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Flash GP – Hungaroring, bello il warm-up

Ragazzi, ho deciso di dare una mano. Una mano a noi tutti che non riusciamo a finire di vedere un Gp perché:

a) ci addormentiamo sbavando come un mastino;

b) siamo in coma glicemico dopo il pranzo di famiglia;

c) la compagna\o ci ha devastato l’anima per uscire e siamo di domenica pomeriggio all’Ikea con l’espressione dei cattivi di “Io sono Leggenda”.

Ci penso io: vi faccio un veloce riassunto così che possiate dire la vostra domani mattina al bar senza essere additati come sfigati e presi a colpi di croissant smangiucchiato. Vi indico anche i giri dei momenti rilevanti nel caso vogliate vedervi gli highlights e sembrare dei veri esperti. Tipo Cepu.

Dunque. Le qualifiche vanno (incredibile eh?) alle Mercedes Nere. Sorpresa nella sorpresa, segna la 90° pole della propria carriera Lewis Hamilton a cui il tono su tono auto\pilota porta bene. Le Mercedes 2019, le Racing Point rosa e bianche, note come “Frecce di prosciutto cotto”,  si prendono la seconda fila. Rispetto all’anno scorso le Racing Point migliorano il proprio tempo in qualifica solo di 3,5 secondi. Tutto pulito, tipo fogne di Calcutta il giorno dopo il cenone di Capodanno. Ferrari sesta e settima, nell’ordine Vettel-Leclerc: sono persino soddisfatti. Verstappen, settimo, fa segno di “no” con la testa già dalle nove di venerdì mattina; mi sbilancio, qualcosa nell’auto non gli piace. Le Alfa Romeo vanno benissimo: partiranno 25° e 26° su venti.

Durante il warm up pre-gara Verstappen, mentre fa “no” con la testa, va incredibilmente a sbattere. Assistiamo al miracolo dei meccanici Red Bull che in pochi minuti riescono a sistemargli la sospensione, il musetto, fare il tagliando e pagare il bollo così da permettergli di partire regolarmente. Le condizioni meteo sono incerte: si parte con l’asfalto umido e tutti montano le gomme intermedie. Solo la Haas decide di montare le slick anche se così gli tocca partire dai box. Per questa scelta vengono spernacchiati da tutti, anche quelli che han poco da prendere in giro, tipo Harry Potter Binotto.

Alla partenza Hamilton svanisce nel nulla, come se avesse le gomme fatte dalla Vigorsol. Bottas invece si pianta clamorosamente: ne approfittano miracolo-Verstappen, Stroll, Vettel e Leclerc che, per evitare ulteriori suicidi\omicidi tipo Stiria, resta distantissimo dal suo compagno. In Ferrari, tanto per stare sicuri, hanno montato sulla vettura del monegasco un guscio della Meliconi. Appare chiara un cosa: Hamilton fa un altro sport, ma anche Verstappen va fortissimo. Smettere di fare “no” con la testolina lo aiuta, evidentemente. 3°e 4° giro: tutti si fermano per mettere le gomme da asciutto. I tecnici Haas mostrano le chiappe ai piloti in corsia box e fanno bene: partendo già con le slick e facendo così una sosta in meno Magnussen e Grosjean si trovano nelle primissime posizioni. Fermandosi tutti assieme l’effetto ai box è tipo autogrill all’ora di pranzo: zero posteggio, coda alla cassa e gente che sbatte. Questo casino riguarda tutti tranne Hamilton e Verstappen: l’olandese sul bagnato ha costruito un ottimo margine sulla “Freccia di Prosciutto Cotto” di Stroll e Hamilton ha guadagnato addirittura ulteriori dieci secondi (in tre giri, sul bagnato) sul pilota Red Bull ed è sereno come un dipendente delle Poste.

Ora sono tutti con le gomme da asciutto, ma le Ferrari non hanno motore né ritmo e vengono risucchiate dal gruppone. A Leclerc inoltre hanno montato le invernali comprate al Carrefour, perché gira più lento delle Haas con gomme vecchie. Bisogna dire che la Ferrari SF-1000, per essere una F3, non va malaccio. Al 10° giro Carletto ha un sussulto d’orgoglio e tenta per qualche curva di non farsi sorpassare dall’astronave di Bottas, ma dura poco. Sembra la classica gara F1: già tutto deciso dopo pochi giri. Ma iniziano ad arrivare notizie sul possibile arrivo della pioggia: “Tra 10 minuti pioggia forte”! “Tra tre giri pioggia lieve”! “Prossima curva pioggia media”! Alla fine: “Se dovesse piovere, pioverà acqua!” tanto per dirne una giusta. Ci sperano un po’ tutti nella pioggia, ma nulla, Toto Wolff non ha dato l’ok per la gara bagnata e le nuvole si adeguano.

Le emozioni per me a questo punto possono arrivare solo da tre parti: Bottas che tenta il recupero su Verstappen; la mia gatta che tenta di prendere una mosca; vedere quanti giri può fare Magnussen con le gomme medie. Per la cronaca, alla fine il danese di giri ne farà circa 40: avesse messo le gomme dure avrebbe fatto cinque anni o 100.000km. Al giro n°16 Albon chiede al box di dargli potenza per poter passare la Panda di Leclerc: al muretto Red Bull sono distratti dal manager di Vettel e gli han lasciato su la mappa da neve. Fino a quattro giri dalla fine  ciò che vediamo è: Leclerc che arranca, Vettel che si arrangia e arriva fino alla sesta posizione, Perez che non sfrutta la “Freccia di Prosciutto Cotto” e resta a metà gruppo, le Haas che vengono risucchiate indietro, le McLaren e le Renault che vivacchiano anche loro a metà classifica. Stroll mantiene la 4° posizione, alla faccia di chi gli vuole male.

Per restare sveglio tento di prenderla io la mosca.

Bottas continua a fare giri veloci tentando di recuperare la 2° posizione e non farsi impalare da Toto. La Mercedes FW11 fuma come una 156 Jtd mappata da Peppino “O’maco dei motori” ma va veramente fortissimo e guadagna secondi su secondi sull’ottimo Verstappen. Lo raggiunge al terzultimo giro ma oramai Verstappen è in odore di santità, ha le stigmate sotto i guanti e tiene durissimo: riesce a mantenere la seconda posizione sino alla bandiera a scacchi con meno di un secondo sul finlandese della Mercedes.

Maaaaaa che fine ha fatto Lewis? Alla 68° tornata non ha il giro veloce della gara e a lui sta bene così, ha tre giorni di vantaggio sul secondo e si sta per addormentare. Toto però inizia a martellarlo alla radio a due giri dalla fine per prendersi anche il best-lap. Solo per non sentirlo più, Hamilton alla fine rientra ai box con le caccole agli occhi, chiede che giorno è, esce nel traffico con le gomme morbide e mentre doppia Perez stampa un giro mostruoso. Fine.

Ferrari 6° e 11°: più che Budapest, è “buio pest”. Ho bisogno di una media di caffè.

Articolo del 19 Luglio 2020 / a cura di Marco Carito

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