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A spasso con il diavolo, Ducati Panigale V4S

Sarei dovuto andare con la donna a pranzo al mare e invece mi sono ritrovato appeso ad un missile che ha cercato di uccidermi. Sarò sopravvissuto alla Ducati Panigale V4S? E alla furia della povera fanciulla rimasta a casa? 

testo: A. Roca 

Andiamo per ordine: lavorando nel motorsport sono a casa una media di 3 giorni a settimana e MAI il weekend. Immaginatevi, quindi, che il venerdì sera sia costretto a rientrare a Roma da Misano:

“cos’è un weekend? Che si fa nei weekend se non si va in pista?”

Assolutamente nulla e quindi in pista ci sono andato: il mio compagno di giochi Edoardo girava a Vallelunga e non potevo mancare alla sua prima pistata stagionale. Mia madre era trepidante di gioia per questa mia scelta come dimostra lo screenshot di seguito…

Al di là della povera mamma, c’erano altre due donne che festeggiavano per il mio rientro: Claudia e Trappola (meglio nota come la mia Yamaha YZF-R1 2007). Come fare? Sabato mattina fino alle 11 a Vallelunga con Edo, pranzo e passeggiata al mare con C. e poi domenica “passeggiata” in Abruzzo con 180 CV senza elettronica. Okay, ci siamo. Tutti contenti, posso tornare a Roma.

IL PROBLEMA

Vallelunga, ore 11 del mattino. Bandiera a scacchi, Edo rientra e impacchettiamo tutto per andar via. Esco dal box, era pieno di Ducati portate in pista dal concessionario Ducati Roma ed ecco che incontro Andrea Venturi, direttore marketing di Ducati Roma. Due chiacchiere e poi la fatidica domanda: “Hai tuta e casco? Dai che ti faccio provare una V4S in pista!”

Gioia e tripudio. Tempo zero e sono già sulla moto pronto a tornare a casa per prendere ciò di cui avevo bisogno, ma poi una fitta al cuore: IL PRANZO ROMANTICO A MARE!

“Edo cazzo faccio mò?”

Il turno era alle 14, il pranzo alle 13 e 30. Ho una R1, non il teletrasporto.

“Ale se rimarrai single sarà per un buon motivo, in caso contrario non la lasciare per nessuna ragione al mondo” il parere del mio saggio amico in tuta di canguro.

Mi prendo due minuti per spiegare le mie ragioni alle mie donne e la passo liscia con una, ma non con l’altra: l’R1 ha tentato di disarcionarmi ieri sera tornando a casa, evidentemente non le è ancora andata giù. Claudia l’ha presa di buon grado: “ok se sopravvivo facciamo aperitivo a Fregene”. Già, se sopravvivo. Cosa non scontata quando litighi con 214 CV a quasi 300 km/h.

Prendo Trappola e mi faccio tutta la Cassia Bis a 89 km/h (…ciao mamma) e, grazie ad un passaggio spazio-temporale, magicamente in 12 giri d’orologio faccio i 35km di Raccordo Anulare e traffico che mi separano da casa. Torno in pista, esco in pit-lane e mi si palesa davanti questo spettacolo…

LA PROVA

Comincia a mancarmi la saliva. Briefing veloce nel quale ci dicono che questo mostro di Borgo Panigale ha 214 CV, che è in modalità “RACE” ma che nel caso ha tutta l’elettronica che vogliamo, basta solo selezionarla ed inserirla.

Già, bastava solo inserirla… ma io mi sono perso a fare le foto di rito con Andrea Venturi di Ducati Roma e una foto da usare sulla lapide nel caso in cui la V4S mi spari nella stratosfera!

Prego notare l’espressione di chi non è completamente consapevole di quello che sta accadendo…

Pronti via e si parte. Prime curve a passeggio e si arriva alla Roma, l’ultima curva. Rettilineo. Fuori tutta. 2a – 3a con il cambio elettronico a gas spalancato. Mi cago sotto, mi manca il fiato. Chiudo un pelo il gas, devo usare la testa o mi faccio male per davvero. Riacquisto un pelo di lucidità alla staccata dei Cimini. Okay dai, ci sono.

