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Fiat Ritmo Abarth 130 TC

Non tutti lo sanno ma le versioni sportive della Ritmo nacquero per rovinare la festa alla Golf GTI. Per farlo la Fiat si rivolse ad Abarth che mise a punto un ferro della madonna che non si guarda la seconda volta ma che va veramente forte.

Regaz oggi vi racconto una roba sborona. Vi avevo già parlato del mensile Gente Motori (che in edicola purtroppo non trovate più) e dei test impossibili che spesso organizzavano (tipo questo). Fra tutte, le migliori erano le sfide a pisello duro anzi durissimo auto VS aeroplano e, nel numero 1 del 1982, portarono in pista (di decollo) una Ritmo Abarth 125 TC per sfidare un Fiat G91 PAN, il meraviglioso aereo derivato dall’F86 Sabre che era in dotazione alle frecce tricolori prima dell’attuale MB 339 PAN.

Non sto scherzando. Quelli di GM convinsero Attilio Bettega a mettersi al volante di una Ritmo, nera come la pece e minacciosa come due testimoni di Geovahh la domenica mattina vicini al tuo citofono, e fargli correre i 400 metri accanto ad un G91 in corsa di decollo per dimostrare quanto quella piccola bomba a mano nera fosse tosta. E la cosa incredibile è che, nonostante una potenza ridicola di fronte a quella sviluppata dal ben più grosso turbogetto dell’aeroplano, la Ritmo riuscì a non sfigurare, prendendo solo 3 secondi nei 400 metri con partenza da fermo (20 secondi netti per l’aereo, 23 e sblisga per la macchina).

Vivo la mia Ritmo un quarto di miglio alla volta (cit.)

(foto da http://www.freccetricoloriclub40.it/)

Tell me why, tell me sweet dream of lie (ovvero, cosa si erano fumati?)

Ovvero, per quale razza di motivo misero un G91 contro una Ritmo? Noia? Droga? Alcool? No, la Golf GTI.

Sì, questa sfida riassume bene quello che rappresentò la Ritmo, specialmente in versione105 TC prima e in versione Abarth dopo, per l’immaginario collettivo dell’epoca. Questa simpatica vetturetta (cit.) venne infatti concepita dai vertici Fiat per contrastare un fenomeno che solo nel 2017 sarebbe diventato noto come “vaggaro infame, per te solo le lame”; proprio nel 1975 infatti la folgswagen rivoluzionò il mercato delle auto presentando la prima Golf GTI andando così a catturare tutto quel pubblico, specialmente italiano, che non trovava una valida controproposta da nessuna casa italiana (la Fiat in quel momento poteva massimo massimo proporvi una 127 70hp).

C’è poco da fare, la prima GTI era un gran ferro e, per quanto oggi la guardiamo con gli occhioni, la 127 poteva poco contro questa roba qua.

Golf GTI mk1Golf GTI mk1 intera

Fu proprio così che nacque l’idea della Ritmo Abarth. Sì perché quale macchina meglio della Fiat Ritmo, che fin dalla sua presentazione nel 1978 aveva ricevuto un gran consenso, poteva diventare una vera anti-Golf? La Fiat parve capirlo al volo e, nel 1981, presentò la prima versione sportiva di questa bella automobile, la 105TC. Quest’ultima era dotata del collaudato bialbero (TC sta proprio per Twin Cam) da 1585cc capace di sprigionare 105 piccoli cavallini, sufficienti a spingere la leggera macchina a 180 orari con uno 0-100 in circa 10 secondi. A completare la ricetta la Ritmo 105 TC venne pimpata nella linea e nell’assetto per renderla più aggressiva, piantata a terra e avvolgente attorno alle ruote rispetto a quella base.

C’era bisogno di rovinare la festa alla Golf GTI e la Fiat, con la 105 TC prima e con la Ritmo Abarth dopo, lo fece entrando nel bar con il bomber e gli anfibi pronta a demolire tutto quanto e a dar fuoco al locale. Era bellissima la 105 TC.

Ma la Fiat di quell’epoca non è la stessa di ora. Non solo la Fiat ma anche tutto il mondo dell’automobilismo era diverso: riviste, automobilisti e appassionati di auto in primis. C’era più fermento, più scimmia e più voglia di macchine eccitanti ed emozionanti. Se quindi la 105 TC andava così bene, perché non farne una versione ancora più potente e ignorante? Ecco allora che dai piani alti della Fiat, invece di dire “oddio no, ma siete tutte pazze?!!?”, qualcuno disse “cazzosì, fatela SUBITO!!”

e alla Fiat, dopo nemmeno un anno dalla 105, presentarono la prima Ritmo Abarth, la 125 TC, quella che per poco non prese a ceffe nei denti un G91. La macchina cambiò denominazione da Fiat ad Abarth perché era proprio lo storico preparatore a pistolare il 2000 quattro cilindri in linea con alberi a camme e pistoni specifici per permettergli di raggiungere i 125CV (lo stesso motore, montato sulla 131 Abarth da corsa, tirava i 230CV). La macchina veniva assemblata, la prima nella storia Fiat con l’ausilio di robot, negli stabilimenti Fiat di Rivalta ma gli avantreni venivano consegnati da Abarth mentre il nuovo cambio arrivava dalla tedesca ZF.

