Il 16 e 17 Maggio 1943 andò in scena una delle operazioni più folli, ardite e memorabili della storia dell’aviazione. Quella notte infatti il 617° Squadrone da bombardamento inglese attaccò le dighe tedesche sui fiumi Mohne, Sorphe Ennepe ed Edersee che alimentavano le centrali idroelettriche che producevano l’energia per la valle della Rhur, vero cuore dell’industria bellica tedesca.
Era l’Operazione Chastise, nome in codice di una delle operazioni di bombardamento mirato più famose della Seconda Guerra Mondiale. Impresa famosa perché immortalata in molti film, perché eseguita da pochi arditissimi ed espertissimi equipaggi con un bombardiere a sua volta famosissimo di suo, l’Avro Lancaster, per giunta in questa operazione particolarmente attrezzato con una bomba che è stata unica in quanto usata solo in questa operazione.
– un Avro Lancaster modificato per ospitare la missione Chastise, si nota la mina e la catena che la metteva in rotazione –
Per quanto folle e pericolosa al limite del coraggio umano, la missione Chastise divenne famosa anche perché ebbe successo, forse più di quello sperato, malgrado l’altissimo numero di perdite che subirono gli attaccanti, cosa di cui erano ben consci prima ancora di decollare. Attaccare degli obiettivi ben protetti dalla contraerea, volando forzatamente su rotte immutabili a quota bassissima e velocità costante fino allo sgancio della bomba era quasi un suicidio ed anche il cannoniere più inesperto aveva a disposizione un bersaglio facile che non poteva mancare.
L’unica speranza era la velocità, a 400 chilometri all’ora si resta nel raggio di gittata utile dei cannoni contraerei non più di dieci secondi, ma in dieci secondi una quadrinata Flakvierling 38 da 20 mm ti scaglia addosso 120 proiettili… e ce ne erano una decina attorno all’obiettivo. Per loro fortuna una sola diga era difesa da postazioni di artiglieria, le altre erano indifese e protette solamente da reti e palloni questo comunque non evitò che di 19 Lancaster che arrivarono sui bersagli, ne ritornarono a casa 11, mentre 8 furono abbattuti. Dei 113 ragazzi impegnati nella missione, 53 non tornarono a casa.
L’attacco alle dighe tedesche della Rhur era stato pianificato da tempo da parte del Ministero della Guerra inglese per l’importanza che rivestiva l’energia e l’acqua che queste fornivano alla industria pesante dell’acciaio tedesca. Si erano vagliate diverse ipotesi come un bombardamento da alta quota ma i bersagli erano troppo piccoli per essere efficacemente colpiti e non era possibile usare siluri perché le dighe erano protette da una serie di reti immerse che li avrebbero fermati. Il progetto era stato archiviato ma non dimenticato.
Poi arrivò l’invenzione di Barnes Wallis.
Barnes Wallis era Assistente Capo Ingegnere della Vickers (o Assistente DEL Capo?) e nell’Aprile 1942 aveva pubblicato un libretto dal titolo “Spherical Bomb — Surface Torpedo” dove ipotizzava una bomba da usare per colpire dighe o navi alla fonda in acque calme (per esempio la Tirpiz ancorata nei fiordi norvegesi). Era in pratica una grossa bomba di profondità, cilindrica o sferica (quella sferica aveva la superficie bugnata come una pallina da golf), messa in rotazione a 500 giri al minuto e poi sganciata a velocità e quota precise… sarebbe rimbalzata verso il bersaglio, affondando in sua prossimità ed esplodendo sotto il pelo dell’acqua.
La leggenda narra che Wallis ebbe l’idea vedendo il figlio giocare con sassi piatti che rimbalzavano sull’acqua, anche se è più probabile che conosceva la storia e fosse a conoscenza del fatto che Maometto II il Conquistatore aveva protetto nel 1472 il Bosforo piazzando cannoni che sparavano a pelo d’acqua e colpivano le fiancate delle navi nemiche con i proiettili che rimbalzavano sull’acqua. Il Ministero della Guerra si interessò della cosa e riprese dall’archivio il piano di attacco alle dighe tedesche.
Questa bomba era relativamente leggera, poco più di 4000 chili e quindi trasportabile da un bombardiere, ma sarebbe bastata a far saltare una diga? La sola pressione della esplosione sarebbe bastata a danneggiare la struttura della diga?
Il 24 Luglio 1942 venne fatto un esperimento sulla diga in disuso a Nant-y-Gro vicino a Rhayader nel Galles e fu un successo clamoroso, con soli 127 chili di esplosivo piazzati in un contenitore immerso alla base della diga l’intera strutturaa collassò!
