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Luci da futuro, un nuovo romanzo per i rollingsteeler più gasati

Luci dal futuro

“Non sono mai riuscito ad accettare l’idea che sono venuto al mondo per non realizzare i miei sogni”

Un estratto di un concetto che il Direttore ci ha raccontato a più riprese parlando della genesi di Rollingsteel.

Un concetto potentissimo che un giorno mi ha colpito come un pugno allo stomaco. Avevo lì un libro scritto in tanti anni, da sistemare, ma in cui francamente credevo. Mi sono buttato ed è successo l’incredibile.

Mi sono fatto aiutare e l’abbiamo messo a posto quel tanto che bastava per pubblicarlo, ho cercato di spiegarlo su Internet, ai miei amici e conoscenti e mi sono ritrovato in mano un oggetto che ha raggiunto la top 10 della fantascienza italiana su Amazon e ha a lungo bazzicato nella pole position della “fantascienza tecnologica” (ed è ancora mediamente nei top 10).


– se ve lo siete perso, lo trovate qui a un prezzo bazza –

Che poi cos’è la fantascienza tecnologica? In inglese è HARD SCI-FI, purtroppo non HARD in quel senso, ma nell’altro che ci piace qui su RS: tutto quello che scrivo è tendenzialmente supportato da un fondamento scientifico, è spiegato , motivato e plausibile.

Ve lo dico subito: sono riuscito in questa cosa non da solo, ma grazie a tanta gente che ha perso tempo a raccontarlo ovunque nei siti di appassionati, agli amici e soprattutto a voi. Il Direttore mi diede un piccolo spazio su RS per raccontarvelo (lo trovate qui) e molti di voi mi hanno creduto e recensito. Beh ragazzi: GRAZIE.

Ho realizzato il mio sogno? Onestamente per questa cosa non mi ero nemmeno azzardato a sognare così in grande, ma ve lo confesso: spero di averlo fatto a questo nuovo giro.

Due mesi dopo avere pubblicato ero seduto sul divano, pensavo ad un articolo su una qualche sonda spaziale per RS quando una storia mi è venuta in mente tutta insieme. È stata come una folgorazione. Sono dovuto correre al PC per sbobinarla tutta dalla mia mente e mentre lo facevo non riuscivo a smettere di ripetermi che avevo avuto un colpo di culo pazzesco, nemmeno ci stavo pensando ad una trama io.

Ci ho messo ancora una volta dentro tutta la mia passione per lo spazio e la sua esplorazione, ho passato un’estate a studiare le velocità “superluminali” (che è un bell’andare) e la fisica relativistica e poi ero pronto.

Ora mi trovo ora nell’imbarazzante situazione di dovervi raccontare qualcosa di questo nuovo libro senza spoilerare troppo, sappiate che non è mica facile eh. Ma proprio per nulla.

La mia storia inizia nel 1976, alla NASA hanno mandato la Viking 1 su Marte e stanno arrivando a Terra le prime immagini di Marte. La sonda si compone di un orbiter che come immaginate resta in orbita a fotografare il pianeta e di un lander che fa esattamente quello che immaginate. Il lander atterra dentro ad un guscio che funge da scudo termico, ma non è ancora uno di quelli che si muovono tipo Spirit e Opportunity. È un comunque un bel ferro per il suo tempo: fa foto con una risoluzione decente, è alimentata da un generatore termoelettrico a radioisotopi come le Voyager e soprattutto è atterrata senza schiantarsi.

Solo che nella mia storia a un tratto alla NASA si accorgono che in queste immagini c’è qualcosa che non dovrebbe esserci: una luce che pare artificiale. Russi? Alieni? Coincidenze?

La soluzione di questo enigma si trova però in eventi che devono ancora accadere.

Ci ritroviamo pertanto quattro secoli dopo, quando il governo marziano deve confrontarsi con il fatto che i terrestri sembrano affetti da una strana malattia e hanno iniziato a comportarsi in modo insolito alterando il loro pianeta. Futuro e passato si intrecciano in un libro di fantascienza che reinterpreta alcuni temi classici in chiave fortemente scientifica, prendendo a prestito elementi del giallo e strizzando l’occhio all’ucronia.

Tutto molto bello, ma è che l’ucronia poi? Sostanzialmente è una storia ambientata nel passato che si dissocia da come sono andate veramente le cose, tipo Fatherland, romanzo poliziesco ambientato in un’ipotetica Europa degli anni ’60 nella quale a vincere la Seconda Guerra Mondiale è stata la Germania. Insomma, ucronia è utopia al contrario.

– Prima foto dalla superficie di Marte (Viking 1) –

– Prima foto a colori della superficie di Marte (Viking 1), qui inizia la mia storia –

Gran parte del libro è comunque ambientata nel futuro, ho preso le tecnologie spaziali più promettenti e le ho proiettate nel XXV secolo, ma sempre con i piedi per terra: come dico io: poca “fanta” e molta “scienza”. Ci ho messo qualche piccolo ferro lanciato a chiodo sul pianeta rosso e un piccolo cameo per tutti voi: visto che è una “mia creazione”… c’è almeno una TURBOPOMPA (è HARD SCI-FI avevamo detto, no?). Spiace dirvi che è in minuscolo, mi sono dovuto piegare ai poteri forti delle convenzioni editoriali.

Poi c’è un po’ fisica spiegata facile, ma qui veramente mi devo fermare perché faccio spoiler.

– Luci da futuro –

Questo è uno spazio che RS mi concede in virtù di una lunga collaborazione che mi lega al Direttore, ma devo dire che queste pagine hanno già accolto molti di voi con le loro passioni. E allora colgo l’occasione per dirvi: non imbarazzatevi, buttatevi. Condividetele e vedrete che in questa comunità c’è spazio per tutti coloro che hanno dentro il FERRO, perché se c’è passione i contenuti escono da soli.

L’acquisto dei miei libri dal sito aiuta a sostenere Rollingsteel, potete acquistare una copia di questa mia ultima fatica ai seguenti link:

Grazie al Direttore e grazie a voi se vorrete darmi fiducia ancora una volta e, ricordate:

Articolo del 21 Febbraio 2022 / a cura di Paolo Broccolino

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  • Filippo Blasetti

    Preso SUBITO!
    Copertina rigida chiaramente!
    Se è entusiasmante anche solo la metà di “121”, sarà una meraviglia

  • firuzza63

    preso!

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