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Nissan Silvia Varietta, era meglio su Gran Turismo!

Ci abbiamo giocato in Gran Turismo, abbiamo riso sul suo nome che ricorda un variegato alla vaniglia ma alla fine l’abbiamo provata. Ci aspettavamo una Nissan Silvia da spari in tange ma la verità è che questa Varietta, della Silvia ha solo il frontale ed è perfetta per andare a zonzo raccogliendo sguardi languidi.

Che meraviglia le macchine di importazione! Deve essere bellissimo passare le ore su macchine montate al contrario e che vanno fortissimo senza però aver la chiara idea di come e quando chiudere un sorpasso… per non parlare delle bestemmie ai caselli autostradali (e al McDrive).

Ma c’è un però, le auto giappe ricambiano gli sforzi ed i costi per gestirle con prestazioni che fanno spesso sorridere; è difficile trovare una controparte europea a certe auto giapponesi, sono proprio cose diverse, pensate e costruite in maniera diversa. Non sto ovviamente dicendo che una JDM sia meglio o peggio e specialmente non sto parlando della Celica, sto solo dicendo che con la Clio RS queste cose non le potete fare (con le BMW sì ma sono più brutte).

Ad ogni modo le mie profondissime ricerche mi hanno fatto notare che nell’ampia offerta di auto geidiemme montate al contrario esiste un grosso buco

nella gamma, riempito solo dalla MX5 che però se ci andate ad un raduno JDM non vi caga nessuno (anche perché vi diranno che non è una vera JDM). Non esiste infatti un’offerta concreta per gli amanti della guida con la zazzera al vento accompagnati da una bella passerona, contenta come voi di ustionarsi sotto il sole estivo; girare su una bella spider con la propria donna (o quella di un altro) accanto è una cosa che non ha prezzo (a parte quello necessario per pagare la donna, non si sa mai), ma è molto difficile farlo con una macchina con cui suscitare invidia a palate al prossimo raduno.

Siccome il vostro sogno è di vedere questo attorno a voi al prossimo JCM, ci pensa la Nissan a venire in vostro soccorso offrendovi l’unica possibilità per girare “scabriolati” con una vera e propria icona del panorama JDM.

Once upon a time in Japan…

Un giorno imprecisato del 2000, dagli uffici della Nissan partì un telefax, direzione Autech:

“Regiz problema, le nostre auto sono troppo da smanettoni coi brufoli, ci serve una vostra mano – di flessibile – per andare incontro a quelli a cui piace la passera. Aiutateci!”

Detto, fatto:Nissan Silvia Varietta 1Nissan Silvia Varietta 2Nissan Silvia Varietta 2 Quei folli della Autech, per rispondere alle disperate richieste della Nissan, tirarono fuori dalla Silvia S15 una delle prime Coupè-Cabriolet della storia dell’automobilismo moderno. Se in Europa avevamo avuto la SLK del 1996 seguita dalla Peugeot 206 CC, in Giappone era appena nata la Nissan Silvia Varietta che noi bambini nati negli anni ’80 conoscevamo solo grazie a Gran Turismo (anche se non l’ho mai comprata perché andava al rallentatore).

Nissan Silvia Varietta gran turismo

Nissan Silvia Varietta front

Ebbene sì ragazzi, quella che vedete è una rara di più rarissima (ce ne sono tipo 4 in Europa) Nissan Silvia Varietta importata direttamente dall’affollato gruppo di isole del sud-est asiatico. Prodotta partendo dalla Silvia S15 Spec-S, la Varietta è la Nissan Silvia da aperitivo perfetta. Dotata di un due litri aspirato da circa 166CV (un SR20DE) questa macchina è tutto tranne che veloce, il motore ha un bell’allungo e suona bene ma non ha nulla a che fare con le legnate tipiche degli SR20 turbo. Se secondo voi la Clio RS o la GT86 sono dei polmoni, dovreste fare un giro su questa, fidatevi.

Ma non è l’anima da teppista quella che dovete cercare nella Varietta quanto piuttosto l’anima da sport tourer, affascinante, spaziosa e capace di coprire lunghe distanze senza fare troppe storie. Non fatevi fregare dal frontale grintoso della Nissan Silvia S15, questa qua è grintosa come il velluto.

Ma, polmone o meno, appare chiaro che Nissan con questa Varietta non voleva assolutamente creare una macchina veloce o eccitante, anzi. Le informazioni arrivate a noi sono poche ma è abbastanza evidente che questa Varietta sia stata concepita per soddisfare chi fosse in cerca di qualcosa più alla moda o il pubblico femminile, come lasciano ben intendere le brochure originali che, sinceri, non trasmettono proprio l’idea della macchina da street racer “diobò stasera scasso la Wangan”. Sembrano piuttosto le immagini che spesso sono appese nelle vetrine dei barbieri pakistani, altro che le brochure di un ferro da sparo!

Non si fa un torto a nessuno dicendo che la Varietta venne concepita per offrire un prodotto più trendy (erano 16 anni che non dicevo questa parola) e dedicato ad un pubblico più attento alla sola estetica che all’handling, pubblico che all’epoca aveva come unica alternativa la vecchia cara Miata. Ecco, proprio l’handling è l’ultima cosa a cui dovete pensare guardando una Varietta. Anzi, a scrivere Handling nella stessa frase con Varietta avevo paura mi crashasse il Mac che mi esplodesse il gatto che mi si aprisse una voragine sotto la sedia ma invece no, sono ancora qua!

