Home / / Volvo 240 Turbo, costruiamo il mattone volante WIP

Volvo 240 Turbo, costruiamo il mattone volante WIP

Volvo 240 Turbo

No no, con calma, non sto parlando di lanciare un parallelepipedo di argilla con una fionda. Almeno, per ora…

Oggi vi parlo di uno dei ferri da corsa più famosi e iconici del mondo, sua maestà ignoranza su ruote, la Volvo 240 Turbo Evolution. Nata nel 1983 nella terra delle polpette e dei mobili da montare, la 240 Turbo Evolution venne prodotta in 500 esemplari per omologarla nel campionato Gr.A e rispetto al modello di serie ha un turbo decisamente più generoso, un sistema di iniezione di acqua in aspirazione (brevetto Volvo) ed una nuova gestione del motore. Tutto questo ben di Dio venne poi rimaneggiato con l’aggiunta di cofani e portiere alleggerite, freni da competizione, cerchi monodado ed un assale posteriore più leggero: con questo trattamento speciale una macchina apparentemente noiosa e assolutamente non racing divenne un meraviglioso dito in cul problema per auto ben più sportiveggianti come le varie Rover V8 e BMW 635.

– se ve la siete scordata, beccatevi la storia di questo mezzo QUI, pelandroni –

Bene, annunciato il mezzo, veniamo a noi e iniziamo a incollarci le dita e a far piovere santi.

Ricordo molto bene il post di un paio d’anni fa sul profilo Facebook della Beemax che annunciava la vendita del kit della Volvo 240 Turbo in versione Gr.A, fu amore a prima vista… “cazzo! Devo averla!”

Senza esitare un attimo stavo pigiando compulsivamente lo schermo del mio smartphone ed ero pronto ad accogliere in casa il suddetto kit da impilare accanto ad altre decine e decine accumulati negli anni e mai iniziati. Amo la sensazione dell’acquisto impulsivo! (forse però dovrei darmi una calmata…)

Vi ricordate cosa abbiamo scritto qua nel nostro breve tutorial per iniziare a fare modellismo? Bisogna ragionare prima di acquistare un modello, anche solo per capire se è alla nostra portata o no, ecco con il Volvone è andato tutto in vacca.

Già da dalla scatola – bella ma non ai livelli Tamiya – si vede che il kit ci permetterà di fare due diverse versioni della stessa auto, quella che ha corso nel 1986 a Macau e quella che ha corso nel 1985 nell’InterTEC, per entrambe le versioni sono disponili le grafiche per i due piloti: in poche parole si può scegliere fra quattro auto diverse:

Personalmente ho scelto quella di Macau del 1986 n°1 (quella che non vinse, arrivando terza con al volante Tomas Lindstrom), per un semplice gusto estetico della livrea, nulla di più.

– avrai la coppa dell’olio disegnata dal vento, NO –

La prima cosa che ho fatto, o meglio la seconda dopo aver letto tutte le istruzioni, è stata quella di aprire tutti i fori necessari sulla scocca, dare una carteggiata per eliminare gli eventuali difetti dello stampo ed una lavata con acqua e sapone dei piatti per sgrassare al meglio (se non si fa quest’ultima operazione tutte le divinità verranno a farvi compagnia nel momento della verniciatura). È per questo che ho l’abitudine ad iniziare sempre dalla scocca, di tutto il modello è la parte che necessita di più tempo ed attenzioni, ma oggi sono fortunato, il mattone è praticamente esente da difetti (come può esserlo un mezzo così fottutamente fantastico).

– come vedete, le istruzioni suggeriscono diversi fori da fare sul baule a seconda dell’auto che si costruirà, il modo da posizionare correttamente l’alettonazzo –

Quindi dopo il primer che, per abitudine, utilizzo ad aerografo ho agguantato una bomboletta bianca ed ho steso il colore. Non preoccupatevi per gli altri dettagli rossi che compongono la livrea, li faremo in seguito con le ottime decal di cui è dotato il modello.

Metto da parte per qualche giorno la carrozzeria in modo da farla asciugare al meglio e prendo in mano gli altri pezzi che compongono il modello, pianale, vasca abitacolo, spoiler e paraurti.

Ogni tanto un appiccicatore di plastica come me (definirmi modellista è eccessivo) deve prendere delle scorciatoie per evitare la scomunica e ravanando nella mia scorta di colori ho trovato un rosso molto simile alle decal destinate ai paraurti,, in modo da verniciarli e successivamente aggiungere le sole scritte bianche con l’uso delle decal. Andrò poi a sigillare il tutto con un trasparente semi lucido.

Sono arrivato alla mia “zona” preferita, i dettagli inutili, quelli che molto probabilmente non si vedono o che noterò solo io, ma volete mettere la soddisfazione nell’averli fatte? Impagabile!!!

