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Enormi, inquietanti e mortali: sottomarini classe Typhoon

Sottomarino Typhoon

Classe Tifone.

Bastano queste due paroline nella testa del Rollingsteeler medio per fare partire la musica trionfale:

Soiuz nerushimyj respublik svobodnykh
Splotila naveki Velikaia Rus.
Da zdravstvuet sozdannyj volej narodov
Edinyj, moguchij Sovetskij Soiuz!

E non serve nemmeno sapere il significato delle parole o dirvi cosa sono, so benissimo che tutti voi le avete cantate con l’intonazione giusta.

I più fanatici di voi l’avranno avuta anche come suoneria del telefono sentendosi dire 200 volte: – Ma sei comunista?

– No cacchio (o non solo), è solo che mi piace “Caccia a Ottobre Rosso”.

*Nota bene: ho usato inno URSS no Russia.

YARN | Let Them SING! | The Hunt for Red October (1990) | Video gifs by  quotes | e5325c4c | 紗

Sono passati ormai quasi 3 anni dall’articolo di RS sull’Alfa zeppo di citazioni del nostro film preferito (forse solo dopo i Top Gun), ma per qualche ragione ho tenuto in serbo a lungo quest’articolo.

Probabilmente il motivo è che su queste pagine abbiamo già affrontato molti dei mezzi leggendari nella nostra gioventù (o almeno della mia) e una parte di noi semplicemente vuole tenersi per sempre qualche chicca da affrontare.

Eppure i tempi sono maturi, l’ultimo Typhoon è andato in pensione a febbraio 2023, incidentalmente ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. L’argomento “nucleare” resta giusto un attimo tabù, ma devo dire che entrando nel merito degli SSBN un po’ passa la paura. Un pochino.

Partiamo dalla sigla: SSBN

SS sta per sottomarino (da Submersile Ship), B per Balistico e N per Nucleare, riferito alla propulsione e non ai missili.

A dire la verità ho lungamente pensato che una delle S fosse per “Strategic”, perché queste macchine non sono pensate per il combattimento, né per una battaglia. Sono fondamentalmente la [carissima] polizza di assicurazione di un paese e  garantiscono la capacità di effettuare un second strike mortale ad un eventuale aggressore nucleare.

Pensateci bene, una nazione che possa nascondere in mare ANCHE SOLO UNO PER VOLTA (come fa la Francia) di questi ferri è una nazione molto molto difficile da attaccare con armi nucleari. Anche pensando di raderla al suolo e di poter distruggere ogni sua capacità di offesa, anche nucleare, se non sia ha la certezza di avere fatto fuori tutti i sottomarini SSBN nemici (e non è facile)… si può stare certi che una controffensiva ci sarà, e farà male. Molto male.

Considerando che non si sa mai bene quanti sono per mare e dove sono, capite che il tema è serio.

Notate quelle simpatiche frecce che partono dal mare nell’animazione sotto?

War games GIF - Conseguir el mejor gif en GIFER

Chi non riconosce il film della gif magari tromba parecchio, ma non sa cosa si perde.

In altre parole gli SSBN sono un deterrente, spesso usato in combinazione con altri. Di qui il fatto che si conoscano un certo numero di dettagli e si abbiano molte foto anche dell’epoca. Che deterrente é se poi lo tengo nel cassetto? Un detergente.

Oltre ai sottomarini, la vecchia URSS aveva, per esempio, tutto un sistema di eventi automatici che potevano portare al lancio, salvo azione esplicita e proattiva umana.

Un buon sistema da far conoscere al nemico per innescare la paura di compiere azione inopportune.

Col tempo molti altri sottomarini sono stati dotati di armamento nucleare, lo stesso Alfa poteva lanciare siluri atomici, anche se pensati più che altro per sgominare le flotte e le portaerei USA che gli Ekranoplani si erano fatti eventualmente scappare.

Belly Of The Beast: Illicit Photos From Inside The Soviet Ekranoplan

-Un articolo su ferramenta ex URSS senza un Ekranoplano?! Dai non scherziamo.-

Di tutti gli SSBN però ce n’è uno che ha colpito per sempre l’immaginario popolare: grosso in modo imbarazzante e con i portelli dei missili sbattuti in faccia su una superficie di lancio grande come un campo da football.

Il Typhoon Class (classificazione NATO) o, più correttamente,  il Project 941 Akula (Squalo) per gli amici sovietici.

