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Quella volta che McLaren vinse Le Mans grazie al WD40

Ogni appassionato di auto&moto che si rispetti conosce il mitico WD40. Tutti lo usano e ogni officina ne ha una scorta. C’è gente che ci condisce l’insalata, altri ci fanno i gargarismi ed alcuni giurano di averci risolto alcuni problemini coniugali.

Ma da dove arriva la leggenda che accompagna le capacità di questo santo olio? Per scoprirlo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, tornando al

1995, vigilia della 24 ore di Le Mans

Nel 1995 la McLaren F1 è l’auto più figa del mondo. Non che adesso sia un Doblò ammetano, ma all’epoca sembrava un UFO: velocissima, costosissima, “issima” in tutto. In questo contesto e freschi della vittoria nel campionato BPR GT1 Endurance Series con 10 vittorie su 12 gare, la casa di Woking decise di partecipare alla 63° edizione della classicona per eccellenza: la 24h di Le Mans.

Per evitare “figure di pudding”, la McLaren scelse di partecipare in modalità ninja, per poter dire di non essersi impegnata a fondo nel caso la gara si fosse rivelata un disastro. Venne quindi deciso di fornire alcune neonate F1 GTR a team privati, composti per buona parte da uomini McLaren. Inoltre, per stare dalla parte dei bottoni, la casa inglese effettuerà dei test semi-ufficiali per correggere eventuali cazzate e non trovarsi con pezzi di motore BMW V12 (o di qualunque altra cosa) sparsi per la pista. Questo atteggiamento non proprio coraggioso ha una motivazione: alla partenza, la F1 si troverà almeno tre team avversari nettamente più veloci. Si tratta dei prototipi Courage e Kremer motorizzati Porsche 935 e i Wr con motore Peugeot; auto che, in virtù delle loro caratteristiche, hanno una velocità di percorrenza di curva più elevata, fondamentale a Le Mans.

Infatti per quei tre che non lo sapessero, la pista di Le Mans sembra una tangenziale in Pianura Padana chiusa al traffico con medie velocistiche molto elevate da fuori di testa, intervallate da alcune chicanes in cui si può fare la differenza.

Uno di questi team McLaren, macchina numero 59, ha il nome di un supereroe baffuto giapponese: Kokusai Kaihatsu Racing. Lo sponsor principale è la Ueno Clinic, azienda che risistema tette&chiappe alle giapponesi. A capo un uomo McLaren dal nome curioso, tale Paul Lanzante. Capo meccanico, Graham Humprys. Il team di piloti è composto dal finlandese J.J. Letho, fresco fresco di frattura al collo in seguito all’incidente sulla Benetton di F1 a Silverstone, il giapponese Masanori Sekiya e il francese bi-vincitore della 24h Yannick Dalmas.

L’esemplare che guideranno, telaio n° 01R, è lo stesso usato per i test e che inizialmente non doveva essere usato per la 24h. Durante le prove libere, la F1 GTR n°59 inizia a collezionare problemi: il simpaticissimo J.J., amato da tutto il team (in particolare dai meccanici…) per il suo stile di guida “o la va o la spacco”, rompe diversi braccetti saltando sui cordoli e manda fuorigiri il motore BMW come se non fosse suo.

Poco male, direte voi. Molto male dicono i tecnici BMW, per i quali il motore, mandato ripetutamente oltre 9000 giri, non è più affidabile. Male, malissimo, considerando che per tutte le F1 in gara c’è un solo (1) motore di riserva. Ovviamente, dato l’andazzo, quel motore doveva essere di J.J. Letho e del suo piede destro.