Ovviamente mi sono sbizzarrito, in questa fase avere delle foto della vettura reale aiuta moltissimo, google sarà il vostro migliore amico (ma anche i libri specifici per il modello aiutano). Dopo aver verniciato i vari dettagli del fondo vettura (cambio, serbatoio, coppa olio ecc.) ho aperto il cassetto delle meraviglie dove accumulo tubi, cavetti ed ogni altra cosa utile per il modellismo e ho aggiunto le tubazioni benzina sia nella parte inferiore del pianale sia all’interno dell’abitacolo assieme a quelle per i martinetti ad aria per il sollevamento e quelli della linea dell’estinzione.

Ah ovviamente molte case modellistiche hanno in catalogo accessori e tubetti vari che aiutano nello scopo, ma potete tranquillamente riciclare tutto ciò che vi frulla per la testa, in questo caso (ad eccezione per il tubo in treccia) ho utilizzato cavetti che provengono da apparecchiature elettroniche, cavi di rete, fil di ferro ed il nastro in alluminio tagliato a misura che ho utilizzato per simulare le fascette per fermare in posizione i tubi.

Sono passati sotto alle mie grinfie anche il cruscotto e sedile. Per il primo mi sono limitato ad assemblare tutto come da scatola, solo qualche dettaglio in più a pennello, mentre il sedile meritava qualche attenzione in più, alla fine è lui che la fa da padrone nell’abitacolo.

Il retro del sedile banalmente verniciato non mi piaceva, giustamente ho deciso di complicarmi la vita usando una decal effetto kevlar sigillata con trasparente lucido mixato con una piccola percentuale di nero… datemi retta, non fatelo… quando mi vengono in mente queste idee è meglio se mi do alle corse clandestine tra lumache.

Dopo il giro di calendario per mettere al suo posto la decal sul reto del sedile sulla seduta non ho fatto nessun lavoro particolare. Ho semplicemente steso con l’aerografo un german grey acrilico, aggiunto la sempreverde scritta Recaro (che fa la sua porca figura) ed ho utilizzato un set di cinture fotoincise al posto della banalissima decal fornita nel kit, dopo tutto il lavoro fatto mi sembravo il minimo.

Completati questi due dettagli assemblo e vernicio anche il roll-bar in modo da chiudere tutta la vasca abitacolo che, una volta completata, risulta estremamente appagante proprio grazie a quei piccoli dettagli che se fino a qualche ora fa mi facevano imprecare ora, come si suol dire, fanno la differenza.

Ora vi faccio una domanda, appena vedete un auto, cosa guardate subito? Avete cinque secondi per rispondermi…

tic tac

tic tac

tic

Non so voi ma io quello che noto subito sono i cerchi ed è proprio questo dettaglio che cerco sempre di valorizzare su ogni modello, così ho fatto anche sul nostro caro mattone.

Dopo aver rimosso la cromatura originale (orrenda) ho steso il solito primer in seguito il nero metallizzato e, dopo la mascheratura, il cromo sul canale esterno. Ho completato tutto con il dettaglio del mono dado color oro, sono decisamente soddisfatto del risultato.

Completati tutti i dettagli è ora di tornare alla carrozzeria, gioia e dolore di questo genere di kit: è la parte che vi potrà dare le maggiori soddisfazioni ma, vista la sua delicatezza, anche le più grandi frustrazioni.

Nel caso della nostra Volvo la livrea si compone – un po’ come in quasi tutti i modellini – di decal ad acqua ma per fortuna la forma di questa auto auto aiuta molto soprattutto chi è alle prime armi. Avere superfici ampie e piane non fa altro che semplificare il lavoro di stesura di queste bastarde.

Seguite alla lettera, o meglio, al numero il foglio che Beemax vi ha gentilmente inserito nella confezione, poche altre case al mondo curano questo aspetto così bene, meritano di essere conservati come faccio io, magari tra qualche anno li utilizzerò come arredamento.

Dopo essermi letto molto attentamente l’illustrazione che mostra la livrea inizio a tagliare tutte le parti che mi servono, le immergo in acqua tiepida e le stendo sul modello aiutandomi con pinzette ed un pennello pulito, vado avanti così finche non completo tutta la livrea.

Arrivato a questo punto c’è da essere soddisfatti, ed infatti lo sono! Quanto cazzo è bella! 

Sigillo tutto con un trasparente lucido e ci siamo, ma manca ancora un piccolo sforzo, i trasparenti…. vetri e coperture dei fari. Li vernicio con i colori richiesti (ci sono dei colori trasparenti per ricreare il rosso ed arancio del faro posteriore) ed incollo tutto al modello con una colla che non lascia aloni, piccolo consiglio fate molta attenzione in questa fase, per evitare belinate uso una colla specifica oppure il comunissimo vinavil.

Finalmente ci sono, dopo tante ore (e bestemmie) perse su questo mucchio di plastica posso ammirare il risultato dopo aver assemblato tutte le parti che avevo sparso sulla scrivania.

Se vi piace questo mezzo ribelle e chiassoso da veri bomber, potete procurarvene uno QUI, poi fateci vedere come vi viene!

Articolo e work in progress di Luca Boero, andatevi a vedere la sua pagina Enos Model Workshop!

Articolo del 21 Marzo 2022 / a cura di La redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Altre cose da leggere