Rettilineo della Campagnano, 4a ad oltre 270 km/ h. Cartello dei 100 metri, stacco forte. Pinza radiale e dei freni grossi come due pizze margherite XL di Pizza Hut. Moto sulla ruota davanti ed ingresso alla Campagnano a bandiera. Molto scenico, molto bello, ma assolutamente involontario. Ero in totale balia del mezzo meccanico. Inutile fare i tester a cazzo duro, andava più forte del mio cervello.

Arriviamo alla Soratte ed un cliente del Ducati Roma si mette tre me e l’istruttore. Okay, no problem stiamo ancora scaldando. Peccato che alla staccata vanno entrambi per terra: macchia d’olio non segnalata e due buoni da 30 mila euro sbriciolati nel ghiaione. Li evito rimanendo in piedi, Edo evita me e ci guardiamo: “e mo’?”

QUANDO LA PROVA SI TRASFORMA IN UN GP…

Rientriamo perché non abbiamo il battistrada o facciamo il panico perché non abbiamo il battistrada? Ghigno malefico sotto al casco. Gas. Pinna leggera e giù a sinistra per la Variante Moto, ora cominciamo a fare sul serio…

È la battaglia dell’uomo contro la macchina, è l’orgoglio di 78kg di muscoli e nervi che vogliono sottomettere 214 purosangue incazzati con la vita. La mia di vita. Cominciamo a dialogare e a prendere confidenza.

Troppa confidenza quando alla Semaforo metto giù sia il ginocchio che lo slider dello stivale e sono costretto a chiudere il gomito sul serbatoio per evitare di impuntarmi per terra senza lo slider sui gomiti (con questo affare servono…).

Troppa confidenza quando in uscita dalla Variante Moto spalanco il gas ancora in piega verso il Semaforo e mi ritrovo con la ruota davanti che punta verso Plutone senza il piede sinistro sulla pedana.

Giro dopo giro prendo le misure, più o meno.

Al penultimo giro non ho mai visto la morte in faccia così da vicino. Era targata. Era nera. Ed aveva ancora gli scarichi stock che mamma Ducati le ha fatto: un buontempone con un Monster decide di frenare con forza all’ingresso del Curvone mentre io arrivavo sulla stessa traiettoria in 4a piena a più di 270 km/h….

“Ma porca puttana Alessà, ma ‘nte ne potevi annà al mare a magnà er pesce?”

La mia coscienza si faceva sentire più coatta che mai ed infieriva duramente in quell’attimo che mi separava dalla frittata. ‘Sta stronza…

Mi affido a San Brembo con tutta la forza che ho. Avete presente quegli stuntman che fanno gli stoppie per baciare le tipe alle fiere di moto? Ecco uguale, solo che io mi sono quasi trovato sul coppino del dottore/dentista/avvocato col Monster al pascolo in pista. Salvo per miracolo, giuro non so come ho fatto. Ho riportato ossa e moto a casa e sono andato a Fregene con qualche capello bianco in più (e delle mutande pulite).

COME VA ‘STA PANIGALE V4S?

Ducati Panigale V4S

Volete sapere come va e quanto va? Domenica ho preso la mia R1 e scannando sul Raccordo (sempre a 129 km/h, ciao mamma) mi sembravo fermo. Lunedì ho girato a Vallelunga con una R6 ultima generazione con gomma slick (la Ducati aveva delle Pirelli Supercorsa stradali…) e mi sentivo come se avessi potuto mandare delle mail mentre guidavo. Rendo l’idea?

La V4S è pura follia tecnologica. Un qualcosa di esagerato se come me non siete piloti professionisti, ma solo pistaioli hardcore. Vi sentirete come un teenager asiatico in piena turba ormonale davanti a sua maestà Moana Pozzi: vorreste soddisfarla, ma lei per voi è oggettivamente troppo. Magari per compassione una carezza ve la concede, ma dentro di lei pensa: “porello, lui si sta pure impegnando”. Ecco, io mi stavo impegnando come mai in vita mia, ma davvero per lei ero solo un verginello inesperto.

PRIMA IL PIACERE, POI IL DOVERE

A scuola vi avranno insegnato il contrario, ma su RollingSteel.it viviamo nella sacra Repubblica dell’Ignoranza e siamo cresciuti a pane e gas a due mani, e quindi ora faccio i compiti a casa e vi snocciolo un po’ di numeri per soddisfare anche i più nerd.