Testata l’efficacia del sistema, una trentina di Avro Lancaster Mk III, poi battezzati B Mark III Special (Type 464 Provisioning) vennero modificati per il trasporto e il lancio della bomba rotante. Vennero alleggeriti delle corazzature, venne rimossa la torretta dorsale, vennero rimossi i portelli del vano bombe e montati supporti della bomba e il motore che l’avrebbe messa in rotazione. A questo punto c’era da assicurarsi che le bombe (anche se sarebbe corretto chiamarle mine), sarebbero andate a segno: i parametri di sgancio vincolanti e tassativi affinché la bomba rimbalzando superasse le reti e arrivasse ad immergersi proprio ai piedi della diga erano tre: velocità, altezza e distanza.
Con molte prove ad altezze, velocità e distanze diverse si erano trovati i valori esatti per ottenere il risultato voluto. Questi i dati: giri al minuto da imprimere alla bomba 500 giri/min, altezza di sgancio 60 piedi (18 metri!) distanza di sgancio 425 yarde (400 m) velocità di sgancio 220 mph (390 km/h), tolleranza massima del 6%.
Adesso si trattava di dare agli equipaggi gli strumenti per misurali con la dovuta precisione.
Mentre non c’era problema per la velocità dato che gli strumenti di bordo erano sufficientemente precisi, il problema era determinare l’altezza e la distanza in modo esatto e sopratutto istantaneo.
Gli altimetri non danno indicazioni affidabili e soprattuto precise al metro, i telemetri sono precisi ma richiedono tempo per la lettura dopo la misurazione e questo tempo non c’era perché a 400 chilometri all’ora si fa un chilometro in sei secondi. Due semplicissimi ma geniali dispositivi vennero realizzati per risolvere questi due problemi. Entrambi sfruttavano la trigonometria piana, ossia tracciavano e “calcolavano” triangoli. Due fari posti a prua e poppa dei Lancaster venivano orientati in modo da proiettare un disco luminoso sul terreno. Il loro angolo era regolato in modo che i due cerchi che la luce evidenziava sul terreno si sovrapponessero alla quota richiesta. Se i cerchi erano distanti bastava salire o scendere fino a sovrapporli e poi volare tenendoli sovrapposti..!
La distanza venne calcolata in base all’angolo di visuale delle due torri della diga. La distanza tra le due torri era nota e quindi era ricavabile la distanza del punto di visuale in base all’angolo sotto cui erano viste le torri. Una semplice forcella ad Y con due barrette verticali sui bracci fungeva da traguardo. Con l’occhio sul gambo si traguardavano le torri… quando le torri fossero stare sovrapposte alle barrette la distanza era quella corretta e si doveva sganciare la bomba.
Gli equipaggi si addestrarono nella Eyebrook Reservoir, vicino ad Uppingham, nella Abberton Reservoir vicino a Colchester e nella Fleet Lagoon a Chesil Beach. La bomba venne testata nella Elan Valley Reservoirs.
Una volta tutto pronto per affrontare la missione vera e propria vennero composte tre formazioni, una di nove aerei che avrebbe attaccato la diga del Mohne e dopo l’attacco avrebbe proseguito con le restanti bombe verso la diga del Edersee, una di cinque aerei avrebbe attaccato la diga del Sorpe e infine una formazione di riserva di cinque aerei era destinata a tentare un secondo attacco se le prime due non avessero avuto successo oppure attaccare le dighe Lister, Ennepe e Diemel. Alla fine due equipaggi non furono disponibili perché ammalati.
Gli aerei iniziarono i decolli a gruppi di tre a intervalli di dieci minuti. La sera del 16, alle 21:39, la formazione di riserva parti poco dopo la mezzanotte. Volarono verso la costa olandese a 30 metri di quota per evitare l’avvistamento radar e nella seconda ondata ci furono le prime perdite. Un Lancaster volando troppo basso toccò la superficie del mare e perse la bomba tornando alla base, un altro perse la radio per danni da contraerea e rientrò ma fu fortunato, altri due vennero abbattuti. Un solo aereo della seconda formazione superò l’Olanda. Nella prima invece un Lancaster aveva incappato a bassa quota in una linea elettrica schiantandosi.
– Alla fine della fiera in totale erano rimasti otto aerei della prima formazione e solo uno della seconda –
I primi due aerei della prima ondata attaccarono la diga di Mohne ma uno venne colpito prima dalla contraerea e poi investito dalla esplosione della bomba e precipitò, si salvarono in tre ma uno morì poco dopo per le ferite. Il primo aereo che aveva attaccato (il G for George pilotato dal comandante Gibson) rifece un passaggio sulla diga per attirare il fuoco della FlaK e distoglierlo dal terzo aereo che stava attaccando, seguito dal quarto e dal quinto. Tutti gli attacchi ebbero successo e al quinto la diga collassò. Erano rimaste quattro bombe alla prima formazione.
La diga sull’Eder non era difesa ma era avvolta da una fitta nebbia. Il primo aereo fece sei tentavi a vuoto e poi lasciò il posto al secondo che sganciò ma la bomba colpì la spalletta della diga invece di immergersi e l’esplosione danneggio severamente l’aereo, il terzo fece uno sgancio corretto e quando il primo aereo riprovò l’attacco la sua bomba fece collassare la diga.