A Typhoon class submarine passing close by a beach in Russia : r/pics

175 metri di pura arroganza e 48.000 tons (quelle sbagliate) di dislocamento sommerso; per capirci quest’ultimo è il numero di una corazzata a pieno carico e quasi il triplo di un classe Ohio, il diretto concorrente USA.

Tuttavia la misura forse più impressionante è la larghezza: 26 metri. E in questa larghezza sta tutta l’ingegneria di questo sottomarino.

Perché diavolo è così grande e largo?

Del resto è cosa nota che i sottomarini invece dovrebbero cercare di passare il più possibile inosservati.

NUKES on Twitter: "Size comparison of the Typhoon-class/Project 941 Soviet  nuclear-powered submarine and a football field. https://t.co/IQZQgsI314" /  Twitter

-Stica**i se è grossa-

Non resta che capire perché è così grosso.

All’inizio degli anni ’70 gli USA stavano dando il via al programma Ohio, un discreto ferro capace di restare in missione 2/3 mesi continuativi garantendo la deterrenza con 24 simpatici esportatori massivi di democrazia chiamati “Missili Trident”.

Nel noto gioco al sorpasso che ha contraddistinto l’intera Guerra Fredda in URSS non vollero essere da meno e avviarono un loro piano. Fu così che il compagno Segretario Generale Leonid Brezhnev fece domanda a Sergei Kovalev del Rubin Design Bureau per avere anche lui il suo “deterrente”.

– Il volto rassicurante di Sergei Kovalev –

Ecco come su RS ci immaginiamo che possano essere andate le cose.

Brezhnev : – Compagno Sergei il nostro “nemico di sempre” [cit.] sta lavorando a un sottomarino con capacità di annientamento di un nazione, serve fare qualcosa.

Sergei schizza su un foglio i 170 metri dell’Ohio, il KGB ha fatto il suo lavoro e hanno un’idea generale di cosa c’è in campo.

– Esatto!- Esclama Brezhnev soddisfatto, dicono che ha 24 missili balistici, dobbiamo fare altrettanto.

Sergei suda freddo e scuote il capo sconsolato: – Compagno Segretario Generale, mi dispiace comunicarle che gli americani sono molto più avanti di noi con la tecnologia dei missili nucleari, i loro Trident sono molto compatti, 10 m x 1,8 m. A meno di non investire massicciamente prima in questa tecnologia non possiamo fare un sottomarino simile con i nostri R-39, sono missili di 16 m x 2,4. Un sottomarino con una ventina di questi sarebbe colossale, forse inconcepibile

Brezhnev lo gela con uno sguardo. Solo l’incredibile serie di risultati passati salva Sergei dal pelare patate in Siberia per i prossimi 10 anni: – Forse non sono stato chiaro compagno. Venti missili balistici, non uno di meno. Tutto il mondo dovrà temerci.

Sergei sconsolato inizia buttare giù due schizzi. Per fare posto ai missili decide di sdoppiare lo scafo in due grandi compartimenti cilindrici e ce li piazza in mezzo, in questo modo può ricavare abbastanza spazio verticale senza indebolire la struttura principale, però deve preservare una certa idrodinamicità e le linee si allungano a dismisura,  quello che emerge è un leviatano dove quasi ogni componente è duplicata.

Quando incontra il suo incredulo team avviene una conversazione simile ad un’altra che abbiamo visto sul mitico e introvabile DI BRUTTO 1:

– Compagno, – esclamano increduli gli assistenti di Sergei – quello che chiedi è al limite dell’impossibile, serviranno almeno 20 metri di larghezza. Quanto l’hai immaginato grande?

– Da. – Sentenzia Sergei nello sgomento generale.

Gli occhi del suo braccio destro corrono al doppio reattore nucleare, uno per scafo interno. Si mette le mani nei capelli. C’è abbastanza uranio per una piccola città.

– Due reattori, abbiamo energia d’avanzo… che potenza avevi in mente per i motori compagno direttore?

– Da. Non un cavallo vapore di meno.

La squadra si lancia sguardi allucinati, una roba del genere doppia ogni precedente esperienza. Li aspetta una sfida improba.

 

Alla fine gli scafi pressurizzati saranno ben 5. Ce ne sono due dedicati rispettivamente alla camera di lancio siluri e alla timoneria più un terzo dove è posta la sala controllo sotto la “vela” (si chiama così).