Per chiedere l’unico motore disponibile serve una telefonata del capo meccanico Graham Humprys a Ron Dennis in persona. Grazie a ciò, Letho si guadagna l’amore anche dagli altri team McLaren. Ma non è tutto: un altro problemino, riscontrato su tutte le GTR, è un’incertezza del cambio tra la terza e la quarta. Per inciso, problema riscontrato da tutti tranne J.J.: per lui il cambio deve fare rumore di rotto, altrimenti qualcosa non torna. Dopo aver smontato la scatola del cambio si scopre che la forcella del selettore ed il sincronizzatore sono danneggiati. Insomma, alla vigilia della 24 ore di Le Mans del 1995, la n°59 è pronta con motore e cambio nuovi a pochissime ore dalla partenza. Ottimo inizio.

foto di LAT Images per mclaren.com

Alla partenza troviamo quindi, come da programma, le due Wr Peugeot prima e seconda (quasi 400km/h di velocità massima in qualifica), seguite dalle due Courage (la n°13 guidata da “SuperMario Andretti”) e da un prototipo Kremer. La migliore delle McLaren partirà 6°, giusto? No, sbagliato. Prima della nostra F1 n°59 troviamo ben tre maschissime Ferrari F40LM. La nostra amata n°59 partirà dunque in 9° posizione, grazie ad un giro veloce di Letho, seguita dalle Venturi ufficiali.

La gara parte asciutta, tenetelo a mente, perché l’edizione del 1995 della 24h sarà la più bagnata della storia: pioverà per 17 ore delle 24 di gara, come una grigliata di Pasquetta qualunque. I prototipi prendono subito il largo, troppo veloci per le vetture di derivazione GT. Per ora la migliore delle GTR sembra essere la bianca West Fm. E la nostra n°59 Ueno Clinic? Resta dietro alle F40LM, per adesso.

immagine via McLaren.com

A circa un’ora di gara inizia a piovere e non smetterà quasi mai fino alla fine della 24h. Questo cambia completamente le carte in tavola: le vetture GT riescono a sfruttare il proprio potenziale meglio dei prototipi, che perdono tutto il vantaggio tecnico nei settori più guidati. Nel tardo pomeriggio e nella notte le Wr vengono coinvolte da incidenti e si ritirano. Stessa sorte per le Courage, anche se la n°13 di Andretti riesce a ripartire dopo un testacoda e torna ai box senza l’alettone posteriore. Resta una sola delle Kremer (ancora per poco) a battagliare per le prime posizioni in mezzo allo sciame di McLaren F1: le GTR dei team West Fm, Gulf, MachOne, BBA e Giroix si alternano nelle primissime posizioni. La nostra n°59 li segue da vicino in stile “raccogli le tue cose, vai sulla riva del fiume, siediti e aspetta”. Alle 4 del mattino suona il primo campanello di allarme in casa McLaren. La GTR West Fm in testa alla gara è obbligata a fermarsi ai box a causa di un problema al cambio (le F1 GTR avevano il cambio fragile). Riparte con una frizione nuova quaranta minuti dopo, per poi soccombere ad un incidente 4 giri più tardi. Tutti i meccanici McLaren, a questo punto, rovistano nelle tasche della tuta toccandosi come se la pista fosse invasa da gatti neri.

Durante una sosta ai box della n°59 Ueno Clinic, Graham si accorge che la terra e lo sporco in pista si impastano con l’acqua rendendo ancora più difficile il lavoro dei tiranti della scatola del cambio (che sulla F1 GTR sono esposti). La pioggia, alleato provvidenziale nell’azzerare il vantaggio dei prototipi, sta ora diventando un problema.

Al calar del sole la F1 GTR MachOne prende la testa, guidando nella notte senza spazzola tergicristallo. Come disse il saggio: “alla bersagliera!”. In tutto questo, tra prototipi in crisi mistica e Ferrari F40LM che sbattono e si rompono, durante la notte la nostra F1 GTR n°59 si porta in testa. Letho, proprio lui, il terrore degli ingegneri, gira nel buio venti secondi meglio di chiunque altro.

Si, VENTI.

Le altre McLaren occupano anche il 2°, il 4° ed il 5° posto, con al 3° posto la Courage “couraggiosamente” rimasta a battagliare. Tutto ok quindi? No.

