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Questa Clio 1.8 16V è un missile

Su RollingSteel.it abbiamo recensito diverse Renault Clio ma questa è probabilmente la più pazza di tutte. Dopo le varie Williams e Clio RS in molti mi avete scritto chiedendo la prova della Clio 1.8 16V e per l’occasione ne ho voluta trovare una veramente esagerata che, a dispetto dell’elaborazione estrema, dimostra una volta di più – come se ce ne fosse bisogno – che gran ferro sono le vecchie Renault Clio.

Così gran ferro che abbiamo pure il poster eh

Ma, prima di addentrarci nella macchina, un po’ di storia.

Cari giovani lettori, dovete sapere che, anche se non sembra, c’è stato un tempo nel quale era tutto diverso, non molto ma abbastanza. C’è stato un tempo nel quale tutti avevamo uno scooter elaborato, c’è stato un tempo nel quale dopo la scuola ci ritrovavamo nel garage di qualche sventurato per cambiare la marmitta anche alla sedia a rotelle di sua nonna. C’è stato un periodo nel quale “noi” eravamo i piccoli del paese e gli altri erano “i grandi”. I grandi erano quelli con le Golf GTI, con le Punto GT o le Uno Turbo, i grandi erano quelli che mentre noi montavamo un MHR monofascia, montavano le turbine maggiorate sulle loro Uno Turbo.

È stato un tempo sicuramente più pericoloso (anche se gli incidenti non sono mai diminuiti) ma nel quale abbiamo goduto appieno dell’unica vera epoca analogica, l’ultima prima dell’avvento di internet e di questi maledetti dispositivi che ci connettono a tutto rendendoci alieni da tutti. Tutti connessi dentro, tutti staccati e lontani fuori, pronti ad affondarsi a colpi di cannoni.

In quell’epoca meravigliosa, la stessa del Motor Show con un milione e mezzo di visitatori, la stessa del Concorde, la stessa in cui d’inverno faceva freddo e nevicava mentre d’estate faceva caldo senza far piovere arance di ghiaccio, c’era un evento a Imola molto particolare: si chiamava Auto KIT Show e per un weekend all’anno raccoglieva sul sacro asfalto dell’Enzo e Dino Ferrari i ferri più elaborati d’Italia regalando ai proprietari la possibilità di scannarci sul rettilineo di partenza con vere e proprie gare di accelerazione.

via https://www.maxicarracing.it

Da sbarbo ci sono andato parecchie volte, voi non avete idea di quanta gente ci fosse. Una roba incredibile che se provaste ad organizzare oggi vi trovereste la gente con i forconi sotto casa perché fate troppo rumore con quei motori di merda.

Il nostro racconto di oggi parte proprio dall’Auto KIT Show e da Claudio, classe 1970, che mi piace pensare che da sbarbo ho visto scannare sul rettilineo di Imola con la sua potente Renault 5 GT Turbo.

In foto la vedete così quasi normale ma in realtà questa Renault 5 era un mostro: il motore di serie era alimentato da una turbina (fatta su misura da uno storico preparatore di Mirandola) con parte calda di derivazione Maserati e parte fredda di derivazione Ferrari F40.

Questa F40

A questo aggiungete aspirazione diretta, scarico dritto e due gomme Yokohama slick e il gioco (pericoloso) era fatto. La vedete così e sembra stock ma nel 2003 questa R5 ha vinto il campionato italiano A3 contro macchine come BMW M3, Fiat Coupè 20V e Deltoni vari.

Insomma il nostro Claudio è uno che, grazie anche ai giusti preparatori, ci sa fare. La cosa bella è che a differenza di molti altri, a Claudio la passione per i motori non è mai passata e, anche se i tempi sono cambiati, lui continua a scannarci come un matto. Le abitudini non sono cambiate, le passioni nemmeno ma, si sa, crescendo cambiano solo le dimensioni dei propri giocattoli e Claudio è passato da una bella R5 GT Turbo a questa:

Clio 1.6 16V 1

Trasformandola in questo ferro incredibile qua sotto.

Clio 1.6 16V 2

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Renault Clio 1.6 16V TURBOCLIO

Mai nome fu più azzeccato per questa Renault Clio 1.8 16V che nell’ambiente italiano delle corse di drag è un vero punto di riferimento con il nomignolo Turboclio. Con l’aiuto del padre il nostro Claudio ha creato un granferro™ (sticker disponibili qui) che corre come pochi e la cosa incredibile è che la ricetta è quanto mai semplice. Molti infatti si potrebbero aspettare che per preparare una macchina da drag (ovviamente entro certi limiti, non stiamo parlando di macchine da 5 secondi sul quarto di miglio) ci sia bisogno di chissà quale magia; la verità è che se la base è buona il resto viene da sé. E, come abbiamo già visto, le Renault Clio sono delle ottime basi: monoblocco originale 1800cc, testata originale lavorata per migliorare i flussi dei fluidi, sia in aspirazione che scarico, pulegge di serie Renault, alberi a camme originali riprofilati, Turbina Garrett GTX30 grossa così che soffia a 1,4 bar, cambio Clio Williams originale (ma rinforzato) e coppia conica Renault Megane TurboDiesel. L’interno del motore è stato aggiornato con pistoni stampati e bielle ad H. Centralina programmata ad hoc e già così la macchina, che è una Clio 1.8 16V, tira fuori più di 360CV.