Il grosso delle apparecchiature è ridondato tra i due scafi principali e il sottomarino è in grado di operare anche con la perdita totale di uno di essi, non sappiamo se da intendersi completamente allagato o meno (ma probabilmente sì vista la riserva di galleggiamento totale).

In mezzo, protetti “semplicemente” dallo scafo esterno 20 R-39, ognuno armato di 10 testate nucleari ciascuna equivalente a 10-20 volte Hiroshima (quindi fino a 2000 volte in più). I missili possono essere lanciati in immersione con tanti saluti alla possibilità di individuare l’aggressore con facilità.

-Un “blister” R-39 da 10 testate INDIPENDENTI. Ne basta uno per cancellare una regione.-

A muovere il tutto ci sono due reattori OK-650, per fortuna sono “semplicemente” raffreddati ad acqua e non a piombo-bismuto come quel ferraccio dell’Alfa che, ricordiamolo, ha visto 4/7 della sua flotta dismessi per congelamento del metallo nel reattore.

I nostri affidabili della vecchia scuola producono 190 MW l’uno (grossomodo MEZZO MILIONE DI CV totali) e ciascuno basta e avanza per smuovere le due turbine da 50.000 CV e svariati generatori elettrici a turbina. Eh sì perché ci sono 100.000 CV (record di potenza all’asse per i sottomarini) là sotto e bastano per raggiungere i 27 nodi dichiarati (ergo probabilmente qualcosa in più) in immersione.

Siamo lontani dai 41 nodi  dell’Alfa, ma lo scopo è chiaramente diverso, il Typhoon naviga sornione sperando di non essere mai disturbato, l’Alfa è un cacciatore.

Aggiungiamo che già l’Alfa era rumorosissimo a piena potenza, figuriamoci un bestione del genere.

YARN | At their speed they could run over my daughter's stereo and not hear  it. | The Hunt for Red October (1990) | Video clips by quotes | 730f9983 | 紗

La profondità massima dichiarata è di 400 m, un dato notevole, soprattutto confrontato con i 240 dichiarati dall’Ohio americano. Sono sempre dati da prendere con le pinze perché ipersecretati, ma, ipotizzando che siano conservativi, fa una certa impressione immaginarsi questo bestione che naviga a quella profondità tra i “Gemelli di Thor” sulla Rotta Rossa 1.

– Cortesemente 10 secondi silenzio per la citazione con immagine dottissima –

In coda non c’è nessun “caterpillar” o propulsione silenziosa, ma una coppia di eliche a 7 pale di dimensioni ragguardevoli.

Certe fonti indicano anche la presenza di bow e aft thrusters in coppie (eliche di manovra) da 1000 HP l’una, ma non ho trovato foto per evidenziarle.

In totale sono stati costruiti 6 Typhoon tra il 1976 e il 1985 su 7 pianificati. 

Per quanto ne sappiamo hanno avuto uno stato di servizio molto migliore degli Alfa che erano forse troppo ambiziosi tecnologicamente. Si sa per certo di un unico incidente grave sul TK-17 (il 5° costruito): a quanto pare uno dei missili ha fatto cilecca in un lancio di test facendo saltare la copertura del suo silo e innescando un incendio.

Citando Ramius, quello che c’è lì non “reagisce bene ai proiettili”, figuriamoci al fuoco.

Inconsapevoli di quello che era successo, gli uomini comandati da  Igor Grishkov effettuano un’emersione di emergenza, solo per scoprire le fiamme a in mezzo ai missili. Con grande prontezza Grishkov ordina una nuova immersione per spegnere le fiamme e riesce a risolvere la situazione.

YARN | Most things in here don't react too well to bullets. | The Hunt for  Red October (1990) | Video clips by quotes | 2c2da7b2 | 紗

Va detto le camere di lancio non sono nello scafo principale come nel film, ma sono di fatto inaccessibili dall’interno essendo collocate tra i due scafi pressurizzati.

Il Typhoon è comunque diventato famoso per offrire un certo comfort ai suoi inquilini, celebre è la sua “piscina” che assomiglia più che altro a un pozza e la cui acqua nella foto che segue ha un colore non del tutto rassicurante, quei riflessi verdi che sono?

-È percolato di uranio quello sul fondo verdino?-

A dire la verità non c’era solo la tinozza piscina, ma un’intera lounge con tanto di sauna e palestra.

Anche per questo il sottomarino poteva stare in immersione ben i oltre i 120 giorni ufficiali.

