Ah la prima Panda! Negli ultimi tempi questa macchina è tornata a far parlare di sé, l’abbiamo vista girare cappottare a Monza, l’abbiamo vista trasformata in un meraviglioso carro armato pandarmato
ma la verità è che la prima Panda, conosciuta anche come “il Pandino”, macchina per eccellenza per neopatentati, nonnine e tecnici della SIP, era un po’ un cesso. Benché oggi, in evidente crisi nostalgica da parte di tutti, stia venendo rivaluta era in realtà un semplice – e un po’ rozzo – mezzo di trasporto. Era un modo abbastanza comodo, abbastanza svelto, abbastanza stiloso per andare semplicemente dal punto A al punto B.
Diobò, al giorno d’oggi quando citi il vecchio Pandino sembra si stia parlando di questa (o anche di quella che ho messo ad inizio articolo):
E non di questa (notare la faccia terrorizzata della signorina al pensiero di affrontare una curva)
Comunque sia, la vecchia Panda la conosco bene. Per mantenermi gli studi universitari o quantomeno aiutare mio padre nel farlo, ho fatto il pizzettaro per quattro anni buoni, dal 2005 al 2009 circa, su un Pandino settemmezzo bianca. L’ho veramente demolita testata a fondo, assieme a lei ne ho fatte di tutti i colori (speriamo il titolare della pizzeria non legga), facevamo l’autoscontro con l’altro ragazzo della pizzeria (avevamo un pandino a testa) e dei freni a mano senza fine, ho visto pizze partire dalla pizzeria quattro stagioni ed arrivare dal cliente capricciose. Ma la macchina aveva dei limiti abbastanza evidenti. Gli interni in linoleum (o una robaccia simile) grigio pantegana, uno sterzo che se in curva per caso ti scappava si raddrizzava alla velocità della luce facendoti sbattere la testa contro i finestrini laterali, i fanali che non fanalavo, il tergicrstallo anteriore che non tergeva una beata (figuratevi quello dietro), gli specchietti laterali che alla minima pacca cadevano di lato come le orecchie di un cane triste. Era una macchina economica, punto. Che puzzava ed era unta di pizza per di più.
Ma era divertente, costava poco, non avevi paura di disfarla perché non c’era molto da disfare e quel motore era un razzo, faceva lo 0->60 in quattro decimi salvo poi arenarsi un po’. Ricordo che tra la quarta e la quinta c’erano tipo 100 giri di differenza, tiravi la quarta BOOOOOOOOOO, sbattevi la quinta mollavi la frizione e… BOOOOOOOOOOO eri sempre imballato. Che figata (sopratutto perché non era mia)!
Io avevo una Polo Coupè 2a serie, ma questa è un’altra storia.
Oggi invece, nostalgia a parte, vi voglio far vedere una cosa. Recentemente abbiamo visto come in Giappone vadano matti per la Panda, di come venga utilizzata per fare garette e di come si vedano Pandine messe giù come veri animali da pista. E dopo un articolo del genere, come al solito, il popolo del webbe si è indignato, frasi del genere si sono sprecate:
“ecco, questi sono i veri appassionati, non noi!”
“il prodotto italico all’estero viene apprezzato per quel che è!!11!”
“Le scie chimiche mi hanno sporcato la macchina appena lavata!!1”
Ecco quindi che, giusto in tempo per contenere lo sdegno generale, un nostro affezionato lettore ci ha mandato le foto del suo Pandino leggermente modificato. Preparatevi a vedere una roba da manicomio.
La Panda in guesdione:
Tutto è nato da qui, da una normale ed ignara (del proprio destino) Panda 900 rossa comprata per sostituire una obsoleta 750 a carburatori (notare il tentativo di burnout, quanta grinta e quanta arroganza):
Fin qui nulla di anomalo. All’inizio questo povero Pandino fece la fine che spesso fanno le macchine in mano ai neopatentati, e venne quindi dotata di tutti gli accessori giusti:
– impianto audio “serio”, 4 casse davanti, 4 dietro e sub da 2000 watt;
– gruppetto di 5 e spesso 6 amici sempre a bordo pronti a far casino (gnocca mai);
– croce sui fari (non si sa mai, potrebbe servire).
Ammettiamolo, appena presa la patente c’è gusto a fare i cazzoni e girare con la musica a livelli indecenti, l’abbiamo fatto tutti ammettetelo. Poi il tempo passa ma l’ignoranza no. La Panda in questione vide quindi la sua prima livrea da corsa con parti bianche a contrasto con il resto della carrozzeria. Da corsa poco però, sembrava più un’ambulanza che una macchina pronta per correre.
Poi, complice evidentemente un sacco di tempo libero, dai meandri di internet sbucarono le immagini della Seat Panda IvarTe con cui Carlos Sainz sr. cominciò a correre nei rally.
