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Destruction Derby 2, adesso facciamo casino

Destruction Derby 2

Avete presente quei bei momenti tra amici in cui, davanti a una bella Peroni gelata, si parte con le classiche frasi-nostalgia tipo “oh raga, ma quanto era figo Looney Toons: Lost in Time?”. A cascata arrivano via via i vari Doom, Mario 64, Crash Bandicoot, Gran Turismo e via dicendo, insomma la classica carrellata clichè dei titoloni anni 90 che un po’ tutti conoscono.

Facile fare il figo così, è come sparare sulla Croce Rossa.

Ci sono stati giochi invece che per i deviati mentali come noi Rollingsteeler sono diventati un’icona, celebri per aver portato qualcosa di assolutamente pazzesco a portata dei nostri ditini unti.

Prendete una colonna sonora metal da redneck sotto speed, una griglia di partenza con 20 stock car, un pizzico di violenza disumana e voilà, ecco a voi Destruction Derby 2 per PS1.

– “Drivers, start your engines” –

Era il 1996 quando quei pazzoidi della Reflection Interactive decisero di rilasciare il sequel di Destruction Derby, un gioco che nel 1995 ebbe un discreto successo tra il pubblico di scappati di casa appassionati che decise di acquistare un copia di questa piccola perla.

Tuttavia le recensioni furono contrastanti, da una parte tutti trovarono fighissimo il fatto di poter sfogare la propria rabbia su altri piloti e di sfasciare auto come se non ci fosse un domani, dall’altra parte però le auto sembravano dei torroncini colorati che correvano su circuiti noiosi, così il gioco si esauriva nella sua stessa fisica dopo appena qualche ora di divertimento. Che fare allora?

– Destruction Derby coi suoi circuitini stretti e le banger all’inglese –    

I Britannici della Reflection decisero di pensare in grande, proprio come fanno gli americani. Più violenza, più metal, più testosterone e ancora più violenza.

In poco meno di un anno (attualmente per sviluppare un titolo strapieno di bug ci vogliono circa 8 anni, vero Cyberp**k?) il team riscrisse completamente il gioco mantenendo però l’ossatura originale.

Il producer Martin Edmondson decise che Destruction Derby 2 avrebbe dovuto grondare americanità da ogni bit, quindi assunse Paul Page (il commentatore storico della Indianapolis 500) come voce narrante, famoso per avere uno stile non proprio pacatissimo, e impose al team di sviluppo la creazione di una colonna sonora così cattiva da farla sembrare una produzione di Belzebù in persona.

Il risultato fu un tripudio di ignoranza, sangue e lamiere.

Nel gioco voi siete un simpatico ragazzotto senza nome, una sorta di Stig comunista, a cui tocca l’ingrato compito di scendere in pista con altri 19 mentecatti, ognuno con una storia e un design davvero particolare.

– la simpatica combriccola di deragliati contro cui dovete gareggiare –

Tolte le categorie Race Practice, Multiplayer e Time Trial, abbastanza fini a se stesse, il gioco è pensato per ruotare tutto intorno alla modalità Campionato.

Questo è possibile sia in modalità Stock Car, ovvero una sorta di Gran Turismo con 19 partecipanti incazzati come delle belve, sia in modalità Wracking Racing, letteralmente un “sticazzi della corsa, io devo distruggere tutto quello che mi capita a tiro.” E ragazzi, la modalità Campionato è la Madre di Tutte le Frustrazioni.

Partiamo dal presupposto che DD2 non è per nulla un gioco semplice, la fisica di guida è abbastanza accurata ma per qualche motivo gli sviluppatori del gioco hanno deciso che mentre le auto degli avversari pesano quanto un Iveco Turbo Star la vostra è fatta di polistirolo. Scordatevi speronamenti alla Burnout quindi, andrete a rimetterci solo voi.

Gli avversari poi sono davvero tosti e quando dico tosti intendo che spesso sarete tentati di lanciare insulti alle divinità e lanciare pezzi di arredamento in giro per casa dal nervoso. Anche il più pippone del circus può essere un vero rompipalle in pista, soprattutto durante le gare di Stock Car dove arrivare tra i primi 5 è obbligatorio per poter avere un punteggio utile per salire di Division e sbloccare quindi i nuovi circuiti. 

Se pensate di aggirare il problema scegliendo semplicemente l’auto “più veloce” vi sbagliate di grosso, le 3 stock car disponibili sono tutte abbastanza una ciofeca rispetto a quelle degli avversari che girano letteralmente sui binari.
Vediamole nel dettaglio:

  • Rookie: è la più lenta delle tre, ma il grip è ottimo anche se è più fiacca di una Fiat Duna. A meno che non siate degli assi alla guida i vostri avversari vi strapperanno le portiere ad ogni sorpasso.
  • Amateur: no, non è una categoria di Pornhub. É la mia preferita, bilancia bene un grip da auto dei Flintstones con un’accelerazione da Rayton Fissore Magnum. Prendete questa, fidatevi.
  • Pro: dovrebbe essere la migliore, in realtà è quella che odierete di più. Va forte sul dritto, ma in curva è un disastro come alcune auto di un noto brand teutonico. Vi sembrerà di guidare una NASCAR con delle gomme fatte in marmo di Carrara.