Nella foto sopra la falla aperta nella diga sul Eder, 77 metri per 22 di altezza, in quella sotto la diga sul Mohne prima e dopo
Era rimasta una bomba alla prima formazione e il Lancaster che la portava raggiunse la diga sul Sorpe . Qui l’attacco non si svolse secondo il copione perché le bombe non vennero lanciate contro la diga ma parallelamente ad essa per la conformazione della valle che non permetteva il sorvolo del lago. Ci vollero dieci tentavi prima di lanciare la prima bomba che però colpi il parapetto e non fece danni significativi. I tre Lancaster superstiti della terza formazione vennero dirottati su questa diga ma uno venne abbattuto dalla contraerea di un aeroporto che si era trovato inaspettatamente a sorvolare a trenta metri di quota!
Dei due rimasti il primo trovò fittissima nebbia e sganciò lo stesso ma falli il lancio, il secondo trovò nebbia ancora più fitta e non riuscì nemmeno a fare la corsa di lancio. La diga rimase intatta.
– la diga sul Sorpe dopo l’attacco dei Lancaster, danneggiata ma al suo posto –
I rimanenti due aerei di riserva vennero inviati sui bersagli secondari ma uno venne abbattuto e il secondo lanciò la bomba sulla diga di Ennepe ma dimenticò di innescarla anche se su questo punto c’è parecchia confusione; si dice infatti che per colpa della nebbia l’aereo sbagliò rotta e lanciò la mina sulla diga di Bever, infatti qui venne avvistato da testimoni un aereo in attacco a bassa quota quella notte e trovati i resti di una mina in un bosco.
Finito l’attacco, sulla via del ritorno vennero persi altri due aerei abbattuti dalla contraerea.
– l’equipaggio del “T for Tommy”: l’aereo colpì la diga sul Sorpe senza fare danni significativi, i ragazzi tornarono a casa –
Gli effetti immediati furono la morte di circa 1.700 persone (di cui 1.000 erano prigionieri di guerra e lavoratori coatti la maggior parte russi tra cui circa 500 donne) a causa della ondata di piena scatenata dal crollo delle dighe e circa due settimane di interruzione di corrente nella valle. Gli effetti a medio e lungo termine sulla macchina bellica tedesca invece furono minimi, già il 27 giugno con l’installazione di nuove pompe la produzione di acqua ed energia era stata completamente ripristinata ed a Ottobre le dighe erano state completamente ricostruite in cemento armato.
Effetti più marcati l’operazione li ebbe in campo propangandistico e politico, e servì a rassicurare Stalin che gli inglesi si impegnavano davvero nella guerra contro la Germania e non lo avrebbero lasciato solo a combattere i nazisti invasori.
Alla fine le bombe rimbalzanti non vennero più impiegate nel seguito del conflitto, quelle rimaste nei magazzini vennero lanciate nel Mare del Nord senza inneschi prima della fine del conflitto perché l’esplosivo al loro interno iniziava a deteriorarsi.
Il 617 Squadrone per la sua impresa ricevette la denominazione ufficiale di “DamBuster” con cui è noto ancora oggi e il motto “Après moi le deluge”. 34 dei sopravvissuti al raid vennero decorati il 22 Giugno 1943 a Buckingham Palace, il comandante della missione Gibson ricevette la Victoria Cross e furono distribuite 5 Distinguished Service Order, 10 Distinguished Flying Crosses e 5 barre, 2 Conspicousus Gallantry Medal , 11 Distinguished Flying Medal ed una barra. Nel dubbio nel 1987 vene anche eretto un memoriale in Royal Square per ricordare gli eroi del 617° Squadron
La vicenda è stata narrata anche in diversi film, il più famoso risale al 1955 (titolo italiano “i guastatori delle dighe”) mentre modellisticamente parlando il Lancaster usato nella Operazione Chastise è ben rappresentato, ed è forse l’aereo speciale più riprodotto. Airfix, Revell, Hasegawa e Tamiya hanno in catalogo scatole di montaggio con il modello specifico.
Non è questa la sede per disquisire su pregi e difetti delle diverse scatole di montaggio, ma voglio segnalare per la originalità la proposta la scatola Airfix “speciale” A50061 contenente anche il necessario per realizzare il diorama dell’aereo che sgancia la bomba sulla diga.
Infine, per gli amanti del retrograming, segnaliamo “The Dambusters”, gioco per il mitico Commodore 64 grazie al quale potrete ripetere le eroiche gesta di Gibson e del suo squadrone.
Riferimento a the office solo per intenditori
Bravissimi, vi prego mettete i riferimenti bibliografici!
Le onoreficenze furono consegnate probabilmente nel 43 e non nel 42…
Corretto, grazie!
40 anni fa le poste inglesi emisero una serie di francobolli su questa operazione è un comitato apposito di non mi ricordo più quale Squadron si incaricò di far firmare una busta con relativo francobollo a ciascuno dei sopravvissuti. Fu realizzata una serie limitata di soli 100 numeri con una 30 di buste ciascuna. Sono il fortunato possessore di una di queste.