È mezzanotte passata e piove. Ma non basta, piove pure forte. Diobò che sfiga. È il 18 luglio e sembra una sera di ottobre, che dico, novembre, è pure freddo. Vacca che sfiga, non si riesce mai ad organizzare nulla. È un bel casino, dopo l’evento di marzo saltato causa pandemia mondiale, ci riprovo e do appuntamento ad un centinaio di folgorati per le 6 della mattina per risalire assieme la Futa (la strada statale che collega Bologna a Firenze attraversando l’Appennino). Che faccio? Nulla, non posso fare nulla. Posso solo mandare giù i moccoli che mi risalgono la gola e andare a letto cercando di stare sereno e di non annullare tutto: d’altronde, seguendo la mia abitudine di guardare ad Ovest per capire che tempo farà (di solito ci prendo, chi mi conosce lo sa), credo che le cose miglioreranno.
Giù un bicchierino con un ditino di amaro per dormire meglio e spengo la luce incrociando anche le dita della gatta.
Ore 5:15, suona la sveglia. Spalanco gli occhi, mi affaccio. Non piove più. Il cielo è di piombo e le nuvole sono del colore dell’asfalto ma non piove. Accendo il telefono e iniziano ad arrivare decine di messaggi di gente che mi dice che tornerà a letto, che piove troppo e che no, non ci saranno, che sarà per la prossima. Non rispondo nemmeno, sono incazzato e deluso, amen, non posso convincerli uno ad uno. Alla fine me ne rendo conto, è un orario un po’ impegnativo ma, a volte, nella vita per fare le cose belle bisogna sbattersi.
L’appuntamento è per le sei in punto (di mattina eh) al cimitero di Pianoro per andare a fare colazione allo Chalet Raticosa alle 7 e mezza, sono sicuro che arriverò e non ci sarà nessuno. Mi vesto, raccatto le mie masserizie e scendo. Apro il garage e la mia MX-5, con il suo sguardo complice e sornione, mi aspetta. Foulard attorno al collo per tenere la cervicale al caldo pena una cena a base di Voltaren, e parto: direzione Pianoro.
La strada è umida e scivolosa e la città è deserta. A motore caldo inizio ad allungare qualche marcia e, senza esagerare che con sta macchina sul bagnato ci si gira in un attimo, il suono roco e pieno del mio 4 in linea rimbomba lungo le vie del centro, abbattendosi contro le colonne e ricordandomi, una volta di più, che aver scelto quest’orario questa macchina questa passione questa vita è stata una gran figata. Un po’ come quelli che giustificano i loro figli qualunque cosa facciano, “se non hai mai provato non puoi capire”.
Arrivo al punto di ritrovo e non c’è nessuno. Nessuno. Vacca boia. Porca putt… broooom le mie orecchie sono catturate da un rombo in lontananza, ora uno, ora un altro. E questo? Si si, la gente sta arrivando! Uno dietro l’altro, alla spicciolata, altri pazzi mi raggiungono in questo parcheggio. È una figata, è un’emozione unica. Le macchine arrivano, amici mi telefonano per dirmi di aspettare. Sono le 5 e mezza e le auto continuano ad arrivare. Nonostante la pioggia della notte, l’orario e lo sbattimento, la gente arriva.
Quattro anni di Rollingsteel.it, quattro anni in continua crescita, in continuo miglioramento, dando sempre più fastidio e rendendo sempre più grande questo progetto nato per gioco una sera di febbraio 2016. Un gioco sempre più reale grazie a voi che avete avuto lo sbattimento per puntare una sveglia impossibile in una giornata uggiosa come non se ne vedevano da tempo. Ma forse, proprio per premiarvi di questo vostro sbattimento, siete stati premiati, siamo stati premiati, con una guidata meravigliosa (e patacchi a volontà). La Futa deserta, i vecchietti affacciati alle finestre a domandarsi cosa sono tutte queste auto rumorose, il sole che filtra dagli alberi, ora scaldando, ora asciugando l’asfalto, i motori rombanti, le pop-off sibilanti, i freni fischianti, le auto che risalgono questa strada serpeggiando veloci senza alcun problema di traffico, temperatura. Semplicemente liberi. Abbiamo risalito una strada meravigliosa in una condizione tanto perfetta da sembrare irreale. Non un problema, non un intoppo, non un’esagerazione. Un gruppo – piuttosto nutrito a dire il vero – di appassionati vogliosi di condividere una delle strade più belle d’Italia ad un orario sì sfigato ma che ha ripagato con tantissima soddisfazione e con un bel numero di ferracci, tra cui due ululanti Mk Indy con motore Suzuki Hayabusa che, mentre venivano su in ritardo, sembrava che due tuoni stessero percorrendo la valle risalendola fino allo Chalet. Esagerate.
Grazie a voi che c’eravate, grazie a tutti che ogni giorno leggete, supportate, sopportate, credete in, spingete e fomentate Rollingsteel.it. Grazie a Mattia e Luca per crederci più di me e per esserci sempre, grazie a Fabio che alle 5 e 20 era sotto casa mia con la videocamera per riprendere questo quarto compleanno di Rollingsteel e grazie all’altro Luca, che mi ha aiutato ad organizzare questa figata facendo aprire, solo per noi, lo Chalet Raticosa. Grazie a tutti quelli che c’erano e a quelli che ci saranno il prossimo 19 settembre al Parco Tematico dell’Aviazione di Rimini per il Ferro del Day 2020, la grande festa di Rollingsteel.it, una giornata unica per vivere appieno questa enorme passione per le auto, i motori, gli aerei e tutto quello che, nonostante un mondo che ci vuole cresciuti disillusi e imbruttiti, fa ancora emozionare il bambino che è dentro di tutti noi.
Grazie!
Lorenzo
QUI potrete trovare la gallery con tutte le foto della giornata mattinata
Ci vediamo a settembre
Ragazzi, Francesco (Rosi) me l’ha detto in ritardo e non ho avuto modo di organizzarmi altrimenti avrei portato su anche la mia MX-5. Ci vediamo a settembre, voglio conoscere il Direttore Galattico! Che figata ROLLINGSTEEL!!!