La modalità Wracking Racing è probabilmente quella più divertente e la migliore per iniziare. Quello che conta è cozzare più volte possibile contro gli avversari, in modo da ribaltarli e/o farli girare. Credetemi sulla parola quando vi dico che non è semplice, ma il mood sarà talmente nervoso e adrenalinico che alla fine della festa anche un quindicesimo posto vi andrà bene.

Sì, perché DD2 è uno di quei giochi che vi lascia sempre mezzo sorriso anche nel peggiore dei casi. La musica trash metal dei Jug e Tuscan, Paul Page che sbraita come un pazzo – “Wow! Total destruction!” – e i cazzotti che si danno (e ricevono) regalano un’esperienza talmente gasata che ancora oggi è difficile da trovare nei giochi next gen,

– la resa grafica degli incidenti era davvero di alto livello. Parliamo del 1996, ricordatevelo –

Ma Edo, che palle, io voglio ancora più testosterone!

Tranquilli, i nostri amici della Reflection hanno pensato anche ai più malati esigenti grazie ad un refresh cattivo della modalità Destruction Derby, la classica arena in cui ci si cartella senza pietà. Ovviamente anche qui tutto è stato pompato a manetta, gli avversari sono ancora più incazzati e stranamente cercheranno sempre e solo voi. Praticamente è un grosso cerchio di mazzate, una gigantesca piñata dove siete voi l’obiettivo da bastonare.

Potete provare a scappare (se ci riuscite) o combattere, ma l’epilogo sarà sempre lo stesso: la vostra auto completamente in pezzi e voi che smadonnate.

Fidatevi se vi dico che in tutta la mia vita avrò vinto forse un paio di volte al massimo in questa modalità. Provare per credere!

– una sintesi di quello che succede il 90% delle volte –

Per me DD2 è stato un pezzo d’infanzia che non ha fatto altro che alimentare la mia malattia per le auto e gli incidenti (grazie, Mondocorse). Rigiocandoci oggi, dopo più di 20 anni, l’effetto wow non è più lo stesso ma le sensazioni che questo piccolo capolavoro di brutalità è in grado di restituire sono comunque impagabili.

Ho provato di tutto tra i vari FlatOut, Burnout, Wreckfest ecc ma nulla per me ha lo stesso sapore di odio e metallo di Destruction Derby 2.

Se non avete mai provato questa delizia scaricate un emulatore per PS1 (scherzo, amici della Postale) o meglio, cercate su eBay un disco originale e provatelo su console , non ve ne pentirete.

Articolo del 28 Giugno 2021 / a cura di Edoardo Curioni

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  • ZB

    Concordo su tutto! Io però l’ho sempre fatto girare (e forse dovrei vergognarmi ad ammettere che è durato mesi ininterrotti) su pc con Dookie dei GreenDay.
    Lacrimuccia

  • Alessandro

    Mai provato Twisted Metal? Simile come genere al destruction derby ma in più armi e poter speciali. Adoravo le arene o le ambientazioni esotiche.

    In ambito consumer PC chi si ricorda della collana Twilight (non il vampiro) con giochi e software crackati? Che ricordi…

  • Matteo

    Per distruggere tutto c’era anche “Carmageddon”… violentissimo

  • Loris

    Questo insieme a DD1 hanno praticamente composto la mia infanzia. Sto piangendo.

  • Stig Comunista

    Vorrei far notare alcune chicche per i veri maniaci…
    1) SPONSOR reali (tranne Wild Bill’s Auto Sales che è ricorrente e qualche altro).
    2) PISTE più o meno reali: Ultimate Destruction Speedway si trova a Talladega, si notano curva 4, la finish line e la corsia dei pit. Liberty City è la stessa città di GTA, creata dagli sviluppatori DMA/Psygnosis divenuti poi Rockstar Games. Gli altri tracciati? Qualcosina si trova..
    3) AUTO identiche alle Nascar del 1995 (Ford e Pontiac).
    4) SCA al posto di SCCA per dare quel tocco di campionato ufficiale.
    5) Richiami al film Trainspotting sulla grafica del manuale.
    6) Mike Clarke, musicista e programmatore Psygnosis, è il tizio della vostra love story digitale: intro e outro sono opera sua.
    Ci sarebbe molto altro da dire, questo CD racchiude un mondo più vivo che mai; un’epoca congelata pronta a risvegliarsi senza preavviso. Butto lì un 2026 non troppo casuale.

    • Edoardo Curioni

      TVB

  • matteo

    Pensavo di giocarci solo io, un gioco fantastico, giocabilità a livelli infiniti, saltavi perdendo i pezzi, carnai da evitare … non ho mai più ritrovato quel feeling, solo grafiche più incazzate e menate di upgrade e tuning … ma la giocabilità …. ahhhh, mai più mai più

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