Un’autonomia sufficiente per fungere in perenne immersione da polizza assicurativa per circa 4 mesi.

In una delle poco foto disponibili della sala comandi si notano una serie di cartellini che sembrano quelli che lasciava in giro mio nonno con scritto “chiudere l’acqua”. Mi piace immaginarne uno sulla valvolare delle prese a mare con scritto “NON APRIRE”.

Saturnax  on Twitter: "#SubSundayEncore #Submarines #Typhoon  #ВМФ Project 941 Akula/Typhoon class RFS TK-17 control panels & one of  her OK-650 PWR nuclear reactors. https://t.co/tmBpt5dovN" / Twitter

Chiudo il nostro piccolo percorso sugli “opulenti” interni con un’immagine dell’interno della vela. Come sapete i sottomarini russi viaggiano spesso in mari freschini e in genere ci sono almeno due postazioni: una all’aria aperta e una schermata dietro pannelli trasparenti (la zona non è ovviamente stagna).

Inside a giant: Russian typhoon-class submarine TK-17 Arkhangelsk - 09

-Ditemi che non è uno scovolino del cesso quello a sinistra sul davanzale-

Per nostra fortuna, almeno fin qui (SGRAT SGRAT) nessuno ha mai usato la polizza di assicurazione e i Typhoon sono diventati obsoleti.

Grandi, mostruosamente grandi.

Costosi, mostruosamente costosi. Sia da costruire che da mantenere.

Hanno finito per essere più un problema che altro e sono stati presto sopravanzati da versioni più moderne, di dimensioni minori, ma altrettanto micidiali.

Uno per tutti il classe Borei che disloca la metà, ma porta 16 missili ed è ben più micidiale e silenzioso del suo precedessore.

A noi però di quanto facciano davvero male interessa il giusto, da sempre Rollingsteel inneggia all’arte dell’ingegneria meccanica estrema, un’arte che purtroppo spesso raggiunge il suo apice in mezzi portatori di guerra e morte.

Superato e antieconomico, il Typhoon diviene una delle prime vittime del trattato START di non proliferazione e sarà smantellato anche grazie ai contributi economici di USA e Canada visto che la neonata Russia non aveva le risorse per farlo.

Solo uno sopravvive, il primo costruito  nel 1976 (TK-208), che dopo 12 anni di refit (1990-2002) è diventato una sorta di piattaforma di test del missili strategici Bulava.

Ritirato nel febbraio 2023 è stato a lungo oggetto di idee fantasiose, la migliore resta comunque quella di eliminare i tubi di lancio e di utilizzarlo come nave cargo sottomarina per servire le stazioni artiche russe nella banchisa.

– E tanti saluti al Typhoon-

A noi non resta che sperare che ne facciano un bel museo e che magari un bel giorno si possa tornare in Russia per ammirare in pace questi prodigi della tecnologia.

Fino ad allora continueremo a guardarci Caccia a Ottobre Rosso infervorati come negli anni ’90.

where bugs' fingertips dart across the keys... • christopherleefan: Sean  Connery in The Hunt for...

 

Articolo del 29 Giugno 2023 / a cura di Paolo Broccolino

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  • Antonio Falzoni

    Correggete il titolo che è sbagliato di brutto: Sommergibili.
    Per il resto, sempre ottimo articolo.
    “… quando mi chino a baciare i bambini, rubo loro le caramelle”

    • Paolo Broccolino

      Mamma mia che svistaaaa. Grazie!!!

    • max

      scusa dov’è l’errore ? i sommergibili sono quelli antichi che si sommergevano alla bisogna ma per il resto navigavano in superfice..

  • rossi alessandro

    Quanto l’hai immaginato grande?
    – Da

    morto

  • Emanuele

    Ottimo articolo!!! Nel weekend guarderò Caccia ad Ottobre rosso con i miei figli!!!

  • Marco Cicca

    Una chicca… gli americani studiarono veramente una propulsione idromagnetica… ho avuto l’articolo desecretato tra le mani, ma consumava energia come una città di provincia…

    • Loris

      Bastava mettere il doppio della potenza ! non basta un motore! mettiamone due!
      strano che gli americani non ci abbiano pensato….

  • Daniele Fossi

    Maaaa….TURBOPOMPE ne abbiamo su quest’affare??? Sto scherzando, OTTIMO ARTICOLO…

  • Omar

    E comq il riferimento a WAR GAMES è da pelle d’oca…compliments!!

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