Quale? Questa:
Ma il tempo non serve a nulla se non hai un sacco di soldi con cui riempirlo. Per quello bastò un lavoro. Ed ecco che, seguendo il famoso motto “faccio lo scarico e basta” siamo arrivati ad una cosa da SerT immediato. Il proprietario di questo Pandino, guadagnandosi tutta la nostra più profonda ammirazione, sta spendendo un sacco di tempo e denaro per costruirsi da solo una vera Panda da rally. Partendo infatti da una livrea da ambulanza, il ragazzo ci ha preso gusto e, passo dopo passo, sta trasformando la sua Panda in un ferro incredibile:
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Ma questo non è tutto, anzi è solo l’inizio. Quella delle foto non è una macchina con qualche piccolo accessorio aftermarket per renderla più sborona. No, quella che ha subito questa panda è una vera trasformazione, probabilmente con una messa a punto sarebbe pronta per correre (direi che manca solo una rollcage), vediamo per bene cosa è stato fatto, poi ne parliamo (armatevi di pazienza che a lista è lunga):
Motore:
Qui una rara foto dello smontaggio del motore in vista del suo completo restauro:
Quattro cilindri in linea Fiat serie 100 aste e bilancieri. Cilindrata: 899cc i.e. Cavalli: n.d. (in attesa di rimappare e bancare). Peso vettura originale: 710kg Peso vettura attuale: ancora n.d. (da pesare). Anno immatricolazione vettura: 2000, anno motore: 1997. Modifiche eseguite fino ad ora al motore: testata ribassata con lucidatura completa condotti di scarico ed aspirazione, inserti valvole fresati e montaggio valvole nuove, bronzine nuove, candele nuove NGK, volano alleggerito (500gr) e riequilibrato, cilindri rettificati e lucidati con pistoni nuovi alleggeriti, frizione Fiat nuova originale (fondo di magazzino), collettori di scarico A112 Abarth 4-2-1 in acciaio originali, scarico completamente diretto in acciaio con terminale modificato (sempre diretto), eliminazione sonda lambda, albero a camme riprofilato Colombo & Bariani (stradale medio), corpo farfallato punto 75 1.2 (38mm) con lavorazione completa fino alla testata con il diametro maggiorato da 30 a 40mm, regolatore di pressione artigianale, iniettore arancione punto 1.2 60, aspirazione tramite convogliatore dell’aria artigianale in alluminio (tipo 112 Abarth) con filtro artigianale, e tutto quanto il resto nuovo, compreso il radiatore, distribuzione, pompa acqua ecc… manca solo la rimappatura ed una coppia conica più corta.
(fate swish col dito per vedere le fotine)
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Modifiche al corpo vettura:
Interni: sedile a guscio originale OMP da Rally omologato FIA (quindi non è finto-tuning) spostato più indietro e più in basso (per abbassare il baricentro), staffe sedile Salbet fisse, volante a calice Sabelt di fine produzione a due razze scamosciato, distanziale volante in alluminio da 3cm, volante spostato più in basso, cambio originale a corde rialzato e spostato più indietro dell’originale per avere la guida più spostata verso il centro vettura (per stabilizzare i pesi visto che dietro a parte il serbatoio è priva di peso – e lo sappiamo benissimo!) rimozione dei sedili posteriori con barra di rinforzo al telaio e attacco cinture a 4 punti Sabelt, (la vettura è completamente priva di insonorizzazione), assetto completo ribassato e rinforzato, con una modifica fatta da me (non ideata da me) con dei cavi tiranti di acciaio per tenerla più composta in curva e ridurre la corsa dello stelo, cruscotto interamente artigianale in legno (per questioni di peso) allestito con manometri e pulsanti delle funzioni della macchina tutto completamente realizzato da me (per il disegno del cruscotto si è preso spunto da quello della Delta S4 Gruppo B), avviamento del motore tramite pulsanti e stacca batteria, impianto fari separato (un tasto accende quelli anteriori e l’altro quelli posteriori), freni:anteriori a disco pieni Brembo, pastiglie Ferodo, dietro a tamburo.
Esterni ed altre modifiche al telaio: Fari supplementari 4x Maxtel da 55w l’uno ma con lampadine a luce bianca, livrea pensata in parte da me ma con spunti presi dalla Seat Panda IvarTe con la quale cominciò a correre Carlos Sainz, nel 2020 prevista riverniciatura completa con livrea originale per farne una semi-replica più fedele all’originale di quella attuale. Tutta la vettura è stata alleggerita il più possibile: interni svuotati completamente compreso fondo vettura insonorizzante, sedili posteriori rimossi, finestrini in vetro sintetico (plexiglass) tranne parabrezza anteriore, cerchi in Magnesio Fiat Cromodora 5jx13 originali anni 70 (3.75kg l’uno, 7.98kg l’uno gommati), distanziali in alluminio da 1,6cm sia davanti che dietro, vano motore rinforzato con barra duomi della Lancia Delta Integrale 16v riadattata, con aggiunta del sistema di rinforzo a triangolo (come sulla 131 Abarth da Rally), olio motore Motul 100% sintetico 10w40, olio cambio Motul sempre sintetico, gomme Dunlop 155/65 R13, bulloni ruota con teste maggiorate da 17mm a 19mm. Abbiamo anche gli sfoghi dell’aria nel paraurti posteriore per evitare il fastidioso effetto “paracadute” che si andrebbe a creare in quella zona.
In quest’altra rara foto di repertorio c’è una foto della Panda entre viene provato l’assetto utilizzato, come è giusto che sia, dei sacchi pieni di pellet (omologati FIA però):
In questa Panda c’è molto di più di quel che si vede (ed anche nel proprietario), a tutto questo lavoro manca forse solo una gabbia nell’abitacolo per poter pensare di competere in una qualche garetta, la passione c’è, l’ignoranza pure, il tempo ed i soldi a quanto pare ci sono, credo non dovremo far altro che aspettare!
E se vi steste domandando, con anche un po’ di invidia indignazione, “perché?”, io vi risponderò semplicemente
“perché no?”
Viva la follia, viva la passione… e poi lo diceva pure Carlo Abarth: “C’è gusto ad umiliare con una modesta utilitaria, vetture di classe e prezzo superiore”.
Io con la panda sto facendo il giro del Mondo, nel 2016 ITALIA GIAPPONE VIA TERRA , nel 2018 CENTRO ASIA E MEDIO ORIENTE
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