V4 di 90° che cuba ben 1.103 cm³, albero motore controrotante e 4 valvole per cilindro azionate dal marchio di fabbrica di Borgo Panigale: la distribuzione desmodromica. Rapporto peso potenza a dir poco R-I-D-I-C-O-L-O: 214 CV a 13.000 giri/min per 174 kg a secco, con il picco di coppia di ben 124 Nm a 10.000 giri/min.

Madonna santissima che roba il Desmosedici

Ducati Panigale V4S motore

Rispetto al “vecchio” bicilindrico superquadro della 1299, questo ha più “schiena”, che significa che è più consistente già da regimi di rotazione più bassi e spinge come un dannato fino a che il cruscotto non si illumina come un albero di Natale. Insomma, potreste ritrovarvi a mezz’aria prima di quanto pensiate…

La ciclistica è migliorata rispetto alla Panigale bicilindrica, ma non è stravolta. Non c’era troppo da stravolgere in fin dei conti… il serbatoio è piccolissimo e si estende fin sotto la sella del pilota migliorando l’accentramento dei pesi e diminuendo gli ingombri, permettendo un’agilità incredibile in ingresso di curva e nel cambio di direzione. La versione S oggetto della prova monta delle Öhlins EC 2.0 che altro non significa che sono regolabili elettronicamente attraverso i vari Riding Mode. Me li hanno spiegati, lo giuro, ma il mio encefalogramma, una volta in sella, era piatto come la Pianura Padana dove questa meravigliosa creatura è stata concepita. Ah… i cerchi sono forgiati in alluminio, questo è semplice e sono riuscito a capirlo.

Ducati Panigale V4S nuda

Già… l’elettronica. Tanta roba. I gingilli gestiti dalla centralina sono tanti, troppi: Bosch Cornering ABS EVO, Ducati Traction Control EVO, Ducati Wheelie Control EVO, Ducati Slide Control, Engine Brake Control EVO. Tutto EVO. Tutto deppiù. Al briefing l’istruttore ci ha detto che il DSC (Ducati Sliding Control), che si avvale della piattaforma inerziale, permette una sbandata controllata di ben 10° se l’inclinazione della moto è superiore a 35°. Macché vor dì? Riporto le parole del coach: “se arrivate in fondo alla staccata più o meno dritti, pestate forte sul pedale del freno posteriore e la moto vi rimette dritti appena vi avvicinate ai 10° di sbandata. Provatelo che è una figata!”  Te stai fuori come un balcone amico mio. Facciamo che vado sulla fiducia, ma evito di provarlo in prima persona và… Mi sono limitato a usare il cambio senza frizione a salire e scendere di marcia, ed è veramente da orgasmo!

INSOMMA…

Se volete fare gli sboroni compratela pure, ma occhio a confrontarvi con lei nel suo habitat naturale: la pista. Vi stritola. Un vero FERRO DEL DIO!

Grazie a Ducati Roma per l’opportunità e grazie alla Madonna (o chi per lei) che mi ha permesso di sopravvivere per scrivere questo articolo molto tecnico che sicuramente mi farà radiare dall’albo dei giornalisti.

EHI TU, NON SCAPPARE, VIENI SULLO SHOP DEL SITO A VEDERE CHE FIGATE CI SONO

Articolo del 5 Aprile 2019 / a cura di Alessandro Roca

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  • Federico Micossi

    Io non so chi tu sia, ma sappi che se scriverai un libro , sarò il primo a comprarlo. Mi hai fatto emozionare romanticone che non sei altro. Tvb.

  • Fabio Maffei

    Bell’articolo, mi è piaciuto! Anche se sarei curioso di leggere quello su un’eventuale prova della Kawasaki H2R. A quando? 😉

  • Alessandro Roca

    Ciao Fabio, l’H2R la proverò quando la Kawasaki ne vorrà buttare una nel secchio e quando io deciderò che avere tutte le ossa al loro posto è noioso…! 😀

  • Michele

    Scoperto ora l’articolo….ho riso e mi sono immedesimato, cosciente della vastità della mia pippaggine . Il che significa che è scritto da dio……✌️✌️

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