l’aderenza meccanica sono incredibili, lo sterzo e le piccole ruote da 14″ a cui è attaccato è diretto e preciso come le lassiste auto moderne si scordano. Come al solito, qui non bisogna basarsi sui numeri, bisogna solo guidare: basteranno pochi metri e ti ritroverai a guidare con il coltello fra i denti, cercando l’ingresso aggressivo, la corda della curva, l’appoggio, dando gas in anticipo sfruttando un telaio che sembra avere l’LSD e sgusciare fuori dalle curve come sparato da un Gatling, alla cui forma i cerchi si rifanno in maniera spudorata.

– glielo dedichiamo un articolo a questo ferro #ofthemadon? –

Sicuramente non affilata, ma comunque godibile e goduriosa come poche, questa macchina non ti stupisce con numeroni, non ti fa annusare nulla per poi non mantenere, tiene tutto bello nascosto, pronta per regalartelo a piene mani e donarti momenti di indimenticabile piacere. Non sarai il più veloce della cumpa, non arriverai prima degli altri ma, una volta da soli te e lei, affronterete la strada belli come la libertà. E poi laggente si fermerà a guardarla, che è sempre un piacere.

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Un ferro appassionante, bella e sensuale come poche ma che mi lascia con un dubbio morale di profondità marianniche: ma se la AX 1.3 va così, se la GTI 1.6 va così (ripeto, non forte ma facendo piovere libidine), la 1.9 cosa diavolo è? E la T16? Che dite, c’è un’anima pia che vuole venire a farsi un giro in Raticosa? Sarei proprio curioso di sentire come va la punta di diamante di un’auto, la Peugeot 205 GTI, che proprio in questi giorni compie 36 anni e che come lei non ce ne sono più state.

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Articolo del 27 Febbraio 2020 / a cura di Il direttore

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  • Flavio

    Un concessionario vicino casa, ne vende una verde, sempre 1.6, verde, sono tre mesi che passo e la guardo, sperando che rimanga li finchè le finanze non mi permettano di far diventare realtà il sogno…ormai si legge RS per ritrovare anche solo a parole, le emozioni che in tutti i listini di auto non ci sono più…e la gente compra suv xche sono sportivi dicono loro…che mondo di cacca!!!

  • Gianluca

    Bella, molto bella, quasi come Heater Parisi…da farci un sacco di cose insieme!
    Ma perché nella foto il tachimetro segna 130 a macchina spente…..

  • Paolo

    Io, negli anni 80 le ho avute entrambe. Concordo pienamente con quanto descritto da te. La 1.6 era un pò più scorbutica del 1.9, anche pervhè dovevi tenerla alta di giri. La sorellona era sempre in tiro, già da 1500 giri … vigorosa ed entusiasmante. Come velocità di punta erano circa la 195 / 200,ma a noi, penso, non interessava quello … e poi, quei cerchi fantastici del 1.9 ….

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