All’alba tutte le McLaren presentano problemi al cambio sempre più gravi. Urge un colpo di genio. Come intervenire sul cambio senza mandare in vacca una gara inaspettatamente promettente per le GTR? Il nostro genietto Humprys aveva già notato che i link della scatola del cambio sono esposti e che la terra e il fango raccolti dalla vettura creano una specie di impasto per la pizza. Ordina quindi al team di pompare più olio WD40 possibile sui link e DENTRO la scatola del cambio attraverso i fori presenti. A litri. Mentre cambiano il pilota? Pompano WD40. Mentre sostituiscono le gomme? WD40. Mentre riforniscono? Che ve lo dico a fare? WD40. Il pilota non entra nel sedile? Lo ungono di WD40. E se è troppo, che faccio, lascio? Lasci.

Padre Graham trasmette questa dritta anche agli altri team McLaren. Damigiane di WD40 vengono pompate su tutto ciò che si può ungere. Come dare il verderame ai pomodori.

E funziona. Il cambio incredibilmente sembra reggere, chilometro dopo chilometro, J.J. Letho dopo J.J.Letho.

Nel primo pomeriggio la GTR MachOne supera la n°59 durante un pit-stop e si porta in testa, ma a due ore dalla bandiera a scacchi si ferma per problemi al cambio (ma va?) e perde la posizione. Ripartirà terza (chissà se hanno provato a ungere tutto con, che so, del WD40?). La lercissima n°59 si ritrova quindi prima. J.J. Letho, ai box, rompe una sedia dondolandosi, tanto per mantenersi caldo. Ogni volta che smette di piovere la Courage guadagna secondi su secondi ma non raggiunge la F1 GTR della Kokusai Kaihatsu Racing, che vince una tra le 24h di Le Mans più umide unte della storia. In classifica le GTR F1 occupano anche la 3°,4°, 5° e 13° posizione.

foto via McLaren.com

Gli uomini McLaren possono finalmente esultare, lucidi d’olio come spogliarellisti e carichi d’orgoglio e di WD40, che da quel giorno verrà considerato la “F1 GTR” dei lubrificanti.

Infine, per celebrare questo risultato McLaren costruirà cinque F1 GTR stradali, una per ogni esemplare che ha concluso questa fantastica gara. Chissà se nel baule fornivano una boccetta di WD40 come le bocce d’olio che la VW nasconde nelle ruote di scorta delle sue TSI.

Articolo di Marco Carito

P.S. La macchina in copertina è un modellino in scala 1:8 prodotto dal Amalgam, la Bburago dei ricchi, di fatti costa 11mila e 300 euri, ciao povery.

P.P.S. Se tu che leggi sei dell’ufficio marketing o qualcosa di simile del WD40 e vuoi saperne di più su questo articolo, puoi cliccare QUI o scrivere a info@rollingsteel.it

Articolo del 15 Giugno 2020 / a cura di La redazione

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  • Claudio

    Mai letto articolo più divertente e allo stesso tempo ricco di dettagli sportivi.
    Una vera chicca da leggere per ogni appassionato di motori

  • Roberto

    Bloody hell, questa si che è una cronaca di corsa plasmata con intelligenza sopraffina ed ironia roboante… Vivissimi complimenti…

  • Articolo serissimo e divertentissimo! Scivola via come………….lo Svitol!

  • Maqu

    Si capisce. A un vero meccanico servono solo il WD40 e un martello per lavorare.

  • Marco

    Che bella storia. Se non lo avete ancora fatto (e se si, metti il link per favore…), fate un video per raccontarla.

  • Giuliano

    Bellissimo

  • Giuliano

    Bellissima storia

  • Andrea

    Da meccanico confermo, il martello è il braccio, il WD è il sangue! Complimenti a tutti voi, scoperti da poco già non posso farne a meno.

  • Pierantonio

    bel tono e bel racconto. e ho pure indovinato la colonna sonora mentre leggevo. John Coltrane “Blue Train”.

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