La cifra esatta al momento è sconosciuta perché il banco prova su cui questa macchina è stata provata ha smesso di registrare a 360CV, oltre la macchina sgommava sui rulli.

Sì, lo ripeto, sgommava sui rulli.

IO AMO QUESTE COSE. Pensare che nel 2019 c’è ancora chi sgomma sui rulli mi fa commuovere, dio grazie.

Clio 1.6 16V motore Clio 1.6 16V motore 2

Comunque, mi asciugo le lacrime e riprendo il discorso. La macchina è stata svuotata di tutto quello che non serve, ha la batteria ed il morino d’avviamento e così come la vedete pesa 790Kg. L’assetto è specifico per le gare di accelerazione e, visto che tutti oramai ve lo state chiedendo, questa Clio 1.8 16V percorre il quarto di miglio (402,336 metri) in 11,8 secondi uscendo a oltre 210 Km/h. Non vi sto dicendo che sono molti o pochi, non vi sto nemmeno suggerendo di farlo  ma, se proprio siete curiosi, mettete un vostro amico a 400 metri da voi e vedete quanto ci mettete a raggiungerlo. Scrivetemi poi in quanto uscite, solo così avrete la dimostrazione di quanto questa Clio sia incazzata.

Magari non è bellissima e l’assetto non le rende giustizia ma questa è una macchina da corsa con tutti i crismi e non fa nulla per nasconderlo, lo scarico che sputa fiamme da sopra il cofano, la turbina grossa come un prosciutto, l’intercooler grande la calandra di un’Audi, tutto è finalizzato al tempo sul quarto di miglio e la TurboClio sa fare solo questo. E lo fa benissimo.

E il nos? Claudio mi ha detto che lui il protossido di Azoto non lo vuole, preferisce la potenza tirata fuori con la meccanica, mi ha detto che, per lui, il protossido è un modo un po’ “furbo” per tirare fuori potenza e che preferisce lasciare stare. La verità è anche che il NOS rende le prestazioni più instabili, difficilmente replicabili e rende il motore più potente ma anche più fragile, tutte cose che non vanno d’accordo con chi deve pagarsi le domeniche di gara di tasca propria.

Clio 1.6 16V interni

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Preparata dal Derrydragteam di Andrea Delrio e omologata e ottimizzata per correre in categoria A1, questo dragster è uno dei più veloci nella sua categoria in Italia ed Europa. In passato, quando ancora era nera, è stata portata a correre in Francia e, dopo aver sbaragliato la concorrenza baguettara, c’è chi giura di aver sentito qualche “cugino d’oltralpe” dire la frase: “le Clio noir… gran fer impossible!“. Per regolamento è obbligatorio mantenere le forme della macchina originaria ma ammetto che personalmente mi piacerebbe parecchio averla, magari con un assetto meno appariscente e nel suo colore originario nero, per andare in giro a spargere un po’ di ignoranza “primi anni 2000” in faccia a qualche fighetto con l’Audi automatica, per riportare una Clio 1.8 16V (anche se turbo) a bastonare gente come non accade da anni.

Io che ho vissuto quell’epoca in prima persona non riesco a non farmi coinvolgere in progetti folli come questo, in progetti che trasudano notti in officina, cavalli tirati fuori per la coda da ogni buco possibile, cavalli veri, meccanici, nervosi e con le fiamme che escono dal naso e anche un po’ dal culo. Cavalli che parlano di passione, fatica, sudore e amore per la meccanica quella vera, quella che, oramai ahimè, è solo un lontano ricordo che altro non mi resta da fare che raccontarvi con tutta la nostalgia che ho in corpo.

Ma c’è un però!

Sulla dragway di Rivanazzano, i prossimi 30 agosto, 1 e 2 settembre 2019, sono in programma tre giorni di gare di accelerazione nei quali vedrete tirare non solo questa Clio 1.8 16V ma anche mezzi più preparati e cattivi capaci di tirare i 400 metri in meno di 7 secondi. Io ci andrò, patacchi in regalo a tutti quelli che incontrerò là!

Patacchi come questi!

Articolo del 18 Luglio 2019 / a cura di Il direttore

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  • El'orenz

    Che mostro questa clio con i trampoli
    Tutti a Rivanazzano a prendere i patacchi
    ……a proposito mia figlia chiede a quando il patacco “ferro della Madonna”

  • Federico

    Ricordo quando ancora ero piccino la clio 1.8 16v turbizzata di mio padre, illo tempore le ferrari avevano circa gli stessi cv (300) e vederli sconfitti sulle autostrade (all’epoca il tutor ancora non era nei piani) mi fece appassionare al mondo delle auto
    Sentirlo ancora oggi parlare dei “i 2 intercooler della delta saldati insieme” con la lacrimuccia nostalgica mi mette felicità!
    L’auto fu preparata dalla turbocar di anzola nell’emilia (BO).
    Che granferro!

  • Giuseppe

    Buongiorno di questa Clio conosco i brividi che dava quando era originale,appartenuta a mio cugino, già era una un colpo di fionda prima,non oso pensare ora.cmq se si può sarei grato se posso sapere il nome ho l indirizzo email del proprietario da sentirlo un po’se avesse qualche foto di come era originale con i cerchi della melber a canale rovesciato.nel solo rivedere la targa sono saltati in mente tanti ricordi e tanta nostalgia del clio.grazie di cuore, sita’Giuseppe

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