Sbom. Non è passata alla storia come la Golf Gittiì ma rimane un gran fierro.

La nuova Abarth Ritmo 125 TC vantava inoltre numerosi miglioramenti rispetto alla sorellina che la rendevano decisamente più sportiva e coinvolgente nella guida. Ma più di tutto la nuova Abarth diceva qualcos’altro: questa versione ci diceva che la Ritmo era capace di sopportare potenze più che doppie rispetto a quelle per cui era stata pensata e progettata senza stravolgimenti al telaio. Insomma, la Ritmo era una buona macchina, fatta come si deve e che, a scanso di equivoci ve lo ricordiamo, fu la stessa piattaforma meccanica (aka il telaio) da cui partirono per progettare la ben più famosa Lancia Delta, Integrale compresa.

E poi arriviamo alla Ritmo Abarth 130 TC su cui ho messo il culo

SBOM

Ritmo Abarth 130 TC fari

La 125 TC venne presentata nel 1982 ma nel 1983 la Ritmo, che era sul mercato già da 5 anni, venne aggiornata con un profondo restyling. Venne cambiato moltissimo dell’auto e le cambiarono faccia: personalmente preferisco di gran lunga la prima serie alla seconda, trovo che l’eliminazione degli avvolgenti paraurti le abbia fatto perdere un po’ del suo carattere, ma amen. L’aggiornamento coinvolse anche le versioni più incazzate della macchina e la 125 Abarth diventò 130 TC con l’add-on di una nuova accensione elettronica e di un carburatore a doppio corpo pronto per ingurgitare benzina in quantità con il conseguente incremento di potenza di 5 CV.

Con 130 cavalli la 130 TC è stato il top raggiunto dalla Ritmo nella sua personale sfida con la Golf che proprio nel 1983 usciva nella sua seconda versione (adesso scatta il contest “chi ha rubato la calandra a chi”). Con un aspetto da “ti spiezo in du” questa macchina è una vera perla di ignoranza e una potente espressione di quegli ultimi anni prima dell’avvento del turbo e delle piccole bombe a mano che son venute dopo di lei. Se si pensa alla Uno turbo, ad esempio, non si può infatti notare in questa Ritmo una certa “classe” che da lì a pochi anni verrà spazzata via dalla tamarraggine e dagli stickers TURBO sulle portiere.

Rossa come il sangue e sgraziata come poche, guardando questa Ritmo viene voglia di andare a fare un qualche attentato come nei migliori anni di piombo: più la guardo e più mi sale il Libanese. Più la guardo e più mi rendo conto che erano anni che non vedevo una Ritmo, non se ne vede più nemmeno una in giro ma sinceramente non mi mancava molto. Non vogliatemene, ma non mi piace: vuole essere sportiva e non fa nulla per nasconderlo, ci sono tutte le cose giuste al posto giusto (specialmente l’alettoncino sul portellone che sembra una sanguisuga rimasta appiccicata lì dopo un’uscita di strada nel sottobosco) ma il culone così basso e piantato in terra non mi convincono. Ha un aspetto poco agile e l’alternarsi di linee dritte e tese a dettagli più rotondeggianti creano una linea un po’ troppo confusionaria. Ci sono auto che le guardi e swish, con la stessa facilità con cui pronunci la parola sifilide, lo sguardo le percorre liscio liscio senza intoppi quasi leccandole mentre nella Ritmo iniziate a guardarla e sbom sbam sbem, lo sguardo si schianta di continuo contro qualcosa. Si vede di brutto che c’è lo zampino di Walterone da Silva dietro a questo susseguirsi di linee incasinate. Non sto scherzando, guardate la linea di cintura che prima scende e poi risale… non si guarda la seconda volta.

Sì ok abbiamo capito che non ti piace, ma come va sto fierro of god?

Le vere sorprese però arrivano se la si smette di guardare e se ci si siede al volante. Aprite la portiera e sedetevi con me:

Ritmo Abarth 130 TC interni

Si gira la piccola chiave e il motore, dopo un po’ di indecisione e anche un paio di sgasate torna in vita borbottando e sputacchiando come una vecchietta con evidenti problemi polmonari. È un motore a carburatori e non lo nasconde, l’accensione è lontanissima dai moderni motori ad iniezione, è meraviglioso, rende proprio l’idea di “ritornare in vita”. Una volta in movimento la macchina risulta piacevole e sorprendentemente veloce, un po’ come la Uno Turbo mi ha colpito la sua capacità di fare un sacco di strada.