Ma perché? Non fa le curve (cit.)?

Con calma che vi spiego: le Nissan Silvia Varietta venivano prodotte dalla Autech segando la cappotta delle Silvia S15 e montando l’hard top ed il cofano posteriore incernierato al contrario andando così ad aumentare il peso totale della macchina di 100kg (totale 1330kg per la manuale) tutti appoggiati sul posteriore.

Alcuni dicono di sì, altri di no, la verità è che nessuno sa se e come il telaio veniva irrigidito una volta rimosso il tettuccio ed i montanti posteriori della Silvia da parte della Autech. Probabilmente qualcosa veniva fatto, i giapponesi non sono i tipi da fare le cose “a cazzo di cane”, ma comunque non abbastanza per evitare una serie infinita di scricchiolii e rumori sinistri ad ogni minima imperfezione dell’asfalto, sembra di guidare un cracker senza sale. Il proprietario di questa Nissan Blè (dalla regia mi dicono che, insoddisfatto dalle prestazioni della Varietta, la abbia affiancata con una GT-R R33 (tipo QUESTA) Midnight Purple bravo lui) mi ha raccontato che una volta caricata sul ponte diventava impossibile aprire le portiere della sua Varietta, tanto il telaio si deformava (per i curiosi, le portiere della MX-5 continuano ad aprirsi e chiudersi senza problemi anche sul ponte). E non lo dico solo io eh che “le cabrio sono rigide come due mattoni connessi da una carta da gioco”.

Ma a parte questo piccolo problema di flessibilità del telaio resta il fatto che la macchina messa in commercio dalla Nissan era comunque una vettura di qualità e tutta da godere, di sicuro non il ferro migliore con cui andare a girare in pista ma comunque una macchina fatta bene che grazie alla capote in metallo richiudibile elettricamente è molto più all-season di una spider dura e pura con il tetto in tela. Gli interni sono di qualità, confortevoli e spaziosi, qui dentro le zozzerie sono le benvenute. Poi mi fa morire il pulsante per far venire giù la capote chiaramente “oh rega e questo dove lo mettiamo? Dai faccio un buco e lo infilo qui!”. Dei veri bomber quelli della Autech.

Una volta per strada, se non fate caso al telaio che sembra dirvi “mi apro, stai attento che adesso mi rompo”, con assetto e gomme da 225/40 su cerchi da 18″ (originale usciva con dei 16″ inguardabili), è una macchina particolarmente incollata a terra e le marce molto lunghe (in terza fa i 165 ma una volta ai 180 i giochi sono finiti, cari i miei gentlemans) non contribuiscono a mandare in crisi l’auto. Anche l’assenza (questo è un peccato) di un differenziale autobloccante rendono la vettura piuttosto neutra e, anzi, tendente al sottosterzo. Non è un ferro da sparo, ve l’avevo detto, è meglio per caricarci le sbarbine.

Potrà non piacere, potrà non andare neanche a spingerla tanto che vi ritroverete a staccare più moscerini dal lunotto che dal parabrezza ma, se veramente siamo appassionati di auto e storie strane, è innegabile che la Varietta si sia meritata un articolo tutto per lei. Il problema di questa macchina è che rischia – e perde – nel venir confrontata con la Silvia da cui deriva quando invece la Varietta andrebbe considerata come una cosa a sé stante… con il frontale della Silvia S15. La Varietta magari non è una buona Nissan Silvia ma è un’ottima auto e questa è la cosa più importante.

Inoltre, cosa curiosa, mentre ero sui viali di Bologna, cappotta abbassata e pisello zazzera al vento, mi ha affiancato un tipo di circa 40 anni con in macchina il figlio e, abbassando il finestrino, mi ha detto: “ma… aspetta, è quella di Gran Turismo…è una, come si chiamava… Varietta?” confermando quindi che, anche se è un po’ un cesso, questa macchina è da veri intenditori ed il ferro giusto con cui far girare un po’ di teste e, casomai vi interessasse, andare a patonza.

P.S. È IN VENDITA

Articolo del 7 Gennaio 2019 / a cura di Il direttore

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  • A

    Io me la comprerei, ma di sicuro sarà stata già venduta, visto che son passati più di due anni e mezzo.
    E me la comprerei pure con tutti i difetti elencati, perché col motore della Silvia seria, quella non ammazzata a seghe, resta una signora macchina, che si piega con te dentro, ma meglio avercela che non, che poi ad irrigidire ci pensiamo noi.
    E comunque fa ridere che pressoché la totalità delle cabrio derivate dalla serie erano cadaveri simili, pure su base Ferrari, ma tutti, esaltando la versione chiusa, ne parlavano un gran bene, e poi dicevamo di FIAT, che almeno la Punto Cabrio, che pure si chiudeva su se stessa, aveva tutto il posteriore da dietro la portiera in giù e fino al paraurti finale, oltre al montante A, dedicato, simile nelle dimensioni ma tutt’altro che intercambiabile con la berlina. Una Fiat, derivata da una utilitaria, cabrio. Questi segavano (e segano, vedasi la Jimny col tetto apribile precedente all’ultima, che taglia di netto il telaio del montante B per risparmia a Santana le commesse con telai specifici che il montante B non solo lo manteneva ma lo rafforzava) telai come non ci fosse un domani, e tutti a sbavare “gieidiemmer”. Altro che una Fiat, manco le motozappe per certa gente (tanta, troppa).

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