No, non mi sono addormentato sulla tastiera generando un titolo dal significato oscuro, è solo che non avete idea di che cosa siano quelle due parole lì: “Mitsuoka” ed “Orochi”.
Partiamo dalla seconda; Il significato letterale di “Orochi” è “Grande Serpente”, vi vedo lì che ridete sotto i baffetti da preadolescenti sostenendo che una tipa vi abbia chiamati così e sappiamo tutti che non è vero e voi non avete più 13 anni.
Il Grande Serpente in questione era una bestia leggendaria, parte della mitologia giapponese, uno di quelli belli incazzati che, oltre ad essere grande tipo un’intera regione (la storia narra fosse lungo come 8 vette ed 8 valli, col dorso ricoperto di muschio ed alberi ed il ventre incandescente era costantemente macchiato di sangue), aveva anche 8 teste ed 8 code e se la scorrazzava a mangiare belle vergini e causare tafferugli vari.
Purtroppo a ‘na certa ha beccato la vergine sbagliata di cui si era innamorato un altro dio e il biscione è finito male ma questa è un’altra storia, resta che era un serpentone bello cazzuto.
Ora parliamo di Mitsuoka:
è una cosa che si mangia? No.
è un abito tradizionale giapponese? No.
è una pratica sessuale del sol levante? No.
Avete presente i Grandi Carrozzieri?
Quei matti che prendevano un mezzo e lo stravolgevano dal punto di vista estetico, creando fuoriserie con una faccia diversa da quella vista sui cataloghi ufficiali delle case?
Vi comunico che di carrozzieri che fanno ste porcate ce n’è a bizzeffe in giro per tutto il mondo e anche Mitsuoka ci prova, nel proprio piccolo.
Possono uscire cose più o meno gradevoli.
Il più brillante esempio delle seconde è la Mitsuoka Himiko, basata su una disgraziata Miata NC, rimodellata per richiamare le vetture inglesi d’altri tempi, come la Morgan.
Che comunque: non è che gli inglesi brillino per styling delle proprie vetture.
Quindi, in sostanza, che je manca a ‘sti Giapponesi, nel proprio lineup?
Un’auto che abbia appeal sui divetti dei serial televisivi, sui cantanti famosi a livello “locale”, mancava una “supercar” che fosse eclettica, inusuale, appariscente.
La Honda NSX? Essù, è scomoda ed ha una vocazione troppo sportiva, per tanto così mi compravo una F355, e poi c’è scritto Honda, chi mi si caga?
Una Mercedes SL? Rigà, va bene che magari in televisione ci sono finito grazie a una spintina della sacra corona unita di Tokyo, ma magari non renderei così palese la connessione.
Cosa resta? Solo roba molto più appariscente, molto più costosa e molto più blasonata e io faccio cose che guardano le casalinghe di Voghera (in provincia di Osaka, sia chiaro), non posso certo prendermi la stessa auto di un grande dirigente d’azienda, che cazzo, non sono mica europeo o americano!
Banzai per l’Imperatore!
Qui il nome di Mitsuoka arriva all’orecchio dell’attorucolo che, come lui ben sa, è un marchio piuttosto rinomato per la costruzione di auto percepite come “di classe” e “di qualità”.
Per cui il nostro Gabriel Garko-san va nei pressi di Toyama City e ordina la ragionevole supercar per il proprio status:
La Mitsuoka Orochi (scrollate con cautela).
“Ok, non mi piace ma sembra bella estrema, va forte?”
NO.
Però staccatevi dai soliti deltoni, dalle noiose settantacinque quadrifoglio, dalle F40 che ormai ci hanno sfrancicato tutto lo sfrancicabile, sedetevi zitti e ascoltatemi perché vi spiego come ragiona un divetto giapponese.
Al divetto in questione non interessa il carbonio, non gli frega un’emerita fava dell’assetto Eibach sviluppato appositamente per ottimizzare la percorrenza in curva a velocità estreme e, ancora meno, gliene sbatte dei sedili monoscocca.
Le prestazioni che gli interessano sono quelle di una comoda berlina che non ha bisogno di strappare tempi a Tsukuba, gli importa che non debba alzare la voce in auto per chiacchierare con la groupie che si è appena caricato e che non debba spaccarsi la schiena a salire o scendere. A questo piace trombare, gli spari sulla Wangan-Sen li lascia agli altri (se non sai di cosa stiamo parlando, queste parole colorate sono per te)
MA QUESTO NON E’ UN VERO APPASSIONATO D’AUTOH!1!!11
No, questo è un tizio che vuole un’auto comoda che, però, rappresenti il proprio status di protagonista di serial tv, al pubblico; fatevene una ragione, non a tutti piace una sogliola in carbonio che scorreggia più forte di tutti in galleria.
E dunque abbiamo la ragionevole supercar confortevole.
Sì ma, in totale, cosa c’è sotto il vestito? Nulla di eclatante:
Il motore è un 3.3L V6 Toyota, lo stesso che trovate nella Camry, con i suoi onestissimi 233CV e 328Nm di coppia, per accompagnarla verso i 100km/h in 7 secondi.
Il cambio cui è accoppiato il propulsore è un automatico 5 rapporti perché nessuno riesce a tenere la mano contemporaneamente sul cambio e sulla coscia di una 20enne giapponese (continuate a divertirvi con i vostri cambi manuali).
L’impianto frenante è mutuato dalla Honda Legend mentre l’intero retrotreno è di derivazione Lexus perché sì: è affidabile.
Gli interni sono un tripudio di pelle, con allestimenti personalizzati e riempiti con gli accessori che più potevano piacere all’acquirente dell’epoca.
No, non ha mai vinto campionati GT, non è nemmeno mai stata presa in considerazione da nessun team; non passerà agli annali per le proprie caratteristiche dinamiche e nemmeno per il sound dello scarico però lasciatemi dire quest’ultima cosa e poi potete venire a picchiarmi live: se foste in giro con la vostra ragazza e passasse una Orochi, state pur certi che sarà lei a girarsi e non voi, perché quello è il lavoro che deve fare questo mezzo.
Pace e bene, ci vediamo fuori dal Billionaire, in Mitsuoka.