Ritmo Abarth 130 TC volante

Ci ho messo un po’ a capire il vero carattere di questa macchina; la curva di coppia, piatta come l’elettroencefalogramma di un terrapiattista non stupisce con effetti speciali e all’inizio non ti mette nelle condizioni di capire veramente che diavolo stai guidando e che, più che altro, stai andando a bomba. I rapporti lunghi e la linearità della potenza disponibile rendono l’esperienza di guida della Ritmo Abarth 130TC parecchio pericolosa, è infatti impossibile andare piano perché questa macchina vi porta ad andare sempre forte. Non importa se ci state tirando volontariamente o meno ma se fate tanto di pelare un po’ il gas nelle prime tre marce vi ritroverete subito a correre con il coltello fra i denti con il tachimetro che sale più velocemente del contagiri.

A questo motore che, incredibile, pare essere elettrico per quanto è lineare, è accoppiato un telaio che pare attaccato a terra con il patafix. Dimenticate le francesine con il culetto ballerino, questa Fiat ha il culo pesantissimo, è piantato in terra, non molla mai e vi sprona ad andare sempre di più. È veramente difficile arrivare al limite della Ritmo Abarth e, in tal caso, vorrei non essere a bordo. Questa macchina da l’idea di essere una di quelle stronzette che non mollo, non mollo, non mollo, tranquillo non moll.. sbam, mollato.

Nonostante il suo aspetto esterno è incredibile il lavoro fatto dalla Abarth sulla meccanica e sul conseguente carattere di questa macchina. Già il rumore allo scarico che rimanda immediatamente ai rally ed alle prove speciali fa capire che la Ritmo ha carattere da vendere a manate in faccia. A differenza delle auto che sono venute dopo (che prima di andare forte ti urlavano in faccia il loro potenziale), questa lavora molto più in sordina. È una macchina che va forte ma invece che urlarvelo in faccia e terrorizzarvi, vi mette tranquilli spingendovi a dargliene di più e inoltre, come alcune amiche che non ho mai avuto, più gliene date più lei ne prende. Solo un volante un pelo meno demoltiplicato e dei sedili un pelo più contenitivi avrebbero reso l’esperienza di guida ancora migliore. Se fosse una ragazza a Bologna si direbbe “gnocca mòffa, chi la stòffa”.

Diobò sono auto come questa Ritmo che dovrebbero avere ancora in dotazione le scuole guida, vi insegnano a guidare e vi insegnano ad amare la guida e le auto costruite per bene. La vedete e sembra un’accozzaglia di lamiere buttate una sull’altra, poi la accendete e vi rendete conto che forse qualcosa di buono sotto c’è, poi la guidate e vi domandate cosa diavolo sia successo alla Fiat negli ultimi trent’anni. Sono auto come questa Ritmo che bisognerebbe dare alla dirigenza del gruppo FCA come auto aziendale, magari andrebbero a lavorare più motivati.

C’era bisogno di rovinare la festa alla Golf GTI e la Fiat, con Ritmo Abarth lo fece entrando nel bar con il bomber e gli anfibi pronta a demolire tutto quanto. C’era bisogno di rovinare la festa alla Golf GTI ma purtroppo, nonostante la Ritmo sia ancora un’ottima auto, non ce la fece ma dopo averla provata vi fa fare sta faccia qua.

Articolo del 11 Dicembre 2018 / a cura di Il direttore

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  • Mi piace molto e una bella macchina mi dici quando e il prezzo.io mi kiamo Giuseppe scavone sono di Ruoti provincia di Potenza. Questo e il mio cellulare 3495918469 per contattarmi buona serata

  • Salvo

    Ho letto tutto quanto e nn so o daccordo ……
    Vero é ch3 é stata costruita x contrastare la golf ok.
    Ma detto questo é stupido ripeto é da stupidi fare il.paragone la ritmo abarth 130 tc rimane sempre la migliore ….x tutto dalla.meccanica alla carrozzria nn dimentichiamoci che quello stesso motore ha fatto poi la storia in tutti i senzi fiat 124 abarth 131 abarth lancia beta montecarlo delta stesso motore cn lagiunta del turbo ma anche la uno turbo stesso basamento motore piu piccolo.ma sempre ispirato a quello.ci sarebbe da s rivere tanto .ma cmq é il mio umile pensiero .ho avuto la 140 tc stradale e da corsa …dopo ho avuto tante altre vetture sia stradali che da corsa .ma nn dimenticheró mai il mio primo amore la ritmo 130 tc

  • La Ritmo Abarth aveva un telaio che non era all altezza delle prestazioni, infatti è un auto che non ha avuto grandi successi nelle corse.

    • Daniele

      La ritmo aveva un telaio non all’altezza?
      Quindi anche la Delta non aveva un telaio all’altezza, dato che era lo stesso?

  • Ale

    Beh mica tanto….. aveva un sottosterzo da paura ma con un buon assetto in Gruppo N (vetture di serie) le ha suonate a tutti per un bel pò di tempo (per la cronaca le 130 Abarth Gr.N della Picaracing….).

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